Ogni anno, all'inizio della Primavera, una mostra mercato raduna alla "fabbrica della ruota", a Pray Biellese, un interessante esempio di archeologia industriale, o produttori selezionati che propongono le loro specialità in un contesto culturalmente stimolante arricchito dall'allestimento di mostre collaterali sul tema della cultura del cibo e della tavola. Un' idea carina per passare il sabato pomeriggio e così ieri ci siamo andati.
Nell'ambito del recupero di preparazioni e ingredienti tradizionali a rischio di estinzione Sapori biellesi ha suggerito la produzione e la rivalutazione di alcuni prodotti
La bergna
Il termine deriva probabilmente dal latino"perna", cioè coscia, prosciutto, con cui fino a tutto il Medio Evo si indicava la carne di coscia conservata con il sale. La bergna dei pastori e dei malgari biellesi è carne di capra disossata, conservata con il sale, aromatizzata con abbondante pepe e asciugata all'aria o al calore del camino. In passato veniva prodotta quasi esclusivamente per recuperare la carne degli animali morti o feriti in seguito a cadute, incidenti, fulmini. La carne accuratamente spellata e disossata, veniva salata e cosparsa di pepe abbondante ( la spezia aveva non solo la funzione di aromatizzare e conservare, ma soprattutto serviva a tenere lontane le mosche) e quindi posta ad asciugare all'aria, non di rado sulle lose di pietra che ricoprivano il tetto delle baite. In caso di maltempo la si poneva ad asciugare a lato del camino il che conferiva alla carne un apprezzato sentore di affumicato. La si consumava cruda tagliata a fette sottili, o, suddivisa in piccoli pezzi, arrostita tra le braci del camino. Si conserva a lungo ed è a ragione considerata il prosciutto dei pastori.
Le navette di Biella
Le navette di Biella

I canestrelli di Crevacuore


Pan d'Arbo


Il ruolo della castagna in tavola è oggi marginale e sporadico: è tempo di dare nuova dignità in cucina al frutto che si è collocato nella storia come protagonista di una civiltà millenaria vissuta accanto all'uomo. Con questo intento è stato ideato il "Pan d'arbo" , un pane dolce e compatto, eppur morbido, in cui le note rilevanti di sapore apportate dalla farina di castagne sono riequilibrate dall'aggiunta di ingredienti "di carattere" ( burro, canditi, marron glacè, spezie e marsala): ne risulta un dolce dal gusto pieno e appagante, che si apprezza al meglio se lo si accompagna con un bicchire di vino dolce locale come un passito di Erbaluce o un vino di uve stramature.

Mostarda di mele

Il termine mostarda deriva da mosto cioè succo di frutta ( uva, mele, pere ) fermentato. E' una salsa tipica della cucina biellese che non ha nulla a che vedere con le salse piccanti a base di senape che per un francesismo vengono definite mostarde,

Una lunga e paziente cottura (12-18 ore) è necessaria per concentrare, senza aggiunta di zucchero, il succo ottenuto dalla spremitura delle mele, la cui qualità è determinante per ottenere un prodotto di giusto sapore e dal corretto tenore zuccherino. Ricordo che il Biellese annovera oltre 150 qualità di mele di cui molte autoctone nonchè molte cultivar di pere, utilizzate per la preparazione di marmellate e torte del tutto originali.
Il miele d'erica cinerea
L'erica cinerea è endemica nelle Rive Rosse di Curino in un area di 2,5 kmq dove si trova raggruppata in macchie compatte o associata alla più diffusa Calunna vulgaris (brugo)
Si tratta di una specie rarissima in Italia essendo la sua presenza circoscritta a questa zona e a quattro piccoli areali nella Riviera Ligure di Ponente. E' quindi una presenza di notevole importanza botanica la cui sopravvivenza è legata alle particolari condizioni di clima e di suolo e soprattutto alla ridotta antropizzazione della zona. I fiori di colore rosa rosso a forma di campanula minuta appaiono fin dall'inizio di giugno ( a differenza dell'erica carnea che fiorisce a fine inverno e della calluna a fioritura autunnale) e la fioritura si protrae per tutto il mese di luglio creando vistose macchie di intenso colore.
Il miele è stato prodotto dall'apicultore Domenico Mander che ha trasferito al centro di uno dei più grandi areali di erica due arnie durante il breve arco temporle successivo alla fioritura della gaggia e precedente a quella del castagno al fine di garantire la purezza del nettare bottinato. E' un miele dal profumo spiccato, colore ambra chiaro, dal sapore caratteristico piuttosto persistente
Paletta di Coggiola
Naturalmente tanti altri prodotti dalle marmellata alla cioccolateria
Il miele d'erica cinerea
L'erica cinerea è endemica nelle Rive Rosse di Curino in un area di 2,5 kmq dove si trova raggruppata in macchie compatte o associata alla più diffusa Calunna vulgaris (brugo)
Si tratta di una specie rarissima in Italia essendo la sua presenza circoscritta a questa zona e a quattro piccoli areali nella Riviera Ligure di Ponente. E' quindi una presenza di notevole importanza botanica la cui sopravvivenza è legata alle particolari condizioni di clima e di suolo e soprattutto alla ridotta antropizzazione della zona. I fiori di colore rosa rosso a forma di campanula minuta appaiono fin dall'inizio di giugno ( a differenza dell'erica carnea che fiorisce a fine inverno e della calluna a fioritura autunnale) e la fioritura si protrae per tutto il mese di luglio creando vistose macchie di intenso colore.
Il miele è stato prodotto dall'apicultore Domenico Mander che ha trasferito al centro di uno dei più grandi areali di erica due arnie durante il breve arco temporle successivo alla fioritura della gaggia e precedente a quella del castagno al fine di garantire la purezza del nettare bottinato. E' un miele dal profumo spiccato, colore ambra chiaro, dal sapore caratteristico piuttosto persistente
Paletta di Coggiola
Altro grande prodotto il "prosciutto della paletta di Coggiola" al quale ho precedentemente dedicato un intero post e al quale vi rimando (http://iltemporitrovatodiantonella.blogspot.it/2012/02/persucc-dla-paletta.html ) Vi dico solo che è un prodotto eccezionale che va assolutamente provato. Per me poi ha il particolare gusto delle cene in famiglia o con gli amici soprattutto nel periodo natalizio.

ai nostri salumi
ai formaggi indimenticabili




e le verdure dell'orto conservate "come una volta"

quest'anno un gemellaggio di sapori con i prodotti della Puglia, molto, molto interessante!
e, infine, la presentazione del bel libro di Mina Novello " Un secolo di menu biellesi" che naturalmente ho comperato ( insieme a una varietà di prodotti) e che è entrato a far parte della mia biblioteca.

Che fame!!!!
RispondiEliminaCiao, passa da me: ti ho assegnato un premio!
RispondiEliminaGrazie cara Elisa, vengo subito da te! Antonella
RispondiEliminaMeraviglioso questo post. Quanto impegno ci hai messo! E' proprio esauriente in ogni punto. La mia famiglia possedeva un vecchio ferro di ghisa per fare i canestrelli e ne conservo dei ricordi bellissimi. Ciao.
RispondiEliminaCiao Paola, sì, ho impiegato un po' di tempo a fare il post però mi sono anche divertita, mi piace quando imparo qualche cosa e quando posso far conoscere un po' del nostro biellese agli altri. Che bello il ricordo di quando la tua famiglia faceva i canestrelli! Io ho il ricordo di quando, i giorni prima di Natale, con tutta la famiglia riunita e mio papà, che era della Basilicata, come capo facevamo i dolci natalizi tipici del suo paese... ma su questo ho già in mente un post e quindi non vado oltre. Ciao, buona serata
EliminaMa che bello questo post.... La mia prozia Rosina aveva un ferro per fare i canestrelli e a suo tempo si diceva che era la migliore a farli.... in effetti io di canestrelli così buoni non ne ho mai più mangiati, erano cicciotti e morbidi dentro ma leggermente croccanti fuori!!! Una Bontà assoluta!!!! Pensa che erano così importanti i canestelli di Crevacuore che un'amica di mia nonna gliene regalò una cesta cesta piena dome dono di nozze.... bei ricordi del tempo che fu...come avrebbe detto lei.... ma quei salami parlano da soli!!!! ho già l'acquolina in bocca..... a presto....
RispondiEliminaCiao golosona, devo dire la verità mentre scrivevo il post pensavo a voi, pensavo che magari era bello, così lontane come siete, leggere delle tradizioni di casa. Dei canestrelli di casa tua ero già al corrente perchè me ne aveva parlato l'anno scorso Elisa. Sì quei salumi sono una delizia, ma i formaggi non li trovi splendidi? Ciao cara, un grosso abbraccio. Antonella
EliminaHai fatto bene Antonella apensare a noi, non sai quanto bene mi ha fatto questo post, ho davvero rivissuto i sapori di casa. Hai risvegliato tanti ricordi della mia infanzia e risento ancora i profumi. La Tin che faceva i canestrelli nel camino e noi bambini speravamo che uscisse con la cesta per farceli assaggiare. La Tin che era gelosa della ricetta e mai e poi mai l'ha data a qualcuno. La paletta di coggiola poi mi ricorda il mio papà quando preparava le cene al Juventus Club di Coggiola...... beh che dire? Grazie!
RispondiEliminaCiao Carla, sono veramente contenta, questo blog non ha fatto che suscitare bei ricordi a tutti. Ha fatto ritornare un po' indietro nel tempo, pensare a persone che non ci sono più ed è stato bello ricordarli in momenti di grande serenità come sono quelli della preparazione e della condivisione del cibo. E' andato oltre il mio intento ma in un modo positivo. Un abbraccio Antonella
RispondiEliminammmmmmmmmmmmmm che prelibatezze mi ci sarei fiondato subito e prometto che il prossimo anno verro' alla mostra mercato biellese. Ho adorato il miele di erica e il salame d'asinooooooooo... GRAZIE ANTONELLA
EliminaNon so di dove sei, ti pensavo romano, comunque se non sei dei dintorni ti avverto per la prossima...!
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