domenica 3 maggio 2015

" Siam pronti alla vita " fuffa pacifista a buon mercato




La buffonata dell'inno di Mameli svuotato di ardore e testosterone ottocentesco e 
riscritto in versione politicamente corretta è fuffa a buon mercato, di quella che ti saresti 
aspettato da un Walter Veltroni qualunque nel suo filmino  e che invece è stata inflitta durante
la cerimonia ufficiale di apertura dell'Expo sul mandato del più ganzo delle Cascine ( o per
compiacere costui dopo averne chiesto e ottenuto il beneplacido, che è pure peggio giacchè 
implica un tasso di servilismo maggiore.
" Siam pronti alla vita " un cavolo, cari e dolci piccini, piccoli balilla a vostra insaputa che
l'avete intonata nel coretto di regime,. " Siam pronti alla morte " recita quel verso, e un
 motivo c'è se fa così, anzi ce ne sta qualche milione. Primo e più importante, perchè il Paese
nel quale i vostri insegnanti sono liberi sono liberi di insufflarvi queste stupidaggini
è tale perchè qualche generazione, un po' di tempo prima che inventassero Twitter e gli ideali
diventassero hashtag, è andata a farsi massacrare lungo le rive dell'Isonzo, a Custoza
e in altre battaglie che nei programmi scolastici di oggi sono ritenute meno importanti dello
sviluppo equo e solidale.
Goffredo Mameli, l'uomo che scrisse quelle parole che alle vostre orecchie suonano così
strane, è uno di quelli che la pelle ce la lasciò sul serio.. Perchè, sapete,all'epoca c'era chi credeva davvero nelle parole che diceva, anche se potevano avere conseguenze spiacevoli, tipo morire lontano
da casa in nome di un valore come la Patria. Fossero stati pronti alla vita, come vi hanno costretto a cantare, anzichè alla morte loro e degli altri, sarebbero stati dei pacifisti meravigliosamente innocui tipo quelli
in cui Laura Boldrini vorrebbe trasformarvi, ma noi oggi parleremmo in tedesco o in francese e
non ci sarebbe un inno italiano sul quale stare qui a discutere.
La Storia, cari tesorini del Coro Piccoli Cantori di Milano, vittime innocenti della perversione degli adulti,
questo insegna: la libertà non tela regala nessuno e se sei così fortunato da trovartela già apparecchiata
quando nasci, com'è successo a me e a voi, è perchè qualcun altro prima è morto per darcela, e per
meritarci questo regalo dovremmo non dico mostrarci fatti della stessa tempra di quella gente lì, che mai ne saremmo capaci, ma almeno capire perchè erano pronti a farsi ammazzare ed evitare di ridicolizzare
il loro sacrificio trasformando i loro ideali nella sigla dei Puffi.
Ma tutte queste parole per voi vogliono dire poco. Fate una cosa utile e divertente allora. Fatevi portare
a Parigi dal vostro maestro, il genio che ha cambiato le parole dell'inno italiano.
Scegliete una bella piazza centrale e fategli cantare la Marsigliese ( voi no però, voi statevene da parte e fate i vaghi, fidatevi ). Non la Marsigliese del testo ufficiale, piena di invocazioni tremende come " che un
sangue impuro imbeva i nsotri solchi ", ma una versione emendata e spensierata, invocante all'amore
fraterno e alla pace universale. Insomma, fategli fare all'inno nazionale francese quello che ha già fatto
all'inno italiano. Poi guardate come il pubblico ringrazia il maestro per l'esibizione.
Capirete più cose in quel momento che in tante ore passate sui libri.

12 commenti:

  1. Cara Antonella, tutto bello ciò che abbiamo visto.
    La realtà è che nello stesso tempo Milano era travolta da una massa di criminali!!!
    Ciao e buona domenica cara amica.
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bravo Tomaso, hai usato la parola giusta " criminali " quello che è successo a Milanop è una cosa vergognosa...e temo che si ripeterà.
      Buona settimana, a presto.
      Antonella

      Elimina
  2. Sono contenta di leggere che il mio sentimento è condiviso anche da un'altra persona. Hai usato una parola azzeccata "fuffa", il cambio clandestino, vorrei capire autorizzato da chi... Povera Italia!!!
    Ma noi dobbiamo andare avanti, comunque e lo stesso... buona settimana, mia cara!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Probabilmente le mie sono parole un po' impopolari, si sa i bambini fanno tenerezza...ma non riesco ad ammettere questo cambio di parola perchè l'inno è quello e non va " storpiato " ma soprattutto perchè in quel contesto la parole " morte " porta con sè un altissimo significato.
      Ti auguro una felice settimana.
      Antonella

      Elimina
  3. Siam pronti alla VITA, magari lo fossero davvero. Per ora intanto c'è la MORTE per inedia in troppi paesi del mondo. Schifo assoluto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, forse c'è uno schifo assoluto ma questo non autorizza nessuno a cambiare il significato che quell'inno ha avuto quando questa Italia libera è nata.
      Ti auguro una buona settimana.
      Antonella

      Elimina
  4. Non avrei mai saputo esprimere bene come hai fatto tu, quello che mi ha suscitato la buffonata dell inno stravolto. Ti abbraccerei e ti farei un applauso scrosciante cara Antonella.
    Brava davvero. Mi salvo questo tuo bellissimo post, con il tuo permesso, per rileggermelo e meditarlo ogni tanto. Concordo con il commento precedente: povera Italia!!
    Ti abbraccio e ti mando un bacio grande

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vedo che in tanti non abbiamo apprezzato quella buffonata, ti ringrazio per l'applauso ma non credo di meritarlo ho solo scritto quello che chiunque abbia un po' di buon senso in testa ha pensato quando ha sentito questa nuova versione dell'inno.
      Povera Italia davvero...
      Un grande abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  5. " ... Non è questo ’l terren ch’i’ toccai pria?
    Non è questo il mio nido
    ove nutrito fui sí dolcemente?
    Non è questa la patria in ch’io mi fido,
    madre benigna et pia,
    che copre l’un et l’altro mio parente?
    Perdio, questo la mente
    talor vi mova, et con pietà guardate
    le lagrime del popol doloroso,
    che sol da voi riposo
    dopo Dio spera; et pur che voi mostriate
    segno alcun di pietate,
    vertú contra furore
    prenderà l’arme, et fia ’l combatter corto:
    ché l’antiquo valore
    ne gli italici cor’ non è ancor morto ... "

    Francesco Petrarca

    Invece di stravolgere le parole all'inno, chi a destra, a sinistra e al centro incarna istituzionalmente il concetto di patria, dovrebbe preoccuparsi di non calpestarlo , la patria dovrebbe essere Madre e non matrigna per offrire ai sui figli la convinzione, il piacere e l'onore di morire o vivere per lei .
    Un abbraccio Antonella !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non credo di poter aggiungere nulla alle tue parole se non che le condivido dalla prima all'ultima. Grazie per i bellissimi versi del Petrarca.
      Un abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  6. Non l'ho sentita e l'apprendo ora da te
    mi andrò a documentare.
    Quello che mi infastidisce, adesso vedendo la foto
    e sempre più spesso vedendo chi lo canta
    è l'americanata della mano sul petto
    che non è usanza nostrana
    ma una cazzatona presa dai più grandi esportatori di cazzate del globo
    ma non è colpa loro, la colpa è della nostra italica sub cultura
    e anche della globalizzazione che fa passare prima le stupidaggini
    e poi, forse, le cose serie..
    Ciao e grazie.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Assolutamente d'accordo con te. Anche a me l'americanata della mano sul cuore da fastidio...a scuola mi hanno insegnato che l'Inno nazionale si ascolta in silenzio, in piedi e sull'attenti... ed io ( sarò anche un po' ridicola, ma ancora lo ascolto così. E poi hai ragione, facciamo sempre passare prima la stupidaggini e delle cose serie...
      Ciao, grazie a te.
      Antonella

      Elimina

Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")