lunedì 20 gennaio 2014

Fatterellando: Jane Eyre, una donna





La prima volta che ho letto Jane Eyre ero una ragazzina e il libro
era un regalo della Befana, mi ricordo ancora di me e della mia mamma
sedute sul letto della mia camera e di lei che mi spiegava,
prima che iniziassi la lettura, la grandezza di questo romanzo.
Negli anni l'ho riletto parecchie volte ed ogni volta mi è piaciuto,
mi ha commossa, e mi ha fatta riflettere sulla grandezza di
questo personaggio femminile così fuori dagli schemi dell'epoca.








" I principi e le leggi
non sono fatti per i momenti  privi
di tentazioni...
ma per i momenti come questi,
quando il corpo e l'anima
si ribellano al loro rigore."









Scritto da Charlotte, sorella maggiore della famosa Emily di "Cime Tempestose",
è un romanzo parzialmente autobiografico e viene considerato il suo capolavoro.
Storia semplice quella della protagonista e neanche tanto complicata nell'intreccio,
essa viene narrata in prima persona per ricostruire "Un'autobiografia" come recita il sottotitolo.
Jane, rimasta orfana di entrambi i genitori, viene "accolta" dalla zia che la odia.
All'età di dieci anni viene internata in un collegio dove vigono regole severissime e privazioni fisiche.
 Qui conosce le uniche due persone che le saranno amiche e l'aiuteranno a superare
la fame, il freddo e la solitudine; la sua amica e confidente Helen,
che sarà stroncata dalla tubercolosi, e la sua insegnante, la signorina Temple,
che riconoscerà la sua intelligenza e il suo talento.









Jane rimane in collegio fino a diciotto anni. Dopo aver messo un annuncio sul giornale
trova un impiego come istitutrice a Thornfield Hall; vasto possedimento terriero,
dominato da un'imponente edificio che appartiene da generazioni ai Fairfax Rochester.
Jane deve occuparsi di Adele, una bambina francese affidata a Rochester dalla sua ex amante.







All'improvviso al maniero fa ritorno il padrone il signor Rochester che inizia ad interessarsi a lei,
scoprendone un'intelligenza e una maturità straordinarie.
Rochester ha una fronte ampia e squadrata, capelli e occhi neri, naso pronunciato,
 narici pronunciate, corpo atletico ma tozzo.
 Il suo aspetto rispecchia il suo carattere: collerico, al limite della crudeltà, scettico e imprevedibile.







I giorni passano e i due si conoscono sempre più. Jane, a poco a poco,
riesce a scalfire la dura corazza di lui, impara a capirlo e lentamente si innamora di lui.
Per Rochester la presenza di Jane è diventata indispensabile, come il respiro e
tra eventi inaspettati o causati da lui, riesce a farle dichiarare il suo amore.
 Un grande amore, puro, quello che Jane prova per il suo padrone, cresciuto gradatamente,
 a cui non importa della differenza della classe sociale.







I due decidono di sposarsi. Mentre sono in chiesa,
proprio nel momento in cui il pastore sta per unirli in matrimonio, la cerimonia viene interrotta dal…
Mi fermo qui per non rivelare ulteriormente la trama.








 Storia d'amore bellissima, inedita e avvincente.
I due personaggi vengono caratterizzati soprattutto dal loro aspetto interiore
che non corrisponde al loro aspetto fisico,
e gli elementi della natura rispecchiano lo stato d'animo della protagonista.
I nomi dei luoghi sono tappe di un percorso accidentato, ricco di cadute non meritate
cui seguono insperate rinascite. Ogni nome rappresenta una fase dell'esistenza.








Gateshead: barriere (gates) che imprigionano la piccola Jane
ospitata malvolentieri dalla severa zia Reed solo per mantenere la promessa fatta al marito,
 mr. Reed (lo zio buono) sul punto di morte.
Lowood: degrado (low) e vita di stenti in una scuola per poveri
 dove la crudeltà di Mr.Brocklehurst, falso benefattore,
è temperato dalla gentilezza e dal sorriso di Miss Temple.








Thornfield: spine (thorns) dolorose infliggono tormenti mai provati al cuore ingenuo della giovane istitutrice perduta d'amore per il suo padrone, l'ombroso e passionale Edward Rochester.
Whitcross: incrocio (cross), momento di scelta e illusione di trovare conforto
 lasciandosi andare nel grembo di una natura accogliente ma selvaggia.







Marsh End: fine (end) di un vagare senza meta, uscita dalla palude della sofferenza,
 gioia nel ritrovare i parenti, nell'apprendere la notizia dell'eredità e di ricevere una proposta di matrimonio.
Ferndean porto finale, verde come le felci (fern) che crescono intorno rigogliose
che raffigurano un futuro radioso per il padrone e la governante.







Jane colpisce perché è libera, emancipata, e ci conquista per la sua forza
e per la sua capacità di non cedere alla disperazione.
Il suo personaggio non rispecchia i canoni femminili dell'Ottocento, non è una bellezza anzi è brutta,
 minuta ma possiede alcune caratteristiche che la rendono unica.
Intelligenza, razionalità, grande irrequietezza, forte passionalità, desiderio di libertà,
priva di falsità e malizia, non teme il confronto con uomini e donne a lei socialmente superiori,
anzi può primeggiare, grazie alla padronanza della lingua e alle numerose conoscenze.









Lungo, duro e pieno d'ostacoli è il cammino che Jane deve percorrere verso l'amore.
Passa dallo stupore dell'amore che sboccia alla tortura dell'amore tradito e quindi proibito;
dall'amore tradito alla gioia dell'amore ritrovato: tutte le tappe dell'amore
che soltanto alcuni esseri possono conoscere.








Amo il personaggio di Jane, perché possiede una grande forza e
 nonostante la sfortuna non si arrende mai, non si lascia calpestare e difende la propria moralità e dignità.
Charlotte possiede una grande capacità descrittiva, mai banale o ripetitiva,
la narrazione è scorrevole, mai noiosa, personaggi deliziosamente delineati,
accurata descrizione dei luoghi, trama avvincente tanto che
è impossibile staccare gli occhi dalla pagina nemmeno per un secondo.
Leggere questo romanzo è un'esperienza unica. Le emozioni invadono il cuore,
ti immedesimi nella storia, in Jane, riesci a immaginare il suo mondo, i suoi pensieri,
i suoi sentimenti, soffri con lei, gioisci con lei, ami con lei…
E' una storia d'amore decisamente insolita, tormentata, passionale, in cui
- per la prima volta- è una donna a dettare le regole.








Mai, prima di allora, nella narrativa inglese una donna aveva manifestato
 e scritto apertamente del suo desiderio per un uomo: Jane-Charlotte
 (nelle sue opere vengono descritte le esperienze provate dall'autrice)
racconta invece la sua irresistibile passione per un uomo sposato.
 Jane è uno dei più bei personaggi femminili che siano mai stati creati dalla letteratura.
 Una figura che vive in epoca vittoriana intrisa di ipocrisia, moralità e falsità.
Una donna straordinariamente moderna che compie delle scelte anche contro il proprio interesse
 e le convenzioni sociali.







Libro emozionante, ti fa riflettere sui sentimenti che si possono provare per una persona,
 insomma, un vero capolavoro della letteratura mondiale, un romanzo che piacerà anche a chi afferma
"non è il mio genere", si ricrederà sicuramente.
Consigliatissime anche le varie trasposizioni cinematografiche e televisive,
 ma leggere il libro è un'altra cosa.

(Estratto© Jane Eyre ed. Newton Compton Editori )







" Giunta là, fui costretta a fermarmi sotto una siepe, e udii uno strepitio di ruote e una diligenza avvicinarsi. Mi alzai in piedi e feci un segno con la mano. Il conduttore si fermò. Chiesi dove andava. Nominò una località lontana, dove il signor Rochester non aveva conoscenze. Gli chiesi quanto voleva per trasportarmi. "Trenta scellini", disse. Risposi che ne avevo venti; ebbene si sarebbe accontentato. Mi permise di salire. Entrai, chiusi lo sportello e il veicolo si rimise in moto.
Possa mai nessuno provare quello che io provai in quel momento!
Mai nessuno versare il fiume di lacrime cocenti che versarono i miei occhi! Mai rivolgersi al cielo con preghiere tanto disperate! Mai nessuno, come me, possa temere di procurare il male di colui che ama con tutto il cuore! "



CHARLOTTE BRONTE








"La scrittrice ci tiene per mano ben stretti, ci fa vedere quello che lei vede,
non ci lascia neppure un istante.
Alla fine, siamo pieni del genio, della veemenza, dell'indignazione di Charlotte Brontë."
( Virginia Woolf )








Charlotte Brontë nasce il 21 aprile 1816 a Thornton nello Yorkshire (Inghilterra),
 terza figlia del Reverendo Patrick Brontë e di Maria Branwell.
 Il padre era di umili origini, figlio di fittavoli, era però riuscito, grazie alla forza di volontà,
 a studiare a Cambridge e a prendere gli ordini sacerdotali.
Per questo durante la piccola ascesa sociale aveva cambiato alcune volte il suo cognome
 per nascondere la vera origine: da Brunty a Brontë, passando per Branty.
Era un uomo di grandi capacità intellettuali, di animo integro e appassionato,
 purtroppo anche fortemente egoista. La madre, appartenente a una famiglia agiata metodista,
era orfana di entrambi i genitori; aveva un carattere forte e risoluto che aveva mitigato per amore del marito.







A pochi anni dalla nascita, la famiglia si trasferì a Haworth, un remoto villaggio nella stessa contea. L'abitazione si trovava presso la canonica della chiesa dove il padre prestava servizio:
un edificio che si trovava nell'aperta brughiera distante dal paese e da qualsiasi altra casa,
confinante con il cimitero e costantemente battuto dalle raffiche gelide del vento del Nord.
 Il fascino della natura aspra e selvaggia della vegetazione influenzò
 tutti i componenti giovani della famiglia, instaurando in loro un rapporto di amore-odio
 e di dipendenza talmente forte che, anche se Charlotte e i suoi fratelli
avevano il desiderio di conoscere il mondo e le sue innumerevoli bellezze,
 non riuscirono mai a distaccarsi dal loro luogo di origine per più di qualche mese.








La madre morì a pochi anni dal trasferimento, dopo un lungo periodo di sofferenza causata dal cancro. Poiché il padre non riuscì a convolare a nuove nozze, la cognata Elisabeth,
che non si era mai sposata, si trasferì presso la famiglia della sorella per accudire i nipoti:
il carattere della zia non era molto espansivo e non era in grado di dare ai piccoli
l'affetto di cui avevano bisogno.







La figura materna venne allora sostituita da Tabby, la governante,
 che si prese cura di loro come fossero suoi figli, non adulandoli mai,
ma cercando in ogni modo di favorirli.
Furono proprio i suoi racconti, favole e leggende i primi semi della feconda vena artistica dei piccoli Brontë.









Charlotte era piccola di statura, con folti capelli che le incorniciavano il viso,
il naso pronunciato e la bocca mal disegnata, in compenso i suoi occhi scuri
erano talmente penetranti che catturavano l'attenzione.
 Il suo aspetto fisico fu sempre per lei un grave problema che non riuscì a superare mai completamente:
le sembrava che tutti la guardassero e la giudicassero brutta
 per la non perfetta armonia del volto e questo le causava un forte disagio
soprattutto quando doveva conoscere gente nuova.








Le basi della sua educazione furono poste dal padre che faceva da maestro a tutti i suoi figli,
 assegnando loro lezioni e facendogliele ripetere, privilegiando l'unico figlio maschio Branwell.
Nel tempo questo metodo si rivelò inadeguato; così nel 1824 il reverendo,
pensando di fare il loro bene, affidò le figlie al collegio femminile del Reverendo Wilson.
La disciplina era assai severa e rigorosa per inculcare nelle menti delle giovani una ferrea austerità interiore,
il regime oltremodo frugale: le due sorelle più famose, Charlotte ed Emily,
 per opporsi alle restrizioni patite, svilupparono una personalità autonoma e ribelle.








Le condizioni climatiche e igienico-sanitarie non erano delle migliori:
si pativano molti stenti, Elisabeth e Maria si ammalarono gravemente e, di ritorno a casa,
morirono nel giro di poco tempo. Charlotte ed Emily ritornarono comunque a scuola,
 la sorella maggiore capì, allora, l'importanza di quell'istruzione sia per il suo talento sia per la vita futura.
Tornate a Haworth dopo l'ennesima epidemia che afflisse le alunne della scuola,
la loro istruzione proseguì per un certo periodo a casa: furono istruite
dalla zia per i lavori prettamente femminili e dal padre per l'aspetto culturale-politico:
 il reverendo discuteva con loro delle notizie che giungevano dai giornali locali,
 in maniera vigorosa e precisa esponeva le sue idee tanto da influenzare i primi componimenti dei figli.
 La biblioteca paterna era ricca di opere considerate classiche e contemporanee: Scott, Coleridge, Wordsworth e Byron.
Crescendo i giovani sfruttarono anche la biblioteca circolante di Keighley,
 la biblioteca privata della famiglia Heaton, che conoscevano bene,
 e i libri della scuola serale per artieri del paese.







Ben presto Charlotte si rese conto del grave carico che avrebbe dovuto portare sulle sue sole spalle:
sorella maggiore di orfani di madre, doveva consigliare e confortare tutti i fratelli più piccoli.
Successivamente Charlotte studiò presso la scuola di Miss Wooler a Roe Head
dove ritornò più tardi in qualità d'insegnante grazie, probabilmente,
 all'intervento economico della signorina Firth, amica di famiglia che possedeva una certa agiatezza.
 Tale scuola era il luogo più adatto a lei, dato l'esiguo numero di studentesse che permetteva l'insegnamento individualizzato, per appropriarsi di quegli strumenti atti a renderla un'istitutrice.







Iniziò poi una serie di problemi legati soprattutto alla instabilità economica,
da cui i fratelli Brontë cercarono una valida fuga tuffandosi nella loro passione letteraria,
dedicandosi a scrivere diari, poesie e racconti; trascendendo spazio e tempo,
trovavano nell'isolamento un rifugio sicuro dove esercitare la loro immaginazione.
Charlotte, anche se amava poco l'insegnamento poiché dava poche soddisfazioni,
decise di lavorare presso varie famiglie in qualità di governante e istitutrice.
 Questi erano gli unici lavori ammessi e rispettabili per una donna che aveva bisogno di mantenersi.
 Ben presto Charlotte ed Emily, stanche della loro situazione, pensarono di mettersi in proprio:
volevano aprire una scuola per fanciulle, con pensionato annesso, di modo che tutte e tre insieme,
 Charlotte, Emily e Anne, non entusiaste dei loro rispettivi lavori,
potessero tornare a casa e restarci mantenendosi.








Dopo aver saputo che Mary Tailor, amica di Charlotte,
 aveva frequentato una scuola di perfezionamento a Bruxelles con la sorella,
 rimanendo entusiasta sia dell'insegnamento sia delle esperienze vissute,
per avere una opportunità in più, decisero di recarvisi anche Charlotte e Emily,
alloggiando presso il pensionato Heger, meno costoso, per cercare di migliorare la loro educazione,
 cultura, soprattutto la conoscenza del francese e del tedesco, e Charlotte anche dell'italiano.
 Charlotte vi rimase anche un periodo come insegnante di inglese, ottenendo un diploma
 che certificava la sua idoneità a insegnare il francese e arricchendo notevolmente le sue capacità letterarie. Infatti, l'esperienza belga fu fondamentale per lo sviluppo artistico dell'autrice:
l'esperienza di quegli anni la rese capace di scrivere i successivi romanzi, maturando
"i germi letterari espressi fino ad allora in forme inadeguate e puerili".







Il progetto sfumò per la mancanza di denaro,
per i problemi di salute del padre che richiedeva continua assistenza e
soprattutto per la mancanza di alunne.
 Infatti, Charlotte aveva deciso che prima di affrontare qualunque spesa
 sarebbe stato opportuno rendere noti i programmi della scuola e attendere delle risposte,
che purtroppo non arrivarono mai.







Nel 1844 Charlotte fu costretta a tornare a Haworth sia per la crescente cecità del padre,
sia per il disagio del fratello maggiore che, non essendo riuscito a far carriera
sprofondava sempre più nel tunnel dell'alcol e dell'oppio, diventando un incubo per tutta la famiglia.
Tra il 1846 e il 1853 scrisse e pubblicò i suoi romanzi più famosi e alcune poesie.
 Negli stessi anni morirono in poco tempo Branwell, il fratello maggiore, Emily e Anne per consunzione.
Per scappare dal dolore provocato dai numerosi lutti Charlotte si recò da allora spesso a Londra dove strinse numerose amicizie, tra cui quella con Thackeray,
 famosissimo scrittore noto per "Vanity Fair", ed Elisabeth Gaskell, scrittrice e sua futura biografa.






Ormai autrice famosa, la sua vita cambiò, il mondo letterario londinese l'avrebbe accolta a braccia aperte, ma la sua entrata nei circoli letterari produsse solo sgomento:
ci si aspettava una donna spregiudicata e mascolina non certo una timida, goffa provinciale intransigente. Infatti, il carattere riservato, causandole forti emicranie e nausee,
non le permetteva di godere appieno di questi nuovi stimoli.







Nonostante la scarsa avvenenza fisica e il costante senso di inadeguatezza,
a Londra molti uomini di una certa cultura furono attratti da lei, tra cui anche James Taylor,
socio della ditta Smith e Elder, editori di Charlotte,
che venne però rifiutato per una certa volgarità di alcuni suoi atteggiamenti.







Benché Londra potesse offrirle molto, Charlotte preferì di gran lunga la sua solitaria dimora
 da lei considerata il suo rifugio. Ora la sua esistenza correva come su due binari paralleli:
la vita di Currer Bell, pseudonimo maschile usato dalla scrittrice, e quella di donna.
Fosse stata un uomo avrebbe potuto dedicarsi esclusivamente all'attività letteraria ma
in quanto donna non poteva fare ciò. Sebbene ormai sola,
Charlotte rifiutò per l'ennesima volta un possibile matrimonio.
 Era il turno del Reverendo Arthur Bell Nicholl, coadiutore del padre da diversi anni;
ella intrattenne con lui, in seguito, una fitta corrispondenza grazie a cui, finalmente,
Nicholl riuscì a conquistare il suo affetto e la sua stima.








Dopo aver nascosto la loro relazione e lottato più di un anno contro il padre,
che aveva un'opinione amara e scoraggiante del matrimonio, nel 1854 si sposarono.
Trascorsero la luna di miele in Irlanda, dove Charlotte conobbe i parenti del marito
 e di lui scoprì nuove qualità che la resero ancora più felice e sicura del passo che aveva fatto,
 anche perché Nicholl voleva che lei partecipasse a tutto ciò che era il suo lavoro in parrocchia.








La grande scrittrice morì l'anno successivo, il 31 marzo 1855,
a seguito di un'affezione polmonare dopo essere stata costretta a letto per disturbi legati alla gravidanza; venne sepolta accanto agli altri membri della sua famiglia sotto il pavimento della chiesa di Haworth.







Terminava così il suo desiderio di vita normale appena intrapreso,
legato alla famiglia e ai figli, senza più alcuna velleità artistica.








Opere di Charlotte Brontë:

- "Jane Eyre" (1847)

- "Shirley" (1849)

- "Villette" (1853)

- "The Professor" (scritto prima di "Jane Eyre" ma rifiutato da molti editori; pubblicato postumo nel 1857)








( Fotografie dal web )



" Per tutte le donne è follia lasciare che in loro si accenda
un amore segreto che, se non ricambiato e sconosciuto, divora
la vita di cui si nutre; se scoperto e ricambiato, come un fuoco fatuo
conduce in terre paludose da cui è impossibile liberarsi."



Vi invito a passare da
Audrey
per continuare a leggere



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La chicca di Melinda



Quando il successo nasce dall’invidia: Charlotte Brontë non sopportava la sua “rivale” Jane Austen perciò passò buona parte della sua carriera a criticarla e ad affossare i suoi romanzi, ottenendo così un enorme successo fra i critici dell’epoca.
La percezione che Charlotte Brontë aveva di Jane Austen che definiva “troppo femminista, indipendente, a volte sdolcinata” rivela molto della personalità della Brontë, ma evidenzia anche un importante cambiamento nella definizione dell'amore romantico nella cultura occidentale che anche grazie alla Brontë nel nostro secolo è diventato un amore tormentato, sofferente e spesso irrealizzabile.



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Il wall di Xavier













42 commenti:

  1. Come abbiamo scritto anche a Audrey, complimenti a tutti e quattro per questo intrigante fattarello!
    Okay, Jane Eyre non è pane per noi Jene, però ci è piaciuto davvero molto.
    Le copertine delle diverse edizioni sono un'idea accattivante, così come sono bellissimo il wallpaper e anche la chicca di Melinda (ma dove le scova tutte queste notizie?)
    Un abbraccio zamposo

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    1. Ciao, mi fa piacere che l'idea delle copertine vi sia piaciuta, a me è sembrata interessante questa rassegna in cui si legge anche il passare degli anni...

      Melinda e Xavier, come sempre, hanno dato il loro tocco che fa la differenza.

      Un abbraccio e buona settimana nella savana.
      Antonella

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  2. Ciao Antonella,
    come sai sono molto soddisfatta di questo nostro fatterellando.
    Il tuo post è completo e permette di cogliere tanti aspetti dell'autrice che conducono al libro e alla storia, mi piace l'analisi che ne è venuta fuori perchè da una maggiore incisività alla sua opera.
    Come sempre la chicca di Melinda è stata impeccabile e ci ha fornito quella notizia in più che fa la differenza. Per quanto riguarda il wall di Xavier, come ti ho già detto, sono senza parole è davvero raffinato, delicato, perfetto.
    Un bacione buona giornata :D :*

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    1. Ciao Audrey, anch'io sono molto soddisfatta, è venuto fuori un bel lavoro, spero che anche ai nostri lettori piaccia.

      Come sempre un grazie a Melinda e Xavier che sanno sempre aggiungere quel tocco in più.

      Un bacione.
      Antonella

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  3. Siete un bel gruppo di lavoro, analisi e approfondimenti...

    Complimenti!

    Storia affascinante che mi piace molto.

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    1. Anche a me la storia di Jane Eyre è sempre piaciuta e questa è stata una bella occasione per riconsiderarla con altri occhi.

      Grazie, Gianna, e buona settimana.
      Antonella

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  4. Grandioso post!
    Siete tutti bravissimi!
    I miei complimenti a te cara Antonella, a Melinda, a Xavier e a Audrey, uniti e creativi, siete una forza!
    Un abbraccio a tutti quanti e buona giornata da Beatris

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    1. Ciao Beatris, grazie a te per aver apprezzato questo lavoro di gruppo.

      Un grande abbraccio.
      Antonella

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  5. Splendido il tuo post, di più non si potrebbe chiedere. Ho letto il libro anch'io da ragazzina e visto il fim da adulta, film che è riuscito a commuovermi moltissimo. Una tra le figure femminili della storia che più mi ha affascinato, per la sua "diversità", la sua emancipazione, ma anche per il forte contrasto tra la sua interiorità e la sua esteriorità.

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    1. Una figura di donna molto particolare e molta diversa dalle "sue contemporanea ", forse per questo da generazioni esercita il suo fascino.

      Grazie della visita e buona settimana.
      Antonella

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  6. I tuoi post sono sempre molto interessanti e fatti in modo magistrale. Sei Brava. Questo libro è sempre piaciuto molto anche a me. La prima volta l'avevo comperato da ragazza a Vercelli in una edizione economica della BUR. Mi è piaciuto molto ultimamente anche il film del quale riporti le immagini. Buona settimana Antonella. Un abbraccio.
    Paola

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    1. Ciao Paola, vedo che Jean Eyre ci unisce quasi tutti...

      Ti ringrazio per i complimenti, non so se sono brava, mi piace fare ricerche, scrivere, leggere e, cosa molto importante, ho tempo a disposizione.

      Sono stata "obbligata" ad aprire un profilo su fb ti volevo cercare ma ho scoperto che so il cognome di tuo marito ma non il tuo, se ti va cercami tu, mi farebbe piacere.

      Buona giornara, a presto.
      Antonella

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  7. ODIO JANE EYRE.
    Uno dei miei ultimi esami della mia carriera universitaria era incentrato TUTTO su questa stronzetta protofemminista, tanto che ad oggi ho letto sia l'originale che tutti gli epigoni e prequel (Giro di vite, Il grande mare dei Sargassi, Rebecca la prima moglie), visto praticamente tutti i film e letto molti saggi-
    La odio con tutto il cuore :p

    In ogni caso, complimenti per il post!
    E poi con il tocco di Melinda e Xavi è sempre un piacere... ora corro dalla sorellastra francese Audrey! :)

    Moz-

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    1. Che dire? Si sente che è proprio un odio che viene dal cuore!

      Se non altro saprai dirci, da esperto, se almeno abbiamo fatto un lavoro ben fatto.

      Passo a vedere cosa scrivi dalla tua sorellastra.
      Antonella

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    2. Sì, i vostri post sono esaustivi! :)
      Se ti è piaciuto questo romanzo, ti consiglio lo spassoso "Il caso Jane Eyere" che è davvero divertente.
      E poi Giro di Vite di James, da cui hanno tratto The Others con la Kidman :)

      Moz-

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    3. Ho letto "Giro di vite" non ho mai letto " Il caso Jane Eyre " perchè mi ispirava poco. Al di là della tua antipatia, ne vale la pena?

      Ciao, buona serata.
      Antonella

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    4. Il caso Jane Eyre è spiritoso, divertente, meta-romanzo... insomma, è un omaggio all'opera madre :)
      Se ti è piaciuta la stronzetta protofemminista e il suo mondo, magari ti piacerà come lettura piacevole! XD

      Moz-

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    5. Allora lo cerco, dovrò assentarmi per un mese e potrei inserirlo tra le letture leggere per quel periodo.

      Ciao, Antonella

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  8. Ciao Anto, non sono sparito ma ero in ritiro per l'esame di ammissione per l'università che ho sostenuto stamattina. Adesso tiro un pò il fiato!
    Di Jane Austin non sapevo niente ma grazie a te e Audrey ho colmato questa lacuna.
    Baciotti

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    1. Ciao Xavier, bene, sono contenta immagino che l'esame di ammissione sia andato benissimo...lo pensavo che stavi studiando!

      Hai fatto confusione nel commento parlando di Jane Austin ( che so non piacerti, non piace nemmeno a me ), naturalmente volevi scrivere Jane Eyre! Forse non è un libro proprio da maschietti ma secondo me vale la pena leggerlo...provaci, poi mi dici.

      Un bacione.
      Antonella

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    2. Perdonami ma ho i neuroni fusi, per fortuna ho due giorni di vacanza per riprendermi :)
      Baciotti

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    3. Ma figurati Xavier, adesso cerca di riposarti!

      Buona notte, bacioni.
      Antonella

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  9. Cara Antonella… direi che questo tuo post è semplicemente meraviglioso! Un capolavoro ricco di notizie e particolari interessanti non conosciuti.
    Ho visto il film di Jane Eyre tanti anni fa, e mi era piaciuto tantissimo, il tipo di storia che mi affascina e mi prende fin nell’anima.
    Il libro penso sia tutt’altra cosa, sempre meglio del film che di solito tralascia molti aspetti e particolari che fanno la differenza.
    Lo metterò nella mia lista da leggere, peccato che lo faccia solo l’estate…
    Interessante anche la chicca di Melinda, particolari di cui non ero a conoscenza.
    E direi che è meravigliosa il wall di Xavier, penso che in questo suo lavoro abbia superato se stesso.
    Complimenti a tutti, vi abbraccio e vi auguro una serena settimana

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    1. Ciao Betty, senza voler togliere nulla ai film ma sicuramente leggere un libro è un'altra cosa, soprattutto quando in casi come questo le emozioni, le sensazioni i pensieri sono parte dominante del romanzo...il film non riuscirà mai ad esprimere quello che il libro racconta.

      Ho visto il film di Zeffirelli ( da cui ho tratto le fotografie ) di alcuni anni fa e devo dire che mi è piaciuto tonto soprattutto per la fotografia.

      Grazie Betty, a presto, un bacione.
      Antonella

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  10. Il libro non l'ho letto, ma ho visto il film che non era male.
    Saluti a presto.

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    1. Ciao, il libro , a mio parere, è molto bello, se ti capita prova a leggerlo, penso che saprai apprezzarlo.

      Buon pomeriggio.
      Antonella

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  11. Splendida raccolta di cover di questo grande romanzo. Il film è anche bello!

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    1. Ciao Leovi, l'idea delle copertine mi piaceva molto e sono contenta che sia stata apprezzata.

      Un abbraccio.
      Antonella

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  12. Ho letto con piacere ed interesse il tuo post: il libro m'è piaciuto molto, io l'ho letto dopo aver visto il film (quello di Zeffirelli) e ne avevo fatto un post anch'io (http://lellinab.blogspot.it/2013/09/pioggia-dautunno-e-libri.html) anche se non particolareggiato come il tuo.

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    Risposte
    1. Ciao Lella, sono passata adesso a leggere il tuo post ed è stata un immersione nell'atmosfera piovosa e un po' grigia di certe giornate inglesi. Hai reso bene l'idea!

      Un abbraccio.
      Antonella

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  13. Ciao Antonella, innanzitutto, come ho già detto da Audrey siete state bravissime, la storia di per sé è romanticamente affascinante, ma voi siete riuscite a catturare l'attenzione e a coinvolgere. Io sono tra quelle che non ha mai letto il romanzo, pur essendomi ripromessa di farlo più volte. Credo di aver visto negli anni '60 il teleromanzo alla TV e il film in bianco e nero, ma non ricordo molto e poi come dici tu la lettura del romanzo senz'altro è un'altra cosa!
    Passa una buona serata, Stefania

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    1. Ciao Stefania, se posso permettermi ti consiglierei di leggerlo, al di là della storia molto romantica, un po' gotica e coinvolgente, c'è tutto il travaglio e la sofferenza di un'anima che un film per quanto ben fatto non potrà mai rendere in pieno.

      Grazie, sono contenta ce il post ti sia piaciuto, ti auguro una buona serata.
      Antonella

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  14. Ed eccolo qui il nostro fattarello!
    Lo ammetto, a me la storia di Jane va indigesta e tutti e due i film mi hanno fatto venire una bella botta di sonno, però mi sono divertita a scrivere la chicca rispolverando vecchi ricordi del liceo!
    Il wall di Xavier mi è piaciuto più degli altri, se possibile e bella la tua idea di inserire tutte le copertine del libro!
    Un abbraccio :-)

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    1. Ciao Melinda, mi stavo un po' preoccupando non vedendoti, infatti avevo già chiesto notizie ad Audrey.

      A me Jane Eyre è sempre piaciuto molto, ma ti dirò che rileggendolo adesso a distanza di anni mi piace ancora di più.

      Questa volta ho apprezzato particolarmente il lavoro tuo e di Xavier, la tua chicca è stata veramente una "chicca" e anche secondo me questa volta Xavier ha superato ogni aspettativa.

      Sono contenta che ti sia piaciuta l'idea delle copertine dei libri attraverso gli anni, a me piace molto e non può che farmi piacere questo modo comune di sentire.

      Un bacione.
      Antonella

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  15. Il libro l'ho letto parecchi anni fa,mi era piaciuto tantissimo, era molto coinvolgente.
    Certo che avete fatto un lavoro bellissimo"fatterellando"! Riuscito benissimo, con tante belle immagini.
    Grazie Antonella, se ti va di passare da me c'è un gioco se ti può piacere...
    Un abbraccio
    Dani.

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    1. Ciao Daniela, come avrai visto sono passata da te e ho gradito tantissimo il premio-gioco.

      Sono contenta che il nostro Fatterellando ti sia piaciuto, noi ce la mettiamo sempre tutta...
      Il libro piace molto anche a me e l'ho riletto più volte, adesso preparando il post l'ho apprezzato ancora di più.

      Un abbraccio.
      Antonella

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  16. Ciao Antonella, bellissimo questo post, e interessante. Io il libro l'ho letto a sedici anni, mi ricordo ancora delle facce stranite dei miei compagni di classe quando mi vedevano con quel vecchio libro che avevo rubato da un cassetto di mia nonna e che mi piaceva tanto. Ho preferito leggerlo che studiarlo in seguito in letteratura inglese, penso che a volte le analisi prive di sentimento dei libri scolastici tolgano tutta la magia al libro che trattano. Buona giornata!

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    1. Condivido la tua opinione, spesso i testi scolastici tolgono ai libri buona parte della loro magia.

      Un abbraccio.
      Antonella

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  17. Ciao Antonella, sono un'amica virtuale di Melinda e trovo il tuo blog...
    Bello, rilassante, spiritoso, romantico, insomma mi piace davvero molto così come mi piacciono i tuoi cani, sono dolci e belli.
    Mi ricordo bene il film di Zeffirelli, l'ho visto tante di quelle volte e conosco i passi del romanzo a memoria, è stata una delle mie prime letture.
    Ti leggerò con piacere, se vuoi farmi visita ti lascio il mio indirizzo:
    http://maryfisherontheroad.blogspot.it/

    Un abbraccio,
    Mary

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    1. Ciao Mary, benvenuta il questo piccolo spazio, sono felice di conoscerti e ti ringrazio per il complimento.
      Anch'io ho amato tantissimo il film di Zeffirelli e l'ho visto più volte.
      Passo subito da te, sarà un piacere seguirti.
      A presto.
      Antonella

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  18. Complimenti per il post! Completo ed esaustivo senza essere tedioso :)
    Adoro Jane Eyre da quando ho 13 anni, mi ha aiutato a crescere.
    Per chi non l'abbia vista consiglio di vedere la miniserie della bbc del 2006 di Jane Eyre, è la mia trasposizione cinematografica preferita.
    Emanuela

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    1. Ciao Emanuela e benvenuta!
      Anch'io ho amato e amo molto Jane Eyre, è un libro che mi piace rileggere e hai ragione quando dici che aiuta a crescere, ogni volta che lo leggo mi accorgo che ha sempre qualche cosa di nuovo da insegnarmi.
      Grazie per i tuoi complimenti, mi hanno fatto veramente piacere.
      A presto.
      Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")