venerdì 4 luglio 2014

Lungo l'argine del tempo. memorie di un farmacista




Giuseppe Sgarbi è una persona invidiabile. Per molti motivi, anche quelli che non sembrano
poter destare invidia, come aver affrontato una guerra mondiale.
Giuseppe ha avuto la fortuna di nascere quando in XX secolo era ancora giovane, lo ha vissuto tutto e adesso racconta il modo in cui ci è passato attraverso in un libro:
Lungo l'argine del tempo. Memorie di un farmacista.






Noi che siamo nati quando già giravano gli Sputnik e il '900 rinnegava se stesso,
già impaziente di diventare 2.000, non avremo così tanto da raccontare.
Perchè rinnegavamo il passato che non avevamo conosciuto, vittime di un marketing
che ci im poneva il giovanilismo forzato dei suoi gelati industriali.






Giuseppe invece è nato in un tempo e in un mondo in cui le cose cambiavano meno 
rapidamente e gli anziani venivano ascoltati, così la sua memoria si estende ben prima
della sua nascita e ingloba porzioni di fine '800.






Non dobbiamo però dimenticare che Giuseppe è nato nel vortice delle grandi avanguardie 
artistiche, mentre si sviluppano le macchine, gli aerei, le comunicazioni e tutto questo si trasmette
nell'aria anche se abiti s Stienta, un paesino lungo il Po in provincia di Rovigo.
" La nostra era una bella casa: una di quelle case di campagna fatte a forma di casa, che danno un senso di equilibrio e di solidità, con le finestre che ti guardano negli occhi e ti promettono che, qualunque cosa 
accada, lì dentro sarai sempre al sicuro. "
Ecco un'altra cosa che abbiamo perso, la sicurezza che ti dà una casa, una radice.
Cose poco cool in un mondo che finge di essere cosmopolita e nomade solo perchè ha preso un 
low  cost in vita sua.






Giuseppe comunque è stato giovane e, come tutti i giovani di ogni epoca, ha sentito
la voglia di essere indipendente e il richiamo di qualcosa di diverso da quella grande casa
con un mulino che faceva la fortuna economica della famiglia.
A volte è necessario voler andare via per poter gustare meglio il ritorno. Insieme ai suoi coetanei 
inizia a sognare Ferrara, " era lei la nostra Parigi ".






L'Italia è un luogo strano,  dove ogni 100 km. mutano i panorami, i dialetti, i menù.
Scellerate scelte politiche non hanno mai tenuto conto di questa caratteristica e hanno invece
usato l'accetta per creare provincie e regioni in cui pochi si identificano.
Tra questi gli abitanti di Stienta che, pur essendo giuridicamente dipendenti da Rovigo,
si sentivano parte di quella piccola isola estense di cultura ed arte che è sempre stata Ferrara.






Ma è soprattutto il Po  il centro dell'affettività di Giuseppe. Nei suoi tramonti, nei suoi panorami
l'uomo non ritrova soltanto i propri ricordi, ma vede riflessi in quelle acque i versi dei 
poeti che più ama e che conosce a memoria.
E si indigna di fronte alle nuove generazioni che non sanno apprendere a memoria
e affidano numeri e parole alla tecnologia.






A un certo punto della sua esistenza, però, questo cultore dell'Umanesimo cambia strada
e diventa farmacista. Lo resterà per 50 anni, condividendo questa professione con la moglie, Rina.
Il loro patrimonio di curiosità culturale, di intelligenza, di amore per l'arte sarà trasmesso
ai due figli, Vittorio ed Elisabetta.






Certo, Giuseppe,  di cognome fa Sgarbi. Ma se deciderete 
di leggere questo libro, quando lo prenderete in mano, dimenticatelo. Leggetelo come se 
di Giuseppe non fosse noto il casato. Seguitelo lungo la sua esistenza così come seguireste
il Po lungo i suoi argini.
Scoprirete un affascinante scrittore esordiente a 93 anni.






" Soltanto dopo quarant'anni, scopro il padre che non conoscevo e della cui storia
non ero stato, se non episodicamente, curioso, per troppa diversità di carattere. Così, non convinto di particolari sorprese, ma pieno di affetto e di riconoscenza per quello che mi ha consentito di essere,
ho iniziato a leggere " Lungo l'argine del tempo ". Fin dalle prime pagine ho provato emozione, entusiasmo,
soddisfazione, e poi compiacimento per le rivelazioni e per lo stile, preso dal racconto di tante storie che non conoscevo. Ma anche un' ironia, un'intelligenza, una curiosità, un amore per la vita, un entusiasmo, una vitalità che mi erano del tutto sconosciuti. Tanti epuisodi sorprendenti e una visione del mondo così fresca,
così giovane, oggi per allora. Mio padre scrive solo ora a 93 anni, ma tutti gli episodi che racconta sono davanti a noi. "
( Vittorio Sgarbi )






" La lettura di " Lungo l'argine del tempo " è stata come entrare in un tunnel di interminabili specchi,
in cui mi sono vista sbalzata e moltiplicata nella vita di mio padre. I racconti orali trasferiti nella
magia della pagina scritta, hanno acquistato una forma, sono diventati -loro e lui, mio padre -  eventi più grandi della vita vissuta.
La scommessa è vinta, mio padre è una scrittore. "
( Elisabetta Sgarbi )






Per conoscerlo un po'



" Per il resto leggevo. Ogni volta che potevo. Nessuno mi ha mai spinto a farlo.
Mi sono avvicinato alla lettura da solo. I libri mi hanno sempre attirato. Mi piaceva e mi piace averli.
Un amore istintivo. Non saprei dire cosa ci sia nei libri che mi prende così tanto. Amo prima di tutto la scrittura e poi la storia che la scrittura racconta. Ci sono storie che proprio non riesco a dimenticare, come il Martin Eden di Jack London. Questo rozzo marinai che si innamora di Ruth, fanciulla di famiglia ricca e snob, la cui bellezza incarna l'ideale romantico del sublime e probabilmente quello stesso paradiso che il marinaio porta iscritto nel cognome. Di qui una lotta, dura e disperata, per raggiungere quell'ideale e divenire parte di un mondo che si rivelerà non solo impossibile da espugnare, ma inutile da conquistare. Come dimenticare il gelido imbarazzo di quell'invito a pranzo a casa della ragazza, con tre posate da una parte e tre dall'altra del piatto e Martin che non sa da che parte cominciare? Martin confonde il mondo agiato e senz'anima di Ruth con una sorta di Arcadia innocente e si sente irrimediabilmente attratto verso di lei.
Il giovane si illude che la scrittura possa rappresentare la chiave che gli consentirà di aprire la porta che lo separa da quel mondo superiore per esserne, finalmente, parte, mentre, ovviamente, Ruth e la sua famiglia lo spingono a cercarsi un lavoro. Martin si scontrerà con un mondo che lo rifiuta e che ogni volta che sembra sorridergli in realtà lo irride e, mentre finge di volerlo accogliere, in realtà lo rifiuta. Non c'è alcun Eden nel mondo di Ruth e quella che sembrava una salita non era che il precipitare in un abisso di solitudine, nel quale ipocrisia, menzogna e la mancanza di fede in qualsivoglia ideale trasformano il sogno di Martin in un incubo
senza fine. Martin capisce di essere caduto nella tenebra e riprende la via del mare, deciso a lasciarsi alle spalle quella società che di " civile " ha soltanto il nome. Sulla rotta verso i mari del Sud , Martin si butterà in mare per trovare nelle sue profondità quella pace che la sua coscienza fin troppo presente gli impediva di trovare in superficie. Una scena che mi ha affascinato al punto che non l'ho mai dimenticata, soprattutto per quella luce che si intravvede in fondo all'abisso. Una luce  che mi ha sempre dato l'idea che finalmente Martin fosse sul punto di raggiungere quel Paradiso che rappresentava il suo destino. Un'immagin che racchiude un grande significato; l'idea che arrivare alla fine della vita significhi trovare quell'infinito che non smettiamo mai di cercare ma che, qui da noi, non è possibile trovare. Molte persone che hanno sfiorato la morte raccontano che, in quel momento, hanno intravisto una grande luce che trasmetteva un rassicurante senso di serenità e di pace. Un' immagine che, al contrario dell'idea che la condizione umana sia condannata a concludersi in un tragico nulla, mi è sempre sembrata vicina alla visione cristiana secondo la quale la morte non è l'ultima parola, ma alla fine della vita c'è appunto l'incontro con questa grande luce. "




( Fotografie dal web )











23 commenti:

  1. Ciao Antonella,
    mamma mia!!! le foto che hai selezionato sono da sogno, bellissime!!!
    Di questo libro e dell'entusiasmo che ti ha scaturito ne abbiamo parlato diverse volte e devo dire che mi avevi già abbastanza incuriosito. Ho letto la parte che hai trascritto e devo dire che non mi spiace, il suo modo di raccontare è scorrevole, piacevole e molto interessante. Mi hanno stupito i commenti dei figli, emozionati e pieni di orgoglio. Un gran bel post che spero venga letto e visto.
    un abbraccione

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    1. Ciao Audrey, sì, è un libro che mi ha colpita molto per la storia che racconta, per come la racconta, per il grande fiume che mi ha sempre affascinata ma soprattutto perchè a scriverlo è un esordiente di 93 anni...ecco, io trovo meraviglioso invecchiare in questo modo.
      Un bacione.
      Antonella

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  2. Complimenti per questo post simpatico ed accattivante

    Le immagini lo illustrano egregiamene.

    Ti abbraccio, Antonella.

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    1. Ciao Gianna, vale davvero la pena leggere il libro. Grazie dei tuoi complimenti, un abbraccio.
      Antonella

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  3. Cara Antonella ti abbraccio e ti auguro una buona vacanza. Cetty

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    1. Ciao Cettina, l'augurio di una buona vacanza anche a te.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  4. Sicuramente mi hai incuriosita, e... caspiterina che foto strastupende!!!
    Un grande abbraccio, e ti auguro un bellissimo week end, bello come queste foto!! :D

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    1. Ciao Vivy, è un libro bellissimo che ti consiglio di leggere, ne vale veramente la pena.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  5. Sì, alcune foto meravigliose piene di gioia e di natura! Farmacista ricordi interessanti! un abbraccio!

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    1. Un libro pieno di fantastici ricordi, interessante e anche divertente, raccontato come solo un 93enne puù raccontare.
      Buona domenica, un abbraccio.
      Antonella

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  6. Questo libro deve essere molto bello. Le immagini che hai postato sono meravigliose. Buonanotte.
    Paola

    p.s. con tutti i soldi che abbiamo trovato, sai quanti libri possiamo comperare? Ahahah...

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    1. Ciao Paola, non aveva ancora aperto fb e non riuscivo a capire il riferimento ai soldi...hai ragione sai quanti libri!

      Questo è un libro molto interessante e di facile lettura...una piccola perla.
      Buona domenica e un abbraccio.
      Antonella

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  7. Spesso i figli non conoscono il passato dei loro genitori,come i genitori non conoscono tutto ciò che fanno i loro figli. Leggere i ricordi del proprio padre è sicuramente un'avventura emozionante.Mio padre non scriveva, ma mi ha raccontato molti episodi del suo passato e sono stata io a scriverli sul mio blog.Chissà, un giorno li rileggerò e mi emozionerò di nuovo, proprio come è successo ai figli di Giuseppe Sgarbi.

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    1. Hai ragione Katherine, è proprio così...anch'io spesso torno a ripensare a storie della sua vita che ci raccontava mio papà e oggi a distanza di tanti anni assumono un valore grandissimo. I ricordi ci emozionano sempre tanto.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  8. Questo è un gran bel post. Anche a me piace moltissimo l'idea che quest'uomo av93 anni sia diventato scrittore e scoperto dai figli in modo così tenero. La parte tenera di Sgarbi la si legge proprio nel commento a suo padre.
    Davvero complimento cara Antonella, un bel post!

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    1. Grazie Carla, è vero, nel commento di Sgarbi figlio viene fuori tutta la sua parte tenera che fino ad ora ci era, forse, sfuggita o era stata ben celata. Ti consiglio di leggerlo, Carla, sono sicura che ti piacerà molto.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  9. Mi piacciono le storie che paiono raccontate dal Grande Fiume, lo leggerò immaginando di essere in riva al Po.

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    1. Ciao Costantino, anch'io amo le storie " mormorate dal Grande Fiume ", sicuramente vale la pena leggere questo libro...
      Buona domenica, a presto.
      Antonella

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  10. Grande Antonella!
    Bellissimo, sei stata molto accattivante e mi hai incuriosita.
    Si vede che ti piace quest'autore e la sua vita, inoltre le immagini che hai scelto sono bellissime!
    Baci.

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    1. Ciao, grazie. In realtà l'ho conosciuto che questo libro che è anche il suo primo romanzo e ne sono rimasta completamente affascinata...mi piace il modo semplice di scrivere come se stesse raccontando una storia ai nipoti seduti ai suoi piedi, mi piacciono le storie del fiume, mi piace pensare che lo ha scritto una persona di 93 anni...mi piace pensare che c'è un modo così bello di invecchiare.
      Buona domenica, un abbraccio.
      Antonella

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  11. Anto, sono rimasto incantato dalle fotografie!
    Sai quanto io ami il passato (anche recente), quindi immagino che suggestioni dia la lettura di questo libro :)

    Moz-

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  12. Ciao Moz, io sono rimasta affascinata da questo libro sia per la storia che racconta per il modo in cui è scritto...è scritto proprio nel modo in cui gli anziani raccontano. Sono sicura che ti piacerebbe, se hai occasione leggilo.
    Buona serata, un abbraccio.
    Antonella

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  13. Un libro da leggere sicuramente visto l'entusiasmo con cui hai creato questo bellissimo post!
    Le immagini sono incantevoli!
    Carissima Antonella bravissima come sempre!
    Un abbraccio e buona giornata da Beatris

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")