La prima testimonianza ufficiale di questo suggestivo borgo risale al 1512 ed è strettamente legata al veneziano Andrea Navagero, diplomatico al servizio della Serenissima ma soprattutto poeta, stagista e instancabile viaggiatore.
Il Navagero, morto a Blois nel 1529 mentre era ambasciatore presso Francesco I di Valois, deve la sua notorietà ad un dipinto di Raffaello eseguito nel 1516 a Roma ( oggi presso la Galleria Doria- Pamphili), che lo ritrae insieme all'umanista trevigiano Agostini Beazzano, di ritorno da una gita a Tivoli con lo scrittore mantovano Baldassarre Castiglione e il letterato veneziano Pietro Bembo.
Da Pasaia il 26 aprile 1777 , Marie Joseph-Paul de Motier, marchese di Lafayette, partì alla volta delle colonie americane per raggiungere a Georgetown il generale Washington, contribuendo alla guerra d'indipendenza contro l'odiata Inghilterra.
Ancora, tra gli altri soggiornarono a più riprese a Pasaia gli scrittori francesi Henry Beyle, più noto come Stendhal, e Gustave Flaubert, il naturalista tedesco Alexander Humboldt e lo storico francese Hippolite-Adolphe Taine, noto in Italia per una pubblicazione ( Voyage en Italie del 1864) che sarà la guida artistica di riferimento del nostro Paese fino alla prima guerra mondiale.
Pasaia, infine, ha rappresentato per secoli una tappa fondamentale per raggiungere Santiago de Compostela attraverso un percorso alternativo, meno difficile durante l'inverno e l'Eremo di Sant'Anna ubicato in alto rispetto all'abitato ne è una valida testimonianza.
Ma il personaggio che più di ogni altro ha lasciato tracce indelebili a Pasaia è stato certamente Victor- Marie Hugo, nato a Besancon nel 1802.
La gente del luogo gli ha dedicato un museo che celebra le sue permanenze con le gioiose e drammatiche vicende che hanno caratterizzato la sua vita in quei periodi, ad iniziare dall'attività di commediografo con l'Hernani del 1830 ( musicato poi da Giuseppe Verdi nel 1844 su libretto di Francesco Maria Piave )e il grande successo come scrittore con Notre Dame de Paris del 1831, ma purtroppo anche dalla notizia nel settembre 1843 quando, dalle pagine di un giornale trovato per caso, apprese della morte della figlia Leopoldine, annegata durante una gita sulla Senna, e del genero Charles Vacquerie, suicida per non essere riuscito a salvare la giovanissima moglie.
Il dolore, già messo a dura prova dalla morte prematura del primogenito Leopold, fu straziante per un matrimonio infelice sostenuto soltanto dal comune ricordo dei figli scomparsi.
Hugo smise ogni iniziativa letteraria per i successivi 10 anni e soltanto nel 1853 riprese la sua attività con una raccolta di poesie, Chatiments (Castighi ) , che tornò a riproporlo alle cronache del tempo.
Negli anni successivi sino alla morte avvenuta il 31 maggio 1885, Hugo rimase in esilio fino al 1870 e poi prevalentemente a Parigi, stremato dalla morte della moglie nel 1868, dei figli Charles ( 1871 ) e Grancois- Victor (1873 ) e della fedele compagna Juliette dROUET (1883 ) , con la sola figlia Adele sopravvissutagli ma rinchiusa in manicomio fin da giovane.
Davvero un'intensa vita letteraria scandita dal dolore.
Belli i panorami, buona giornata
RispondiEliminaCIAO sIMO, BUONA GIORNATA ANCHE A TE, ANZI, ORMAI , BUONA SERATA.
EliminaAntonella
woooooow Antonella,
RispondiEliminaquante cose mi hai fatto scoprire,l'ho detto che il tuo blog è una fonte di sapere. Grazie per averci fatto ripercorrere attraverso la storia e i personaggi illustri,Pasaia,facendocela scoprire e vedere sotto un'altra ottica.
Victor Hugo...io l'ho amato da ragazza,di tutta la letteratura francese è il preferito dopo Baudelaire,quanti pianti con il Gobbo di Notre Dame. Poi da quando Coccianti la messo in musica,non ti dico,sò ogni singola parola ahuahuahuahau
Bellissimo poste grazie come sempre :D
Un abbraccio
Ciao Audrey, grazie dei tuoi complimenti sempre bellissimi.
EliminaAnche a me piace tantissimo Baudelaire e poi Gide.
Non ho visto l'opera di Cocciante ma adoro il cartone della Disney!
Cia o, un abbraccio.
Antonella
Ciao Antonella,
RispondiEliminasono tua nuova follower :-)
Ti seguirò con interesse, io ho la passione per tutto ciò che riguarda il passato.
a presto!!!
Laura
www.decoranticart.blogspot.it
Ciao Laura, benvenuta nel mio blog e tra i miei lettori, sono felice di averti tra noi. Passerò sta sera o domani a ricambiare la tua gradita visita. A presto.
EliminaAntonella
grazie Antonella,per tutte queste dotte informazioni.Serena notte
RispondiEliminaCiao Gabe, sono piccole storie che leggo qua e là, che mi colpiscono e che mi piace condividere. Dolce notte anche a te.
EliminaAntonella
Un grandissimo personaggio con una vita intrisa di dolore.Come si diceva qualche post fa, i forti sentimenti sono quelli che inducono noi esseri umani a fare opere meravigliose oppure ci annientano, forse la forza sta nel trovare un equilibrio per continuare come del resto facciamo tutti e anche lo stesso Hugo.
RispondiEliminaciao Antonella!
Ciao Carla, scusa il ritardo...è vero tutti alla fine cerchiamo un equilibrio per continuare perchè prima o poi il dolore bussa alla nostra porta, o soccombi
Eliminao cerchi il modo di tornare a vivere anche se una parte di te muore.
Un grande abbraccio.
Antonella
Amo moltissimo Hugo e la sua vita, cosi' intensa. Ieri sono stata a Parigi, dal bateau mouche ho visto la cattedrale di Notre Dame. Proprio in quel momento le campane si sono messe a suonare. Magico. Ho pensato a Quasimodo e a Victor Hugo.
RispondiEliminaCiao, che bello ieri sei stata a Parigi...immagino che sarà stato meraviglioso, mi sembra quasi di sentire quelle campane che suonano. Che coincidenza che io ieri abbia pubblicato questo post! Ciao, un abbraccio.
RispondiEliminaAntonella
come mi piacerebbe un giorno vedere l'Atlantico :) nn so... mi suggerisce sensazioni così particolari... la grandezza dell'Oceano... avventure mitiche come la scoperta dell'America... :) nn sapevo che Victor Hugo avesse avuto così tanti dolori e lutti... devo approfondire meglio la sua conoscenza...
RispondiEliminaCiao Domenico, anche per me questa storia è stata una scoperta recente, davvero una vita piena di sofferenze che nn immaginavo. L'Alantico ho avuto la fortuna di navigarlo per due volte, una volta a nord e una volta a sud e la sua grandezza mi ha affascinata. Ciao Domenico,grazie di essere passato, buon fine settimana.
RispondiEliminaAntonella