In occasione dell'Esposizione Universale di Londra del 1862
le autorità britanniche chiesero ad alcuni musicisti di comporre ciascuno
un "Inno delle Nazioni"
per celebrare anche musicalmente l'aspetto internazionale dell'Esposizione stessa.
L'inglese William Sterndale Bennet, il tedescoJakob Meyerbeer,
il francese Daniel Francois Auber e l'italiano Giuseppe Verdi
furono i prescelti.
L'inno doveva prevedere la presenza di un'orchestra di non meno di ottanta elementi,
un/una cantante solista, un coro di voci bianche e un coro
maschile e femminile.
Come si può notare doveva essere insomma una composizione imponente.
Trascurando glia altri che, a dire la verità, non fecero molto
per lasciare traccia delle loro composizioni, occupiamoci
del nostro Giuseppe che, a malincuore ma conscio della
popolarità internazionale che avrebbe potuto derivargliene, si accinse
a musicare un libretto composto (e imposto ) da Arrigo Boito,
all'epoca appena ventenne e " scapigliato".
Arrigo Boito |
V a detto che neanche Verdi lasciò il segno in questa composizione
così come va segnalato che il giorno dell'inaugurazione, il I° maggio,
l' Inno verdiano non venne eseguito a causa di problemi organizzativi.
Il 24 maggio però, direttore il piemontese Luigi Arditi, presso l' Her Majesy's Theatre,
il brano venne eseguito a sorpresa in forma di concerto con il soprano
Therese Tietjens, tedesca di nascita ma inglese di adozione,
ottenendo un discreto successo di pubblico ma decisamente meno da parte della critica.
Luigi Arditi |
Verdi però aveva composto l'Inno su misura per la straordinaria voce
del tenore romano Enrico Tamberlinck, "contraltino" capace di sovracuti
particolarmente apprezzati nel periodo ottocentesco.
La delusione congiunta dell'autore e del cantante fu evidente e Verdi, che tanto
teneva ai rapporti umani con i suoi interpreti, promise a Tamberlinck
un'altra platea altrettanto prestigiosa.
Il 10 novembre dello stesso 1862 infatti, Enrico debuttava a
San Pietroburgo nel ruolo di Don Alvaro alla prima assoluta de
La forza del destino
su libretto di Francesco Maria Piave,
ottenendo un successo travolgente
Lo Zar Alessandro II si complimentò personalmente con il nostro tenore
e gli regalò un orologio d'oro che egli tenne come portafortuna per
tutta la vita.
La delusione dell'Inno di Londra poteva già
considerarsi un lontano ricordo.
( Sergio De Benedetti, Libero )
( foto dal web )
Grazie :) non conoscevo questo episodio!
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EliminaGrazie a te di averlo apprezzato.
Buona serata.
Antonella
la forza del destino è stata la prima opera che ho visto.. ne ho viste di migliori in seguito, ma è quella che ricorderò per sempre
RispondiEliminaCome è vero si ricorda per sempre la prima volta in qualsiesi campo. La mia prima opera è stata Tosca non la dimenticherò mai.
EliminaCiao, buona serata. Antonella
Ma guarda! Ho visto e sentito alla Scala molte delle opere di Verdi, ma non conoscevo questi particolari della sua vita. Oltre che artista, uomo di grande sensibilità.
RispondiEliminaE' proprio dai piccoli avvenimenti che poi si può misurare la grandezza di un uomo.
EliminaCiao Ambra, a presto e buona serata.
Antonella
Non conoscevo queste pagine di storia.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Ciao, a me piacciono tanto queste piccole storie che si perdono nella grande storia e restano semi sconosciute.
RispondiEliminaBuona serata, Antonella
Sei una fonte inesauribile di cenni storici...sei grande!!!
RispondiEliminaPassa da me c'è una nomination per te.
Bacione!
Ciao Dani, grazie, ma non è niente di che , sono cose che mi piacciono. Vengo subito da te, a tra poco.
EliminaAntonella
sempre preziose queste pillole di storia e cultura... aspetti poco conosciuti ma anche importanti.. :) io nn so molto su Giuseppe Verdi ma devo approfondire prima o poi... penso è importante conoscere bene la storia dei grandi artisti della propria nazione :) grazie quindi di questo tuo contributo!! :)
RispondiEliminaCiao Domenico, grazie mi fa piacere che queste "pillole" siano piacevoli e utili a stimolare la voglia di conoscere qualche cosa in più .
EliminaA presto, buon fine settimana.
Antonella
Non la sapevo così nei dettagli 'sta cosa dell'inno... Sempre interessante leggerti.
RispondiEliminaBacioni, tuo
Cosimo
EliminaCiao Cosimo...mancavi! Anch'io prima di leggere De Benedetti non conoscevo la storia nei suoi dettagli anche così umani.
Un abbraccio, Antonella