Nel 1965 Rizzoli pubblica Se il Sole muore:
un racconto coinvolgente degli anni vissuti da Oriana nelle basi della Nasa,
accanto agli astronauti che divennero suoi amici.
Un tema mondiale quello della corsa alla Luna,
r eso ancor più appassionante dal duello serrato tra Usa e Urss per l’egemonia non solo scientifica.
Oriana vive a lungo gomito a gomito con gli astronauti e gli scienziati americani
impegnati nei progetti Gemini e Apollo, condividendone le giornate di estenuante ricerca,
gli esperimenti riusciti e falliti, le speranze e le cocenti delusioni.
Da questa straordinaria esperienza, oltre a Se il Sole muore,
ricava una serie di articoli e interviste che diventano storie di copertina dell’«Europeo»
(sensazionale l’intervista a Wernher von Braun, lo scienziato tedesco
legato alla costruzione dei missili V2, arruolato nel dopoguerra dagli Usa)
e un libro indirizzato agli alunni delle scuole medie.
Quel giorno sulla Luna, pubblicato da Rizzoli nel 1970,
racconta la più grande avventura del secolo:
lo sbarco degli astronauti dell’Apollo 11.
Ma è il 1967 l’anno della svolta. Per conoscere da vicino il dramma della guerra,
chiede e ottiene di seguire come inviata il conflitto nel Vietnam.
In prima linea anche nei combattimenti più feroci, Oriana vive sulla propria pelle l’odio tra soldati,
la comune paura di morire, l’irrazionalità di scontri a fuoco di una violenza disumana.
Tra il 1967 e il 1975 passa lunghissimi periodi in Vietnam, tra Saigon e Dak To inizialmente,
poi a Quang Tri, Hué e Biên Hòa, ovvero in tutti i punti più caldi del Paese;
nel corso del primo viaggio incontra un’atmosfera sospesa, in cui la guerra ha fatto soltanto capolino.
Ma alla fine del ’68, quando vi fa ritorno con il fotografo Gianfranco Moroldo,
trova un territorio devastato dagli attacchi e dal terrore.
Sono incessanti i suoi reportage spediti alla redazione dell’«Europeo»,
che li pubblica con grande rilievo mentre la fama di Oriana, inviata di guerra,
cresce in Italia e all’estero: i suoi articoli sono acquistati e tradotti dalle maggiori testate internazionali.
Dal diario di un anno di guerra nasce l’intensissimo
Niente e così sia, edito da Rizzoli nel 1969.
La Fallaci descrive il pavido egoismo dei soldati che le confessavano le proprie debolezze
(«fui così felice che il razzo avesse preso lui anziché me. [...] Me ne vergogno. Dio quanto me ne vergogno.
Ma è così. E ti dico di più, lo sai che ti dico? Se in questo momento arriva un altro razzo,
io spero che prenda te anziché me»),
l’offensiva del Tet, l’assedio di Saigon, le infinite rappresaglie, criticando aspramente sia i contingenti americani e sudvietnamiti che i vietcong.
Il successo di Niente e così sia è clamoroso.
La Fallaci, oltre ad aver pubblicato un libro fondamentale sulla guerra del Vietnam,
ha creato un nuovo modo di fare informazione: arricchendo la pura cronaca con le rivelazioni e gli stati d’animo di chi quella guerra la fa e la subisce.
Il 1968 è anche l’anno in cui Oriana, trovandosi a Città del Messico alla vigilia delle Olimpiadi,
il 2 ottobre viene coinvolta nella strage di piazza delle Tre Culture.
Apparentemente ferita a morte dalla polizia che spara sugli studenti che si riparano come possono
(Oriana è sdraiata a terra sulla terrazza dell’edificio Chihuahua), è trasportata prima all’obitorio,
da lì miracolosamente recuperata e trasferita all’ospedale.
Nonostante le gravi ferite, dal letto d’ospedale registra per «L’Europeo» una drammatica cronaca dell’eccidio di Città del Messico.
Un episodio che permette di comprendere la passione, la grinta, il coraggio
di una donna che ha fatto della sua professione la ragione della propria esistenza.
A cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta la Fallaci è testimone attenta
di tutti i fatti internazionali di maggior rilevanza:
assiste alla rivolta dei neri a Detroit in seguito all’uccisione di Martin Luther King,
approfondisce cause e dinamiche della morte di Bob Kennedy,
analizza il conflitto indo-pachistano, segue costantemente la situazione mediorientale,
intervista personaggi politici apparentemente intoccabili.
Sono di questi anni le interviste ad Ali Bhutto, Haile Selassie, al generale Giap, Indira Gandhi,
Golda Meir, Reza Pahlavi, Yassir Arafat, Henry Kissinger,
re Hussein di Giordania, lo Scià di Persia...
Pubblicate dall’«Europeo» o dal «Corriere della Sera»
(Oriana aveva nel frattempo cominciato a scrivere anche per il quotidiano di via Solferino
che nel suo cuore aveva sempre avuto un posto speciale:
«Era stato il giornale dello zio Bruno» racconterà in Oriana Fallaci intervista sé stessa – L’Apocalisse,
e già da giovanissima avrebbe voluto collaborarvi),
ventisei interviste sono selezionate dalla Fallaci e raccolte da Rizzoli nel 1974 nel volume
Intervista con la storia,
vera e propria silloge del suo percorso giornalistico.
Nessuno è inarrivabile per la Fallaci, come testimoniano
anche le interviste realizzate a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta a «potenti della Terra»
come l'Imam Khomeini, Ariel Sharon, Muammar Gheddafi e Deng Xiaoping:
l’odio verso le dittature e ogni forma di limitazione della libertà dell’uomo,
maturato negli anni dell’infanzia sotto il fascismo, ha dato origine alla determinazione e alla verve che le rendono possibile anche l’impossibile.
La tecnica delle sue interviste, in continua crescita ed evoluzione,
riesce a incunearsi sempre più a fondo nei meccanismi dei giochi di potere.
Quel potere che tanto affascina Oriana, e che tanto la ripugna.
Capirne le trame più segrete è la sua più grande ambizione:
il momento dell’intervista si è ormai tramutato in un’azione di guerra, una partita a scacchi
in cui la mossa giusta può mettere in ginocchio «l’imputato»
e spingerlo a confessare cose che mai avrebbe immaginato di rivelare,
cercando in tutti i modi di «ascoltare e capire come un tarlo infilato nel legno della storia».
Sono essenziali gli interrogativi che la guidano:
perché alcune persone piuttosto che altre hanno il potere tra le mani?
Sono più intelligenti, più furbe, o soltanto più ambiziose,
e quindi pronte a calpestare chiunque capiti sulla loro strada? Il potere è sempre uno strumento orribile, oppure è possibile che chi lo possieda sia innocente, semplicemente meritevole?
È un’altra Oriana, quella degli anni Settanta,
lontanissima dallo stile da diva che fino a pochi anni prima ostentava nei suoi incontri
con le star dello spettacolo.
Le esperienze del Vietnam, del Messico, delle varie guerre cui ha assistito,
unite alla mole del lavoro di scrittura, l’hanno resa ancora più severa e rigorosa con se stessa e con gli altri; grazie ai suoi articoli e ai suoi libri è conosciuta in tutto il mondo,
amata dai lettori, già un simbolo per molte giovani donne che vorrebbero intraprendere il suo stesso percorso.
( Fonte e fotografie web )
ciao
RispondiEliminagrazie per questo post. Mi fai conoscere di più Oriana Fallaci.
Buona giornata.
Ciao Robby, sono contenta che la serie di post sulla Fallaci ti piaccia e ti sia utile a conoscerla di più.
EliminaPer me resterà sempre un mito.
Ciao, buona giornata e un abbraccio.
Antonella
Sai raccontare la storia vissuta di Oriana Fallaci con ardore, entusiasmo e sentimento!
RispondiEliminaLe immagini sono meravigliose!
Buona giornata e un abbraccio da Beatris
Ciao Beatris, ha avuto una grande vita, con tante cose da raccontare...è lei che trasmette entusiasmo.
EliminaAnche a me piacciono queste vecchie immagini forse un po' meno note di quelle degli ultimi anni.
Ciao, buona giornata anche a te e un affettuoso abbraccio.
Antonella
Le emozioni che trasmetti con questo post parlano da sole, grazie per aver condiviso con noi questa fetta di storia mondiale e per averci parlato ancora di Oriana.
RispondiEliminaUn abbraccio zamposo
Grazie a voi di averlo apprezzato, come sapete a me piace molto, è uno dei miei miti e quindi non mi stanco mai di parlare di lei.
EliminaUn abbraccio zamposo anche a voi, buon pomeriggio.
Antonella
Ciao Antonella,
RispondiEliminadefinire soltanto "bello" questo post è riduttivo.
Quanta passione ci metti nel raccontare la vita di Oriana Fallaci, ogni riga ci ha coinvolte ed è stato veramente interessante ripercorrere questa fetta di vita della nostra giornalista con la G maiuscola.
Un abbraccio
Idgie e Ruth
Ciao, sì, credo che nessuna sia stata grande come lei. Ho avuto la fortuna di avere un'insegnante di lettere che ce la faceva leggere a scuola e ci ha insegnato ad apprezzarla e ad amarla e di questo, come di altre cose, le sarò sempre grata.
EliminaUn abbraccio e buon pomeriggio.
Antonella
Bello, bello, bello, bello, bello...
RispondiEliminaPoi che dire? Interessante, molto dettagliato...
Insomma mi piace!
Brava, meriti un super baciotto
Mel
Ciao Melinda, so che la Fallaci piace tanto anche a te. Da parte mia sono felice di aver iniziato questo ciclo di post dedicati a lei, mi da soddisfazione prepararli e mi fa piacere vedere che voi li apprezzate.
EliminaCiao, un bacione.
Antonella
Un bellissimo ritratto che continua...passione e coraggio,
RispondiEliminacomplimenti Antonella per le parole e per le immagini che ci permettono di conoscere una grande donna...
serena giornata...un abbraccio
lella
Grazie Lella, sono contenta che tu stia leggendo con piacere la vita di Oriana Fallaci, è stata una grandissima scrittrice e merita di essere ricordata e conosciuta.
EliminaCiao, un abbraccio.
Antonella
una grande scrittice,di cui ho letto quasi tutti i libri,che ha saputo analizzare la storia contemporanea con lucidità e intelligenza,una donna grintosa con una grande umanità,grazie per averla "evocata"
RispondiEliminabuon pomeriggio Antonella
Grazie a te per aver apprezzato il post. Anch'io ho letto tutti i suoi libri ed ora li sto rileggendo per poter preparare i prossimi post.
EliminaUna grandissima persona.
Ciao, buon pomeriggio.
Antonella
"Se il sole muore" è stato forse il mio libro "impegnativo" che ho letto. Grande donna la Fallaci.
RispondiEliminaComplimenti per il coinvolgente post.
Gloria
Bellissimo " Se il sole muore " credo il primo libro della Fallaci che ho letto.
EliminaProssimamente ci sarà un post per ogni libro che ha scritto.
Ciao, un abbraccio.
Antonella
Questo post dedicato alla grande Oriana e bellissimo,
RispondiEliminaresterà per sempre un simbolo nella storia
del giornalismo mondiale ciao Antonella
buon pomeriggio
Tiziano.
Ciao Tiziano, hai ragione è e resterà un simbolo nella storia del giornalismo. Lei e pochi altri restano indiscussi maestri di questa "arte " che spesso si spegne nelle ideologie.
EliminaBuona serata, a presto.
Antonella
Da grande scrittrice, Oriana Fallaci ci rende partecipi anche delle atrocità durante la guerra del Vietnam.
RispondiEliminaNon sapevo che fosse andata in prima linea...
Post molto interessante, cara Antonella.
Buona serata.
Ciao Gianna, se posso permettermi ti direi di leggere "Niente e così sia " ( aa cui comunque dedicherò un post ) che è la summa del suo impegno di giornalista di prima linea durante la guerra nel Vietnam. Lì si rivela grandissima e insuperabile.
EliminaCiao, buona serata.
Antonella
Ciao Antonella,
RispondiEliminascusa il ritardo, ma sono rincasata solo ora.
Molto bello, istruttivo e ben fatto, ti ho già detto che questa serie di post la trovo stupenda.
Oggi hai raccontato quella parte di Fallaci che amo di più.
Un abbraccio e buona serata
Ciao Audrey, ma non scusarti, è già tanto che tu riesca a passare. Spero che vada tutto bene.
RispondiEliminaAnche per me questa, insieme all'ultima ( quella della Trilogia ) è la Fallaci migliore, comunque la trovo sempre grande.
Ciao, un grandissimo abbraccio.
Antonella
Un saluto a te cara Antonella, come sempre trovo qui post stupendi che sanno regalarci emozioni e insegnarci cose a noi sconosciute.
RispondiEliminaUn grande abbraccio e grazie per la tua presenza
Ciao Betty, che bella sorpresa incontrarti qui sta mattina. Sono contenta di vedere che ci sei, e mi auguro che il percorso che avete intrapreso stia iniziando a dare i suoi frutti.
RispondiEliminaUn grande abbraccio a tutti voi, a presto
Antonella