mercoledì 2 aprile 2014

La Valle Sessera e l'industria della lana



Recentemente ho incontrato su FB un amico d'infanzia di mio fratello,
una persona squisita con la quale anch'io condivido bei ricordi da adolescente,
in particolare mi torna spesso alla mente un pomeriggio di Natale trascorso a casa sua
circa un milione di anni fa...
Abbiamo collaborato tutti e due alla pagina " Sei di Coggiola se..."
e lui ha riproposto una sua tesina risalente agli anni '70.

Da parecchio tempo avevo in mente di farvi conoscere un po' meglio la mia zona
dal punto di vista della situazione lavorativa, che cos'era e che cosa è diventata...
Ne ho parlato con lui e abbiamo deciso di pubblicare questa serie di articoli che altro non sono
che la sua tesina di allora
Quindi oggi ospito su questo blog Roberto Bassotto e lo ringrazio per la sua disponibilità


" Questa ricerca fu da me scritta nell'anno scolastico 1977/78
e pubblicata sul giornale " Il Biellese" in vendita venerdì 3 marzo e e mercoledì 29 marzo 1978.
La dedico a tutti i giovani che non hanno conosciuto il paese di Coggiola negli anni
del suo massimo splendore, quando non esisteva disoccupazione, quando c'erano tre 
sale cinematografiche e che quando suonava la famosa "sirena" le strade si riempivano di tanti, tantissimi
dipendenti tessili che cambiavano il turno o che si concedevano la famosa "mezz'ora" di riposo.
Quando al XX Settembre ( il bar della piazza centrale del paese ) e negli altri
numerosi bar faticavi a trovare un posto a sedere e al campetto dell'Oratorio
si faceva a turno per giocare a calcetto o a palla volo.
( Roberto Bassotto )

Nascita e sviluppo dell'industria della lana

Tutto cominciò a Castagnea- Correnti immigratorie dal veneto nel 1920-25
e dal meridione 1960-63- Dal boom occupazionale del decennio1940-50
al progresso tecnologico che vede sempre più la macchina sostituire l'uomo.
Ciò nonostante la disoccupazione è pressochè inesistente.

I valloni a ridosso di Coggiola, dalla parte occidentale di Trivero e Castagnea, anticamente
erano abitati da famiglie patriarcali di gente laboriosa dove l'industria della lana ha trovato
le sue origini; l'abbondanza di materie prime prodotte dai numerosi greggi che trovavano
pascoli sani e nutrienti fu certamente la causa per cui ebbe a crearsi colà l'arte della
lavorazione della lana. Gli attrezzi usati per lavorare i velli erano empirici e casalinghi e
si può affermare che per secoli vi fu un lanificio in ogni casa, dove i nostri antenati,
girando con le abili mani il vecchio " aspo " e tessendo con telai di legno a mano producevano
quelle pezze di tessuti grossolani o fini che, classificati " mollettoni ", " saglie ", " mezze saglie ",
" finette " ecc. venivano portate a dorso di mulo ai mercati di Torino, Vercelli, e Chivasso.






Il ridente paesello di Castagnea , che dalle falde del monte Rubello si affaccia come da un balcone
 sulla Vallesessera, è stato la culla di questa industria, e dalle sue antiche memorie vediamo che 
nel 1600 le famiglie Ubertalli Demo e Ubertalli Marona primeggiano nella
produzione laniera.
Poco più avanti vediamo le famiglie Bozzalla Prel e Bozzalla Molinè ( l'antica famiglia
del pittore Giuseppe Bozzalla ) eccellere nell'arte della lana.
Bozzalla Pret, Bozzalla Cassione, Bozzalla Baramino Ubertalli Marona e Fagnola cominciarono
ad impiantare macchinari moderni, e quando, nel 1916, Pietro Sella recatosi in Inghilterra acquistò le 
prime macchine tessili impiantando nel 1920 il primo lanificio meccanico a Vallemosso, i lanaioli 
di Castagnea ne seguirono l'esempio e le prime due fabbriche modernizzate dei dintorni
Bozzalla Pel e Bozzalla Molinè che sfruttarono le acque del torrente Carnaccio ( che deve il suo nome
alla carneficina che sarebbe avvenuta nel 1307 ad opera dei soldati del Vescovo di Vercelli,
Rainero della famiglia degli Avogadro di Valdengo, nella battaglia contro le bande
di Fra Dolcino )





Il lanificio Bozzalla Molinè sorgeva lungo la strada che da Castagnea conduce al
 Santuario della Novareja, quello dei Bozzalla Prel, più in basso verso Coggiola.
Ma verso il 1840, con il progredire dell'industria, si manifestò il bisogno di ricercare altre località 
più ricche di forze motrici e comincia l'esodo da Castagnea.
Nel 1846 scendono a Coggiola i Bozzalla Cassione che acquistano un mulino al Formantero
 per impiantarvi un opificio e nello stesso tempo gli Ubertalli Carboncino
abbandonano il paese per impiantare un opificio a Flecchia; altri Ubertalli scendono a 
Zuccaro di Goggiola dove l'abbondanza delle acque dette uno sviluppo più intenso alle loro aziende.






Seguendo l'esempio di Castagnea da Trivero scendono a Pray i Lora Totino e 
Cerino Zegna a Pianceri, i Lesna a Masseranga mentre i Bruno Ventre da Granero di Portula
impiantano un lanificio tra Coggiola e Pray.
Più tardi scendono Tonella, Trabaldo e Fila tutti da Trivero.
Quindi se Bozzalla, Fila, Lesna, Lora Totino, Bruno Ventre, Cerino Zegna, Tonella ,Trabaldo
Ubertalli hanno costruito l'ossatura industriale della valle, e ne hanno cambiato
l'aspetto e l'indirizzo, Il Sessera con il richiamo delle sue acque è stato certamente parte determinante
al formarsi delle sue fortune industriali "






Termina qui, per oggi, questo primo sguardo su quella che per 
tanto tempo è stata la più grande industria della Vallesessera, la prossima volta ci soffermeremo
su quello che la grande industria laniera ha rappresentato per Coggiola.

Grazie Roberto per aver accettato questa collaborazione e per aver iniziato
 a condividere con noi il tuo studio.






















27 commenti:

  1. Magnifica questa ricerca! E interessantissima sia per il tema trattato che per le modalità di esposizione. Seguirò con attenzione anche le prossime puntate:)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Ambra, sono contentissima che ti sia piaciuto, è un pezzo della nostra storia che noi non vogliamo dimenticare. Roberto è stato bravissimo con la sua esposizione semplice e precisa. Peccato che tutto questo oggi, qui, non ci sia più.
      Ti auguro un buon pomeriggio.
      Antonella

      Elimina
  2. Ciao Antonella,
    beh!!! per prima cosa mi complimento con il Sig. Roberto per questa bellissima e interessantissima prima parte.
    Uno scritto scorrevole e piacevole che ci permette di ripercorre un pezzo di storia della nostra Italia. Aspetto con ansia il seguito e nel frattempo ringrazio te e il Sig. Roberto per questa bella collaborazione.
    Buona serata un bacione ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Audrey, anche a nome di Roberto,. Non ero sicura che questa pagina di storia locale potesse interessare anche chi non è originario di qui ma quando ho letto la tesina di Roberto non ho saputo resistere e adesso sono contenta di aver iniziato questa serie di post.
      Un bacione.
      Antonella

      Elimina
  3. Nella mia vita da rappresentante, dal 1990 al 2004 ho percorso mensilmente le strade della zona. Avevo alcuni clienti a... Trivero, Vallemosso, Grignasco... e altre località che onestamente non ricordo più così su due piedi (avrei bisogno di una cartina per risvegliare i ricordi...ahahah) e notavo che man mano le aziende tessili sulle sponde del Sesia (e...qual'è l'altro fiume?!) ... chiudevano!
    Una vita fà!

    Ciao Antonella.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Pino, già, una vita fa quando qui c'erano ancora delle aziende...oggi le fabbriche sono in rovina e il lavoro non c'è più...dopo essere stati per tanto tempo tra i più grandi e rinomati produttori di lana...Un vero disastro!
      Un abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  4. Bellissima ricerca! Quindi grazie a te e Roberto per questo post... bellissimo, ne aspetto altri sulla tua zona! :)

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Moz, Roberto è stato grande a lasciarmi utilizzare qui il suo lavoro, nelle prossime settimane proseguirò la pubblicazione...poi vi farò vedere cosa resta oggi e vi dirò quello che penso io.

      A presto...qui un freddo da Ciobar, e lì?
      Antonella

      Elimina
  5. Complimenti un reportage che val la pena di essere ricordato e conservato
    ciao buona serata
    Tiziano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Tiziano, anche questo è un modo per raccontarvi qualche cosa di me, sono le mie radici.
      A presto.
      Antonella

      Elimina
  6. L'ho traversata domenica,dirigendomi poi verso Pratrivero.
    Alcune fabbriche abbandonate ,spesso liquidate come esempio di archeologia industriale, mi fanno un po' di tristezza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Costantino, fanno tantissima tristezza queste fabbriche abbandonate...avrai senz'altro visto la fabbrica della ruota, che quanto meno è stata recuperata come archeologia industriale e spazio espositivo...certe sono proprio dei cadaveri in piedi, abbandonate in mezzo alla vegetazione che le sta soffocando. Penso proprio di concludere questa serie di post con un reportage fotografico sullo stato attuale delle nostre fabbriche.
      Ciao, buona giornata.
      Antonella

      Elimina
  7. Che bello questo post!Bel reportage!Grazie di averlo condiviso!Bacioni,Rosetta

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te Rosetta per averlo accolto così favorevolmente!
      Un bacio.
      Antonella

      Elimina
  8. Quelle foto sono bellissime! Meraviglioso negozio di vecchia maglia di lana!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Leovi, in tempi migliori da noi la lana era proprio il pane quotidiano e dava tanto benessere a tutti.
      Un abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  9. Mi complimento con voi per questo post ricco di storia,si vede che amate molto la vostra terra e che ci tenete a tenere vive le sue tradizioni!
    Un abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo, Melinda, che sia importante continuare a coltivare le proprie radici e le tradizioni della propria terra, penso che, nel bene e nel male, non dobbiamo mai dimenticare da dove veniamo e che cosa siamo stati.
      Mi fa molto piacere che ti sia piaciuto, un abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  10. Il biellese è per eccellenza la zona dell'industria tessile. E' un peccato che molte fabbriche abbiano chiuso..
    Molto carina l'idea di rispolverare frammenti di una tesina del '78, complimenti a te e a Roberto.
    ps: se abiti ancora da quelle parti, non siamo poi così distanti!
    A presto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Betty, sì, abito ancora a Coggiola e avevo intuito da qualche cosa che avevi scritto tempo fa che non dovevamo poi vivere così distanti una dall'altra.
      Un vero peccato che la nostra industria tessile sia quasi morta, siamo sempre stati un'eccellenza1
      A presto, buona giornata.
      Antonella

      Elimina
  11. Interessantissimo post ricco di storia, le immagini sono bellissime, una grande ricerca di tradizioni!
    I miei complimenti cara Antonella!
    Un abbraccio e buona giornata da Beatris

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Beatris, girerò i complimenti a Roberto, l'artefice di questa storia interessante è lui, questa volta io sono solo un mezzo.
      Un abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  12. Molto interessante questo post, aspetto gli altri. Io per esempio, nella mia ignoranza, non sapevo (e me ne vergogno anche un po') nemmeno che la zona di Biella fosse famosa per l'industria tessile...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Silvia, non si può sapere tutto, tu sei tutt'altro che ignorante, io adoro i tuoi post ricchi di informazioni e notizie. Il biellese è stata nel campo della lana la zona tessile per eccellenza, abbiamo sempre prodotto li tessuti per le grandi firme della moda e ci pregiamo di aver avuto qui per tantissimi anni il grande marchio Fila, ormai ceduto agli americani. La loro bellissima villa è proprio di fianco alla mia casa ed ora è una casa di riposo e la fabbrica è divorata dalle erbacce prossimamente posterò le foto dello stato in cui si trovano oggi queste grandi fabbriche.
      Ciao, buona giornata.
      Antonella

      Elimina
  13. Post molto interessante, un viaggio a ritroso nel tempo che permette a chi ha la mia età di capire meglio il passato.
    Un abbraccio e complimenti al tuo amico!
    Xavier

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Xavier, sai che in realtà ero un po' indecisa su questo post? Avevo paura che chi non è di qui non fosse molto interessato a conoscere la nostra storia, che , comunque, è la storia di una delle eccellenze che hanno fatto grande l'Italia. Roberto ed io ti ringraziamo per questa tua attenzione.
      Un grande abbraccio e un bacio.
      Antonella

      Elimina
  14. Un caro saluto anche a te e buon fine settimana.
    Antonella

    RispondiElimina

Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")