"L'idolo dei circoli mondani della Roma elegante che contava, poeta di enorme successo e autore di fortunate elegie d'amore, Ovidio scrisse agli inizi dell'era volgare un arguto, delizioso codice di tecnica galante: "L'arte di amare"
E' la Roma raffinata dei salotti, delle feste, del passeggio nel Foro che viene evocata nei versi di Ovidio, ma anche la Roma dei piaceri occulti, della vita privata e dell'intimità piccante, in cui l'amore è visuto come un gioco, una continua schermaglia maliziosa e galante.
Una visione della vita ben poco in linea con la restaurazione moraleggiante intrapresa da Augusto, che infatti costò all'autore l'esilio, ma che diede alla letteratura mondiale uno dei suoi più godibili capolavori."
" Un opera sull'arte di sedurre leggera, garbata, tra il serio e il faceto, che non avrebbe dovuto far altro che accrescere il suo successo e invece fu causa della sua rovina . "
( dalla prefazione di E.Cantarella )
Cara Antonella, ricordo qualche poesia di Ovidio studiata alle Magistrali: andrebbero rilette per assaporare da adulti la raffinatezza delle sue opere.
RispondiEliminaCiao Lella, sì bisognerebbe rileggerli perchè con l'esperienza di oggi hanno tutto un altro sapore, buona serata, Antonella.
EliminaCiao, c'è un premio per te sul mio blog!! ^^
RispondiEliminaCiao, arrivo volando..!
Elimina