E' appena finito un fine settimana che, se devo essere sincera, aspetto con ansia per tutto l'anno perchè è il fine settimana che per tradizione trascorriamo con i nostri amici di Varese, l'unico in cui, tutti liberi da impegni di lavoro, abbiamo un po' più di tempo per stare insieme.
Fortunatamente sabato pomeriggio il tempo ci ha graziati, non che fosse una bella giornata, ma almeno non pioveva, e dopo aver pranzato siamo partiti per una passeggiata al Santuario del Cavallero.
E' il mio posto del cuore, ogni tanto sento il bisogno di andarci, c'è una pace infinita, tantissimo verde intorno, e per tutto il tragitto e durante la permanenza il mormorio del torrente fa da sottofondo, e poi, secondo me, è proprio un bel posto, anche i nostri amici sono rimasti felicemente sorpresi da questo luogo che ha anche il grande dono di invitare a una profonda meditazione.
Dopo una bella e pianeggiante passeggiata lungo il torrente si attraversa un ponte sospeso ed inizia la salita (su comodo e largo sentiero con pochissima pendenza) al Santuario
Nonostante la scritta sull'arco ci inviti alla solitudine ed alla contemplazione nel corso dei secoli passati il Cavallero era un luogo fervente di vita tanto che nel 1742 il comune di Coggiola chiese un cappellano festivo per il Santuario:
" nella qual chiesa vi resta un grande concorso di divoti tanto terrieri quanto forestieri...per il che essere necessario deputare un Cappellano confessore..., che celebri nella medesima tutti li giorni festivi il santo sacrificio della messa et senti le confessioni...in cui ne Alpi e montagne superiori vi si trovano quantità di persone alla custodia de bestiami, i quali per la gran lontananza da luoghi abitati sono costretti perdere in detti giorni la Santa Messa "-
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Le feste vere e proprie erano 3: la Madonna della Neve, Signora del santuario (5 agosto) San Giuseppe (19 marzo ) e sant'Anna ( 26 luglio ) inoltre nel XVIII secolo si celebrava nel santuario anche la Novena di Natale.
In queste occasioni arrivava nel Santuario una gran folla di gente tanto che il giorno prima si doveva prenotare il posto per il pranzo e quindi si saliva al Santuario a "piantè la frasca " nei prati.
Terminata la salita di Prile è possibile scorgere lungo il torrente Sessera alcune prese d'acqua ad uso industriale.
Nei primi del 900 fu progettata del geometra Piletta la centrale idroelettrica situata poco più a monte della Chiesa, convogliando le acque grazie ad un canale lungo più di 1000m. ed un salto finale di 40 m. circa. La centrale venne subito ceduta alla ditta Federico Bozzalla. Era all'epoca la più grande ed imponente opera idraulica della valle Sessera e l'energia prodotta asserviva alcuni stabilimenti di Coggiola.
Nel 1933 la centrale venne acquistata dalla ditta Bozzalla & Lesna ed all'epoca era in grado di fornire una potenza di 450 Kwh, ma nel 1968 fu distrutta dall'alluvione. Ricostruita negli anni 70 rientra in produzione nel settembre 1980 e attualmente produce 600Kwh effettivi.
Dal momento dell'acquisto " dell'officina idroelettrica" il cavalier Sivio Bozzalla ha concesso l'uso dell'energia elettrica anche al Santuario per le proprie necessità.
Già nel 1924 Monsignor Giovanni Garigliano commentò: " ...il ponte che fa da piazza e la piazza che fa da ponte...". La piazza è sicuramente uno degli aspetti particolari ed emblematici del Santuario stesso. E' stata ultimata così come si presenta oggi ai nostri occhi all'inizio del secolo ed inaugurata solennemente il 3 agosto 1924 alla presenza di Mons. Carignano.
Per recarsi al luogo dell'apparizione bisognava superare un torrente che rendeva difficile l'accesso e pertanto nel 1713 era stato costruito un piccolo ponte che serviva ad attraversare il Rio Cavallero, il ponte venne poi ampliato nei secoli successivi.
Secondo la tradizione il Santuario è stato edificato a seguito dell'apparizione della Vergine ad una pastorella sordomuta chiamata Toniola che in seguito riacquistò l'udito e la parola.
L' edificio fu "fabbricato con le fatiche e limosine di tutto il popolo" ed era quasi ultimato nel 1698.
In tale periodo era già esistente l'altare maggiore dedicato alla Madonna della Neve dove vi è la statua di legno dorato raffigurante la Madonna col Bambino.
La chiesa, in stile barocco, ha pianta a croce latina e l'unica navata è sormontata da una cupola all'incrocio della navata stessa col transetto.
Dopo il 1730 alla chiesa fu aggiunto il porticato mentre il complesso architettonico fu completato a meta del XVII secolo con l'aggiunta delle camere, dello stupendo salone con soffitto a cassettoni in noce e con le cinque cappelle addossate alla chiesa.
Figura leggendaria del Cavallero è l'Eremita. Sin dal 1632 nelle stanza rivolte verso il torrente viveva l'eremita un uomo incaricato dal Vescovo con il compito di raccogliere le elemosine e sorvegliare il Santuario.
L'eremita era una figura caratteristica per gli abitanti di Coggiola dove esiste tuttora il detto "fè el armitto"
cioè condurre una vita solitaria.
Il primo eremita citato dai libri contabili del Santuario è Alberto Aprile, del secondo non si conosce l'identità si sa solamente che morì nel 1777 ( i libri citano le spese per il chirurgo) e che venne sostituito da Antonio Brogino, morto nel 1799.
Gli succedette nel 1826 Antonio Angelino e dal 1863 al 1898 Giorgio Piletta, ultimo eremita ufficiale del Cavallero.
L'eremita indossava un saio color castagna legato in vita da un cordone di canapa, l'amministrazione ne forniva due all'anno oltre alle scarpe e la sopravveste per le funzioni religiose.
Esso aveva inoltre la funzione di custodire le arnie che fornivano tutti gli anni cera gialla e miele.
Gli apiari, posti a monte della chiesa, costituirono una delle principali entrate del Santuario, tanto che nel 1762 i ricavi delle vendite di miele e cera servirono ad acquistare l'organo.
Dai libri d'inventario risulta inoltre che nel 1865 vi fossero oltre 100 arnie, ma alla fine del secolo, con la morte dell'ultimo eremita, anche l'apiario è andato incontro al progressivo deperimento.
La tradizione di una sorta di eremita si è comunque protratta fino a circa una decina di anni fa quando l'ultimo di questi "eremiti" ( che più nulla avevano a che vedere con la figura storica dell'eremita) ha lasciato per sempre il Cavallero
Una bella giornata in un posto antico che ti riconcilia con te stessa e con la vita, sulla via di casa tante chiacchiere tra amici, poi a cena intorno al tavolo di casa e tanti progetti per il giorno dopo...!
Ciao Antonella,che post meraviglioso e ricco di foto stupende :-)
RispondiEliminabuona serata
Ciao Audrey, questo posto è bellissimo, non so se con le foto sono riuscita a rendere l'idea della pace che si prova ad essere lì, comunque sono contenta che ti piaccia. Ciao, un abbraccio Antonella.
EliminaBellissime fotografie Antonella! Un abbraccio
RispondiEliminaCiao Diana, grazie! Così vi ho fatto respirare un po' d'aria di casa.
EliminaUn abbraccio, Antonella.
Fa un certo effetto rivedere questi luoghi che sono i "nostri" luoghi. E' bello che hai raccontato un po' di questa storia. Quante passeggiate facevo da piccola al Cavallero.
RispondiEliminaE chi nei nostri luoghi non ha fatto passeggiate al Cavallero? A l di là del credo religioso penso che il Cavallero sia uno dei simboli storici della Valle Sessera, io poi lo trovo il posto ideale per stare in pace con se stessi. Ciao, Carla, un grosso abbraccio.
EliminaAntonella
Ciao Antonella.
RispondiEliminaMa che bel posto.... Belle le foto....
complimenti.
adoro fare passeggiate... e conoscere posti nuovi...
Un abbraccio.
Thais
Grazie Thais, sono contenta di aver condiviso con voi questo posto che mi piace tanto. Questa è veramente una bella passeggiata, un'immersione nel relax. Una volta era tradizione fare la scampagnata di ferragosto e mangiare i fiori e le pesche ripiene ( durante l'estate vi darò l'antica ricetta della tris nonna per preparare queste prelibatezze.). Grazie per i complimenti per le foto, a presto.
EliminaAntonella
Che posti meravigliosi!!!
RispondiEliminaSono le passeggiate che adoro, camminare per sentirsi rinascere, respirare pace e beatitudine!!!
Un abbraccio forte e buona serata.
Beatris
Ciao, per quello che ho capito di te ero sicura che questo post ti sarebbe piaciuto. Questa è proprio una passeggiate nella pace. Un abbraccio anche a te, buona serata.
EliminaAntonella.
Antonella, queste foto sono stupende e hai reso il Cavallero, se possibile, anche più bello di quello che è. E' un luogo per me pieno di ricordi: vedo ancora i miei bambini che corrono felici. Sono molto interessanti le notizie che sei stata brava trovare: alcune le conoscevo. Più di me, vi è affezionato mio marito che, quando propongo qualche passeggiata, subito pensa al Cavallero o, più ancora, alla Novareia. E' malato di campanilismo. Abbiamo veramente dei bei posti. Grazie per questo post. Ciao.
RispondiEliminaPaola
Ciao Paola, vedo che soffro della stessa malattia di tuo marito: il campanilismo! Non so cosa darei per vedere questa zona, secondo me bellissima, un po' più valorizzata. Grazie per i complimenti che fai alle mie fotografie, avevo voglia di farne qualcuna con questo color seppia, dal sapore così antico, e il Cavallero mi pareva il posto giusto. E' proprio bello e poi è pieno di pace, anche i nostri amici sono rimasti colpiti. Per quanto riguarda le informazioni sono quelle che si incontrano lungo il percorso. Anch'io sono tanto affezionata al Cavallero, mi ricordo quando andavo con mia mamma e mio papà ...sembra quasi un'altra vita, una volta le famiglie ci andavano spesso! Anche la passeggiata alla Novareia mi piace tanto, anche lì c'è tanta pace. Grazie di leggere sempre quello che scrivo, buona serata.
EliminaAntonella
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RispondiEliminaProprio questa mattina mio marito ed io siamo andati al Santuario. Preferisco le giornate di solitudine, quando non c'è ressa nè processione di camminatori sui sentieri. Il Cavallero è uno dei Santuari che visitiamo almeno una volta all'anno...più tutti gli altri. Non l'ho mai visto dentro, ma forse proprio perchè preferisco evitare i giorni di accesso comune. La pace della montagna ed il suono del vento che dalle cime parla alle nostre orecchie per me non ha paragoni.
RispondiEliminaAnna Maria
Ciao Anna Maria, anch'io vado nelle giornate in cui sono quasi sicura di non incontrare nessuno, se non persone come me che vanno lì per viverne la pace e la solitudine. In realtà non ci sono mai stata durante le feste e le varie processioni e che alla fine sono chiasso e basta. Io dentro l'ho visto da bambina e mi pare una volta da ragazzina...ora lo trovo sempre chiuso per lo stesso tuo motivo. Anche per me è un posto dove trovo serenità.
RispondiEliminaCiao, spero di incontrarti ancora su queste pagine.
Antonella