mercoledì 15 ottobre 2014

Il Fiordo dell'eternità, Kim Leine





Un romanzone classico in tutti i sensi, di quasi 600 pagine, come non ne leggevo da tempo. In un
panorama editoriale dominato dai così detti " libroidi ", dai romanzi rosa
da quelli porno-soft, da storie al femminile cariche di passione e da thriller più o meno riusciti, "Il fiordo dell'eternità" di Kim Leine, pubblicato in Italia da Guanda, rappresenta un caso più unico che raro. Nella biografia dello scrittore si legge che dopo la formazione come infermiere, ha lavorato in Groenlandia per quindici anni. Nel 2004 è tornato in Danimarca e ha consacrato la sua professione di scrittore al racconto della Groenlandia. Il suo libro, un successo in patria, è stato acquistato da prestigiosi editori internazionali. Si tratta di un romanzo di formazione sullo sfondo della fine del '700 illuminista e delle grandi rivoluzioni dell’epoca







Come spiega lo scrittore nella postfazione, il romanzo e  i personaggi sono frutto di invenzione, anche se ''alcuni sono vissuti realmente''. ''Chi puo' sapere che cos'e' un uomo, e soprattutto un uomo che, per esempio, e' morto nel 1802? Mi sono permesso di immaginarlo'' dice Leine.
Con la ''maggior precisione possibile'' lo scrittore norvegese,ha cercato invece di descrivere i luoghi: Sukkertoppen tra il 1785 e il 1793, Copenaghen tra il 1782 e il 1787 e il grande incendio del 1795''. Per questo ''sono state utilizzate in modo meticoloso testimonianze oculari, modificate pero' a mia discrezione. La realta' fisica in cui i miei personaggi fittizi si muovono e' tuttavia autentica per quanto e' stato in mio potere ricrearla''. Quello che veramente conta, alla fine, sembrano davvero essere quegli speciali incontri umani che si fanno in Groenlandia
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LA TRAMA -  Nel 1782 Morten Pedersen Falck lascia il suo villaggio norvegese per trasferirsi nella capitale Copenaghen e dedicarsi allo studio della teologia. Pur avviato alla carriera religiosa e alla cura delle anime, il giovane Morten preferisce frequentare i corsi di medicina, affascinato dalle autopsie che si eseguono nelle cantine della facoltà. Si innamora di una ragazza di famiglia borghese, ma nelle bettole di periferia scopre anche un’attrazione ben più ambigua e viscerale mentre, al tempo stesso, un anelito religioso lo spinge, una volta divenuto pastore, a richiedere di essere inviato nella colonia danese in Groenlandia. Gli spazi sconfinati e vergini dell’isola, promessa di libertà e futuro, si trasformano in una prigione claustrofobica e intollerabile. Partito per convertire gli inuit e redimere gli eretici del Fiordo dell’Eternità, a sua volta Morten Falck cade preda del loro incantesimo. Le certezze dogmatiche ma superficiali della teologia vengono spazzate via da una religiosità primordiale e pagana, promiscua e allucinata. Anche il momentaneo ritorno alla civiltà e alla famiglia, che culmina in un grandioso affresco dell’incendio che distrusse Copenaghen nel 1795, non può nulla contro l’attrazione per il vuoto immenso della Groenlandia. Sullo sfondo del Settecento illuminista e delle grandi rivoluzioni dell’epoca, Il Fiordo dell’Eternità è un romanzo di formazione à rebours, dove la crescita interiore e materiale dei personaggi si converte in un’irreparabile discesa agli inferi, verso gli istinti più bassi dell’uomo, la degradazione fisica e mentale, la follia: un racconto che smentisce il mito moderno della ragione, ma al tempo stesso celebra con grande potenza visionaria l’innocenza perduta dell’uomo...








Morten Falck, il tormentato protagonista del  romanzo è un uomo del suo tempo: ha introiettato la massima di Rousseau “l’uomo è nato libero ed è in catene”e vorrebbe ispirarsi ad essa in ogni circostanza della sua vita.Siamo nel secolo dell’illuminismo e da Parigi l’incendio della rivoluzione pare propagarsi in tutta Europa: Morten, nato nel 1756 in uno sperduto villaggio norvegese, ha visto morire di malattia i fratelli, dovrebbe obbedire al padre, diventare sacerdote, ma crede  nell’innocenza dello stato di natura e alla teologia preferisce la scienza, alle preghiere la dissezione dei cadaveri nei laboratori dell’Università. Con tali premesse, la sua potrebbe essere una storia edificante e banale, ove il lettore assiste alle peripezie dell’eroe idealista in lotta contro una società iniqua.

In realtà Il fiordo dell’eternità non è un romanzo storico o meglio lo è in senso più profondo: il cuore del libro è infatti la messa in discussione dei capisaldi del pensiero europeo, la cui crisi attuale (crisi che è prima che economica culturale)  Leini ha voluto rappresentare, nella forma del classico romanzo realista alla Balzac, partendo dalle sue radici filosofiche-letterarie illumistiche. Morten è si figlio del ‘700, ma la disamina spietata, cui viene sottoposto, lo rende profeta del disorientato abitante contemporaneo del Vecchio Continente: le sue esperienze prima nella Copenaghen fra il 1782 e il 1787 poi nella colonia danese in Groelandia a contatto con i selvaggi gli consentono di esplorare fin nel profondo la propensione naturale dell’animo umano alla degenerazione morale e dunque alla negazione dell’innocenza originaria.

Fin da quando studente fruga i recessi sordidi della città egli riconosce nel paesaggio degradato i sintomi della sua stessa malattia: abbandonando la normalità di una fidanzata borghese, sprofonda nel delirio dell’eros, irresistibilmente attratto da un ermafrodito incontrato in una locanda. La fuga fra i selvaggi nel ruolo di missionario non è che un’illusoria fuga dal se stesso sottoposto all’azione corruttrice della civiltà. Lo attendono invece allucinazioni, deliri e l’irresistibile forza del peccato: egli trasgredisce i comandamenti di un Dio in cui neppure crede e, infermo nella volontà e nel fisico, assiste da predicatore commediante  agli orrori di un universo, posto ai confini estremi dell’ecumene,  caratterizzato dall’incesto, dallo stupro e da una solitudine sconfinante nella follia. Se presente e futuro coincidono,  chissà se è mai esistito davvero il libero eden ipotizzato da Rousseau? Morten convalescente dopo un incidente viene portato a un villaggio sul cosiddetto “Fiordo dell’eternità” dove l’idillio richiama in vita persino i morti  Ma forse è un’allucinazione: l’utopia dei filosofi si disperde del resto al primo colpo di fucile dei soldati.


Romanzo di formazione, d'avventura, poetico e brutale, a tratti addirittura troppo forte e sconvolgente
ma sicuramente un grandissimo capolavoro






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28 commenti:

  1. Non è uno dei libri che leggerei, purtroppo ho deciso che leggo solo libri di narrativa leggera ^^ ho deciso nei libri ci voglio trovare solo cose piacevoli ^^ . Ma a parte tutto ciò spero che ti sia piaciuto leggerlo ^^
    Buona giornata e a presto... Pollysilvia ^^

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    1. Ciao Polly, io , invece, leggo spesso libri piuttosto " pesanti"....quest'anno mi sono concessa anche cose più leggere, ho letto tante storie di cani e devo dire che mi hanno insegnato parecchie cose. Questo Fiordo dell'eternità è stato un'immensa sorpresa.
      Ieri non so per quale motivo non riuscivo a commentare sul tuo blog, più tardi passerò a vedere se il problema è superato.
      Un abbraccio.
      Antonella

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    2. Non sei riuscita a commentare? non lo sapevo... ma so che ultimamente la piattaforma ha qualche problema.. spero che la cosa si risolva presto! un abbraccio e a presto... Pollysilvia ^^

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    3. Sì, ieri ho commentato più volte ma quando cercavo di pubblicare il commento non riuscivo...speriamo che tutto torni al più presto alla normalità.
      Antonella

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  2. Cara Antonella, ritengo questo post molto interessante, e ringrazio te di averlo pubblicato.
    Ciao e buona giornata cara amica.
    Tomaso

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    1. Grazie a te Tomaso, di averlo letto con interesse. Forse è una lettura un po' pesante ma merita veramente di essere letto.
      Ti auguro una felice giornata.
      Antonella

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  3. Non è il mio genere, ma immagino che l'autore abbia dovuto documentarsi molto visto l'argomento (anche solo per parlare di teologia e autopsie riportate a 250 anni fa).

    Moz-

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    1. Eh sì, credo proprio che dietro a questo libro ci sia un enorme lavoro di ricerca.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  4. Ciao Antonella.
    Che bel post e la storia mi ha incuriosito.......
    A volte immagino com'era la vita in qualche secolo fa..... senza tante cose che siamo abituati oggi, e con tante altre che non abbiamo più...
    Sicuramente é un libro da leggere....
    Un abbraccio.
    thais

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    1. Ciao Thais, secondo me è un libro bellissimo anche se , come ho scritto nell'articolo, a volte è molto duro e sconvolgente.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  5. Hai suscitato in me una grande curiosità. Mi fido del tuo giudizio. Vado a comperare il libro di questo autore che non conosco affatto.

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    1. Ciao Ambra, avevo questo libro a casa da diverso tempo e non mi è mai venuto voglia di leggerlo...quando mi sono decisa è stata una grandissima scoperta. E' un libro cupo, a tratti disperato, molto duro...sicuramente non può lasciare indifferenti. Se lo leggi mi piacerebbe poi conoscere il tuo pensiero.
      Ti auguro una serena giornata.
      Antonella

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  6. Ciao Antonella,
    devo essere sincera, nonostante il mio amore per la Norvegia e per tutto ciò che riguarda questa bellissima nazione questo autore non lo conoscevo.
    Il romanzo sembra davvero importante e di un certo livello, la storia è interessante e sicuramente da leggere. Quindi, grazie per la segnalazione. Un abbraccione

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    1. Ciao Audrey, credo che sia uno dei più grandi romanzi scritti negli ultimi anni, un libro che , oggi, non ha sicuramente dei paragoni. Sai che l'avevo a casa da tanto tempo e non mi è mai venuta voglia di leggerlo? E poi quando l'ho aperto ho scoperto un capolavoro.
      Un grande abbraccio.
      Antonella

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  7. Lo leggerò sicuramente. Grazie Antonella
    Maurizio

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    1. A me è piaciuto tantissimo anche se a tratti la lettura diventa quasi intollerabile...
      Buona giornata.
      Antonella

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  8. Un altro libro che è entrato a far parte della tua "famiglia" :D
    Ottima recensione, non l'avevo mai sentito, ora sto leggendo altro e altri libri che ho attendono di essere letti, ma del tuo post mi ricorderò! ;)
    Un bacionissimo

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    1. Ciao Vivy, sì, un altro libro che entra in famiglia...veramente era in famiglia da parecchio ma non lo avevo mai letto. Per me è stata una grande scoperta.
      Un bacio.
      Antonella

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  9. Deve essere interessante, lo metterò in lista nei libri da comprare.
    Grazie Anto,buongiorno e un abbraccio♥
    Dani

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    1. Buongiorno a te Daniela, io lo consiglio caldamente, un grandissimo libro che, probabilmente, andrà letto più di una volta.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  10. Antonella,
    amo moltissimo i libroni, purtroppo...
    Dico così perché mi è capitanato di non finirli, il motivo è che mi annoiavano.
    Però questo è originale e avventuroso, assolutamente il mio genere, è anche storico, diciamolo...mi hai incuriosito.
    Lo aggiungo alla lista di quelli da leggere assolutamente.
    Grazie! Bacissimi.

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    1. Ciao Pia, se ti piacciono i libroni e se ami i libri che ti entrano dentro turbandoti anche un po'...bè, questo non puoi non leggerlo. Potrà piacerti o non piacerti ma certamente è un romanzo che non può lasciare indifferenti.
      Un grande bacio.
      Antonella

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  11. Un grande romanzo, un vero capolavoro, da leggere assolutamente, lascia un segno, indimenticabile!
    Buon pomeriggio da Beatris

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    1. Sì davvero indimenticabile e sicuramente ti lascia dentro qualche cosa!
      Un abbraccio.
      Antonella

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  12. Un romanzo interessante!
    Un abbraccio!

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    1. Ciao Leovi, sì, è un romanzo molto interessante, te lo consiglio!
      Un abbraccio.
      Antonella

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  13. Risposte
    1. Ciao Lieta, vale la pena leggerlo, un libro che non può lasciare indifferenti.
      Ti auguro una felice giornata.
      Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")