mercoledì 17 aprile 2013

Il principe felice della Versailles belga




Un imponente castello inscritto in due cerchi, quello minore del fossato
e quello maggiore del vasto parco.
E' Beloeil, la Versailles del Belgio o meglio
dei Principi di Ligne, sede di un'importante stagione musicale.






L'iniziazione amorosa di Charles - Joseph de Ligne ( 1735 - 1814 ),
il " Principe Azzurro d'Europa " era avvenuta molti anni prima,
proprio nel giardino di Beloeil, quando il principino 
aveva partecipato, per la prima volta, a un 
fantasmagorico ballo in maschera, dove due galanti damine
si erano impadronite di lui e stavano per rivelargli alcune dolcissime verità,
quando il precettore l'aveva strappato al 
" più delizioso dei precipizi "






Da allora era stato tutto un turbinio di donne delle più diverse
condizioni sociali.
Eppure in quel vortice di mondanità. i giardini e gli appartamenti
di quella sorta di reggia in cui era cresciuto
restavano al centro della sua attenzione, come prova un libro,
" I giardini di Beloeil", edito da Sellerio.






Il Principe non amava quei parchi che, secondo la moda
lanciata da Rousseau, imitavano la natura.
Per lui dovevano essere " Arredati e adornati come un salotto ".
Quelli di Beloeil - venticinque ettari oggi visitabili, come le stanze, squisitamente 
arredate, del castello - erano uno scrigno di rarità
e la prova di un gusto raffinato.






Nei giardini filosofici, statue ed edifici ripercorrevano la storia dell'umanità.
E i giardini rustici erano un compendio vegetale della natura terrestre.
Ligne desiderava che quelle distese odorose fossero un godimento per tutti,
che davanti a quel raffinato gioco tra cultura e natura,
" ci si diverta, ci si istruisca, si ammiri, ci si interessi, si pensi
o si resti estasiati. "
Non a caso Goethe scrisse per lui " Requiem per l'uomo più felice del secolo ".
Ma il Principe di Ligne, imparentato con l'aristocrazia e le case regnanti 
di tutta Europa, era anche uno dei più saggi.






Uomo d'innumerevoli fortune amorose aveva evitato d'innamorarsi di Maria Antonietta
- o se qualche cosa era successo si era ben guardato dal divulgarlo -.
Coraggioso sotto le armi, abile nelle trattative,
squisito nella conversazione, capace di fare attendere più di un'ora
l'Imperatrice d'Austria per non staccarsi dalle braccia dell'amata,
de Ligne divenne in breve celebre.
I contemporanei si riconoscevano in quell'aristocratico colto e frivolo,
che sapeva discorrere con Voltaire come con Napoleone.






In lui sembrava attuarsi magnificamente quell'arduo ideale di felicità 
inseguito da tutto il XVIII secolo.
Senza rinunciare alle passioni, il cuore del Principe sapeva padroneggiarle senza soggiacervi.
La vivacità che costellava i suoi discorsi era il riflesso di
una completa aderenza al presente, in cui, confessa nelle squisite, ironiche 
e sincere memorie, viveva completamente immerso.






Scusandosi con il Re di Polonia per un ritardo disse:
" Sire,  la colpa è di una delle vostre più belle suddite. Il suo segreto verrà mantenuto,
perchè non riesco a ricordarmene il nome
che è di cinque o sei sillabe diaboliche da pronunciare. "
De Ligne amava sinceramente i regnanti, come avrebbe amato,
sia pure con qualche riserva, anche Napoleone.
Apparteneva ad un mondo in declino, in cui i potenti potevano ancora essere apprezzati
senza vergogna o remore morali.






In un quaderno delle sue memorie, ogni frammento inizia  con 
le nostalgiche, orgogliose parole: 
" Ho visto ".
Davanti a lui scorrevano, maestosi e frivoli, i fasti della memoria,
la magnificenza di Luigi XV  e quella di Francesco I,
le delizie del Trianon e le opulente  feste di Chantilly.
Per poi proseguire, più rassegnato:
" Ho visto scomparire. ".






Nonostante il passare degli anni i successi del Principe persistevano.
Un'indelebile serenità teneva lontana da lui la malinconia e i rimpianti dell'età.
" Dipende solo da me essere vecchio. Ne ho ben di che.
Ma ho detto: non lo sono e mi è riuscito.
Mi dico anche: non voglio morire. Non so se mi riuscirà "






Certo, aveva perso il favore dell'Imperatore e non aveva più il denaro 
sperperato in tante feste sfarzose  a Beloeil,
ma gli alti dignitari europei e la gioventù elegante continuavano a sedere
sulle vecchie sedie di paglia del suo povero salone.






Aveva chiesto, ricevuto e dato al suo tempo tutto quello che poteva dargli:
una felicità vivida e leggera, come una fiamma bassa ma sempre viva,
uguale e diversa.
E il monumento di pietra e di erba che aveva lasciato dietro di sè doveva dimostrarlo.
" Voglio che Beloeil rammenti ai posteri la felicità e la dolcezza
di cui godo "




( Fonte: Touring)
( Fotografie dal web )

























22 commenti:

  1. Interessante... mi fai sempre scoprire cose nuove... <3

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    1. Grazie Sonia, sei sempre gentilissima.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  2. Un bell'intento, credo che ci sia riuscito perchè le immagini che hai postato esprimono davvero gioia e felicità.
    Un abrbaccio zamposo

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    1. Sì, penso proprio che sia riuscito nel suo intento di raggiungere la felicità.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  3. Ciao Anto,
    che bel posto! Sembra a metà fra un castello della Loira e uno tedesco sul Reno.
    Sicuramente dev'essere bellissimo, l'hai visitato?
    Un baciotto

    ps: oggi è uscito il post sul battistero della tua bella città!

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    1. Ciao Melinda, non, purtroppo non l'ho visitato...ma mi piace il personaggio!
      Ho visto il secondo post che hai dedicato alla mia città, grazie!
      Un bacio.
      Antonella

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  4. Un personaggio straordinario di cui ci hai raccontato la storia con dovizia di immagini e ricchezza di particolari. Un personaggio che ha lasciato di sé una traccia che difficilmente potrà scomparire.

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    1. Ciao Ambra, un personaggio molto interessante e particolare che credo sia perfettamente riuscito nel suo intento.
      Buona serata, a presto.
      Antonella

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  5. che bello, molto interessante questo post,
    un caro saluto

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    1. Ciao Fiore, mi fa piacere che ti sia piaciuto, io lo trovo un personaggio straordinario.
      Buona serata, una coccola ai pelosi.
      Antonella

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  6. Anto hai uno stile narrativo molto affascinante...da fiaba...complimenti per il post!

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    1. Grazie Toinette, anche tu non scherzi!
      Ciao, buona serata.
      Antonella

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  7. Sono stata in Belgio, ma questo "chateau" me lo sono perso! Che tipo però questo principe, simpatico!
    Grazie, Anto: mi insegni sempre qualcosa di nuovo con il tuo blog...un abbraccio.

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    1. Sì era davvero simpatico questo principe, un "Illuminato".
      Grazie a te Lella che apprezzi sempre quello che scrivo.
      Ciao, buona serata.
      Antonella

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  8. Un altro viaggio che vi proponi ed al solito ricco di contenuti e di paesaggi!

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    1. Ciao Renata, anche questa mi è sembrata una storia un po' particolare che meritava di essere raccontata.
      Buona serata.
      Antonella

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  9. Ciao Antonella,
    un bel post interessante, ma sai che mi sembra di aver visitato questo castello,
    una decina di anni fa con mamma e papà visitammo un sacco di castelli tra Francia e Paesi Bassi.
    Un abbraccione e buona serata

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    1. Ma davvero? Io penso sia meraviglioso, sono affascinata da questo principe così incline a una felicità "serena " e immagino che il suo castello e il suo parco riempiano veramente l'animo di questa felicità.
      Ciao, un bacione.
      Antonella

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  10. grazie per averci fatto conoscere questo personaggio fascinoso,bello il castello di cui disconoscevo l'esistenza,sei una fonte preziosa,
    un bacio

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    1. Grazie Gabe, mi piace condividere con voi le cose curiose che scopro.
      Anche a me piace molto questo personaggio.
      Buona serata, a presto.
      Antonella

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  11. Il tuo viaggio è affascinante ed interessante. Non conoscevo questo castello e non sono mai stata in Belgio. Grazie per la visita che mi hai fatto fare...
    Buona serata, Stefania

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  12. Ciao Stefania, non ho fatto nemmeno io questo viaggio, purtroppo, è solo una storia che ho letto, mi è piaciuta e ho voluto dividerla con voi.
    Ciao, buona serata.
    Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")