mercoledì 22 gennaio 2014

Storie di Briganti: Zanzalù e gli altri, piccoli Robin Hood d'Italia




Anche l'Italia ha i suoi Robin Hood, uomini e donne
che un bel giorno, per opporsi a qualche prepotente diventano
fuorilegge.
Alcune tra le storie più significative sono state raccolte da
Silvino Gonzato in Briganti Romantici (ed. Neri Pozza ),
un libro che ripercorre le gesta di famosi briganti facendo leva su un'accurata
ricostruzione storica e avvalendosi di una struttura narrativa 
piuttosto romanzesca.






Si parte dalla fine del cinquecento e si arriva all'inizio del novecento.
La caratteristica comune di tutte le storie raccontate è che i protagonisti
non erano criminali per vocazione ma lo diventano
perchè trascinati dagli eventi.






Per esempio  Giovanni Beatrice, detto Zanzanù ( 1576 - 1617 ),
di Gargnano, nell'Alto Garda.
Il suo era " il cuore normale di un uomo diventato fuorilegge
perchè, non avendo ottenuto giustizia per i torti e le soperchierie che avevano 
subito i suoi genitori, i suoi fratelli e lui stesso ad opera di una potente famiglia
del luogo, aveva deciso di farsela da solo, stanando i nemici 
ad uno ad uno e uccidendoli"
All'origine di tutto c'era una complicatissima faida famigliare,
che Silvino Gonzato descrive,
dandoci il quadro di un'epoca in cui, sotto la Serenissima, la giustizia
pareva affidata in gran parte ai cacciatori di taglie.






La parola stessa " bandito " significa colui che è colpito da bando, ossia
chiunque fosse indicato in modo pubblico dalle autorità
come nemico dell'ordine e quindi meritevole della pena capitale.
Zanzanù voleva principalmente vendicarsi di Giacomo Sette, detto
il Chierico, un vero e proprio serial killer dell'epoca.
Coinvolto in una miriade di delitti e datosi alla macchia, perfezionò
la tecnica del sequestro di persona.
Di fatto cominciò a colpire i ricchi per vendicare i poveri delle angherie
cui erano sottoposti.
Zanzanù fece una brutta fine, come tutti i briganti  scelti da Gonzato
per il suo libro.






Antonio Tosolini detto Toni Menotto ( 1759 - 1794 )
era di Adorgnano, una frazione di Tricesimo in Friuli.
Il suo atto di ribellione si concretizzò contro il Conte Antonio Valentinis
per il quale lavorava come bracciante.
Da quel momento Menotto si prodigò in una lotta contro la nobiltà.
Una classe ormai in palese decadimento mentre anche il potere dei Dogi 
si avviava al tramonto.
Organizzò una banda e si dedicò a depredare i carri dei proprietari terrieri,
dei mercanti e persino dei contrabbandieri.
I contadini stavano dalla sua parte segnalandogli i movimenti
dei gendarmi che Venezia inviava per stanarlo.
Menotto incarnava l'idea di personalità romantica per la sua audacia,
per il rapporto d'amore con una ragazza, Anna Bidins, che morì
appena ventenne, e per il carisma.
Molti ragazzi lo seguirono anche perchè l'alternativa era spesso
la fame e la pellagra. Ci volle un atto di tradimento perchè
Menotto venisse preso.






Un brigante che seppe esercitare il suo ruolo con umorismo
fu Giuseppe Mayno detto Mayno della Spinetta ( 1780 - 1806 )
attivo nei dintorni di Alessandria.
A vent'anni fu testimone della battaglia di Marengo tra francesi e austriaci
che ebbero la peggio. Una carneficina terribile dalla quale la popolazione civile
non ne uscì indenne e alla quale seguì un periodo di malversazioni da parte della Francia.
Piuttosto che rispondere alla leva obbligatoria Mayno mise in piedi
una guerra personale, Avendo rapinato un generale della Croce della Legion d'onore,
se la appuntò al petto e si autoproclamò re di Marengo e imperatore delle Alpi.
Anche lui aveva una donna che sposò e dalla quale ebbe una figlia.






Parlando di donne bisogna dire che alcune preferirono seguire i compagni
nella clandestinità piuttosto che rimanere a casa a trepidare per la loro sorte
Gonzato porta come esempio Michelina di Cesare ( 1841 - 1868 ).
La giovane donna si nascose sui monti del casertano insieme al marito Francesco Guerra
Erano i tempi dell'Unità d'Italia e per la comunità rurale i Savoia
erano meno popolari dei Borbone.
La ragazza, non istruita ma intelligente si dimostrò subito astuta e coraggiosa.
L'appartenenza al sesso femminile non le permise comunque di 
ottenere un trattamento privilegiato il giorno in cui, tradita,
cadde sotto il fuoco dei piemontesi.






Significativa anche la storia di Francesco de Michelis detto Biondin ( 1871 - 1905 )
Il giovane, pur non essendo bellissimo, era un rubacuori
e si esercitava nell'arte della seduzione con le mondine del vercellese.
Faceva il carrettiere ma vestiva sempre in modo elegante.
Il suo passaggio al brigantaggio avvenne all'improvviso, quasi per un equivoco.
Nella sua breve ma intensa carriera non rinunciò mai alla sua passione per le donne,
e anche per questo nell'immaginario popolare venne innalzato di grado.
Una cosa che hanno in comune i briganti, infatti,
è di saper eccitare la fantasia della gente onesta.
( Fonte Paolo Bianchi )




( Fotografie dal web )






















18 commenti:

  1. L'unico brigante che conoscevo era il famoso Stefano Pelloni su cui hanno anche fatto una canzone, perciò grazie per questa pagina inaspettata di storia, mi fa piacere scoprire quello che non si racconta sui libri!
    Un abbraccio

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    1. Ciao Melinda, sai che non so a quale canzone ti riferisci? A me è piaciuta questa rassegna che in tono un po' leggero racconta una parte della storia italiana...è vero, spesso nei libri sui quali abbiamo studiato ci sono parecchie lacune.

      Un abbraccio.
      Antonella

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  2. I briganti hanno sempre avuto una grande suggestione, chissà perché, forse ce l'hanno trasmessa già dai banchi di scuola. Uomini fuorilegge che combattevano però i torti che la legge non puniva. Forse anche per questo hanno sempre avuto un alone romantico.

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    1. Ciao Ambra, forse ancora prima che dai banchi di scuola ci hanno trasmesso questa suggestione attraverso le favole che ci venivano raccontate...l'epoca era quella che era e la povera gente subiva davvero tanti torti e non venivano tutelati da nessuno, ed hai ragione forse è questo che ha creato questo alone di fascino romantico intoeno ai briganti.

      Ciao, buona giornata.
      Antonella

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  3. Ciao Anto!
    Come sempre un articolo interessante, complimenti!
    Sai, la mia zona (in Abruzzo) era terra di briganti... addirittura al comando di una banda ci fu anche qui una donna, cazzuta all'inverosimile! :)

    Moz-

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    1. Ciao Moz, grazie del complimento, mi ha fatto piacere.

      Come sempre le donne quando si impegnano in qualche cosa sono sempre più dure e forti degli uomini. Io le trovo affascinanti queste " Brigantesse ", romantiche e passionali.

      Un caro saluto.
      Antonella

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  4. I Robin Hood non agivano nella legalità e non tutti si davano al brigantaggio con scopi nobili.

    @Ambra, gli uomini che combattevano i torti che la legge non puniva hanno dato vita alla piaga più grande che il nostro paese ha esportato in tutto il mondo: la Mafia, c'è poco di romantico in questo!
    Xavier

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    1. Ma certo Xavier, non bisogna mai fare generalizzazioni, queste sono delle storie, se vuoi anche minime, che l'autore del libro porta come esempio di quel periodo in cui il brigantaggio era vissuto dal popolo oppresso come qualche cosa fi fascinoso e romantico.

      Non dimentichiamo poi che " i briganti " hanno aiutato , e non poco, i Savoia e Garibaldi nell'Unità d'Italia...se questo sia stato un bene o un male è un altro discorso!

      Un bacione.
      Antonella

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  5. Ciao Antonella,
    molto interessante il tuo post di oggi, mi piace ;)
    Non conoscevo nessuno dei briganti nominati, però se uno ci pensa bene
    alla fine i cattivi, se cosi vogliamo chiamarli, appartengono sempre a due categorie
    diverse: i veri cattivi e i buoni diventati cattivi.
    Buona giornata un bacione

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    1. Mi piace la tua distinzione tra veri cattivi e buoni diventati cattivi perchè è vera, non esiste solo il bianco o il nero ma infinita sfumature di grigio...quello che sicuramente era cattivo per i Signori dell'epoca era una una prospettiva di sopravvivenza per il popolo.

      Ciao, un bacione.
      Antonella

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  6. Siamo sempre stati briganti, allora! ;-)

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    1. Magari proprio briganti nel senso che diamo oggi a questo termine no ma un bel po' malandrini sì.

      Ciao, un abbraccio.
      Antonella

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  7. Da noi c'era Sebastiano Bora detto “Puiena”. Attivo tra la Presidenza d'Urbino e la Legazione di Romagna
    e Tommaso Rinaldini da Montemaggiore (Urbino) detto Mason d'la Blona (Tommaso dell'Isabellona)
    Oggi ce ne sono attivissimi un migliao a Roma.
    Ciao

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    1. I primi due due cui parli non li avevo mai sentiti nominare e ti ringrazio di avermi istruita...quelli di Roma purtroppo li conosco bene e soprattutto conosco le conseguenze della loro attività.

      Grazie del bel commento, a presto.
      Antonella

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  8. Il Biondin ci ricorda qualcuno... :)))

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    1. Ma va? Chissà chi?

      Ciao, un bacione a tutti.
      Antonella

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  9. Ciao, stavo cercando qualche recensione del libro di Gonzato e sono capitato qui.
    Tu cosa ne pensi? È una lettura scorrevole o un mattone storico?
    Complimenti per il blog.

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  10. przeglądarki kompatybilnośсi ale pomyślał będę
    pisać poinformować . układ Wyglądasz świetnie , choć!
    Mam nadzieję, żе asz kłopot

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")