mercoledì 23 luglio 2014

Tra te e me: Il Nero e l'Argento, Paolo Giordano





Oggi Audrey ed io abbiamo l'immenso piacere di annunciarvi la nascita di 

" Tra te & me "

la nostra nuova rubrica dove, quando ce ne sarà l'occasione, scriveremo di libri, di musica, di cinema
e di molti altri argomenti, A differenza di Fatterellando qui non si tratta di una lavoro
 di approfondimento scritto a quattro mani 
ma si tratta di esporre due differenti punti di vista sullo stesso argomento senza confrontarci 
preventivamente, anzi rimanendo rigorosamente all'oscuro del pensiero dell'altra.
Un modo divertente e simpatico per vedere come due persone amiche ma molto diverse
per provenienza geografica, età,  idee e studi possano scoprire dove realmente sono differenti e dove inaspettatamente si assomigliano molto.
 Anche tutti voi siete invitati ad esprimere la vostra opinione e a dirci a chi delle due assomigliate di più.












Narrativa funeraria. Non per essere dissacratori ma l'ultimo romanzo di Paolo Giordano 
suggerisce abbinamenti cromatici di casse da morto, corri funebri e paramenti luttuosi.
Ed è un libro cupo dove ad ogni pagina aleggia lo spettro dello scacco esistenziale
Storia di un nucleo famigliare che fin dalla sua costituzione ruota intorno alla figura di una domestica /
balia / cuoca dai modi spesso bruschi ma dalle grandi capacità pratiche.
Una buona metà del libro è dedicata alla malattia della donna e al suo lento e doloroso declino
L'Io narrante senza nome è un ricercatore di fisica ( come lo stesso Giordano ), un uomo che ha con 
la materia il rapporto freddo e analitico dello studioso. Del matematico. Numerosi i riferimenti alla teoria dei gruppi e all'algebra nella sua " sfacciata bellezza ". Ed è proprio con il tono distaccato dello studioso
che l'autore racconta anche i dettagli più sgradevoli del calvario della protagonista: la chemioterapia, il vomito,, la caduta dei capelli, il disfacimento della carne. Ce n'è abbastanza da far rabbrividire anche il lettore più insensibile. Ecco, appunto: rabbrividire; ma l'intento di un'opera d'arte non dovrebbe essere anche quello di commuovere? E' qui che sembra che Giordano abbia perso un'occasione, forse per non suonare retorico finisce per irrigidirsi nella disperazione.
Il libro è scritto bene, fin troppo, nel senso che la lingua è precisa e algida. Non c'è mai un registro colloquiale, neppure nei dialoghi, mai un abbassamento di tensione. Ci sono sentenze lapidarie come
" La fine non ci risparmia neppure la più esile delle colpe, la più innocente delle mancanze. ". 
Oppure "Basta arrendersi una volta per scoprire di non possedere più il coraggio necessario ".
Lungo tutto il testo fluisce in sottofondo il rumore dell'intelligenza di chi scrive. Ma anche il senso 
di malessere, per non dire disperazione. Il personaggio della signora A. ( la domestica mai nominata con il suo nome ma sempre come signora A. ) a mano a mano che si delinea attraverso i flashback di
memoria del narratore, assume contorni sempre più inquietanti. Che cosa faceva il marito con i ritagli di giornale che accumulava, riferibili a bizzarre teorie complottiste? Chi era l'amico pittore nano e donnaiolo?
Il fatto è che sono tutti morti.Il lettore incontra poi un fitto simbolismo. L'uccello del paradiso per esempio; un volatile dal piumaggio esotico che ogni tanto appare non si sa da dove ( siamo nei dintorni di Torino )
e annuncia, indovinate un po', la morte di qualcuno. Un uccello del malaugurio insomma.
Quel po' di vita che finalmente Giordano ci concede sembra risiedere nella figura di Emanuele, il 
bambino che non capisce l'aritmetica e chiama la domestica Babette, con il soprannome che le è stato affibbiato per una certa corrispondenza con la sua omologa del film " Il pranzo di Babette ".
Al bambino spetta pronunciare anche l'ultima parola del libro, il nome, finalmente completo, della
signora A., sulla sua tomba. Il cerchio si chiude nel massimo rigore, che è anche rigor mortis.







Il nero  e l'argento, un intervista per due


1-Come e perchè ti sei avvicinata a questo autore contemporaneo?


Audrey: La prima volta che ho sentito parlare di Paolo Giordano è stato qualche anno fa al tg, aveva appena vinto il premio Strega, era euforico ma contenuto e, ad ogni sua parola, mi convinsi sempre più che il suo libro mi sarebbe piaciuto. Qualche mese dopo ho acquistato "La solitudine dei numeri primi", un romanzo stupendo che mi ha affascinata e lasciata piacevolmente sorpresa per il suo modo di raccontare, di essere diverso dai soliti autori e per la scrittura scorrevole ma precisa


Antonella:Come sapete non amo molto gli autori contemporanei,
 di Giordano me ne aveva parlato bene mia cognata
e così ho letto " La solitudine dei numeri primi" che è stato una autentica sorpresa in un panorama letterario per lo più piatto Giordano si distingueva sia per le idee che per la scrittura.



2-Paolo Giordano, sino ad oggi, ha pubblicato tre libri: La solitudine dei numeri primi, Il corpo umano e Il nero e l'argento; qual è stata la tua storia preferita e perchè?


Audrey: Non credo di avere una libro preferito, al massimo ho una classifica. I tre racconti sono completamente diversi: come storia, come complessità dei personaggi principali, come sensazioni e emozioni; pertanto mi risulta difficile decretare una sorta di vincitore visto che ognuno ha una serie di qualità che lo rendono particolare ai miei occhi. Ma se devo proprio rispondere vi lascio la seguente classifica: La solitudine dei numeri primi, Il nero e l'argento, Il corpo umano.


Antonella: Sicuramente il romanzo che ho preferito è stato" Il corpo umano ",  qui Giordano abbandona
le atmosfere adolescenziali ed intimiste e presenta un'opera corale,
con molti personaggi, prospettive e punti di vista. Il libro si pone tre grandi e fondamentali domande:
Cos'è la famiglia? Come si diventa un soldato? Che cosa provoca una guerra?



3-Qual è il personaggio che hai odiato di più e perchè?

Audrey: Nora, decisamente lei, il suo egoismo e quella sensazione di amarezza che mi lasciava suo marito parlando di lei. Si, nonostante l'amore del suo consorte, le belle parole, i sentimenti forti, credo di averla odiata all'ennesima potenza

Antonella:Senza dubbio Nora, la moglie dell'Io narrante, fredda, anche un po' scostante,
 non mi piace come gestisce la vita di coppia
 non mi piacciono le sue scelte e non mi piace nemmeno il suo modo 
di essere disponibile verso gli altri ( quando lo è ) con una sorta di condiscendenza che la rende distante.



4-Qual è quello che invece hai amato di più?

Audrey:Ho amato di più suo marito, la voce narrante, la sua fragilità e quel raccontare in maniera delicata, come se, invece di scrivere, maneggiasse un vaso di porcellana. Le sue piccole paure, i suoi strani segreti da essere umano, le fragilità, i dubbi. Ogni volta che svelava qualcosa in più sulla signora A., Nora o Emanuele; mi rendevo conto della complessità del suo carattere. Quello che alla luce dei fatti doveva essere il più freddo e distaccato dei personaggi, a causa della sua forma mentis di stampo matematico, si rivela poi un uomo dall'animo sensibile, delicato e quasi artistico


Antonella:Ma, forse, l'Io narrante, un personaggio un po' chiuso in se stesso a volte inadeguato
ma con una sua particolare sensibilità



5-Ti sei legata particolarmente a uno di questi personaggi? Se si, per quale ragione?


Audrey: Mi sono legata particolarmente alla signora A. Leggendo la sua storia, scoprendola un po' per volta, ad un certo punto, ho capito che aveva conquistato anche me oltre che la sua stramba famiglia. Più andavo avanti e più sentivo lo stesso senso d'abbandono e affetto

Antonella: No


6-Trovami tre parole che descrivano il libro?


Audrey: amaro- delicato- veritiero

Antonella:Cupo, funerario, disperato



7-Secondo te a quale fascia d'età è indirizzato il romanzo?


Audrey: Credo sia adatto principalmente ad un pubblico maturo, questo non vuol dire a gente grande di età, ma a chi ha raggiunto una giusta maturità per coglierlo. Quindi potrebbe leggerlo anche un ragazzo di 16 anni se fosse maturo

Antonella:Secondo me è un libro per adulti proprio a causa della sua cupezza 
e disperazione che anche nel finale
non trova un riscatto pieno


8-Faresti leggere questo libro a scuola?


Audrey: Non inserirei il libro nel programma scolastico ma farei sicuramente leggere il romando in qualche progetto di laboratorio riservato agli studenti di età superiore ai 16 anni

Antonella: No, per gli stessi motivi di cui sopra, bisogna avere una certa conoscenza della vita e
anche una certa esperienza, che solo l'età sa dare, per poter leggere un libro del genere senza esserne
eccessivamente turbati



9-Riportami 2 massimo 3 frasi che ti hanno colpita e fatto riflettere:

Audrey: "Mi manca il modo in cui ci dava coraggio. La gente è cosi avara di coraggio. Vogliono soltanto accertarsi che tu ne abbia meno di loro"
 "La morte ridispone i ruoli secondo un ordine di importanza formale, ricucire all'istante gli strappi alle regole affettive che uno si è concesso in vita, e poco importante che Emanuele fosse quanto di più simile a un nipote la signora A.avesse conosciuto, che a noi, Nora e a me, piacesse consideraci suoi figli adottivi. Non lo eravamo"

"La sua linfa scorre chiara, limpida e copiosa a dispetto di tutto. Sono convinto che la sua vitalità è inesauribile, che nulla, neppure il dolore più definitivo , neppure il lutto più grave  sarebbero in grado di ostacolarla. In fin dei conti, non si è quasi mai felici o infelici per ciò che succede , si è una cosa o l'altra a seconda dell'umore che ci scorre dentro, e il suo è argento fuso, il più nobile fra i metalli, il migliore fra i conduttori, il riflettente più spietato. Il conforto di saperla cosi forte si mescola alla paura di non essere davvero indispensabile per lei e di esserle attaccato, fra gli innumerevoli modi in cui le sono attaccato, come una sanguisuga che succhia la vita altrui, una specie gigantesca di parassita".


Antonella: " Non c'è spazio per il pensiero della morte per chi ha un tale eccesso di vita (...)
Il pensiero della morta è soltanto per chi è capace di mollare la presa, per chi almeno
una volta lo ha già fatto: non è neppure un pensiero forse, è più simile a un ricordo."

" Eravamo, a dispetto delle nostre speranze, indissolubili l'uno dall'altro "








TRAMA

Questa è la storia di Nora, suo marito e loro figlio Emanuele. Una storia fatta di piccioli ricordi, emozioni e dolore misto a felicità. La storia di una famiglia e della signora A., quella che senza volerlo, giorno dopo giorno, è entra nel cuore di tutti prendendosene un pezzetto. La vita di A, vedova fedele, innamorata, genuina; viene ripercorsa attraverso i ricordo di un uomo amante dei numero, delle logiche, delle verità che perde un po' se stesso e l'equilibrio familiare attraverso l'abbandono di chi aveva dato ordine, spazio, tempo e delicata bellezza alla loro quotidianità.








Per leggere le opinioni di Audrey  clicca 
















20 commenti:

  1. Ciao Antonella,
    finalmente, da oggi, inizia la nostra nuova rubrica, speriamo che l'idea piaccia anche agli altri ;)
    Ho letto la parte del post che mi mancava, la tua recensione e vedo che anche qui abbiamo
    scritto cose differenti oltre ad ever esposto il tutto in maniera diversa. Mi piace e sono contenta, secondo me,
    si colgono bene differenze e uguaglianze e si offrono davvero due punti di vista.
    Un abbraccio

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    1. Hai ragione Audrey, sono davvero soddisfatta per questa nuova rubrica...è un bel modo per discutere su un argomento e per coinvolgere anche i lettori.

      Alla fine, fin dalla prima volta, è venuto fuori il nostro modo di vedere e sentire le cose...a volte così simile e a volte così diverso.
      Un grande abbraccio.
      Antonella

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  2. Ciao Antonella, questa vostra iniziativa è davvero interessante e sicuramente mi incuriosisce molto, se non altro perchè mi segnalerete nuove letture e potrò scoprirle da 2 punti di vista.
    Relativamente al libro in questione devo dire che apprezzo moltissimo la lettura di questo scrittore, Giordano, ma non ne amo i temi. So che scatenerò l'inferno dicendo ciò che sto per scrivere ma è un'opinione quindi...
    Ho letto "La solitudine dei numeri primi" poichè fu un libro che tutti, dico TUTTI, mi consigliarono accoratamente e con molta insistenza.
    L'ho lessi e mi lasciò decisamente indifferente pur, ripeto, trovando la lettura molto precisa e scorrevole, intuendo che dietro ad ogni parola l'animo dello scrittore si manifestava cupo e disperato ma a volte il cinismo e la freddezza prendevano il sopravvento.
    Perdonino tutti coloro che hanno trovato questo libro fantastico, che non me ne vogliano!
    Però ti dirò che proprio oggi avevo pensato di passare in libreria e non è detto che mi porterò a casa questo libro, non fosse altro per smentire me stessa.
    Un carissimo saluto Antonella

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    1. Ciao Carla, sai che sono una grande " liberale " e ho il massimo rispetto per tutte le opinioni, quindi ben venga la tua, che, in realtà, non mi sorprende. Ho il privilegio di conoscerti di persona e di aver parlato molo con te e immaginavo che " La solitudine dei numeri primi ", al di là della scrittura in sè che si può definire perfetta, non potesse piacerti sia per i temi trattati che per la visione dl mondo che contiene. Credo, invece, che potrebbe piacerti " Il corpo umano ", forse un po' meno noto a mio parere decisamente superiore agli altri due. Se leggerai questi libri ci dirai poi la tua opinione.
      Un grandissimo abbraccio.
      Antonella

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  3. Antonella, a casa ho solo La Solitudine e non è che mi abbia colpito così tanto.
    L'iniziativa però è bella, e anche il confronto tra te e Audrey^^

    Moz-

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    1. Ciao Moz, sono davvero tanto contenta che questa nuova idea ti piaccia, secondo me è un bel modo per confrontarsi. I ritengo che non si possa negare che Giordano scrive bene, anzi benissimo...ritengo anche che i suoi libri abbiano dei forti contenuti, poi certo ognuno ha una sua chiave di lettura e alla fine non tutto ci può piacere, se me lo permetti ti consigli la lettura di Il corpo umano, secondo me sicuramente più nelle tue corde rispetto alla Solitudine e a quest'ultimo romanzo.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  4. Graaande Antonella!
    Sono deliziata da questa vostra idea che seguirò con interesse.
    Credo che la tua recensione sia stata molto esaustiva, facendomi ben comprendere il senso che l'autore ha voluto dare alla trama del libro.
    Ma ciò che supera tutto è l'idea del confronto, le vostre opinioni che si unisco e divergono in più punti, ma che ci fanno comprendere meglio il tutto.
    Bravissima, idea eccellente. Un'abbraccio.

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    1. Grazie S. Pia, le tue parole mi hanno fatto davvero piacere, è uni idea a cui tenevamo molo e vederla realizzata è stato anche emozionante. Trovo che questo confronto di opinioni sia stimolante sia per noi che scriviamo che per chi legge.
      Ancora grazie.
      Antonella

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  5. Ciao Antonella, come già detto da Audrey trovo la vostra iniziativa fantastica...queste vostre opinioni a confronto ben fatto ed interessante. Conosco Paolo Giordano per "La solitudine dei numeri primi" ma per il resto non saprei che dire perchè non li ho letti, è un genere di lettura che non mi coinvolge più di tanto.
    Buona notte, un abbraccio Stefania

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    1. Ciao Stefania, Sono davvero felice che questa nuova iniziativa sia piaciuta anche a te, è un'idea a cui tenevamo molto e essere riuscite a realizzarla per noi è importante. Paolo Giordano è uno dei pochi autori contemporanei che leggo volentieri, mi piace il suo modo di scrivere e mi piace il suo mondo interiore agli antipodi del mio, come scrivevo nei commenti precedenti l'ho apprezzato particolarmente ne " Il corpo umano " per la varietà di situazione, emozioni, personaggi.
      Ti auguro una buona serata, un abbraccio.
      Antonella

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  6. Ciao Antonella!Bella iniziativa!Purtroppo io non riesco a leggere,non riesco a concentrarmi,vago nei miei pensieri e mi perdo!Comunque congratulazioni!Baci,Rosetta!Ps:da me è comunque caldo!

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    1. Ciao Rosetta, anch'io d'estate leggo un po' meno perchè il caldo mi toglie anche la capacità di restare concentrata, sono comunque una divoratrice di libri.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  7. Sono sincera, mi succede come Rosetta Di Leo, non riesco a leggere, i miei pensieri sono più forti.... non mi concentro. Un abbraccio e complimenti a te Antonella e Audrey, bravissime!!!!

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    1. Ciao Ale, grazie per i complimenti...Audrey ed io ci tenevamo tanto a questa nuova rubrica!
      Un abbraccio.
      Antonella

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  8. Curiosa la metodologia della duplice presentazione! Per essere d'accordo con l'una o con l'altra bisognerebbe aver letto il libro. Cosa che non ho o non ho ancora fatto.

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    1. Ciao Ambra, ci è sembrato un modo diverso e forse anche un po' più interessante per presentare un libro, vedo che anche a voi lettori non è spiaciuto.
      Buon proseguimento di giornata.
      Antonella

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  9. Ciao Antonella. Tra un vortice di ospiti, invitati, concerti, cene, mare, temporali, mostre e organizzazioni varie per me ed altri non riesco più a trovare tempo per scrivere e salutare gli amici blogger. Ma appena posso ce ne sono alcuni che voglio sempre salutare. Eccomi qui. L'idea del confronto è carina. I libri che avete esaminato questa volta li ho letti molto tempo fa e non mi sono piaciuti ma non vuol dire niente, Ognuno ha preferenze e stili che ama di più. Vi seguirò. Alla prossima quindi. Un abbraccio.

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  10. Ciao Grazia, la mia, invece, è un'estate tranquilla...vabbè, estate è una parola grossa, qui sembra novembre...avevo bisogno di questa tranquillità dopo i mesi passati fuori durante l'inverno e la primavera.

    Sono contenta che l'idea ti piaccia, certo i libri di cui abbiamo parlato possono piacere o meno, io ci tenevo a capire se l'idea poteva interessare o meno e mi pare che sia stata ben accolta.
    Buon proseguimento d'estate, a presto, un abbraccio.
    Antonella

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  11. Ineressante e molto coinvolgente il confronto vivace che avete creato come dialogo botta e risposta su le opere di un autore che seguo ed apprezzo dai primi passi. Tra tante cose dette che approvo mi piace esplicitare la risposta a questa domanda: Qual è il personaggio che hai odiato di più e perchè?
    Audrey: Nora, decisamente lei, il suo egoismo e quella sensazione di amarezza che mi lasciava suo marito parlando di lei. Si, nonostante l'amore del suo consorte, le belle parole, i sentimenti forti, credo di averla odiata all'ennesima potenza....ed aggiungo: non vedo una coppia tra i due, tantomeno quello che vivono lo considero di una coppia...parenti o affini, forse

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  12. Altrettanto vero il commento di Antonella, una reale lei distante, resa tale dalla sua condiscendenza.

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")