Si parte con Platone con l'"Apologia a Socrate" e il "Critone", prefazione di Giovanni Reale (che nostalgia, era il mio professore di filosofia antica all'università!).
"Nel 399 a.C. ad Atene fu celebrato il processo politico più famoso di tutti i tempi. In un clima politico e ideologico ancora arroventato dopo la tragica fine della guerra del Peloponneso e la sanguinosa caduta dei Trenta Tiranni, Socrate fu accusato di empietà e corruzione dei giovani e condannato a morte.
L'Apologia di Socrate tramanda il discorso con cui il filosofo orgogliosamente rivendicò, nel processo, i suoi meriti nei confronti della città e l'ideale di giustizia secondo cui aveva sempre vissuto. Un ideale di cui diede una fulgida prova anche nelle sue ultime ore, rifiutando la fuga che l'amico Critone gli offriva nel dialogo omonimo perchè avrebbe rappresentato la sconfessione di tutta una vita tesa alla ricerca del bene e della virtù".
" A coloro che lo condannavano a morte esprimeva, infine, una verità di straordinaria profondità: uccidendo un uomo, non si uccide, insieme a lui, l'idea che ha creato e portato in atto." (dalla prefazione di G.Reale)
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