I luoghi della felicità sono di rado monumentali, sembra che i grandi sentimenti
abbiano bisogno per sopravvivere di spazi modesti.
Quello di Jean - Jacques Rousseau, a Chambery, nella Savoia francese,
è sopravvissuto per almeno tre secoli.
E' una deliziosa casa a un piano, La Charmettes, rimasta miracolosamente intatta,
in piena campagna, come il giorno in cui il futuro
filosofo dell'illuminismo, allora sedicenne, sperimentò per la prima volta
nella sua vita la gioia.
" Qui inizia la breve felicità della mia vita,
i tranquilli ma troppo rapidi momenti che mi hanno dato il diritto
di dire che ho vissuto. "
Le stanze, scrupolosamente ricostruite, sono un raro esempio
dell'estetica di quel secolo, il Settecento, in cui una misteriosa grazia
consentiva all'artificiosità di sposarsi alla naturalezza.
Nel soggiorno, il delicato fasto delle pareti marmorizzate in grigio e rosa
viene ammansito dalla perfetta semplicità dei mobili Luigi XV
e da un insegnamento destinato ad essere rimosso nell'800: la sobrietà
Una discrezione estetica che limitava spontaneamente i quadri e i bibelot,
incorniciati dal vuoto.
Qui Jean - Jacques, fuggito dalla ruvida Ginevra, ebbe la sorpresa di incontrare
Madame de Warens.
Piccola e graziosa, Francoise - Louise " aveva un'aria carezzevole e tenera,
uno sguardo dolcissimo, un sorriso angelico, bellissimi capelli color cenere ".
La differenza d'età, la donna aveva dodici anni più di lui,
poteva solo confortare quello spaurito adolescente la cui madre
era morta partorendolo.
" Lei mi chiamava piccino, io mamma."
Riottoso ad entrare nel mondo dei modesti lavori
ai quali poteva ambire, Rousseau trovò in lei un'amante -
" impossibile vedere un seno più bello " scrisse -
e un'educatrice.
Ben lontana dall'essere solo una seduttrice, con un rapido matrimonio
annullato dopo pochi mesi, quell'intelligente avventuriera era fuggita da Vevey
con la cassa della sua manifattura di calze di seta,
lasciandosi dietro molti debiti.
Poi aveva abiurato al protestantesimo. Un atto allora molto apprezzato
dal potere politico e dalla chiesa di Roma.
La pensione che ottenne dai Savoia fu con ogni probabilità una ricompensa
per il suo mestiere di spia.
Era stata incaricata di convertire altri al cattolicesimo,
e Rousseau accettò distrattamente la cerimonia, pur di restare al suo fianco.
C'è ancora la rustica alcova in cui il ragazzo non sentiva il minimo
problema ad alternarsi con l'altrettanto tollerante
Claude Anet, segretario e amante della padrona di casa.
Sullo sfondo floreale delle pareti si stagliano una modesta stampa
in bianco e nero e un raro esempio di
" table de chevet "
e cioè di comodino dell'epoca.
Nel giardino alla francese delle Charmettes,
un vero giardino di Candide, si alternavano graziosamente
piante medicinali, alberi da frutto e ortaggi.
Ma Jean - Jacques preferiva passare lunghe ore passeggiando
nella campagna circostante.
I rari tentativi di trovare al giovane una sistemazione all'esterno,
che l'avrebbero costretto a rinunciare all'amata e ai libri che divorava,
fallivano misteriosamente.
D'altronde come rinunciare a " una mamma giovane e carina,
deliziosa da carezzare", una donna che pensava solo a
" salvarlo dai pericoli della giovinezza " ?
Intanto Rousseau studiava e si formava un magazzino di idee per il futuro,
e imparava a vestirsi, a suonare, a conversare e a comportarsi.
Solo un'amante avrebbe potuto riuscire a tanto,
ma quel delicato equilibrio fu incrinato dalla morte inattesa di Anet,
presto sostituito da un altro meno affascinante.
La " mamma " sembrava inconsolabile e l'ospite intuì
malinconicamente che il suo tempo era scaduto
Reagì chiudendosi in camera a leggere o facendo
lunghe passeggiate per sfogare di nascosto il suo dispiacere.
" Poco a poco iniziai a sentirmi isolato e solo
nella stessa casa di cui prima ero l'anima....Sentii che il disamore
di una donna cui tenevo tanto accresceva il mio dolore e che,
smettendo di vederla, avrei sofferto di meno della separazione "
Quando alcuni anni dopo la rivide, era precocemente invecchiata,
quasi irriconoscibile e Jean Jacques si chiese:
" E' la stessa Madame de Warens, un tempo così brillante? "
( Fonte: Touring )
( fotografie dal web )
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UNA CURIOSITA'
La tisana inventata da Madame de Warens
per indurre il sonno si basava su:
anice verde, finocchio, menta piperita,
anice stellata, verbena, ruchetta.
Meglio, si raccomandava, calcolare
un cucchiaino da caffè per tazza.
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Cara Antonella molto interessante e coinvolgente questa visita nel passato con queste bellissime immagini .buona giornata
RispondiEliminaCiao Cettina, grazie. E' un Rousseau un po' inedito quello di cui ho parlato sono contenta che tu abbia gradito.
EliminaCiao, buona serata.
Antonella
Grazie Antonella per questo salto nel passato. Bellissima storia.
RispondiEliminaGrazie a te per averla apprezzata. E' una bella storia e a me piace molto anche l'ambientazione.
EliminaCiao, a presto.
Antonella
Ciao Antonella,
RispondiEliminama che bel post, ben fatto con foto meravigliose (come sempre) e con finale (piccolo graffio).
Ho letto con piacere e scoperto cose che non sapevo, le stanze sono stupende e hai ragione è rimasta intatta e bellissima ;)
Un abbraccio
Ciao Audrey, forse di questo post non ti avevo ancora parlato. Quando ho letto questa storia mi sono innamorata, avendo studiato filosofia conosco bene il Rousseau filosofo e pedagogista ma mi mancava questo aspetto umano e libertino che ho trovato affascinante.
EliminaAnche a me la casa piace tantissimo...
Ciao, un bacione.
Antonella
Ciao Antonella,
RispondiEliminapurtroppo gli scrittori francesi non sono il mio forte quindi leggere questo post pieno di curiosità è stato molto educativo e interessante.
Grazie mille,
un baciotto
Ciao Melinda, in realtà questo è un Rousseau un po' insolito.
EliminaSono contenta che tu lo abbia trovato interessante a me è piaciuto conoscere questo Rousseau un po' diverso da quello che ho studiato e poi quella casa mi piace da morire!.
Ciao, un bacione.
Antonella
Grazie delle notizie Antonella, la tisana è da provara.
RispondiEliminaUn abbraccio
Maurizio
Ciao Maurisio, io sono una eterna insonne quindi mi ritengo quasi obbligata a provare, trai vari rimedi, anche la tisana di madame de Warens.
EliminaUn abbraccio e buona serata.
Antonella
Ciao Antonella,
RispondiEliminail tuo post è romantico, bellissimo e soprattutto viene voglia di provare la tisana di Madame de Warens.
I nostri complimenti e un abbraccio
Idgie e Ruth
Ciao Ragazze, la prima volta che vado in erboristeria me la faccio preparare...chissà che non riesca a risolvere il mio annoso problema di insonnia!
EliminaGrazie per i complimenti, un abbraccio e buona serata.
Antonella
La storia è ..."intrigante"... le foto ...."stupende"
RispondiEliminaCiao Antonella e buona settimana
Ciao Pino, hai ragione è una storia intrigante, a me piace tantissimo la casa.
EliminaCiao, buona serata e buona settimana.
Antonella
Non conoscevo questi particolari della vita privata di Rousseau.
RispondiEliminaAvevo studiato le sue teorie di filosofo e pedagogista.
Grazie, Antonella.
Ciao Gianna, anche per me è stato una sorpresa, anch'io lo conoscevo come filosofo e pedagogista ed è stato intrigante scoprirlo in questa dimensione in po' diversa da quella studiata.
EliminaCiao, buona serata e un abbraccio.
Antonella
Le foto sono da sogno e la tisana è assolutamente da provare
RispondiEliminaCiao
Gloria
Ciao Gloria, per noi insonni l'idea di quella tisana è allettante...anche se credo che per le nostre insonnie epiche ci voglia ben altro. Io trovo splendida la casa.
EliminaCiao, un abbraccio.
Antonella
Molto interessante questo tuo post. Conoscevo Rousseaunsoltanto per il suo metodo educativo studiato in Pedagogia. Hai visitato questo posto? E' bellissimo. Io non sono mai stata in Savoia, eppure non è troppo lontana. Un abbraccio.
RispondiEliminaPaola
Ciao Paola, no, purtroppo non ho visitato questo posto ma mi piacerebbe andarci, come dici tu la Savoia non è poi così lontana e non spiacerebbe trascorrere un fine settimana in un posto così affascinante.
RispondiEliminaAnch'io conoscevo Rousseau per gli studi di filosofia poi ho letto questa cosa e mi è piaciuta, un Rousseau un po' inedito.
Ciao, buona giornata, un abbraccio.
Antonella
Bella storia e bella casa, la facciata poi con una sezione aurea che pare scappata dal nostro Rinascimento, peccato che quei caproni gli abbiano rifatto il tetto come non era, fuori d'Italia non si bada a ste cose, si fa come è meglio fare e non rispettando l'epoca di costruzione.
RispondiEliminaCiao.
Ecco, io vedevo che sto tetto era una nota stonata ma non capivo...per fortuna che ci sei!
RispondiEliminaAnche a me è piaciuta questa storia che dipinge un Rousseau un po' diverso da quello a cui siamo abituati a pensare.
La casa la trovo bellissima, è proprio il genere di casa che piace a me.
Ciao, buona serata.
Anto