venerdì 11 aprile 2014

La Valle Sessera e l'industria della lana / Coggiola




La tesina di Roberto di cui ho iniziato l'esposizione qui
prosegue soffermandosi in modo particolare su quello che è stato uno
dei maggiori centri industriali della Vallesessera, Coggiola, che  è anche  il nostro paese.


"Adagiata sul fondo valle lungo la riva sinistra del torrente Sessera
estende il suo territorio sulle pendici dei monti circostanti con notevoli e pittoreschi
spunti panoramici. Le frazioni di Viera, Rivò, Piletta e Ferzazzo compendiano tali caratteristiche.
Il paese scende lungo il versante occidentale del Monte Barone, occupando
le valli del rio Auna, del rio Cavallero, del rio Ardeccia e del rio Confienzo in una vasta zona
montana, ricca ai suoi tempi di floridi pascoli.






Il comune di Coggiola ha una superficie di 2,382 ettari e confina con Portula, Pray,
Caprile ed i terreni montani di Crevacuore e Ailoche, la sua popolazione attuale ( anni '70 )
è di circa 3250 abitanti ed è composta, per la maggior parte, da elementi del posto.
Vi è stata intorno al 1920/25, epoca in cui l'industria laniera locale si è sensibilmente
sviluppata, una forte corrente migratoria dalle zone del Veneto e intorno al 1960/63,
epoca in cui l'edilizia ha avuto un certo impulso, una piccola migrazione dalle zane del Meridione:
questi immigrati si sono amalgamati perfettamente con la gente del posto assorbendone
mentalità, usi e costumi.






L'economia di Coggiola, al pari degli altri centri della valle e del biellese in generale,
è basata principalmente sulla lavorazione industriale della lana.
Il lanificio a ciclo completo è il tipo di azienda laniera che a Coggiola ha messo le sue radici
e che, nell'arco del decennio 1940/ 50,  occupava, nei suoi tre principali stabilimenti:
Bozzalla e Lesna,  Fratelli Fila e Bruno Ventre e Bardella,
complessivamente 2.200/ 2.300 dipendenti, vale a dire il 50% della popolazione allora esistente.
Tale intensità di occupazione era una delle più elevate che si potevano riscontrare  a quell'epoca
( Basti pensare che nello stesso periodo negli Stati Uniti d'America l'occupazione
nell'industria era pari al 35% della popolazione residente ), giustificata solo dal fatto che
il lanificio,  in quanto industria tipicamente manifatturiera, era ad alto contenuto occupazionale.






Il progresso tecnologico, la specializzazione, la trasformazione del tessuto da bene di consumo finito
a bene di consumo semilavorato, le modifiche della moda hanno radicalmente
trasformato, in questi ultimi tempi, la vecchia struttura del lanificio a ciclo completo.
Così come è successo in tutti gli altri settori industriali la macchina sta lentamente sostituendosi all'uomo.






I vecchi telai tradizionali a navetta che nel lontano 1820 Pietro Sella era andato ad acquistare in 
Inghilterra portandoli a dorso di mulo nella sua terra e che fecero la fortuna di Coggiola
e degli altri centri industriali della Valle per mezzo secolo, stanno ora diventando solo un ricordo,
soppiantati dai più moderni e veloci telai senza navetta.
L'industria della lana occupa ora a Coggiola solamente un migliaio di dipendenti;
i lanifici stanno cambiando la loro struttura, e a parziale modifica del loro vecchio ciclo 
completo di lavorazione sono già sorte nuove e più moderne aziende specializzate nella tintoria
e nel finissaggio delle fibre tessili e dei tessuti.






l'economia di Coggiola è poi completata da un artigianato di produzione e dal settore dei servizi,
da attività commerciali e da una piccola presenza di pastorizia e da attività terziarie, settori
che, nel loro complesso occupano circa 300/350 addetti, e la disoccupazione è
pressochè inesistente.

( Roberto Bassotto, 1978 )


fine seconda parte





( L' immagine non contrassegnata "Il tempo ritrovato sono tratte dal web )























29 commenti:

  1. Stavolta mi hanno colpito tantissimo le immagini... quella con la neve sa proprio di mattinata o primo pomeriggio invernale! :)

    Moz-

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    1. Ciao Moz, come vedi il mio è un piccolissimo paese ma sa avere un suo fascino, soprattutto ininverno.
      Buon sabato.
      Antonella

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  2. Ciao Antonella,
    come sempre complimenti a te a Roberto, anche questa seconda parte e interessante e scorrevole nella lettura, mi piacciono molto anche le foto che accompagnano lo scritto, ottima selezione ;)
    Buona giornata un bacione :D

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    1. Ciao Audrey, ti ringrazio anche a nome di Roberto...a parte le foto dei paesaggi le altre sono scattate all'interno di una vecchia fabbrica oggi rivalutata come museo,. centro per convegni e per esposizioni.
      Ciao, un bacio.
      Antonella

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  3. la prima fotografia è spettacolare. Ciao

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    1. Grazie Roberta, come scrivevo qui sopra a Moz, è un piccolissimo paese ma sa avere un suo fascino.
      Un abbraccio.
      Antonella

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    2. ciao Antonella
      buona domenica.
      A volte un piccolo paese ha più fascino di una grande città.

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  4. Eh si, tutto si evolve, muore e rinasce in altra forma. Bellissimo post, a me mette malinconia vedere quelle foto, sono di un tempo che non esiste più. Mi piace molto il tuo nuovo header.

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    1. Ciao Ambra, purtroppo per noi quella delle fabbriche è una realtà che non esiste più...sono tutte chiuse e quelle che resistono son in gravi difficoltà...
      La nuova veste del blog è stata creata da Audrey, è stata bravissima, è riuscita a metterci dentro un po' di me!
      Ti auguro un buon fine settimana.
      Antonella

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  5. Vedo che hai cambiato veste anche tu al blog...un bel verde primavera!
    Non conosco purtroppo questi luoghi, ma so che il Biellese è famoso per la lana; quando lavoravo a maglia acquistavo tantissimo dalla Modafil, un'industria di filati di Cossato, in provincia appunto di Biella.

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    1. Ciao Lella, sì, il Biellese è famosissimo per i lanifici...qualche anno fa in ogni garage, in ogni piano terra delle abitazioni c'erano telai, poi la crisi del tessile prima e questa crisi adesso ci hanno mssi in ginocchio.
      Conosco Cossato, il mio paese è vicino, e conosco anche la ditta.

      Ciao, buon fine settimana.
      Antonella
      Sono contenta che ti piaccia la nuova veste del blog, è un regalo di Audrey!

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  6. E' incredibile pensare che i telai furono trasportati a dorso di mulo. Ma Caggiola c'è un museo a testimonianza del suo passato?
    Un abbraccio
    Xavier

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    1. La grande fabbrica che vedi nella foto, chiamata " Fabbrica della Ruota " ora fa parte di un circuito di archeologia industriale,all'interno si possono vedere gli antichi telai ( nelle foto ) si tengono dei convegni, mostre e importanti manifestazioni , ad esempio il Salone del gusto biellese ( avevo fatto anche un post ).
      Ciao, un grande abbraccio.
      Antonella

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  7. Ciao Antonella foto bellissime, ed anche i dati sono fiorenti peccato che non portino la data attuale
    buona serata e un caro saluto
    Tiziano.

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    1. Ciao Tiziano, arriverò anche ai nostri giorni e , purtroppo, i dati saranno molto meno brillanti, fabbriche non ce ne sono quasi più e quelle che ci sono risentono tantissimo della crisi. Grazie sono contenta che tu abbia apprezzato le fotografie, sono parte del passato di questa valle.
      Ciao, buon fine settimana.
      Antonella

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  8. Che belle immagini! Bello il primo!
    Abrazos

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    1. Ciao Leovi, la prima è una veduta del paese dove abito che secondo me in inverno è bellissimo.
      Buon fine settimana, un abbraccio.
      Antonella

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  9. Ciao Anto, erano decisamente altri tempi quelli di cui parli, a pensarci adesso sembrano appartenere a un sogno...
    Molto belle le fotografie :-)
    Un abbraccio!

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    1. Ciao Melinda, per noi non sono poi così lontani, nel senso che per noi i lanifici sono sempre stati una realtà, siamo cresciuti con la sirena delle fabbriche che suonava i cambi di turno, passando davanti ai garage fino a qualche anno fa era più facile vedere all'interno telai piuttosto che automobili, la vita di tutti ruotava intorno a queste grandi industrie che avevamo ( La ditta Fila il cui marchio oggi è in mano agli americani era qui da noi.) Poi la crisi...in un prossimo post vi farò vedere in che stato versano oggi queste enormi fabbriche.
      Ciao, un bacione.
      Antonella

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  10. Che bel fotomontaggio con lo sfondo del Cavallero. L'hai fatto tu? Io ho uno di questi orologi che si usavano per timbrare le cartoline. Un abbraccio.
    paola

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    1. Ciao Paola, ma che bello...io li ho sempre trovati affascinanti questi orologi delle fabbriche, e poi sono questi i veri orologi che hanno scandito la vita nei nostri paesi.

      La nuova veste del blog è un regalo di Audrey che ha unito in questo bellissimo wall tutte le cose che amo.

      Un abbraccio, a presto.
      Antonella

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  11. Carissima Antonella è bellissimo questo tuo post, le immagini sono splendide e parlano di tempi andati ma che sono nel cuore di tutti noi!
    Un abbraccio e buona domenica di sole da Beatris

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    1. Ciao Beatris, grazie, sono felice che abbiate trovato interessanti questi post sulla mia terra alla quale sono tanto legata.

      Un abbraccio e buon fine settimana.
      Antonella

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  12. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Avevo letto con interesse la prima parte e ho trovato molto carina anche questa.
      E' davvero incredibile come il progresso a volte sia anche un tantino triste, ora i macchinari sono molto sofisticati che i telai a navetta rimangono solo immagini da mostrare e ricordi da condividere.
      Bacio

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    2. E' vero Betty, anche se la nostra crisi e lo stato terribile delle nostre fabbriche non è tutta colpa del progresso...la crisi del tessile prima e questa crisi che stiamo vivendo ora hanno ridotto a zero le nostre industrie. E' tristissimo!
      Un bacione.
      Antonella

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  13. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Ti ringrazio Antonella per avermi dato l'opportunità di conoscere questi piccole grandi attenzioni . Il mio abbraccio
      Maurizio

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    2. Grazie a te Maurizio di averlo apprezzato.
      Un abbraccio.
      Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")