venerdì 18 maggio 2012

" I giorni della tempesta " di Antonio Socci



E' uscito mercoledì in libreria il primo romanzo di Antonio Socci scrittore che ho molto apprezzato come saggista e giornalista e che sicuramente non potrà deludere come romanziere tenendo anche presente  il rigore storico che gli è proprio. In breve la trama: maggio 2015. In una chiesa di Roma un uomo bisbiglia in un confessionale un atroce peccato e poco dopo viene assassinato. La vittima è un prete che  ha sottratto un fascicolo segreto dagli archivi vaticani. Cosa conteneva di tanto prezioso? In questo romanzo basato su documenti reali Socci guida alla riscoperta di Maria Valtorta e traccia un filo rosso tra le origini del cristianesimo e il nostro fosco presente.






Per saperne di più...
"Dan Brawn, scansati e facci leggere il nuovo libro di Antonio Socci, I giorni della tempesta ( ed. Rizzoli 18 Euro).
Intanto il bestsellerista americano è grossolano, mestatore di religioni e magia, carte e pettegolezzi, congetture e teorie del complotto, nonchè narratore quadrato e prevedibile, altrettanto Socci è uno scrittore integralmente cristiano pure quando,come con questo romanzo, non prende di mira l'obiettivo di avvincere il lettore. Già in passato Socci ha dimostrato di non tenere in gran considerazione i luoghi comuni, le buone forme sclerotizzate, suscitando scandalo in chi vorrebbe che i cristiani se ne stessero nel chiostro a snocciolare il rosario, mentre una passione che vorremmo definire violenta lo ha spinto sempre a sparigliare, e anche questo libro ne è un segno.
Soprattutto lo è per il contenuto, che tratta di un argomento solido benchè controverso, fondato su documenti esistenti e riscontrabili: la questione della collocazione delle spoglie di Simon Pietro, il pescatore di Cafarnao che fu il primo Vescovo di Roma.
L'indagine che Socci ha svolto è presentata in forma romanzesca, ma tutte le citazioni, i rimandi alle fonti e molte delle numerose spiegazioni sono ricavate da documenti esistenti. Non c'è nessuna fumisteria superstiziosa, e ben poco di quell'infantile gnosticismo per adolescenti che ha contribuito al successo  del " Codice da Vinci".




E spariglia, Socci, anche perchè il personaggio centrale del romanzo non è il narratore,  Don Michele, visibile alter ego dell'autore (condividono anche il compleanno), il sacerdote detective  che nel 2015 alla morte di papa Bonifacio X, esplora le catacombe di Roma mentre sulla Chiesa incombe la peggiore minaccia dall'epoca di Nerone ( l'otto per mille è stato abolito e incamerato dallo Stato su richiesta della Banca Centrale Europea, l'insegnamento della religione fuori legge, il segreto della confessione proibito) bensì una mistica, Maria Valtorta, della quale le gerarchie vaticane hanno sempre diffidato e, insinua Socci, in parte potrebbero essersi serviti. Serbbene , sia chiaro, solo "ad maiorem Dei gloriam".
La straordinaria figura della Valtorta è riassunta da Agnese, giovane studiosa che affianca don Michele nella sua inchiesta: "nasce il 14 marzo 1897. Il padre è un ufficiale, uomo buono e per bene, che a causa del lavoro dovrà trasferirsi molte volte con la famiglia. La madre, insegnante, ha invece un carattere molto duro e difficile che provocherà molte sofferenze a Maria. Dal 1913 i Valtorta abitano a Firenze (...) scopre la bellezza della città e durante la Prima Guerra Mondiale fa l'infermiera volontaria. Era una militante di Azione Cattolica (...) nel 1920, durante una manifestazione, un rivoluzionario assesta una mazzata alla schiena della povera ragazza, che si trova lì per caso, ponendo le condizioni della sua successiva immobilità. Dal primo aprile 1934 fino alla morte, il 12 ottobre 1961, trascorre 27 anni inchiodata al letto (...). La svolta nella sua vita avviene nella primavera del 1943 (...). La mattina del 23 aprile 1943, il Venerdì Santo, la voce di Gesù entra nella sua vita. E inizia  per lei una frequentazione soprannaturale quotidiana fatta di locuzioni interiori visioni e dettati che impegna - già sofferente in quel letto -in un lavoro di trascrizione immane: circa quindicimila pagine manoscritte.




Da questa enorme mole viene ricavata l'opera principale, in dieci volumi, " L'Evangelo come mi è stato rivelato", che ha un destino curioso. Questa sorta di quinto vangelo scritto da una mistica semiparalizzata viene letto da papa Pio XII  che, pur con prudenza, ne da parere positivo e ne suggerisce la pubblicazione . Ma solo un anno dopo, nel 1949, il Sant'Uffizio lo blocca e nel 1959, sette anni prima della sua abolizione, viene addirittura messo all'Indice dei libri proibiti, non per cause dottrinali, dice Socci per bocca di Agnese, ma "per meri motivi disciplinari che già allora erano incomprensibili e oggi appaiono del tutto inesistenti, tanto che in pratica sono decaduti." Ma cosa c'è di tanto scottante nel libri e nel mare magnum dei quaderni della mistica?




Ritorniamo alla questione del sepolcro di Pietro, che la tradizione situa sotto l'altare della Confessione della Basilica di San Pietro, pietra angolare della Chiesa di Roma. Riportando un articolo uscito sull'"osservatore Romano" del 24 ottobre 2008, a firma di Carlo Carletti, specialista di archeologia cristiana, Socci sgombra il campo da ogni dubbio: lì Pietro non c'è. Al tempo della sua morte, quello era "ager publicus", sul ciglio della strada Cornelia, "letamaio pagano" riservato ai culti di Apollo., Mitra, Cibele, dove gli adoratori praticavano riti innominabili, "bagni nel sangue caldo delle vittime".
Inconcepibile che la comunità cristiana, che tanta cura poneva nella sepoltura dei loro martiri, potesse mai farvi riposare Pietro. Poi, come una disvelazione arrivano i brani dai quaderni di Maria Valtorta, dove la mistica riporta le " espressioni di Gesù" intorno alla sepoltura petrina, richiesta in tal senso dallo stesso Vaticano che, in quel 1948, già da nove anni aveva avviato una ricognizione archeologica nelle viscere di San Pietro.




Esitiamo se rovinare al lettore il gusto di apprendere da sè la verità secondo la mistica, sospenda qui se non vuole sapere.
Nel romanzo, la questione del  luogo della sepoltura di Pietro ha una molteplice funzione: un occasione per ripercorere secoli di storia cristiana, per riflettere sul valore delle reliquie e dei segnacoli, per interrogarsi sul ruolo attuale del pontificato nel suo legame con la tradizione. Ma non c'è dubbio che, dietro la ricchezza di elementi storici e rompicapo archeologici, il cuore di Socci batta per Maria Valtorta, che riferendo in un quaderno del 1948 delle "successive traslazioni delle spoglie di Pietro", rivela, come una cristiana Sibilla, il sepolcro ultimo nella catacomba dei santi Pietro e Marcellino, sull'attuale via Casilina: "da quanto ho visto deduco: 1)  che San Pietro dopo morto fu portato all'Ostriano in un primo loculo presso la tomba di Tito  e Marcelliano o Marcellino. 2 ) che questa chiesa sotterranea corrispondeva al punto su cui picchiò San Pietro.
3) che da lì, con o senza i compagni, venne traslato in un'altra cripta molto più verso la città. Forse avevano spinto le gallerie dell'Ostriano fin lì. Certo è che io vedo in questa seconda chiesa una lapide con su scritto Marcellino, ma mi stupisce vederne un'altra  con su simboli cristiani ma senza nome. Prudenza? O loculo non ancora finito? Non so e nessuno me lo dice"
( Giordano Tedoldi, Libero del 16 maggio 2012)



14 commenti:

  1. Grazie dell'informazione!! Una buona giornata e felice fine settimana....ciao

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  2. C
    Ciao Giancarlo, buon fine settimana anche a te. Il libro penso che sia bella, nel mare magnum di scrittori improvvisati secondo me Socci e un giornalista e scrittore di grande spessore. Ciao, Antonella

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  3. Grazie Antonella per questo articolo di Giordano Tedoldi, che mai avrei avuto occasione di leggere. Bello questo post con illustrazioni adeguate. Penso proprio che comprerò il libro. Non mi piace più leggere romanzi, ma questo non è poi del tutto tale.Condivido su FB il tuo post. Ciao.
    Paola

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    1. C
      Ciao Paola, sono contenta che pubblicandolo ti ho dato l'opportunità di leggerlo. Come genere di romanzo non e assolutamente il mio, però per me Socci è una garanzia di cose fatte come si deve e poi il fondamento storico, da quanto leggo nell'articolo, ne fa quasi una ricerca più che un romanzo. Sono contenta che vieni spesso a visitare il mio blog, ciao, a presto, Antonella

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    2. Cara Antonella, mio marito mi chiama il "Mago di Napoli" per prendermi in giro quando credo di sapere qualcosa che lui non sa. Ora io so e lo aspetto per dirglielo. Un indizio tuo, una ricerca mia e ho scoperto che conoscevo bene i tuoi genitori, sono stata a pranzo da loro e siamo anche stati insieme al lago parecchi anni fa. Ora sono doppiamente contenta di averti incontrata qui.
      Un abbraccio. Paola

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    3. C
      Ciao cara Paola, allora io avevo capito giusto? Però come sono strane a volte le cose, ci si va ad incontrare su un blog, così per caso tra altre migliaia di persone e alla fine si scopre che c'era già una sorta di famigliarità. Sono felicissima anch'io di averti incontrata qui. Sai che non ho mai sentito questa espressione " Mago di Napoli", a cosa si riferisce? Ho chiesto anche a mio marito ma anche lui non l'aveva mai sentita e, ti dirò, mi piace proprio. Ciao, ricambio il tuo abbraccio Antonella

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  4. Ciao Antonella,bel post!!!mi hai incuriosita lo leggerò quando finisco i miei libri sul comodino ;-)
    buon week-end

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    1. c
      Ciao Audrey, ma tu ci riesci, qualche volta, a finire i libri sul comodino? Io per uno che ne tolgo tre ne metto! Anch'io ho già richiesto un libreria questo libro, non vedo l'ora di averlo tra le mani. Ciao, buon fine settimana anche a te. Antonella.

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  5. Ciao, Antonella! Mi hai incuriosita tantissimo, la sinossi del libro è molto interessante. Dopo che l'avrai letto, facci sapere la tua opinione. Buona lettura e buon fine settimana. Un caro saluto!

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  6. C
    Ciao Valeria, il libro non l'ho ancora, abito in un centro molto piccolo quindi. non avendo in programma di andare in città nel fine settimana, l'ho dovuto ordinare alla libraia, mia cugina, per averlo dovrò aspettare qualche giorno poi vi faccio sapere. Ciao buon fine settimana, Antonella.

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  7. Mi raccomando facci sapere del libro.... bè vivi inun piccolo centro ma hai a due passi una delle pasticcerie più favolose del mondo.... "dolci capricci" ... quando ci vai pensa un pochino a me! Ti abbraccio e buon fine settimana

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  8. c
    Ciao Diana, appena lo leggo vi dico non sarà una cosa velocissima perchè sono ancora alle prese con le Confessioni di un Italiano che , per quanto bellissimo, non è proprio un lettura veloce Riguardo alla pasticceria questa volta non mi trovi proprio d'accordo...sicuramente non è tra le mie preferite! Ieri sì che ho mangiato due dolci stupendi, ma racconterò questa serata in un post. Ciao, buon fine settimana, un abbraccio Antonella

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  9. ben altra recensione: http://malvinodue.blogspot.it/2012/05/da-buttare.html

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  10. c
    Ciao, sono andata a leggere, ognuno ha le sue opinioni. Personalmente considero Socci un grande giornalista

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")