mercoledì 11 giugno 2014

Fatterellando: Botticelli, L' Allegoria della Primavera




Giorgio Vasari. l'autore delle Vite d' più eccellenti architetti, pittori et scultori italiani da Cimabue insino 'a tempi nostri -  pubblicate a Firenze in due edizioni ( 1550 e 1568 ) -e riconosciuto come primo storico dell'arte in senso moderno, usa per Botticelli espressioni che ne confermano la fama e l'apprezzamento raggiunti a quei tempi;ciò che però qui pare interessante è l'insistenza posta su un aspetto della personalità del pittore,dipinto come una "persona sofistica ", dotato di un cervello " sì stravagante ".
Vasari, inoltre, pone all'inizio della biografia botticelliana una sorta di reprimenda, in cui viene addebitata al pittore l'incapacità di aver avuto lungimiranza nella gestione delle ricchezze derivanti dal proprio lavoro e di aver subito, in vecchiaia, l'ingiuria della povertà.






Crediamo che queste notazioni sulla " stravaganza ", che potrebbe forse tradursi in" ricercatezza mentale ", e sull'umanità di Botticelli vadano lette sia come una precisa contestualizzazione dell'artista  nel milieu culturale del neoplatonismo nella Firenze di fine Quattrocento, sia come la difficoltà, già a partire dal Vasari di penetrare la profondità dei significati che caratterizzano l'opera del pittore.
Certo è che la fluidità della linea, il tratto elegante dei dipinti venivano apprezzati come aspetti salienti e qualificanti della pittura di Sandro. Seguirà un lungo periodo di oblio, riscattato solo alla metà del XIX secolo, quando la critica di impostazione preraffaelita e poi decadente, da John Ruskin a Dante Gabriel Rossetti fino a D'Annunzio, riconobbe nelle soluzioni formali di Botticelli, nelle vaghe figure femminili acconciate di " foglie e fiorellini / come la donna dell'allegoria / che apparve in sogno a Sandro Botticelli (...)" ( D'Annunzio, Chimera, 1889 ) il modello della melanconica bellezza aristocratica del tempo.






Ci occupiamo del periodo dal 1470 al 1482, caratterizzato da una crescente fama, segnato dalle prestigiose committenze connesse in modo diretto alla famiglia Medici o ad altre ad essa legate; ai primi anni settanta infatti datano i rapporti con l'ambiente mediceo, dove, nel palazzo di via Larga, in città e nella villa suburbana di Careggi, si compivano profonde riflessioni filosofiche in chiave neoplatonica e si intrecciavano stimolanti connessioni culturali.. Fu Cosimo il Vecchio a volere  la creazione dell'Accademia neoplatonica, un luogo - la villa di Careggi -un luogo nel quale gli intellettuali potessero dedicarsi a tempo pieno alla lettura, allo studio e alla traduzione dei testi greci e latini e incontrarsi per discutere; l'animatore di questo centro culturale d'elite fu Marsiglio Ficino il quale scrisse il commento al Simposio di Platone e diede alle stampe la Theologia platonica. Tale era l'interesse per l'antico filosofo greco che ogni anno il 7 novembre, sua presunta data di nascita, veniva allestito a Careggi un sontuoso banchetto.






E' facile immaginare i discorsi che in quelle occasioni, ma non solo, si saranno incrociati intorno al desco:
si sarà discusso dell'immortalità dell'anima e del suo tendere verso Dio spinta dalla forza dell'Amore, depurato da ogni connotazione troppo carnale. Anzi la bellezza terrena era considerato uno dei più potenti mezzi di accesso alla contemplazione di quella divina, che coincideva anche con il Bene. Il rapporto assai stretto che legava le cose terrene a quelle divine trovava nell'uso del simbolo e dell'allegoria uno dei canali privilegiati di comunicazione, anche visiva. L'arte poteva dunque essere utile per stimolare sensazioni sia legate al mondo del Bello sia per portare la conoscenza ad un livello superiore, attraverso lo sforzo interpretativo dei simboli utilizzati.







Botticelli partecipava direttamente a questo ambito culturale e ne divenne anzi il pittore ufficiale, elaborando le trascrizioni figurative più esaurienti del complesso di concetti neoplatonici. In questo senso andrà letta
la serie mitologica  che comprende La Venere, L'Allegoria della Primavera, e La nascita di Venere, alcune delle opere più celebrate del pittore, per il quale la natura in tutte le sue manifestazioni diventa specchio dell'Idea superiore che ha governato la creazione.. In questo contesto, secondo la riscoperta autorità di Platone, anche le divinità dell'antichità assumono nuova importanza, perchè diventano simboli di alta espressione intellettuale e vengono quasi rese "storiche ", nel senso che testimoniano le varie tappe dello sviluppo intellettuale, attraverso le quali gli uomini del passato hanno teso alla più profonda comprensione dell'armonia universale. Questo dunque il contesto in cui nasce L'Allegoria della Primavera e le altre opere di tema mitologico - ermetico dei primi anni ottanta, opere nelle quali il pittore e il cenacolo di cultura cui apparteneva esprimevano concretamente la possibilità di realizzare  un principio di bellezza valido, sia moralmente che esteticamente. Si trattava di esprimere fiducia nel pensiero già formulato nell'antichità classica e sintetizzato nel celeberrimo Kalòs kaì agathòs.







Un tono da racconto collocato al di là del tempo reale, in un'atmosfera di favola mitologica, 
la natura entro la quale si compie una sorta di riro pagano sono riconoscibili in uno dei più celebri
 dipinti botticelliani, quell' Allegoria  della Primavera ( Firenze, Galleria degl Uffizi ), sulla quale intere 
generazioni di storici,, letterati, storici dell'arte si sono cimentati. La critica pare ormai abbastanza concorde 
nel collegare questo dipinto  a Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici. uno dei figliocci di Lorenzo
il Magnifico. Le ragioni della committenza sembrano sottrarsi a tutt'oggi a ogni certezza; ciò che appare assodato è la centralità del ruolo attribuito a Venere e il legame con quel circolo di idee neoplatoniche 
condiviso presso la corte medicea.






Il dipinto è stato realizzato con estrema cura, a cominciare dalla sistemazione delle assi che
formano la tavola di notevoli dimensioni. Su essa Botticelli, prima di dipingere, ha steso due diversi 
tipi di preparazione: beige chiara per le figure, nera per la vegetazione, quindi ha sovrapposto diversi
strati trasparenti di tempera, con un effetto di grande leggerezza.







Venere è anche fisicamente collocata al centro del dipinto e dinanzi a un mirto, pianta a lei 
tradizionalmente sacra; si è immersi in una sorta di paradiso mitologico, in cui, sulla destra Zefiro,
il vento primaverile è raffigurato nell'atto di afferrare la ninfa Clori che sta per fuggire






 e dalla cui bocca escono i fiori che si depositano sul trasparente abito di Flora






Secondo una suggestiva ipotesi, il dipinto potrebbe essere anche una sorta di calendario
abbraviato che celebra i mesi della Primavera e dell'estate, da febbraio ( Zefiro ) a settembre
( Mercurio ), augurando così al committente una Primavera senza fine.















A sinistra le Tre Grazie, le ancelle di Venere, intrecciano una danza.
Secondo la tradizione antica  sono rappresentate come fanciulle, vestite di un leggero abito 
di velo






Che intrecciano le mani a simboleggiare il principio base dell'amore,cioè la Liberalità:






quello che una di esse dà è ricevuto dall'altra e restituito, accresciuto, all'ultima,
in un cerchio di generosità senza fine.







Vi si possono anche leggere i tre aspetti con cui l'Amore è inteso nella filosofia neoplatonica di
Marsilio Ficino, diffusa nella cerchia intellettuale dei de' Medici






la fanciulla più vicina a Venere rappresenta Castità, quella al centro Bellezza e l'ultima 
Voluttà, contro cui Cupido scaglia la sua freccia.











Accanto a loro Mercurio allontana le nubi con il caduceo, suo tipico attributo.












In alto, sopra Venere, Cupido, il dio dell'Amore, lancia i suoi dardi verso una delle Grazie.







Alle spalle dei personaggi si trova una quinta arborea di aranci,





mentre un tappeto erboso intessuto da decine e decine  di fiori costituisce il piano
su cui le figure sembrano muoversi danzando.





L'attenzione con cui Botticelli ha descritto le infinite specie di fiori e piante presenti
nel dipinto sembra nascondere una complessa simbologia matrimoniale.






I fiordalisi blu che ornano la testa di Flora, assieme a margherite e non ti scordar di me, 
alludono alla donna amata,






I fiori d'arancio sugli alberi simboleggiano il matrimonio, mentre la  borrana che si scorge
sul prato è un augurio di felicità










Dare un significato ultimo ed univoco alla scena descritta è un'impresa inesauribile; anche
l'identificazione dei personaggi, che sembra unanimemente accettata dalla critica, è stata ultimamente messa in discussione da una recente, affascinante e precisa rilettura, che propone di interpretare il soggetto non tanto come Allegoria dell Primavera, quanto come Le nozze di Filologia e Mercurio.
Rimane indiscussa la collocazione dell'opera entro un complesso insieme di rimandi culturali al tema dell'Amore, così come non può essere discussa la matrice neoplatonica che la informa, nè la straordinaria qualità esecutiva: oltre alla disarmante minuzia descrittiva di fiori e piante va rimarcato il rapporto formale con la scultura sia classica, di cui anche a Firenze esistevano importanti esemplari, che contemporanea al Botticelli, dal David del Verrocchio al Pollaiolo, cui va riferita anche la particolare tensione conferita alla linea, che crea il ritmo dolce e pacato delle figure e ne sostanzia i reciproci rapporti.
La datazione di un'opera così complessa è tutt'altro che unanime, per motivi stilistici pare convincente una datazione intorno al 1482, cioè dopo l'esperienza romana.



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La curiosità di Antonella






Imballata in una cassa blu, è arrivata a Biella, la «Venere» di Sandro Botticelli,
 che rimarrà esposta fino al 7 settembre al Museo del Territorio. 
L’eccezionale esposizione dell’opera, che rappresenta il primo tassello del terzetto 
«mitologico» dell’artista, completato dalle più celebri «La Primavera» e «La nascita di Venere», 
fa parte del grande progetto «La Sabauda in tour per le città». 
In occasione del restauro della galleria torinese, i pregevoli capolavori da essa custoditi
 stanno infatti trovando ospitalità in quattordici città del territorio regionale. 
Per la «Venere» si tratta di una sorta di «ritorno» a Biella: il dipinto fa infatti parte delle opere che l’imprenditore biellese Riccardo Gualino donò alla Galleria Sabauda nel 1930. 
La mostra dedicata a Botticelli e alla sua epoca , curata da Omar Ronda, è stata inaugurata
il 29 maggio.






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Come sapete Fatterellando viene scritto a quattro mani da Audrey e da me
quindi per leggere tutto sul terzo dipinto mitologico di Botticelli
" La nascita di Venere " vi invito a passare dal blog Borderline






( fonti: AA.VV., Botticelli, ed Skira.
AA.VV., I Grandi Musei del Mondo/ Galleria degli Uffizi
Mina Gragori, Uffizi e Pitti, I dipinti delle gallerie fiorentine ed, Magnus )
( immagini dal web )




































18 commenti:

  1. Ciao Antonella,
    visto pubblicato è stupendo. Preparare questo post per fatterellando è stato duro e impegnativo, però ne è valsa la pena considerando il risultato. Ora però dobbiamo metterci al lavoro e preparaci per il prossimo imperdibile appuntamento ;)
    Un bacione e grazie per questa bella collaborazione

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    1. Ciao Audrey, devo confessare che tra tutti i Fatterellando che abbiamo scritto questo è quello la cui preparazione mi ha appassionata di più. Amo molto l'arte e "ristudiare " le cose mi ha riempita di entusismo...sì, questa volta è stato duro e faticoso ma il risultato è, a mio parere, eccellente.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  2. Un post meraviglioso, quanto siete brave!
    Un abbraccio e buona giornata da Beatris

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    1. Grazie Beatris, è stato bellissimo preparare questo post anche se molto impegnativo, grazie per averlo apprezzato.
      Buona serata, un abbraccio.
      Antonella

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  3. Cara Antonella ,immagini stupende e bellissimo post. Un abbraccio

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    1. Grazie Cettina, è un quadro davvero meraviglioso. Sono stata a Biella a vedere la Venere e anche quel dipinto è splendido, davvero un grande il Botticelli.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  4. Ottimo post dedicato al grande maestro Botticelli! meraviglioso!
    Abrazos!

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    1. Ciao Leovi, grazie, sono contenta che ti sia piaciuto, è stato impegnativo e bellissimo prepararlo. Sì, Botticelli è stato davvero un grande maestro.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  5. Quante cose interessanti ci hai raccontato e con dovizia di particolari. Immagino sia stato impegnativo, ma bello..perchè nel preparare questi post si ha l'opportunità di approfondire le nostre conoscenze...Mi è piaciuto molto. Il tuo soffermarti sui particolari mi ha dato l'opportunità di scoprire cose che non sapevo...
    Passa una buona serata, un abbraccio Stefania

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    1. Ciao Stefania, hai ragione, prepararlo è stato impegnativo ma anche molto bello. Avevo il tavolo della sala da pranzo pieno di volumi d'arti, mi sembrava di essere tornata ai tempi in cui studiavo...mi è piaciuto molto ed è servito ad arricchirmi di informazioni che non conoscevo o che avevo completamente dimenticato.
      Buona serata e un abbraccio.
      Antonella

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  6. Ci hai fatto scuola d'arte con questo bellissimo post.E' interessantissimo leggere con dovizia di particolari
    "La primavera" di Botticelli",un'opera stupenda.
    Grazie Antonella, un abbraccio e ora vado da Audrey
    Dani

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    1. Ciao Daniela...sì, un'opera stupenda. Adesso che l'ho studiata nei dettagli per preparare il Fatterellando mi piace ancora di più perchè ho scoperto tante cose che non sapevo. Se ho capito bene tu vivi nella zona di Novara...non perderti la Venere esposta a Biella...ne vale pena!
      Ciao, un abbraccio.
      Antonella

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  7. La mia visita è causata da un consiglio di Daniela di leggere questo blog.
    Veramente un ottimo lavoro.
    Ciao.

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    1. Ciao Gus, benvenuto e grazie, fa piacere quando il proprio lavoro viene apprezzato.
      Ti auguro una buona serata.
      Antonella

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  8. un post entusiasmante e davvero ben scritto. Un argomento interessante e pieno di fascino e cultura. Dopo essermi divertito ed erudito con Audrey sono passato da te per completare l'opera e ne è valsa la pena.

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    1. Ciao, grazie della tua visita e dell'apprezzamento a questo post, un argomento affascinante sul quale Audrey ed io abbiamo lavorato parecchio e dal quale abbiamo tratto grande soddisfazione e non ti nascondo che sono felice dell'accoglienza positiva che ha avuto.
      Ti auguro una buona serata.
      Antonella

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  9. Sebbene sia lungo ho letto con avidità questo magnifico post... buon week-end Antonella !!!

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    1. Ciao Renata, come sempre i Fatterellado risultano un po' lunghi...ma d'altra parte sono post in cui Audrey
      ed io ci proponiamo di approfondire in modo esauriente un argomento. Preparare questo Botticelli è stato interessantissimo e, naturalmente, sono felice che tu ne abbia apprezzato in risultato.
      Buon fine settimana, un abbraccio.
      Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")