"Vissuto durante gli anni burrascosi delle guerre civili, Lucrezio vide nelle dottrine di Epicuro un'alternativa ad un mondo fondato sulla violenza e sull'oppressione e la liberazione delle paure ataviche- la morte, l'al di là - che portano l'uomo all'infelicità.
Lucrezio tradusse questa filosofia in termini fantastici e visionari, guidandoci a contemplare la vicenda misteriosa ed esaltante dell'esistenza cosmica ed umana, del perpetuo divenire delle cose."
" Esempio raro, se non unico, di poeta che eleva la divulgazione scintifici- filosofica al rango di capolavoro immortale.
Poesia filosofica, poesia scientifica, poesia civile, ma sempre certo grande poesia, la sua "
( dalla prefazione di E.Boncinelli)
" Le cose piangono, perchè piangono?"
Buona settimana cara Antonella!
RispondiEliminaCiao Diana, buona settimana anche a te! Antonella
RispondiEliminache bel titolo. il Sapere è davvero fondamentale e noi abbiamo cosi tanto da imparare da questi illustri scrittori dell'epoca romana.
RispondiEliminaAria sempre di alta cultura qui, mia cara Antonella!
vaty
Ciao Vaty, mi fa tanto piacere quando passi da me. Mentre tu non c'eri ho scritto un post su un parco che si trova nella mia zona, te lo segnalo perchè penso che tu non abbia avuto modo di leggerlo e penso che possa interessarti. ciao, un abbraccio, Antonella.
RispondiEliminaCiao,il tuo blog è davvero interessante,mi piace tantissimo,complimenti!!!
RispondiEliminaDa oggi ti seguo con immenso piacere,se vuoi ed hai tempo passa da me :http://www.borderline83.blogspot.it/,
nel mio piccolo ho creato da poco un blog,che spero risulti interessante come il tuo ;-)
buona giornata
Ciao Audrey, benvenuta in questo mio piccolo spazio, mi fa tanto piacere conoscerti e sono felice che questo "posto" ti abbia fatta sentire a tuo agio. Prima di sera passo senz'altro da te, quindi..a presto.Ciao, Antonella
EliminaBellissimo il "De Rerum Natura". Ricordo quando lo studiai al liceo, imparai a leggerlo con la metrica e devo dire che la lettura in lingua originale è unica, dona una musicalità eccezionale. L'inno a Venere del proemio è una delle cose più belle che io abbia mai studiato, la parte in cui viene descritto l'incontro amoroso tra la dea e Marte è sensualità allo stato puro, per non parlare poi del cocetto di base che caratterizza questa parte iniziale dell'opera, l'idea cioè che Venere e quindi l'amore ha il compito di donare pace e sedare le guerre; una pace e una serenità iniziale poichè quella definitiva deriva dalla profonda conoscenza della natura stessa tanto cara a Lucrezio. Un'opera da leggere almeno una volta nella vita. Complimenti per il post Antonella, adoro quando si parla di letteratura!
RispondiEliminaBhè, sei bravissima, avresti dovuto scriverlo tu questo post! Sto trattando sul blog, ma proprio solo a livello di indicazioni di lettura, i classici del pensiero latini e greci prendendo spunto dai volumetti che escono allegati al Corriere. Anche a me Lucrezio piace molto, anzi è stato tema della tesina di Maturità e condivido che vada letta almeno una volta nella vita, anche se ritengo che i grandi libri vanno riletti più volte perchè non possono darci tutto in una sola lettura. Ciao, sono sicura che avrema parecchi argomenti di interesse comune, a presto, Antonella
EliminaCiao Antonella, quindi la serie continua, bello l'accostamento poesia/filosofia, poesia/scienza e poesia/civile ma pur sempre poesia.
RispondiEliminaDappertutto c'è poesia!
Ciao carissima Antonella!
Ciao Carla, sì la serie continua, caso mai quando non ne potete più me lo dite, per il momento mi sembra che questi post vengano letti volentieri. Anche a me piace molto l'accostamento della poesia con gli altri campi del sapere...ma come scrivevo sopra mi piace tanto Lucrezio! Adesso passo da te, ho visto un post che mi ispira tantissimo, a presto, un abbraccio, Antonella
EliminaStilicidi casus lapidem cavat... ottima iniziativa e passerò di qui quando posso per questi tuoi appuntamenti per la mente.
RispondiEliminaGrazie.
Paolo F.
Grazie...e benvenuto tutte le volte che vorrai passare. ciao, Antonella.
RispondiEliminaOh... ma sai che ho portato il libro V all'esame di Letteratura Latina, una vita fa? Lo avevo quasi dimenticato! Mi ricordo l'emozione della lettura, ma la paura dell'esame (con il prof. Gamberale) era tale che non credo di aver goduto davvero della bellezza del testo e delle idee espresse...
RispondiEliminaUn saluto Antonella e grazie.
Ciao, è sempre così la paura degli esami bloccava talmente tanto che non riuscivamo a godere la bellezza dei testi che avevamo sotto gli occhi. Mi piace tanto l'idea che i post che scriviamo servano anche a far riaffiorare ricordi lontani che altrimenti sarebbero rimasti sepolti per tanto altro tempo. Ciao, a prestissimo Antonella
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