In occasione del Carnevale Audrey ed io abbiamo deciso di dedicarvi un altro
post della rubrica " Fatterellando "
Questa volta abbiamo deciso di parlarvi di una maschera che
in qualche modo sentiamo più vicina ed anche intrigante delle altre
e così Audrey vi propone, sul suo blog, Pierrot
ed io vi propongo la Bauta veneziana.
La Bautta o Bauta, maschera veneziana atipica; essenzialmente realtà settecentesca ma arrivata fino ai nostri giorni, sempre presente ma scarsamente conosciuta (soprattutto fuori Venezia).
Maschera estremamente ambigua, quasi androgina, essendo all'origine asessuata, nasce da una
sorta di contaminazione del costume femminile con quello maschile.
Sopra un morbido mantello, fatto di merletti neri, di tipo femmineo ("Zendaletto") che sin dai
tempi più antichi serviva alle donne veneziane per coprire il capo e scendeva sulle spalle fino a
coprire i fianchi, viene indossato un pesante "Tabarro" maschile e in testa il maschile cappello
a tricorno.
Realtà essenzialmente settecentesca non documentata da nessun'altra parte fuori Venezia, la
"Bauta" sarebbe una parente strettissima della gondola per il colore nero e, come la gondola,
ha origini anomale e impossibili da attribuire ad un "autore".
In tutta la letteratura esistente sull'argomento e in tutta l'iconografia si parla e si
intravedono costantemente tra le masse queste silhouettes nere e svolazzanti con una
macchia bianca: il volto, ovvero la maschera che cela il volto e tuttavia diventa e viene
chiamata volto.
Non si possono non citare due grandi artisti del Settecento, Pietro Longhi e Francesco
Guardi, che le hanno immortalate nelle loro opere, nonché alcuni letterati e registi, nostri
contemporanei, che ce le hanno riproposte.
Quella silhouette e quel volto che, a sua volta, per una sorta di metonimìa (figura retorica che consiste nello spostamento di significato di un termine per indicare il contenente per il contenuto, l'effetto per la causa, la parte per il tutto, ecc.) diventa la "Bauta" per indicare l'intero travestimento.
Un volto particolare dal labbro superiore allargato e sporgente, sotto un naso minuto, appena
accennato, che maschera e altera anche il timbro di voce, rendendolo quasi metallico.
La "Bauta" somiglia a nessun'altra maschera, è una copia di qualcosa di cui non si trova in
nessun luogo l'originale (in Estetica equivale al significato di simulacro).
Le maschere della Commedia dell'Arte e le altre maschere tradizionali, nella loro riproduzione,
imitano un preciso modello: il vecchio, il servo, la bella donna, il capitano di ventura, ecc.
Esse sono definite dai caratteri distintivi della loro funzione, che non si determina da sola, ma
all'interno del sistema delle maschere: un piccolo mondo in cui si intrecciano il vecchio e il
giovane, l'ordinario e lo straordinario, il quotidiano e l'esotico, l'uno accanto all'altro, l'uno
opposto all'altro e cercano di convogliare questi contenuti (antitetici) verso un possibile lieto
fine.
La "Bauta" invece in questo suo ripetersi non ha un modello vivente e non si sa neanche dove lo
si possa trovare; riproduce se stessa quasi come alla ricerca di un vuoto di identità, come
mascheramento finalizzato esclusivamente al mantenimento dell'incognito che, se è implicito in
ogni altra maschera, qui è esplicitato invece dalla sua funzione e dal sua significato misterioso
e negativo.
Nell'immaginario della gente e nell'uso che se ne è fatto, questo travestimento ha sempre
avuto caratteristiche ambigue, oscure, magiche, suscitando sentimenti antitetici di riguardo
timoroso o di morbose aspettative e comunque sempre nella dimensione dell'Incognito,
comunque con finalità trasgressive come: sesso, gioco d'azzardo e, in alcuni casi, violenze o
vendette verso persone.
La possibilità di frequentare case di piacere o bische per un divertimento audace, estremo,
senza limite; rapporti sessuali occasionali, anonimi, senza complicazioni di qualsiasi tipo, di
classe, di censo, di coinvolgimenti sentimentali.
Salvacondotto per l'Aristocrazia che poteva consentirsi comportamenti che, senza il
travestimento con la "Bautta", non avrebbe mai potuto avere: sesso di gruppo, rapporti etero-
omosessuali, perversioni di ogni tipo, incontri con persone altrimenti mai raggiungibili.
Altrettanto dicasi per il popolo minuto: al gondoliere, al carpentiere, allo scaricatore dei
mercati, allo stesso servitore, poteva capitare, nelle vesti di una di quelle signore che si
dichiarava "donna...de...garbo", un'aristocratica di altissimo rango (addirittura la propria
padrona), alla ricerca di emozioni forti e occasionali.
In conclusione, maschera apparentemente aristocratica, nella sua uniformità sconcertante, nel
suo armamentario bianco e nero, quasi spettrale, nel suo magnetismo enigmatico, ha sempre
avuto ed ha un potere sconvolgente di suggestione nella fantasia della gente comune, ma anche
di grande autosuggestione per chi la indossa.
Questo è comprensibile solo da colui che l'ha effettivamente indossata.
Nel suo carattere indefinito la"Bautta" è il contributo più originale e forse più continuo, dal
punto di vista iconografico, che Venezia abbia offerto alla civiltà dell'immagine "fascinosa".
Da essa, maschera antica e moderna, senza limiti di tempo, discenderanno le maschere della
post-modernità di Fulvio Roiter nei carnevali degli anni Ottanta.
Maschere sgargianti, rilucenti, ma di materiali certamente non ricchi, come quelli di un tempo:
raso o tulle di plastica argentata e fluorescente.
Come essa, le maschere di Roiter non ci riportano ad un personaggio, ad un modello, a un
tipo o a uno dei due sessi, ma solo alla velleità di essere invenzione della fantasia.
Come essa, le maschere di oggi, vittime anche loro di un grosso equivoco consumistico, fanno
pensare a una molteplicità di cose, alludono a tante cose o a qualcosa, ma non si sa a che; se
non forse a quell'orizzonte ambiguo, sospeso tra passato e presente, tra acqua e terra, come il
paesaggio veneziano, con il suo fascino resistente all'usura del tempo e della banalità
Stralcio dal Corso di Storia delle Tradizioni Popolari tenuto dal Prof. Dr. Vincenzo De Rosa alla Unitre Milano - anno accademico 1999/2000
( fotografie dal web )
S volete scoprire Pierrot passate da Audrey
e leggete il suo racconto
A conclusione di ogni post troverete un wallpaper e per realizzarlo ci siamo rivolte a un esperto quale è
Xavier autore dei blog
http://lechatnoir96.blogspot.it/
http://lechatnoir96gallery.blogspot.it/
il quale in sintonia con lo spirito di collaborazione di questi post
ha accettato di diventare nostro collaboratore fisso.
Grazie Xavier!
Ciao Antonella,
RispondiEliminail tuo post preferito ha visto finalmente la luce...sai già cosa penso, è stupendo, scritto alla perfezione e adoro le immagini; in breve hai fatto un capolavoro.
Un bacione e buona giornata
EliminaCiao Audrey, sì è il mio post preferito...mi affascina l'ambiguità di questa maschera, che poi è il fascino ambiguo di Venezia.
Grazie mi avevi già detto che ti piaceva...ma addirittura un capolavoro!
Ciao, un bacione.
Antonella
Bellissima! Non conoscevo questa maschera!
RispondiEliminaInteressante, ora passo da Audrey a informarmi su Pierrot!
Un abbraccio da Beatris
EliminaCiao Beatris, sono contenta che ti piaccia, io la trovo molto affascinante questa maschera, un fascino, è vero, un po' ambiguo ma che secondo me è l'essenza intima della maschera.
Ciao, un abbraccio.
Antonella
Hai raccontato questa maschera che io non conoscevo,in maniera stupenda, è una maschera inquietante!
RispondiEliminaGrazie Antonella!
Ciao
EliminaCiao Daniela, grazie. Io sono sempre stata affascinata da questa maschera...hai ragione è inquietante ma secondo me l'essere inquietante è l'essenza stessa delle maschere...inquietanti e intriganti!
Grazie a te di apprezzare sempre quello che faccio.
Antonella
Diciamo a te le stesse cose che abbiamo scritto ad Audrey: siete davvero fantastiche e insieme a Xavier state realizzando un post uno più bello dell'altro!
RispondiEliminaBravissimi e un abbraccio zamposo
EliminaCiao, il lavoro di Xavier per questo post è splendido, lui è davvero il nostro Mago. Avete visto ( a destra ) il nuovo logo che ha creato per Fatterellando?
Mi fa piacere che i post vi piacciano, devo confessare che questo piace molto anche a me.
Un grande abbraccio.
Antonella
Bello anche questo "fattarello" che hai fatto con Audrey e con l'aiuto di Xavier!
RispondiEliminaHo scoperto la bautta guardando il film tratto dall'opera di Shakespeare "Il Mercante di venezia", però non conoscevo bene la sua storia.
Grazie per averla scritta!
Un abbraccio
EliminaCiao Melinda, è una maschera che non può non affascinare proprio per la sua ambiguità, a me piace molto.
Grazie a te per leggere e commentare sempre i miei post, è un grande piacere averti qui.
Un abbraccio.
Antonella
Molto interessante questo post! Io so poco sull'argomento, ma è vero come scrivi che la maschera è soprattutto "autosuggestiva". Basta questa copertura del volto per sentirsi al riparo da giudizi propri e altrui... apparentemente protetti dall'anonimato dei tratti immobili e presi in prestito... e che potere riesce a conferire quella maschera...
RispondiEliminaIo non frequento i carnvali della nostra regione, ma ho fatto un breve lavoro in ambito psicologico con l'utilizzo di maschere bianche. Affascinante!
Saluti cari
Cinzia
EliminaCiao Cinzia, molto interessante questa tua esperienza psicologica con maschere bianche...non a caso originariamente anche la Bauta era bianca. Sicuramente la maschera nascondendo il volto nasconda l'io e diventa liberatoria. Io lo trovo affascinante e inquietante.
Sono felice di questo bel commento.
Ciao, buona
Cara Antonella il tuo post è molto interessante e piacevole ,amo le maschere veneziane intriganti e piene di mistero.La storia di questa maschera ne aumenta il fascino.Bello questo tandem con Audrey. Ciao
RispondiEliminaCiao Cettina, in realtà io non amo molto il Carnevale, però le maschere veneziane mi piacciono tantissimo e la Bauta mi ha sempre affascinata.
EliminaSono contenta che il nostro Fatterellando ti piaccia, abbiamo in serbo delle belle sorprese.
Ciao, buona serata.
Antonella
Mi piace moltissimo questa maschera Antonella, mi affascina, ma allo stesso tempo mi trasmette molta inquietudine...
RispondiEliminaBellissimo post, non conoscevo la storia, grazie mille.
Ti auguro una serena serata, con un caldo abbraccio
Ciao Betty, anch'io trovo questa maschera intrigante e inquietante nello stesso tempo...direi che è la maschera perfetta, non ha nessun sesso, nessun lineamento, nessuna tipologia, nasconde completamente l'io e libera da inibizioni e sensi di colpa.
EliminaSono molto contenta che ti sia piaciuto.
Buona serata anche a voi e un grande abbraccio.
Antonella
Questa maschera è veramente affascinante: racchiude l'essenza dell'essere umano. Bellissimo post e ottima idea per il prossimo Carnevale giocando sull'ambiguità.
RispondiEliminaBuona serata
Gloria
Ciao, mi fa piacere che ti piaccia, io la trovo intrigante, la vera essenza della maschera.
RispondiEliminaGrazie di essere passata.
Buona serata.
Antonella
Conoscevo visivamente questa maschera ma non la sua storia...Adoro tutto ciò che riguarda il carnevale,c'è sempre un qualcosa di mistico e mistero!
RispondiEliminaBaci.
Ciao, hai ragione il carnevale nasconde sempre un mistero e un dualismo.
RispondiEliminaSono contenta di aver scritto qualche cosa di nuovo riguardo questa maschera che, è vero, si vede spesso ,a ha una storia e un significato poco conosciuti.
Ciao, a presto.
Antonella
Meno male che sto meglio, così ho potuto leggere questo post così ricco di storia e interessante. Spero ce ne siano altri, complimenti davvero a tutti.
RispondiEliminaUn abbraccio, Matilda
EliminaCiao Matilda, sono contenta che stai, anzi state, meglio.
E sono anche contenta che non ti sei persa questo post...non dovrei essere io a dirlo ma a me piace molto.
Certo che ce ne saranno altri...già giovedì per San Valentino ci sarà un post a quattro mani dove Audrey ed io tentiamo un esperimento e poi ogni mese ci sarà un Fatterellando che toccherà ogni volta argomenti diversi...e ci saranno anche delle sorprese, ma ovviamente non ti dico niente di più.
Ciao, un abbraccio.
Antonella
Il Carnevale, come a loro tempo i Baccanali, è una festa che racchiude in sè tantissimi significati e la maschera è uno di questo. Grazie per il tuo post, sono sicura che tu e Audrey vi sarete divertite tanto a crearlo.
RispondiEliminaPer il wallpaper... Beh, sono di parte ma mi piace moltissimo.
Un abbraccio
Beatrice
EliminaCiao Beatrice, sarai anche di parte, ma penso che ormai vogliamo tutti così bene a Xavier che tutti siamo di parte, comunque questo suo wall è veramente eccezionale...è proprio bravo in tutto quello che fa, credo che dipenda anche dalle persone meravigliose che ha intorno.
Hai ragione preparare questi post per Carnevale è stato divertente, ma tutto quello che faccio con Audrey mi piace, anche se mio marito mi dice che ancora una volta ho fatto diventare un hobby un lavoro.
Questo post a me piace particolarmente, mi sembra colga l'inconscio di chi indossa una maschera così ambigua
Ciao, un abbraccio e buon pomeriggio.
Antonella
Non so se avrò il tempo di andare a leggere il post di Audrey...(come ti ho già scritto sono troppo preso dal lavoro!), ma ti dico che a me affascina di più Pierrot...mi ricorda la mia adolescenza....Beh puoi comunque riferirlo ad Audrey?!...ahaha
RispondiEliminaCiao Antonella...a presto!
EliminaMa certo che lo riferisco ad Audrey!.
Mi raccomando Pino, non lavorare troppo,.
Ti lascio un altro link venerdì.
Ciao, a presto.
Antonella
Molto misteriosa questa maschera.
RispondiEliminaSaluti a presto.
EliminaSì è una maschera piena di mistero e ambiguità con tanti significati nascosti.
A presto.
Antonella
Hai fatto un lavoro davvero minuzioso, belle foto e un post completo di dettagli.
RispondiEliminaBuona serata, Stefania
Ciao Stefania, grazie. Sono completamente affascinata da questa maschera e di conseguenza mi è piaciuto molto preparare il post e cercare le fotografie.
RispondiEliminaCiao, buona serata.
Antonella
è la prima volta che sento parlare di questa maschera. Non la conoscevo.
RispondiEliminaSono contenta perchè ho imparato una cosa nuova.
Ciao, sono contenta anch'io,è bello quando, attraverso il blog, si impara qualche cosa che non conosciamo.
RispondiEliminaCiao, buona serata.
Antonella