venerdì 26 giugno 2015

Potrei dirvi...





Vi chiedo scusa se improvvisamente sono scomparsa e non ho più nè risposto ai
vostri commenti nè visitato, letto e commentato i vostri blog.
Potrei dirvi, e sarebbe la verità, che un grosso impegno di lavoro mi ha tenuta impegnata
più del previsto, potrei dirvi che in questo periodo la connessione ad internet è un po' ballerina e
fa i capricci e anche questa sarebbe la verità.
Ma la verità vera è che in questi giorni non avevo più voglia nè di leggere nè di scrivere e
non avrei nemmeno saputo cosa scrivere.
La verità è che in questi giorni il piccolo paese in cui abito è stato sommerso dalla tristezza
e dal dolore togliendoci perfino la forza di respirare.
Sabato 13 giugno è accaduta una terribile tragedia, una tragedia che Coggiola non
riuscirà mai a dimenticare.
Era un sabato qualunque, un sabato di inizio estate e un tremendo incidente stradale  ha
portato via tre di noi, tre giovani vite.
Questo è un paese piccolissimo, non arriviamo nemmeno a 2.000 abitanti, e quando una tragedia
del genere si abbatte su una comunità così minuscola il dolore di uno diventa il dolore di tutti,
il lutto di una famiglia diventa il lutto di tutte le famiglie. Ci conosciamo tutti,
tutti prima o poi ci siamo incrociati al bar oppure in tabaccheria o in edicola, conosciamo
bene almeno un membro di ogni famiglia, ogni ragazzo e ogni ragazza sono stati o sono amici dei figli
dei nostri amici...forse, quando ci si incontra per strada si scambia solo un saluto
ma in realtà siamo, inevitabilmente, tutti presenti nella vita di tutti.
Qui il tempo si è fermato, si è inchiodato quel maledetto sabato pomeriggio alle 15 e
ci ha lasciati in uno stato di desolazione e incredulità che hanno quasi impedito alla vita
quotidiana di continuare.
Lunedì abbiamo accompagnato Elena, Alberto e Graziano nel loro ultimo viaggio,
lunedì tutti abbiamo pianto e sofferto con le famiglie di questi ragazzi, tutti ci siamo indignati per
la poca sensibilità di giornalisti e fotografi, lunedì...
Oggi, per forza di cose, la vita ricomincia, si cerca di tornare a respirare ma non posso non
chiedermi cosa stia succedendo in questo piccolo paese.
In soli 10 mesi abbiamo perso in modo drammatico sei vite, questa non è una città, sei
vicende così tragiche in soli 10 mesi sono un'enormità.
Lo scorso agosto abbiamo avuto un disperso in montagna mai più ritrovato, poi ad ottobre
 il dramma di Federico, di soli vent'anni, investito e morto da solo sulla strada,
ad aprile la mia amica Gloria, banalmente caduta dalle scale ed entrata in coma per poi lasciarci
per sempre venti giorni dopo, ed ora Elena, Alberto e Graziano di 24, 20 e 37 anni,
morti così, senza una ragione in un pomeriggio di sole...
Ecco, non avevo più voglia di scrivere, avevo bisogno di staccare un momento e di
pensare...e oggi sono qui, davanti a questa " pagina " bianca e vorrei scrivere tante
cose ma, alla fine, sarebbero tutte banalità...resta la realtà di un paese gravemente ferito, di tre famiglie
 distrutte dal dolore, di una " normalità " che stenta a tornare...

Ciao Elena, Alberto e Graziano,
Buon viaggio e continuate a sorriderci da lassù.





mercoledì 17 giugno 2015

Expo, nel padiglione turco ad ogni angolo si fa una scoperta





Se cercate un padiglione in cui rilassarvi, guardandovi attorno e giocando un po' a scoprire
dettagli interessanti, sorseggiando magari un buon caffè, la Turchia è la meta che fa per voi.








Il motivo? Il padiglione , situato quasi alla fine del Decumano, è uno dei più liberi di tutta l'Esposizione
Universale. Questo si traduce in lati positivi - primo fra tutti la possibilità di accomodarsi su comode
seggiole sotto l'ombra rinfrescante dei platani - che, dopo una giornata a camminare per il sito
espositivo, non vanno certo sottovalutati.








La Turchia è stata fino all'ultimo, una delle grandi incognite di Expo: il padiglione, partito
in ritardo rispetto agli altri, è stato costruito da Ddf in soli due mesi ed è un padiglione
ricco di curiosità e di simboli che rimandano alla tradizione turca.








Innanzitutto è bene sapere che il melograno, simbolo del padiglione turco,
non è del tutto casuale, i turchi si sentono come questo frutto, una scorza dura all'esterno ma,
una volta aperti pieni di sfaccettature come i grani di questo frutto.








La molteplicità d'idee si traduce in un padiglione in cui ogni angolo è una scoperta.
Si parte dall'ingresso, dove si possono ammirare oggetti di vetro, l'angolo dei fiori, quello delle spezie
 e la ricreazione del Tempio di Gobeklitepe, inserito nel Patrimonio Unesco.












Ma il consiglio è uno solo: perdetevi.
Camminate e scoprite ogni angolo camminando con il naso all'insù verso il grande
soffitto aperto e nascondetevi nelle costruzioni in cui sono ospitate le mostre.
Le imperdibili? Food & Art e Turkish Coffee.








E proprio il caffè turco è un must che va assolutamente assaggiato. Sorseggiatelo
amaro, seduti a uno dei tavolini in legno con inserti in ceramica dipinta a mano.
Poi afferrate la tazzina, voltatela sul piattino e lasciate che qualcuno al bar vi legga i fondi
del caffè. La fortuna, a vostra insaputa, potrebbe essere dietro l'angolo.








La Pagella

SI'

* L'assenza di cose
*Il caffè turco
*I simboli sparsi per i padiglioni
*La mostra con decine di tazzine da caffè

NO
*Il percorso in balia delle interperie
*l'assenza del ristorante ( per ora )
*La necessità di spiegazioni per capire il padiglione


































( Fonte  Marianna Baroli, Libero del 16 maggio 2015 )
( fotografie dal web )







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mercoledì 10 giugno 2015

Expo, frutta multimediale al padiglione Messico




Il padiglione del Messico dà il benvenuto ai visitatori assegnando ad ognuno un prodotto
tipico del Paese attraverso un piccolo codice a barre che viene distribuito all'ingresso.
Un dettaglio che rende l'esperienza multimediale al punto giusto senza essere invadente,
e che diverte grandi e piccini grazie al selfie da scattarsi all'ingresso, in apposite colonnine.








Un breve video illustra poi le bellezze del Paese centramericano prima che il visitatore si 
trovi a viverle in prima persona attraverso ricostruzioni ricche di colore e di musica. Un esempio?
La sala della musica in cui si è circondati dalle maracas che suonano ad intervalli regolari.













Più in là l'esperienza diventa culinaria con uno chef che illustra la preparazione di un dolce
a base di panna e zucchero, raccontando passo per passo cosa si consuma
per realizzare i piatti tipici della tradizione messicana.












Schemi interattivi tra una sala e l'altra permettono, inoltre, attraverso il codice a barre ricevuto 
all'ingresso, di approfondire la cultura messicana. Con pochi, semplici click si può ricevere
via mail un pacchetto ricco di ricette ed immagini suggestive per portarsi a casa l'esperienza Expo
una volta conclusa la giornata.








Il percorso, fatto di continui saliscendi che a volte risultano difficoltosi, termina in un piccolo shop, 
ricco di gioielli artigianali e di sombrero coloratissimi.








Un adesivo che riporta il frutto assegnato ad inizio percorso viene poi regalato
ad ogni visitatore come ricordo del viaggio.








Ma la parte più apprezzata del padiglione sono sicuramente i ristoranti.
Primo fra tutti il bar Tapas, che, situato all'ingresso, vede un intenso via vai di turisti
intenti ad assaggiare le specialità accompagnate da una bottiglia di Corona ghiacciata.








Provate per esempio gli ottimi tacos al pastor, le tortilla di mais ripiene di carne di maiale,
o più raramente di vitello, marinate con una salsa tradizionale di spezie e peperoni che dona agli 
ingredienti il caratteristico colore rossastro, e accompagnata da coriandolo, cipolla, ananas
e varie salse.








La più richiesta? la cremosa " guacamole ", fatta con avocado schiacciati, succo di 
limone, pomodoro, peperoncino verde piccante, olio, sale, pepe e coriandolo.
Questi tacos sono preparati, e lo saranno fino a fine ottobre
da un vero " taquero " messicano.








La Pagella

SI'

* Il codice a barre che ti assegna un frutto o una verdura
* La sala della musica con le maracas sul soffitto
*Il bar tapas


NO

*Troppe rampe sali e scendi
*Il ristorante nascosto sul retro
*Le bottiglie di birra vuote abbandonate all'ingresso









































( Fonte Marianna Baroli, libero del18 maggio 2015 )
( fotografie dal web )






















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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")