venerdì 27 aprile 2012

Saffo/ Il linguaggio dell'amore



Ieri è uscito il diciassettesimo volume dei "Classici del pensiero/greci e latini" e ci viene presentata la poetessa Saffo con "Poesie" la prefazione è di Mario Andrea Rigoni

Per chi ama la poesia il nome di Saffo rappresenta ormai un mito senza tempo.
Ma la sua voce, così straordinariamente limpida e intensa, giunge dalle remote lontananza della Grecia antica, dalle emozioni vissute all'interno di un raffinato sodalizio femminile. Nata nell'isola di Lesbo intorno al 650 a.C., Saffo canta l'amore come malattia e turbamento sconvolgente dell'animo, come tenerezza che perdura nella nostalgia della memoria, ma anche lo strazio della solitudine e la malinconia del tempo che scorre e separa.


"Nella poesia di Saffo emerge e regna l'io: quella soggettività che, sul piano teorico, potrà affermare i suoi pieni diritti solo in epoca romantica"
( dalla prefazione di M.A. Rigoni)

6 commenti:

  1. Grazie Elisa sei sempre molto gentile. Un abbraccio Antonella.

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  2. No! Incredibile: un'altra cosa in comune, e cioè l'affezione per le poesie di Saffo; le ho sempre amate, fin da ragazza. Una delle mie preferite è questa, semplice ed evocativa:

    "Gli astri d'intorno alla leggiadra luna
    nascodono l'immagine lucente
    quando piena più risplende, bianca
    sopra la terra."

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  3. Meravigliosa... ma sai che abbiamo davvero tante cose in comune, che bello averti incontrata, da quando sono sul blog ho incontrato persone meravigliose e in sintonia con me questo mi rende felice. Ciao, buon pomeriggio. Antonella

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  4. Come mi affascina questa poetessa... forse anche perchè tra tanti tanti poeti uomini è bello trovare anche una poetessa donna...

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  5. E' vero anch'io sono molto affascinata da lei, penso che questa disperata e solitaria voce femminile che arriva a noi da tempi così lontani non può che farcela amare. Ciao ' buona notte, Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")