Nella prima metà del 600 la tragedia del " Batavia"-
orgoglio della potente compagnia olandese delle Indie Occidentali
( Verenigde Oostindische Compagnie - VOC )
e gigante dell'epoca con i suoi 50 m. di lunghezza e le circa 330 persone
trasportate, ma bastimento lento e poco manovrabile-
colpì l'opinione pubblica, affondando nel 1629 durante il primo viaggio
dalla rada di Texel a Giava via Città del Capo.
( 15.000 miglia marine da coprire da coprire in circa 8 mesi a una velocità
media di 2,5 nodi con l'incubo dell'inospitale " Terra Australis Incognita ),
D'altronde gli ingredienti per il dramma perfetto
- avventura, esotismo, violenza, sesso, salvataggio in extremis
e soprattutto un cattivo di talento -
non mancava di certo E così ecco rapporti, memorie,, atti del processo,
persino un bestseller tradotto parzialmente in francese...
Poi, inevitabile, l'oblio.
Fino al ritrovamento del relitto nel 1963, con le campagne d'esplorazione
il recupero della poppa e di parte del carico
( oggi al Maritime Museum and Shipwreck Galleries di Fremantle ),
gli studi scientifici, le divulgazioni giornalistiche, i racconti romanzati e le divulgazioni sintetiche.
Tra queste ultime spicca ora un appassionante libretto di Simon Leys
" I naufraghi del Batavia. Anatomia di un massacro " ( ed. Skira)
Si tratta di un reportage, già uscito sulla " Revue des Deux Mondes ",
basato sul suo soggiorno di 15 giorni alle Houtman Abrollhos
- il luogo del naufragio ( un gruppo di tutt'ora disabitati isolotti corallini,
aridi e spazzati dal vento a una quarantina di miglia dalla costa Ovest del continente
australiano ) - e sulle ricerche d'archivio di Mike Dash confluite poi
nel saggio Batavia's Graveyard
Sui velieri a tre alberi della VOC vigeva una strana e fragile diarchia, divisa
tra il commissario di bordo, uomo di terra dalle competenze
politico- commerciali, e il capitano, lupo di mare dalle responsabilità nautiche.
Ancora più traballante del normale sul Batavia - reso promiscuo da un uomo di chiesa
con moglie e figli, una quindicina di donne fatte salire clandestinamente, circa 180
membri dell'equipaggio, mercenari tedeschi e francesi affiancati da due vecchi ufficiali
e alcuni giovani cadetti, artiglieri e artigiani vari -
visto che il commissario, il colto ma sempre malaticcio Francisco Pelsaert,
e capitano, il rozzo e robusto Ariean Jacobsz, entrambi donnaioli impenitenti,
si detestavano da anni.
E ovviamente entrarono subito in competizione per le grazie della bella 27enne
passeggera Lucretia Van der Mijlen, decisa a raggiungere,
in compagnia di una servetta di facili costumi ( Zwaantie ), il marito in Insulindia.
Con il sottocommissario Jeronimus Cornelisz - un apotecario imbarcatosi per
sottrarsi alla giustizia in quanto in stretti rapporti con il pittore
Johannes Van der Beech( 1589 - 1644 ),
più noto come Torrentius, condannato per immoralità, satanismo ed eresia -
come terzo incomodo, ma schierato per ragioni tattiche dalla parte del capitano,al punto
da progettare con lui un'ammutinamento per impadronirsi della nave
e del favoloso tesoro ( monete e lingotti d'argento, perle e gioielli) che trasportava.
Ma all'improvviso, nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1629, il Batavia,
persosi nell'Oceano Indiano ( allora si navigava quasi alla cieca, senza mappe e
senza poter conoscere la longitudine ), finì contro un'invisibile barriera corallina
non lontano da Beacon Island, restandoci impalato.
Da qui in poi mentre l'elite dell'equipaggio ( 45 persone ribattezzate " traditori " dagli
altri, ma non Lucretia ) fece vela con la lancia e la iole alla volta di Giava
per chiedere soccorso, iniziarono, sotto il comando sempre più folle e dispotico
dell'anabattista Cornelisz, seguace - ricordiamolo -di Torrentius ( un genio maledetto
che si vantava di dipingere con la collaborazione personale del demonio),
quasi quattro mesi di orgie selvagge, condanne a morte, massacri indiscriminati di donne e
neonati, scontri fratricidi e diserzioni...
Non racconterò oltre per non togliere il piacere a chi vorrà leggere il libro.
Una sola noticina finale:
una volta ristabilito l'ordine con il ritorno di Pelsaert su una piccola
nave veloce, due criminali un po' meno colpevoli degli altri
furono abbandonati su una spiaggia deserta lungo la costa occidentale
del continente australiano; i primissimi coloni europei a stabilirsi, obtorto collo,
in Australia
( Fonte: Miska Ruggeri su Libero )
( Fotografie dal web )
non mancava di certo E così ecco rapporti, memorie,, atti del processo,
persino un bestseller tradotto parzialmente in francese...
Poi, inevitabile, l'oblio.
Fino al ritrovamento del relitto nel 1963, con le campagne d'esplorazione
il recupero della poppa e di parte del carico
( oggi al Maritime Museum and Shipwreck Galleries di Fremantle ),
gli studi scientifici, le divulgazioni giornalistiche, i racconti romanzati e le divulgazioni sintetiche.
Tra queste ultime spicca ora un appassionante libretto di Simon Leys
" I naufraghi del Batavia. Anatomia di un massacro " ( ed. Skira)
Si tratta di un reportage, già uscito sulla " Revue des Deux Mondes ",
basato sul suo soggiorno di 15 giorni alle Houtman Abrollhos
- il luogo del naufragio ( un gruppo di tutt'ora disabitati isolotti corallini,
aridi e spazzati dal vento a una quarantina di miglia dalla costa Ovest del continente
australiano ) - e sulle ricerche d'archivio di Mike Dash confluite poi
nel saggio Batavia's Graveyard
Sui velieri a tre alberi della VOC vigeva una strana e fragile diarchia, divisa
tra il commissario di bordo, uomo di terra dalle competenze
politico- commerciali, e il capitano, lupo di mare dalle responsabilità nautiche.
Ancora più traballante del normale sul Batavia - reso promiscuo da un uomo di chiesa
con moglie e figli, una quindicina di donne fatte salire clandestinamente, circa 180
membri dell'equipaggio, mercenari tedeschi e francesi affiancati da due vecchi ufficiali
e alcuni giovani cadetti, artiglieri e artigiani vari -
visto che il commissario, il colto ma sempre malaticcio Francisco Pelsaert,
e capitano, il rozzo e robusto Ariean Jacobsz, entrambi donnaioli impenitenti,
si detestavano da anni.
E ovviamente entrarono subito in competizione per le grazie della bella 27enne
passeggera Lucretia Van der Mijlen, decisa a raggiungere,
in compagnia di una servetta di facili costumi ( Zwaantie ), il marito in Insulindia.
Con il sottocommissario Jeronimus Cornelisz - un apotecario imbarcatosi per
sottrarsi alla giustizia in quanto in stretti rapporti con il pittore
Johannes Van der Beech( 1589 - 1644 ),
più noto come Torrentius, condannato per immoralità, satanismo ed eresia -
come terzo incomodo, ma schierato per ragioni tattiche dalla parte del capitano,al punto
da progettare con lui un'ammutinamento per impadronirsi della nave
e del favoloso tesoro ( monete e lingotti d'argento, perle e gioielli) che trasportava.
Ma all'improvviso, nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1629, il Batavia,
persosi nell'Oceano Indiano ( allora si navigava quasi alla cieca, senza mappe e
senza poter conoscere la longitudine ), finì contro un'invisibile barriera corallina
non lontano da Beacon Island, restandoci impalato.
Da qui in poi mentre l'elite dell'equipaggio ( 45 persone ribattezzate " traditori " dagli
altri, ma non Lucretia ) fece vela con la lancia e la iole alla volta di Giava
per chiedere soccorso, iniziarono, sotto il comando sempre più folle e dispotico
dell'anabattista Cornelisz, seguace - ricordiamolo -di Torrentius ( un genio maledetto
che si vantava di dipingere con la collaborazione personale del demonio),
quasi quattro mesi di orgie selvagge, condanne a morte, massacri indiscriminati di donne e
neonati, scontri fratricidi e diserzioni...
Non racconterò oltre per non togliere il piacere a chi vorrà leggere il libro.
Una sola noticina finale:
una volta ristabilito l'ordine con il ritorno di Pelsaert su una piccola
nave veloce, due criminali un po' meno colpevoli degli altri
furono abbandonati su una spiaggia deserta lungo la costa occidentale
del continente australiano; i primissimi coloni europei a stabilirsi, obtorto collo,
in Australia
( Fonte: Miska Ruggeri su Libero )
( Fotografie dal web )
Hai scelto delle fotografie stupende e la storia è terribilmente coinvolgente. La prigionia in un luogo chiuso, la convivenza forzata fianco a fianco con degli estranei non può che risvegliare istinti primordiali e feroci. Non perderò questo libro.
RispondiEliminaCiao Ambra, nella sua drammaticità è una storia terribilmente affascinante, che mescola tanti elementi e che sicuramente vale la pena di approfondire.
EliminaTi auguro un buon proseguimento di giornata.
Antonella
Avevo sentito un accenno a scuola su questa storia, adesso mi sproni ad approfondirla perchè è proprio intrigante come quella dell'Olandese volante!
RispondiEliminaUn abbraccio
Ciao Xavier, anche secondo me è una stria terribilmente intrigante che va approfondita
EliminaUn bel mix di malvagità umane!
Ciao, un bacione.
Antnella
Non conoscevo questa storia così affascinante nella sua tragica messa in scena.
RispondiEliminaIl mare è comunque sempre molto affascinante, capace di fare da sfondo alle storie più disparate...
Moz-
Hai ragione, il mare è lo sfondo ideale per storie affascinanti e spesso molto drammatiche...certo che su questa nave è successo davvero di tutto...
EliminaBuon pomeriggio, a presto.
Antonella
Ciao Antonella,
RispondiEliminasono venuta solo ora per vere il tempo di leggere tutto per benino.
Non voglio dire una bugia, però leggendo il tutto mi sono ricordata di aver già sentito questa storia solo che non ricordo se in un documentario o su focus, mah!!! la memoria mi sta abbandonando.
Comunque nella sua tragedia è una storia che affascina.
Come sempre sei stata bravissima e ci hai permesso di conoscere una cosa in più ;)
un bacione e buona serata
Quella della memoria che ti sta abbandonando non la si può sentire!
EliminaCome dici tu è una storia molto affascinante, la cattiveria, la convivenza forzata, l'invidia, l'odio, il sesso, gli omicidi...sembra un concentrato di tutte le miserie umane!
Un bacione.
Antlnella
Molto interessante, un buon post, amo le barche!
RispondiEliminaGrazie Leovi, sono contenta che il post ti sia piaciuto.
RispondiEliminaAnche a me piacciono molto le barche...non amo il mare visto dalla terra, amo navigarlo!
Ciao, a presto.
Antonella
Viene voglia di correre a comprare il libro! Che storia appassionante!
RispondiEliminaCiao Lella, anch'io ho avuto la stessa reazione quando ho scoperto questa storia, correre in libreria a comperare il libro...assolutamente da leggere.
EliminaBuona serata, a presto.
Antonella
Non sapevo di questa tragedia conoscevo solo quella del Titanic forse anche x via del film ;-)
RispondiEliminascusami se non sono molto presente, ma non sto molto al pc come una volta e girare tutti i blog non riesco, mi ha cmq fatto molto piacere il tuo commento sul blog OKANIMALI e diffondi pure il post nel modo che ritieni + opportuno, l importante è aiutare "una cuccia x la vita" !!!!
Ciao Fiore, non preoccuparti, l'importante è non perdersi ed è normale che ci siano periodi in cui si ha meno tempo.
EliminaRiposterò il tuo post venerdì o sabato, sto lavorando con un piccolo portatile perchè il mio pc si era rotto, me lo riportano domani sera e preparerò subito il post
A presto e buona serata.
Antonella
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaUna storia intrigante dove convergono tutti gli elementi giusti per appassionare il lettore ; le foto sono bellissime : un bel post ! Ti abbraccio
RispondiEliminaGrazie Cettina, anche secondo me questa pagina di storia ha tutti gli ingredienti per coinvolgere il lettore come in un romanzo gotico.
EliminaTi ringrazio anche per aver apprezzato la scelta delle fotografie.
Un abbraccio.
Antonella
Non sapevo granchè di questa storia tragicamente affascinante, il tuo post ha stimolato la mia curiosità, cercherò di approfondire..fa venire la voglia di comprare il libro...
RispondiEliminaBuona serata, Stefania
E' davvero una storia che fa venire voglia di ricercare qualche notizia in più...io il libro l'ho comprato (12 euro ed. Skira ) e credo valga la pena leggerlo...a volte la realtà supera di gran lunga la fantasia!
EliminaQuesta sera torna il mio pc csì potrò essere nuovamente presente tra i tui lettori
Ciao Antonella,
RispondiEliminastoria interessante che non conoscevo, grazie per averla pubblicata
buona serata
Tiziano.
Ciao Tiziano, è un piacere vedere che sei di nuovo tra noi blogger!
EliminaGrazie, sno contenta che la storia drammatica di questa nave ti sia piaciuta.
Buona giornata, a presto.
Antonella
Mamma mia Antonella, non sembra neanche una storia vera tante sono le cose shoccanti accadute in questa tragedia del mare.
RispondiEliminaComunque il libro dev’essere affascinate.
Hai trovato foto bellissime a riguardo.
Un abbraccio cara e buona serata
Ciao Betty, hai cambiato fotografia e quasi non ti riconoscevo, stai benissimo!
EliminaSì, questa storia sembra più un romanzo gotico che una storia realmente accaduta e documentata, come scrivevo più sopra a Stefania a volte la realtà supera la fantasia più nera.
Sono contenta che ti sia piaciuta anche la scelta delle fotografie, in realtà pensavo di avere più difficoltà a trovarle.
Ciao, un abbraccio.
Antonella
Ciao Antonnela come al solito ottimo post e storia molto interessante.
RispondiEliminaBella nave ..... e storia che non conoscevo proprio
Complimenti anche per le illustrazioni usate che sono molto appropriate
Un saluto Grande e buona serata
Ciao, ti ringrazio per aver apprezzato la scelta delle fotografie e la storia che è davvero intrigante...
RispondiEliminaCiao, buona giornata, un abbraccio.
Antonella
Stupende fotografie. Una buona serata e un felice fine settimana...ciao
RispondiEliminaCiao Giancarlo, è sempre un piacere incontrarti. Come avrai visto le foto non sono mie ...è vero, sono molto belle.
EliminaFelice fine settimana, a presto.
Antonella