mercoledì 27 marzo 2013

La Sacra Sindone

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Quando si affronta la problematica relativa all'"oggetto" Sindone, la regola d'oro è quella di aggiornarsi sulle fonti scientificamente documentate. Perché una tale introduzione?
Sembra pleonastico dirlo ma se, senza implicazioni di carattere religioso, si vuole incominciare con serietà ad approfondire la conoscenza di questo affascinante e misterioso reperto archeologico, è consigliabile (e direi anche serio) leggere primariamente quanto è stato scritto dagli scienziati di varie discipline che negli anni hanno avuto modo di poter effettuare delle analisi dirette sul reperto.
Le loro conclusioni sono state pubblicate su riviste scientifiche e quindi godono della massima autorevolezza. Da sempre, infatti, l'editoria è costellata da libri dall'evidente mira sensazionalistica o peggio è teatro di incredibile disinformazione. Televisione, radio e rotocalchi scandalistici ripropongono a cadenza annuale le solite e vecchie teorie sulla presunta fabbricazione della Sindone da parte di Leonardo da Vinci oppure sull'uso di un bassorilievo riscaldato per produrre l'immagine sindonica da parte di un ignoto artista del medioevo. Alcuni autori, soprattutto di area britannica, hanno dato un decisivo incremento al loro conto in banca "inventandosi" divertenti storielle su cavalieri templari e altro.






La panoramica è spesso desolante. E' doveroso anche aggiungere che, a volte, sono proprio gli stessi studiosi della Sindone a proporre teorie e dati non proprio ortodossi. Se si vuole avere un opinione completa e oggettiva su di un argomento discusso come questo è bene avere il punto della situazione. 
Molti hanno sentito parlare della Sindone come del possibile lenzuolo funerario in cui fu avvolto Gesù dopo la sua crocifissione. Altri, oltre a questo, sono rimasti colpiti dalle notizie riguardanti le monetine sugli occhi o l'analisi del DNA. Vedremo che il "documento" Sindone offre invece molte altre peculiarità di possibile autenticità. Buon approfondimento.






La Sindone è un lenzuolo di lino che ha certamente avvolto il cadavere di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso con chiodi, trapassato da una lancia al costato. Le evidenze oggettive riscontrabili sulla Sindone sono di due tipi fondamentali: le tracce ematiche (sangue umano, gruppo AB negativo, DNA maschile) e l'immagine impressa sulla stoffa, detta immagine sindonica. Al momento nessuno studioso ha saputo indicare, con certezza scientifica, un metodo conosciuto che possa produrre una figura come quella della Sindone. Mentre le tracce di sangue risultano comprensibilmente state assorbite dal telo a contatto con le ferite stesse, la formazione dell'immagine sindonica risulta difficilmente spiegabile. Dopo l'intervento di restauro dell'estate 2002, le nuove misure comunicate ufficialmente sono 442 cm per 113 cm.
La medicina legale ci dice che le macchie di sangue e di siero presenti sul tessuto sono irriproducibili con mezzi artificiali. È sangue coagulatosi sulla pelle di un uomo ferito e ridiscioltosi a contatto con la stoffa umida (fibrinolisi). Si tratta di sangue umano maschile di gruppo AB che all'analisi del DNA è risultato molto antico.






Oltre al sangue, sulla Sindone c'è l'immagine del corpo che vi fu avvolto. Questa immagine, dovuta a degradazione per disidratazione e ossidazione delle fibrille superficiali del lino, è paragonabile ad un negativo fotografico. È superficiale, dettagliata, tridimensionale, termicamente e chimicamente stabile. È stabile anche all'acqua, non è composta da pigmenti, è priva di direzionalità e non è stato ancora accertato se sia stata provocata dal semplice contatto del corpo con il lenzuolo o per altri fattori ancora irrisolti. I suoi chiaroscuri sono proporzionali alle diverse distanze esistenti fra corpo e telo nei vari punti di drappeggio. L'esame della Sindone mostra, senza alcun dubbio, la perfetta corrispondenza tra la descrizione delle torture subite da Gesù e le evidenze oggettive riscontrabili nel telo: sono ben evidenti, ad esempio, i segni prodotti dalla "corona di spine", la ferita al costato e nei polsi, oltre 120 ferite da flagello sulla schiena, sui glutei e sulle gambe, la posizione sollevata del petto indice di difficoltà respiratoria dovuta alla crocifissione, la particolare posizione dei piedi, tipica dell'inchiodamento. Non solo, molti studiosi concordano sul fatto che le ferite ai polsi sono state inferte su un uomo vivo, mentre la ferita al costato è stata inferta su un cadavere.
Sotto le macchie di sangue non esiste immagine del corpo: il sangue, depositatosi per primo sulla tela, ha schermato la zona sottostante mentre, successivamente, si è formata l'immagine.






L'immagine non è stata prodotta con mezzi artificiali. Non è un dipinto né una stampa: sulla stoffa è assente qualsiasi pigmento. Non è il risultato di una strinatura prodotta con un bassorilievo riscaldato: le impronte così ottenute passano da parte a parte, tendono a sparire, hanno diversa fluorescenza e non hanno caratteristiche tridimensionali paragonabili a quelle della Sindone.






Il meccanismo fisico-chimico all'origine dell'impronta

Si può ipotizzare un meccanismo come un fiotto di radiazione non penetrante che si attenua con il passaggio nell'aria, che diminuisce con la distanza.
La manifattura rudimentale della stoffa, la torcitura Z (in senso orario) dei fili, la tessitura in diagonale 3 a 1, la presenza di tracce di cotone egizio antichissimo, l'assenza di tracce di fibre animali rendono verosimile l'origine del tessuto nell'area siro-palestinese del primo secolo.
Altri indizi: grande abbondanza di pollini di provenienza mediorientale e di aloe e mirra; la presenza di un tipo di carbonato di calcio (aragonite) simile a quello ritrovato nelle grotte di Gerusalemme; possibili tracce sugli occhi di monete coniate il 29 d.C. sotto Ponzio Pilato; una cucitura laterale identica a quelle esistenti su stoffe ebraiche del primo secolo rinvenute a Masada, un'altura vicina al Mar Morto.






Nel Medio Evo erano completamente ignorate le conoscenze storiche e archeologiche sulla flagellazione e la crocifissione del I secolo, di cui si era persa la memoria.
L'eventuale falsario medievale non avrebbe potuto raffigurare Cristo con particolari in contrasto con l'iconografia medievale: corona di spine a casco, trasporto sulle spalle del solo patibulum (la trave orizzontale della croce), chiodi nei polsi e non nelle mani, corpo nudo, assenza del poggiapiedi. Inoltre avrebbe dovuto tener conto dei riti di sepoltura in uso presso gli ebrei all'epoca di Cristo.
Lo stesso falsario avrebbe dovuto immaginare l'invenzione del microscopio, avvenuta alla fine del XVI secolo, per aggiungere elementi invisibili ad occhio nudo: pollini, terriccio, siero, aromi per la sepoltura, aragonite.
Il falsario avrebbe dovuto conoscere la fotografia, inventata nel XIX secolo, e l'olografia realizzata negli anni '40 del XX secolo. Avrebbe dovuto saper distinguere tra circolazione venosa e arteriosa, studiata per la prima volta nel 1593, nonché essere in grado di macchiare il lenzuolo in alcuni punti con sangue uscito durante la vita ed in altri con sangue post-mortale; rispettando inoltre, nella realizzazione delle colature ematiche, la legge della gravità, scoperta nel 1666.






Ammessa la conoscenza di tutte queste nozioni scientifiche, l'ipotetico contraffattore avrebbe dovuto avere la capacità ed i mezzi per produrre l'oggetto. È inconcepibile che un falsario di tale sovrumana levatura sia rimasto completamente sconosciuto a contemporanei e posteri dopo aver prodotto un'opera così perfetta; egli avrebbe però utilizzato una stoffa appena uscita dal telaio, e quindi medievale, vanificando tutti i suoi poteri di preveggenza sulle future scoperte scientifiche.
Anche altri particolari, come l'apparente assenza dei pollici e la posizione più flessa di una gamba, sono in sintonia con le antiche raffigurazioni del Cristo morto, ma difficilmente riproducibili con un qualsiasi cadavere.
Procurare alla vittima, ormai deceduta, una ferita del costato con una lancia romana, facendone uscire sangue e siero separati, non è assolutamente un esperimento facile da compiere. Altrettanto arduo sarebbe stato mantenere il cadavere avvolto nel lenzuolo per una trentina di ore impedendo il verificarsi del fenomeno putrefattivo, processo accelerato dopo decessi causati da un così alto numero di gravi traumi.







Un'altra difficoltà, ma non di minor peso, sarebbe stata quella di prevedere che da un cadavere si potesse ottenere un'immagine così ricca di particolari; infine, sarebbe impossibile togliere il corpo dal lenzuolo senza il minimo strappo o il più lieve spostamento che avrebbero alterato i contorni delle tracce di sangue. La realizzazione artificiale della Sindone è impossibile ancora oggi; a maggior ragione nel medio evo.
La domanda fondamentale che incuriosisce tutti è evidente: chi è l'uomo della Sindone?
 La possibilità che sia Gesù è altissima, ed è proprio questo che disturba maggiormente. Riconoscere la Sindone come il lenzuolo che avvolse Gesù significa anche riconoscere la veridicità del Vangelo nel quale troviamo una descrizione della passione di Gesù Cristo in pieno accordo con segni scoperti sulla Sindone. Il problema era già emerso a inizio secolo dopo le prime fotografie di Secondo Pia e chiaramente evidenziato da Yves Delage, patologo francese, agnostico, membro dell'Accadémie des Sciences.
Dopo aver analizzato i negativi di Secondo Pia e rimasto impressionato dall'analogia esistente tra quell'immagine e la descrizione della morte di Gesù riportata dai Vangeli, disse: "se si trattasse di Sargon, di Achille o di un faraone, nessuno avrebbe pensato a fare obiezioni ... io riconosco Cristo come personaggio storico e non capisco come qualcuno possa trovare scandaloso che tuttora esistano tracce materiali della sua vita ...".






Quello che è certo è che la Sindone non è un falso. "È certo che è un'immagine che non lascia indifferente nessuno" - affermò il cardinale Anastasio Ballestrero, già arcivescovo di Torino e custode della Sindone - "È un'immagine che emoziona e sorprende e che suscita interrogativi profondi".






Ostensione televisiva del 30 marzo

Il motivo per cui ho deciso di scrivere questo post è che sabato 30 marzo  ci sarà 
un'ostensione televisiva in mondo visione della Sacra Sindone.
E qui , indipendentemente  da quello che la scienza ci può raccontare, entra in gioco la fede.
Da quando sono adulta non sono mai mancata ad un ostensione, dalla prima, quando probabilmente avevo poco più di diciotto anni, e non esistevano prenotazioni ma si restava in piedi per ore ed ore
attendendo la breve sosta davanti al lenzuolo, fino a quella del 2010, e sempre è stata una grandissima emozione, un essere toccati da qualche cosa di grande e di inspiegabile, se questo per me credente è normale mi ha sempre sorpresa vedere quanto si sono sempre commosse le persone atee che erano in mia compagnia.

​Questa è la terza del nuovo millennio. Ma, a differenza del 2000 e del 2010, durerà poco più di un'ora invece di 40 giorni; i pellegrini staranno a casa propria ma saranno molti milioni in più dei 4 che, in tutto, vennero a Torino 3 e 13 anni fa.

È l'ostensione televisiva della Sindone, in onda il pomeriggio del 30 marzo su RaiUno, nell'ambito della trasmissione A sua immagine. E non solo in Italia: la Rai offrirà la trasmissione in mondovisione; si prevede grande interesse soprattutto nei Paesi di tradizione cristiana di America Latina, e nelle Filippine. L'iniziativa è stata presentata all'inizio di marzo a Torino, nel Seminario metropolitano, a due passi dal Duomo in cui la Sindone è custodita e da dove non verrà spostata.

Il Custode pontificio Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, ha spiegato subito la cosa fondamentale: l'ostensione rientra nell'Anno della fede, ed è una proposta di «nuova evangelizzazione» che si avvale delle tecnologie multimediali per raggiungere non solo i credenti, in quei luoghi della "piazza telematica" che oggi hanno sostituito tanta parte delle aggregazioni tradizionali.

L'idea dell'ostensione maturò nell'estate scorsa, e venne approvata da papa Benedetto XVI (la Santa Sede è la proprietaria del Telo, destinatole per volontà testamentaria da Umberto II di Savoia, l'ultimo re d'Italia). Il giorno scelto, Sabato Santo, richiama alla splendida riflessione che il Papa propose durante la sua visita nell'ostensione 2010: la Sindone come «icona del Sabato Santo», testimonianza del Cristo morto e del silenzio in cui il mondo intero è piombato; ma anche segno grande di speranza, di attesa della risurrezione.




( Immagini dal web )


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Considero questo blog come una sorta di diario dove appunto tutte le cose
che reputo importanti e che non voglio perdere, per cui mi scuserete 
se ancora una volta, a fine post, cambio argomento( questa volta
neanche poi tanto ) ma questo momento storico
voglio tenerlo tra i miei ricordi



( dal web )












27 commenti:

  1. ciao
    non ti devi scusare di nulla.
    Un vero evento storico l'abbraccio dei due Papi.
    Buona giornata.

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  2. Ciao Robby, grazie.
    Sì un evento storico che non potevo non fermare anche su questo blog.
    Buona giornata anche a te.
    Antonella

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  3. La visione della Sindone è sempre molto affascinante, buona Pasqua Antonella
    Un abbraccio
    Maurizio

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    1. Ciao Maurizio, per me è sempre stata molto emozionante, credo che lo sarebbe stata anche al dilà della fede perchè comunque è una grande testimonianza di sofferenza.
      Se non ci incontriamo più buona Pasqua anche a te.
      Un abbraccio, Antonella

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  4. Molto bella l'mmagine dell'abbraccio fraterno di due Pastori!
    Hai spiegato molto bene tutto ciò che concerne La Sacra Sindone.
    Io sono andata a vedere le due Ostensioni a Torino, una nel 1998, e l'altra nel 2010, ti assicuro che mi ha emozianato tantissimo, e senza accorgermi mi scesero le lacrime, tanto mi ha toccato profondamente.
    Il tuo blog è sempre bellissimo, grazie, ciao
    Dani

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    1. Ciao Daniela, questa immagine dei due Pastori, parla così tanto che non servono più parole.

      Anche per me la visione della Sindone è sempre stata motivo di tanta emozione, non si può soffermarsi davanti a questo Oggetto senza sentirsene profondamente toccati.

      Grazie Daniela per i complimenti al mio blog, mi rendono felice.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  5. Sono stata a Torino all'ultima ostensione (credo il 2010) e sono stat molto fortunata. Era una giornata con un tempo terribile fra vento e pioggia, non c'era perciò molta gente e ci hanno lasciato davanti alla Sindone parecchi minuti. Procediamo con la Settimana Santa. Ciao.
    Paola

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    1. Ciao Paola, è un'esperienza unica quella di sostare davanti alla Sindone. Mi sono accorta che è un'esperienza sconvolgente anche per chi non è credente tanta è la sua potenza.

      Sono giorni importanti per lo spirito, cerchiamo di viverli nel miglior modo possibile.

      Ciao, un abbraccio.
      Antonella

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  6. Commovente post!
    La settimana santa, giorni di intensa preghiera per avvicinarci sempre di più al cielo e accrescere la nostra fede!
    Buon pomeriggio carissima!
    I tuoi commenti messaggi nel mio blog sono di una infinita tenerezza e dolcezza che mi emozionano e ti ringrazio dal profondo del mio cuore!
    Un abbraccio Beatris

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    1. Ciao Beatris, sì giorni di preghiera e di profonda meditazione
      Sono contenta che i miei commenti ti facciano piacere, è bello averti incontrata.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  7. Non l''ho mai vista personalmente.
    Pur restando ancora un mistero per tanti aspetti, il telo della Sacra Sindone, suscita emozioni forti.

    Mitico l'icontro tra i due Papi...

    Buona serata Antonella!

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    1. La Sindone è un grande mistero la stessa forte emozione che provoca in ogni essere umano fa parte del mistero.

      L' incontro tra i due Papi è di una dolcezza incredibile, un 'immagine che farà la storia.
      Buona serata.
      Antonella

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  8. Perchè ti scusi sempre? Non ne hai bisogno esprimi il tuo pensiero sempre in maniera molto rispettosa.
    Io personalmente non ho mai visto la Sacra Sindone ma i miei genitori sì e pur essendo non credenti sono rimasti colpiti quindi posso capire come può sentirsi chi crede.
    Un abbraccio grande :)
    Xavier

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    1. Ciao Xavier, le mie scuse sono più per la forma che per i contenuti, questo era un post concluso e poi non sono riuscita a rinunciare alla fotografia dei due Papi creando un effetto un po' pasticciato.

      Ogni volta che ho visto la Sindone ho provato una forte emozione, come sai sono credente e quei pochi minuti davanti a questo Lenzuolo mi hanno toccata nel profondo e in certo senso cambiata,però ho sempre avuto l'impressione che le persone più toccate da questo mistero siano proprio i non credenti.

      Ciao Xavier, ti auguro una buona notte, un abbraccio.
      Antonella



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  9. Ciao Antonella,
    purtroppo sono a pezzi, quindi ho dato un occhiata, ma essendo un post da leggere con calma me lo riservo per il weekend quando avrò il tempo di gustarmelo per bene. Scusami, ma è successo di tutto e non ho un attimo di tempo, immagina che non sono nemmeno riuscita a leggere la tua mail anche se ho visto che mi hai scritto.
    Perdonami, prometto che ti racconto tutto appena posso chiamarti.
    Buona serata un mega bacio
    P.S. bella l'ultima foto, mi piace ;)

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  10. Ciao Audrey, mi racconterai tutto al telefono appena avrai un po' di tempo, sapevamo che era una settimana dura anche perchè dovevi riflettere su tante cose.
    Stai tranquilla, il post resta qui e puoi leggerlo quando vuoi.
    Ciao, un bacio.
    Antonella

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  11. Quando vidi per la prima volta la Sacra Sindone mi colpì parecchio, da quel giorno ho iniziato un "viaggio" che ancora non si è concluso e che porta me atea a voler conoscere ancora di più.
    Buona Pasqua!
    Beatrice

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  12. Ciao Beatrice, penso che la Sindone sia un documento talmente sconvolgente che spinge chiunque, credente o ateo, ad iniziare un viaggio di fede o di conoscenza, dipende dai casi, e non sappiamo dove questo percorso può portarci. Come ho scritto a Xavier credo che le persone che vengono più toccate dalla Sindone siano proprio i non credenti. Il credente ha già la fede e non ha bisogno di ulteriori prove per alimentarla, il non credente rimane sconvolto e poi vuole, come dici bene tu, conoscere di più. E già questo è un "miracolo " della Sindone, il fatto che nessuno riesca mai a dimenticarla del tutto.
    Ciao, buona giornata e se non ci incontriamo più Buona Pasqua.
    Antonella

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  13. Risposte

    1. Ciao, grazie e tanti auguri di buona Pasqua anche a te.
      Antonella

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  14. Buona Pasqua Antonella
    e... mi piace molto Papa Francesco!
    ..così volevo solo dirlo...
    Ciao

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    Risposte

    1. Ciao Pino, hai fatto bene a dirlo anche a me piace Papa Francesco.
      Ciao e tanti auguri di buona Pasqua.
      Antonella

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  15. La Pietà fu scolpita quando michelangelo aveva circa vent'anni, intorno al 1502
    e già, nel 1504 quando scolpì il Davide di Firenze aveva maturato i propri concetti.
    Il gruppo segue l'iconografia tradizionale che vede il Cristo con la testa a destra della Madonna
    ma immette (manco a dirlo) la novità dell'abbandono totale della rigidità del morto,
    Gesù è adagiato in completo abbandono sulle gambe della madre non ancora preso dal rigor mortis
    e ha la testa reclina all'indietro quasi che il gruppo marmoreo
    dovesse essere visto tutt'attorno e non disposto contro una parete,
    La Madonna non tocca con mano il proprio figlio,
    anche la mano che lo tiene a sè è separata dalle carni di Gesù da un lembo di stoffa
    pare a voler ribadire la divinità del Cristo anche se figlio,
    molto scalpore suscitò il volto molto giovanile della madonna
    ma Michelangelo lo giustificò dicendo che la madre di dio lo concepì da giovinetta
    e tale per lui rimase per sempre.
    Se osservi la mano destra è disposta in modo che pare voglia dire
    "guardate come me l'hanno ridotto" e qui pare che alcuni trovino una netta denuncia
    agli ebrei che, anche se in Michelangelo non si ravvisa antisemitismo,
    un minimo di ruffianaggine per trovare altre commesse dalla chiesa l'aveva
    e del resto non era il solo.
    La composizione ha un aspetto piramidale, quasi ascensionale
    e il panneggio delle vesti della madonna è precursore di una modalità che durerà ancora per parecchi anni
    (vedi l'Estasi di santa Teresa del Bernini di circa cent'anni dopo):
    Per fare questo gruppo Michelangelo si recò personalmente a Carrara a scegliere il blocco di marmo
    e questa consuetudine sarà una costante per quasi tutte le sue sculture
    (il Davide no)
    Ora fai un piccolo sforzo e vai a vedere il Cristo della Cappella Sistina
    ed è facile notare la differenza tra la possenza del redento
    e la grazie e magrezza del morto,
    sono il segno della maturazione dell'artista, ma anche la differenza concettuale tra un Cristo morto e uno che da re divide le anime nel giudizio universale
    e anche la Madonna medesima che prima è pietosa e sofferente poi spavalda sostenitrice del proprio figlio.
    Ciao.


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  16. Ciao Massimo...non so cosa dire, prima cosa grazie; questa è una vera e propria lezione di Arte.
    Ho notato il panneggio sotto la mano, e non avevo mai riflettuto prima sul fatto che la Madonna non tocca mai suo Figlio. Bellissimo il confronto con il Cristo della cappella Sistina che mi hai esortata a fare, naturalmente hai ragione probabilmente si nota una diversa maturità dell'artista ma è evidente che questo è un Cristo trionfante e quindi vincente, l'altro è il Cristo che è appena morto situazioni sicuramente agli antipodi, e quindi, come dici bene, concettualmente molto diversi.
    Ti ringrazio tantissimo per questa bella pagina di blog.
    Ciao, buona serata.
    Anto

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  17. Eh no, come vedi questo post mi era sfuggito, accipicchia!
    Scientificamente parlando, non c'è dubbio che si tratti di un telo funerario utilizzato circa 2000 e passa anni fa per avvolgere un condannato alla crocefissione; che poi sia appartenuto a Gesù o meno è una questione di Fede.
    In ogni caso questa testimonianza è qualcosa che colpisce nel profondo del cuore, sono contenta che tu abbia voluto parlarne.
    Un grosso bacione!

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  18. Ciao Melinda, mi sono permessa di segnalartelo perchè oggi tu ne hai scritto e perchè so che sei come me, una persona che vuole conoscere,,,e a volte anche nel piccolo di un blog si può aggiungere qualche cosa a quello che sappiamo. A me da te capita molto spesso.
    Naturalmente io vedo la Sindone dal punto di vista della fede ma ovviamente mi interrogo sulla realtà storica e scientifica che ci sta dietro...l resto lo fa Dio.
    Ciao cara, un grasso bacione anche a te.
    Antonella

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    1. La Sindone testimonia che Gesù e Leonardo avevono un volto simile. Cfr. Ebook di Ravecca Massimo: Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. (amazon). Sinossi: Nessuno ha mai parlato come Gesù di Nazaret, disegnato come Leonardo da Vinci, scolpito come Michelangelo Buonarroti, scritto come Dante Alighieri, costruito come Filippo Brunelleschi, composto musiche come Johann Sebastian Bach. La principale tesi del libro è che l'elemento comune che li unisce è la ricorsività. Il moltiplicarsi dell'immagine di un oggetto posto tra due specchi piani paralleli è una tipica situazione ricorsiva. Effetto ottico che i geni, in vari modi, ricreano nelle loro opere. La ricorsività è legata all'intelligenza, e si ritrova nelle sue manifestazioni. Il Vangelo come non l'avete mai letto, le opere di Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti come non le avete mai guardate. Gesù, Leonardo e Michelangelo ebbero un'intelligenza simile e simile fu anche il loro volto nella maturità. Le opere del Rinascimento viste come icone, la Sindone di Torino come un quadro rinascimentale. Nel disegno di copertina sulla sinistra il profilo di Leonardo, al centro il volto della Sindone di Torino, e a destra il profilo di Michelangelo.

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")