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martedì 31 maggio 2016

Bentornato Salvatore!





Dopo una lunga odissea. durata quattro anni, Salvatore Girone è tornato a casa grazie all'intervento del Corte dell'Aja  visti i fallimenti dell'inutile diplomazia italiana.
Sciolgo il nastro giallo che quattro anni fa ho legato alla ringhiera del mio balcone, Salvatore Girone
è tornato a casa, in questo momento è questo quello che conta, della pessima gestione di questa storia da parte dei vari governi che si sono succeduti ( Monti, Letta e Renzi ) e dei due Presidenti della Repubblica ( Napolitano e Mattarella) abbiamo già avuto modo di parlare e magari ne riparlerò in seguito. La cosa importante è che Salvatore sia finalmente a casa e speriamo che possa essere quanto prima raggiunto dall'amico fedele che gli ha fatto compagnia in questi terribili anni: il cane Argo, anzi il " sergente Argo" ( come lo ha battezzato Salvatore ) ancora trattenuto in India per motivi burocratici .
Questo cane l'avventura ce l'ha nel sangue, o meglio nel nome. E' infatti stato chiamato Argo in onore del celebre cane appartenuto ad Ulisse e protagonista di una delle scene più toccanti della storia della letteratura. Allevato come cane da caccia e dovutosi riconvertire alla dimensione domestica causa coscrizione del padrone, l'Argo omerico passa vent'anni ad attendere il ritorno di Odisseo. Nonostante la decrepitezza ( il poeta lo descrive " disteso su cumuli di letame di muli e buoi addossati dinanzi all'ingresso e tormentato dalle zecche" ) sarà l'unico essere vivente in tutta Itaca a non farsi prendere per il naso dai trucchetti di Atena e a riconoscere il padrone travestito da mendicante: giusto il tempo di una scodinzolata con le orecchie basse prima di cadere" preso dal Fato della nera morte "
Il " Sergente Argo " in questi mesi è stato per Girone un compagno molto speciale che l'ha aiutato in questa terribile esperienza, spero quindi di poterli sapere presto riuniti.
Per intanto godiamoci la bella notizia, bentornato Salvatore e un abbraccio!
              


sabato 7 giugno 2014

Marò, dalla politica solo chiacchiere...





" Abbiamo obbedito a degli ordini e siamo ancora qui. Abbiamo mantenuto una parola che
ci era stato chiesto di mantenere e ancora oggi con grande dignità e onore  per 
il popolo italiano e tutti i militari del mondo la manteniamo"

E' vero che a volte le parole sono pietre. Il brutto 2 giugno appena passato non si ricorderà
per la faccia onnipresente e chissà di cosa compiaciuta do Napolitano, o per il tailleur fucsia semaforo
e i cinguettii della Boschi con un civettuolo Casini. Non per i " selfie " e i " batti il cinque " di
Renzi - Fonzie e neanche per quella fulminante foto che a molti sarà sfuggita, in cui Renzi, Pinotti e Grasso
cantano l'inno a gola spiegata, e la Boldrini tiene la bocca ostentatamente ma non sorprendentemente chiusa.







No, sarà la voce rabbiosa eppure incredula di Salvatore Girone l'evento da ricordare con dolore.
e l'altra voce più pacata e ostinatamente dignitosa di Massimiliano Latorre. Saranno i loro respiri corti sotto 
la divisa bianca, le loro facce di bravi soldati italiani che nel giorno della festa della Repubblica
si domandano di quale Repubblica siano ancora fedeli servitori, quali forze armate sfilino ostentando
 a Roma orgoglio non pervenuto a Delhi, su quali personaggi inetti volino le Frecce Tricolori. E alla
fine quale sorte sarà loro riservata da cotanta persistente cialtroneria.







Dovevano esserci i ministri della Difesa, Roberta Pinotti,e degli Esteri, Federica Mogherini,
all'audizione del 2 giugno alla Camera davanti alle Commissioni Esteri e Difesa. Cortesia, per carità,
non obbligo - soprattutto se a due persone oneste e sofferenti non sai cosa rispondere. Ma la loro
presenza era stata annunciata in comunicati stampa per una settimana almeno, e alla luce di cotanta defezione si capisce perchè i parlamentari di Fratelli d'Italia si siano rifiutati di parteciparvi. Non è cattiveria ma è fuffa.
E quando Maurizio Gasparri dichiara che il Parlamento incalza il Governo sui marò, diciamo che esagera ruolo, peso e volontà del Parlamento. Tant'è vero che non una parola concreta, oltre a dichiarazioni di facciata, viene fuori sulla possibile ritorsione nella partecipazione italiana alle missioni internazionali.






Nè è uscita una sola critica sul pittoresco comitato messo su dall Mogherini, con a capo tanto di
esperto inglese, Daniel Bethlehem, uno che del diritto del mare semplicemente non sa niente  non essendosene mai occupato, comitato che, con calma - per carità, mica c'è fretta - dovrebbe decidere i modi
per un approccio di arbitrato internazionale. L'arbitrato preparato da Giulio Terzi che giace da un anno e più nei cassetti di Farnesina e Palazzo Chigi: si vede che i ragazzi di Renzi sono allergici alla polvere, o che il segretario alla Presidenza, Sandro Gozi, a lungo presidente dell'associazione Italia - India se l'è mangiato.






Se questo Governo, come quelli precedenti, produce solo chiacchiere, l'opposizione non è meglio.
Il suo leader, Silvio Berlusconi, non ha speso in più di due anni una sola parola personale per i due marò.
Ecco perchè due militari sono trattenuti in India dal 15 febbraio 2012 e il caso diplomatico tra Italia e India ancora non conosce soluzione. Eppure, come ha detto Girone, " l'immunità riguarda tutti i militari del mondo e un militare deve sapere di essere tutelato"; eppure " siamo innocenti e lo gridiamo a gran voce " e ancora 
" entrambi i paesi hanno firmato dei trattati ". Di quale losco partito trasversale degli affari i due fucilieri sono ostaggio? Arriverà un momento in cui tutta la storia sarà ricostruita?






Anche per questo un Gruppo di Cittadini organizzati in social forum, con Giulio  Terzi e Fernando Trementini, ha tenuto ieri una conferenza stampa per presentare un esposto alla Procura di Roma, Meglio tardi che mai, certamente trovare degli avvocati disponibili non sarà stato facile...
Così scrivono: chiediamo di indiduare e perseguire coloro che, violando la Costituzione, hanno estradato
in un paese in cui vige la pena di morte i militari Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in violazione di vincolanti norme costituzionali. 






U n principio fondamentale della costituzione italiana a salvaguardia dei Diritti Umani,
nella fattispecie a quello della tutela della vita umana, e giustamente applicato perfino a tutela di cittadini stranieri presenti in Italia e accusati di terrorismo. Perchè allora tale fondamentale norma è stata disattesa e vilipesa nei confronti nei confronti di due funzionari dello Stato in missione comandata, due militari in servizio per la difesa del territorio patrio quale è una nave battente bandiera nazionale, impegnati in una missione contro la pirateria nell'ambito di risoluzioni e di impegno internazionali?






Già perchè:  non vi sorge la curiosità di capire, per tacere dell'obbligatorietà dell'azione penale?
Serve per stanare i bugiardi di oggi.




( fonte: Maria Giovanna Maglie , Libero del 3 giugno 2014 )
( immagini dal web )










lunedì 7 aprile 2014

Marò, doccia gelata!




A una buona notizia che è solo un pezzetto del puzzle segue, naturalmente,
la notizia cattiva, ed è tanto grossa quanto prevedibile, quanto soprattutto
significativa che con le chiacchiere, caro Matteo Renzi, non si piegano gli indiani ma 
neanche si prendono per i fondelli a lungo gli italiani.
Che non bastasse per cantare vittoria l'annullamento delle indagini della Nia, l'antiterrorismo
indiano che aveva impazzato per due anni contro i due marò e contro la nostra sovranità,
era evidente; che tanto presto Latorre e Girone sarebbero entrati nella campagna
elettorale e che il palleggio tra Corte Suprema e Tribunale Speciale avrebbe spuntato
addirittura un rinvio a luglio, è un incubo, prevedibile tutto, ma sempre un incubo.






Adesso le chiacchiere sono esaurite, Palazzo Chigi, dove con piglio
brusco e giovanile si lavora fin dall'alba, ci faccia sapere nell'ordine: che cosa aspetta 
il Governo per formalizzare l'arbitrato, per adire il Consiglio di Sicurezza, per accompagnare
alla porta, sbattendola, l'incaricato del governo Letta e finora anche di Renzi, 
ancor prima sottosegretario agli esteri, ma sempre incapace ed inetto,Staffan de Mistura.
Sarebbe gradita una qualche agitazione proficua della così detta opposizione, finora
molto cauta con l'eccezione di Fratelli d'Italia che ha chiesto formalmente una Commissione
d'Inchiesta sulla storiaccia, seguito ora dai 5 stelle di Grillo; con l'eccezione di un appello
a candidare alle Europee Latorre e Girone, avanzato ufficialmente da Elio Vito di Forza Italia, 
ipotesi suggestiva ma , onestamente, non so quanto praticabile per molte e non tutte
nobili ragioni.





Le notizie di questa settimana. Il tribunale speciale indiano, dopo aver preso atto del
procedimento penale deciso alcuni giorni fa dalla Corte Suprema, 
ha fissato l'udienza al 31 luglio, ben dopo le elezioni politiche, tra quattro mesi.
In piena campagna elettorale il premier del partito nazionalista indiano, Narendra Modi,
attacca Sonia Gandhi, leader del Partito del Congresso al governo, sulla vicenda dei
fucilieri e chiede perchè non sono in carcere, speculando sulle origini italiane
per la verità ormai molto poco sentite, della signora; come riporta l'Hindustan Times, dice:
" Signora Sonia, dal momento che lei ha contestato il nostro patriottismo, vogliamo sapere
in quale prigione vengono detenuti i due marò italiani".






Se Modi dovesse vincere, e perfino alla fine della campagna  se il partito di Gandhi si sentisse 
in seria difficoltà, l'ipotesi di togliere la custodia all'ambasciata italiana per
restituirla al Tribunale, dunque alle galere indiane, diventerebbe non solo possibile,
probabile.
In attesa  trepidante di notizie  sul futuro prossimo venturo, pesco da un articolo 
del generale Franco Termentini, pubblicato sul suo blog,  La voce di un italiano, due
domandine sul passato alle quali una commissione d'inchiesta magari potrebbe rispondere.






Come mai, nonostante Massimiliano Latorre e Salvatore Girone fossero
indagati per omicidio volontario non è stato adottato nei loro confronti alcun
provvedimento restrittivo, primo fra tutti la possibilità di espatrio, rinuncia che di fatto
ha conferito prevalenza e precedenza all'indebita azione giudiziaria indiana?
Chi ha deciso il risarcimento "a fini umanitari "  delle famiglie dei due poveri pescatori
morti, elargendo 145 mila euro?
Un riconoscimento di responsabilità e non un semplice " atto di generosità ", come a suo tempo 
si giustificò l'ex ministro della Difesa Di Paola. Non è chiaro chi abbia autorizzato pagamenti 
sicuramente non imputabili ai capitoli della gestione corrente dell'amministrazione dello Stato
nè tanto meno della Difesa. Non risulta infatti che siano previste voci di spesa
titolate " risarcimento ai fini umanitari " o per " atti umanitari ".
Fondi riservati, autorizzati dall'allora premier, per questi bei risultati?





( Fonte Maria Giovanna Maglie, Libero )
( Immagini dal web )
















martedì 28 gennaio 2014

Riprendiamoci i due Marò. A ogni costo




Riporto integralmente un articolo a firma Maurizio Belpietro
pubblicato su Libero del 26 gennaio 2014

" Anni fa un soldato israeliano venne rapito da un commando palestinese.
Gli uomini di Hamas scavarono un tunnel che sbucava alle spalle di una postazione  dell' IDF.
uccisero due militari e si portarono via Gilad Shalit, un carrista di appena 27 anni.
Lo stato maggiore di Tzahal chiese il rilascio del giovane e, non avendo ottenuto risposta,
pochi giorni dopo invase la Striscia di Gaza. Ci vollero anni in realtà per riportare a casa
Gilad Shalit e alla fine Israele si rassegnò a liberare un migliaio di detenuti palestinesi,
molto dei quali accusati di gravi attentati terroristici.






Vi domandate perchè rievoco una storia del passato e per di più accaduta 
in un paese lontano e durante un conflitto senza regole  come quello in atto da decenni nella 
Striscia di Gaza? Per un motivo semplice. Nonostante la guerra sporca, nonostante i missili che
Hamas sparava contro le città israeliane e nonostante i Kamikaze che si facevano esplodere sui bus.
Israele non si è mai dimenticata del soldato Shalit.
Quel giovane con gli occhiali, in una divisa troppo grande per lui, era il servizio per difendere
il suo Paese e il suo Paese per liberarlo ha tentato ogni strada, accettando alla fine 
anche di scendere a patti con un movimento come Hamas che usa il terrore per far valere
le sue ragioni.






La vicenda mi è tornata in mente in questi giorni, pensando a Salvatore Girone e
Massimiliano Latorre, i due militari italiani che da due anni sono trattenuti in India in attesa
di un processo che potrebbe anche vederli condannati alla pena capitale. Girone e Latorre
erano in missione quando furono arrestati. Lo Stato li aveva imbarcati su una petroliera con 
l'ordine di difenderla anche con le armi nel caso la nave fosse stata attaccata dai pirati.
Vedendo avvicinarsi un peschereccio senza insegne e che non rispondeva all'alt,
a quanto pare i due soldati, rispettarono le consegne aprendo il fuoco. Scriviamo a quanto pare 
perchè nessuna inchiesta italiana ha mai chiarito come si sono svolti i fatti.
E' certo però che nella sparatoria morirono due pescatori e che con l'inganno la petroliera
fu fatta rientrare in porto, così Girone e Latorre vennero arrestati.






Si può discutere fino alla fine se fosse giusto imbarcare due soldati su una nave
privata, se i comandi impartiti ai due militari fossero chiari e non lasciassero spazio ad 
equivoci, se loro abbiano sbagliato a sparare o se siano vittime di una macchinazione, e ancora,
se lo stato maggiore sia stato all'altezza della situazione una volta accaduto l'incidente, 
se cioè non si sia distratto ed abbia in tal modo contribuito a consegnare in mani indiane i 
nostri connazionali. Si può dibattere sulle condizioni delle nostre relazioni con
 il Paese del lontano Oriente e perfino sulla capacità della nostra diplomazia e anche della
pessima figura fatta dal governo Monti quando a Girone e Latorre fu concessa
una licenza e fu loro consentito di tornare a casa con la promessa di rientrare a Delhi.
Insomma,, si può litigare all'infinito su ogni cosa, ma su un dato di fatto non c'è spazio per
obiezioni; uno Stato che non è in grado di garantire i suoi uomini e non si impegna a tutelarli e riportarli a 
casa, non è uno Stato, è una barzelletta.






Il caso Girone  e Latorre va al di là di questi due servitori del Paese,
due militari che, nonostante l'assurda situazione in cui si trovano, hanno conservato
la dignità e il rispetto della divisa che portano. E' l'Italia che rischia di perdere la dignità
se non restituisce alle loro famiglie i suoi soldati. E' l'Italia che non merita rispetto se non ha 
rispetto per gli uomini a cui chiede sacrifici e a cui affida la nostra difesa.
Fin da principio la vicenda di Girone e Latorre è stata gestita in maniera pasticciata e sciatta
da parte di chi avrebbe dovuto invece riporvi il massimo dell'attenzione. Mario Monti
pensava di guadagnare il prestigio internazionale obbedendo alla Merkel e dei due soldati
si disinteressò completamente, salvo poi intervenire quando si trattò di rispedirli in India.
Enrico Letta credo che tra IMU e Renzi non abbia dedicato mai nemmeno un minuto al caso.
Risultato: a distanza di due anni non solo non è chiaro quando Girone e Latorre potranno
far rientro in Patria, ma sul loro capo pende ancora il rischio di un'incriminazione
che comporta la pena capitale.






Io non so se a questo autentico disastro diplomatico e politico su cui si giocano
le vite di due servitori dello Stato abbiano concorso gli interessi economici dell'Italia
se cioè la mano morbida dei nostri governi sia frutto solo di improvvisazione ed incapacità
o se qualcuno abbia barattato il futuro di Girone e Latorre con le commesse e gli
scambi commerciali tra il nostro Paese e l'India.
Sospetto che qualcuno abbia avuto più a cuore gli scambi economici che la trattativa 
per la liberazione dei due militari, ma non ho prove e dunque taccio.






Su una cosa però non posso stare zitto. Negli ultimi 15 anni lo Stato italiano
ha speso decine di milioni per riportare a casa gente che si era ficcata nei guai.
Turisti partiti per paesi lontani nonostante le raccomandazioni di evitare il viaggio,
giornalisti  alla ricerca di successo come inviati dal fronte e idealisti convinti che il male
stia sempre e solo da una parte, cioè dalla nostra.
Per tutti costoro sono stati pagati riscatti milionari e in un caso un funzionario di polizia
ha pure perso la vita. Se per tutti questi amanti del rischio lo Stato ha dato prova di esserci
e i soldi dei contribuenti pure, dov'è lo stato ora che si tratta di salvare Girone e Latorre?
Esiste ancora oppure si è dissolto?
La storia del nostro Paese è già disseminata di vicende di cui vergognarsi,
ma quella che riguarda i due militari sarebbe impossibile da sopportare.





( Maurizio Belpietro, Libero del 26 gennaio 2014)
( immagini dal web )

















sabato 30 novembre 2013

Chi " ringraziare " se i marò rischiano la pena di morte




Non fanno niente, ci sputtanano nel mondo, e pretenderebbero anche rispettoso silenzio,
toni bassi, chè il manovratore non va disturbato. Peccato che dorma, peccato che il 
Commissario del Governo sulla vicenda, Staffan de Mistura, si comporti come uno
invitato al tè delle cinque, peccato che sia vistosamente uno che avrebbe difficoltà a far
liberare due polli prigionieri di vegetariani, figuriamoci due militari italiani innocenti
in balia delle lotte elettorali indiane.






Ma la colpa è di chi lo ha messo a ricoprire quell'incarico e lo mantiene dopo 
quasi due anni di scandaloso fallimento, ovvero il governo; di chi è comandante in capo
delle Forze Armate, ovvero il presidente della Repubblica; ma la colpa è anche di deputati 
e senatori, componenti della Commissione Esteri, che mai, dico, mai, hanno dimostrato interesse,
che bivaccano in TV  ( non è vero presidente Casini? Non è vero presidente Cicchito? ),
mai, mai fare un po' di casino sulla sorte di Massimiliano Latorre e di Salvatore Girone.
E' l'ora di additarli al paese, prima o poi si rivoterà, no? Non votano anche i militari e le 
loro famiglie? Non c'è tra gli elettori qualcuno col senso della sovranità nazionale,
più semplicemente della giustizia? Non ci sono seimila militari in servizio antipirateria
per i mari del mondo, esposti alla stessa sorte?






I principali responsabili per assenza, inerzia, incapacità e non volontà
della vergogna nazionale incarnata in due fucilieri di marina sequestrati illegalmente
in India  da ventuno mesi sono certamente Giorgio Napolitano, Enrico Letta, 
Emma Bonino e Mario Mauro.
Ma la nostra è una Repubblica parlamentare, agli eletti dai cittadini sono demandate
le funzioni di controllo del rispetta della nostra sovranità.
Sapete quanti sono i componenti delle commissioni Esteri dei due rami del Parlamento?
Presiedute, lo ripeto, da Pier Ferdinando Casini  e da Fabrizio Cicchito, due che 
non difettano di visibilità, un'intervista e un programma TV al giorno non glieli toglie nessuno,
e fervono verve polemica e un ego ben sviluppato. Ma sullo scandalo dei marò silenzio di tomba,
non credono che la storia porti o tolga voti. Dovrebbero capire che sbagliano.






Le famiglie dei due fucilieri  e i loro commilitoni finora hanno trattenuto la rabbia
e contenuto il dolore, mai una parola di troppo; sono militari. Ma sarebbe sbagliato dare per assicurato per sempre questo comportamento, non se il tempo passa e la capacità di una soluzione giusta
si allontana sempre di più. Guai se i disperati si ribellano!






Dopo oltre 640 giorni, durante i quali l'Italia ha subito un ricatto continuo da parte dell'India
e rinunciato ad affermare anche la sua sovranità nazionale proponendo un arbitrato internazionale
a cui Delhi non avrebbe potuto sottrarsi, è sempre più evidente che ormai il governo è 
supinamente pronto anche ad accettare una  pena lieve sancita dall'India nei confronti di 
Massimiliano e Salvatore perchè giudicati responsabili di eventi colposi, nonostante i due siano
innocenti e il processo sia illegale quanto la prigionia.
La conseguenza di tale viltà è semplice e brutale: il giudice monocratico indiano,
presidente di un Tribunale Speciale, potrebbe essere chiamato a pronunciarsi su prove ben
più gravi di quelle previste per reati colposi, non esclusa la condanna a morte.







L'ineffabile De Mistura, appena rientrato dall'India, accompagnato da tale successo,
ci dice che la prassi della NIA ( polizia antiterrorismo, che non si capisce cosa c'entri )
è di mirare in alto, ovvero " usare le così dette maniere forti nel suo rapporto "; quindi se 
la relazione conclusiva sulle indagini svolte dall'Agenzia configura un reato ben più grave, ritornando
alle vecchie ipotesi di un omicidio volontario per il quale l'ordinamento giudiziario indiano prevede
la pena di morte, De Mistura aggiunge lieto che non bisogna prenderli sul serio.
La Bonino con certezza granitica, la stessa espressa quando ci ha spiegato di non essere certa
dell'innocenza dei due marò, esclude l'ipotesi.
Il governo indiano pattina allegro tra possibili equivoci linguistici e decisioni insindacabili
dei giudici, tanto non si sente sfidato in nessun modo dall'Italia nelle sedi internazionali.






Il 21 marzo scorso i due fucilieri erano in permesso in Italia e avrebbero dovuto restarci.
Li hanno costretti a tornare a Delhi per essere giudicati per un reato per il quale l'ordinamento 
giudiziario indiano prevede la pena di morte, infischiandosene di quanto è previsto dal 
Codice Penale Italiano, dalla Costituzione e da precise sentenze della Suprema Corte.
Un ministro degli esteri Giulio Terzi, si è nobilmente dimesso per protesta, abitudine quasi
sconosciuta in Italia, rivolgendosi al Parlamento.
Sapete cosa ritenne di rispondere intervenendo in Aula l'allora vice segretario del PD ,
Enrico Letta?  Cito da Youtube: " il Ministro Terzi con il suo comportamento ha gravemente offeso
Il Parlamento e il Governo, E' stato un atteggiamento irrispettoso nei confronti di Napolitano
e strumentale verso i due marò e le loro famiglie " e non è finita qui. " Viviamo in un tempo in cui
pare non esserci più alcun limite alla decenza, un tempo in cui la voglia di ribalta e di protagonismo
portano a lacerare qualunque decenza istituzionale. Il rispetto per le istituzioni è un valore e forse mai si è assistito a una caduta di dignità come quella a cui abbiamo assistito ieri.
Con la scena di ieri Terzi ha fatto forse un passo in avanti verso un prossimo parlamento
ma quel che è certo è che la dignità ed il prestigio dell'Italia hanno fatto cento passi indietro "






Io non ho alcuna fiducia nella volontà di riportare a casa i due marò se il Presidente del Consiglio
è lo stesso di questo discorso.
Ma è al Parlamento che si deve chiedere oggi conto.

( Fonte Maria Giovanna Maglie su Libero del 29/11/2013 )











sabato 23 novembre 2013

Tutti insieme per i Marò




"Far sentire ai fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone la vicinanza di tutti gli italiani,
 in quello che probabilmente è uno dei momenti più difficili della loro vita".
E' l'obiettivo dichiarato della marcia di solidarietà con i due militari italiani,
trattenuti in India da 22 mesi, perchè accusati di aver ucciso due pescatori durante un servizio di antipirateria, che si svolgerà sabato 23 novembre per le strade di Roma.
Oggi (21-11) la manifestazione è stata presentata alla stampa
dai familiari dei due marò pugliesi a Taranto (città  natale di Latorre mentre Girone è di Bari).
La marcia vuole richiamare e mantenere sempre alta l'attenzione sulla vicenda
dei due fucilieri della Brigata San Marco.
L'incidente avvenne il 15 febbraio 2012 al largo della costa indiana.

"Non è chiaramente una marcia su Roma - hanno precisato - ma una marcia per le vie di Roma".
Una marcia "assolutamente pacifica e - hanno sottolineato i familiari - a-politica e a-partitica".
Non a caso le famiglie di Latorre e Girone hanno deciso di intitolare la marcia
'Tutti insieme per i marò
e non a caso si è scelta come sede Roma. "Non ci interessano bandiere,
ad eccezione chiaramente del tricolore, stemmi di qualsivoglia connotazione o orientamento politico",
hanno proseguito.

"Il tema è troppo delicato perche' si possa lasciare spazio ad eventuali speculazioni di sorta.
 Questa è la marcia per i marò ".
L'obiettivo della marcia, solo una delle iniziative in cantiere ad opera dei familiari dei due marò, "
è esclusivamente quello di richiamare l'attenzione e sensibilizzare tutti i cittadini
e chiaramente tutte le istituzioni affinchè si faccia chiarezza sugli sviluppi della vicenda
 consentendo finalmente un definitivo rientro in patria dei nostri marò ".
( Libero Quotidiano )







Esprimo tutta la mia solidarietà ai nostri  marò
trattenuti  illegalmente in India da quasi due anni e
alle loro famiglie...
Non dimentichiamoli!








domenica 28 aprile 2013

Ancora i marò, gli inganni indiani




L'India rifila l'ennesimo schiaffo all'Italia nell'ormai infinita saga che vede protagonisti
i due fucilieri Salvatore Girone e Massimo Latorre.
Nonostante le circostanziate obiezioni degli avvocati dei marò
la Corte Suprema di Nuova Delhi ha confermato la decisione del governo indiano
di affidare all'Agenzia nazionale antiterrorismo ( Nia ) le indagini sul
duplice omicidio  di cui sono accusati i militari italiani.






La difesa aveva depositato il 16 aprile una memoria nella quale eccepiva
la mancanza di giurisdizione sul caso da parte della Nia che nelle indagini 
preliminari sulla vicenda del 15 febbraio 2012 attribuisce a Latorre e Girone
la violazione di una legge del 2002 ( nota come Sua Act )
in materia di sicurezza marittima che prevede la pena di morte per 
atti terroristici o di pirateria contro cittadini indiani su navi battenti la bandiera indiana.






Respinte le richieste degli avvocati dei due militari affinchè le indagini venissero
affidate alla comune polizia criminale, la Corte ha ordinato alla Nia di
" completare speditamente le indagini "
precisando che non è sua responsabilità " decidere a quale agenzia debbano 
essere affidate le indagini " e che spetta al Governo anche
scegliere il tipo di normativa da applicare






Per questo i legali che rappresentano l'Italia e i due militari decideranno
se ricorrere o meno contro la decisione della Corte Suprema dopo aver
verificato la determinazione  ad applicare contro Latorre e Girone la legge antiterrorismo indiana.
" Vediamo prima quali capi d'accusa saranno formulati
a carico dei due marò " 
hanno affermato fonti del collegio difensivo.
La Nia però ha già depositato il 4 aprile ( e pubblicato sul suo sito internet )
il testo della denuncia presentata contro i due fucilieri dal Ministero degli Interni Indiani
" in base alle sezioni 302, 307, 427, e 34 del Codice penale indiano
e alla sezione 3 della Legge sulla Repressione degli atti illeciti contro la sicurezza marittima del 2002 "






Cioè proprio la "Sua Act"  e in particolare l'articolo 302
relativo al reato di omicidio che prevede
la pena di morte
come massima opzione.
La giustizia indiana, dopo aver affidato ad un tribunale speciale istituito dal
governo di New Delhi l'esame del caso ( la Patiala House Court ),
giudicherà i due militari alla stregua di pirati e terroristi.
Un drammatico paradosso se si considera che Girone e Latorre
facevano parte di un  team militare posto a protezione di un mercantile
dagli attacchi pirateschi.






I militari del San Marco rischiano quindi la pena capitale
nonostante l'impegno dell'India tanto sbandierato dal governo italiano per
giustificare la decisione di rimandarli a Nuova Delhi il 21 marzo scorso.
Ma anche in barba al più recente impegno, assunto personalmente il 10 aprile,
dal premier indiano Manmohan Singh, che in una telefonata a Monti
aveva garantito che il caso dei due fucilieri non rientra tra quelli che possono 
comportare la pena capitale.






" Ho ricevuto personalmente rassicurazioni dal Primo Ministro indiano
Singh"  aveva detto quattro giorni dopo Monti, ospite alla trasmissione " Che tempo che fa "
aggiungendo che tali rassicurazioni " si sono confermate operativamente
con il trasferimento ad un'agenzia  di polizia indiana che si occupa solo di casi
che non prevedono la pena di morte.
La decisione di venerdì della Corte Suprema smentisce però clamorosamente
il premier italiano ormai dimissionario.






Non a caso dai palazzi romani non si registrano reazioni, 
neppure da parte del vice ministro degli esteri Staffan De Mistura
rientrato martedì dall'India.
A commentare la disastrosa gestione del caso è intervenuto 
il Generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica,
che ha invitato il prossimo Premier  a rafforzare il coordinamento interministeriale
" Per evitare il ripetersi di piecè senza copione
interpretate da attori improvvisati e con una regia pari alla recitazione,
come quella che ormai da 14 mesi vede i due marò trattenuti in India
calpestando il diritto internazionale."




( Fonte, Libero)
( Fotografie dal web )



















Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")