Saint - Expery scrisse il Piccolo Principe mentre era in esilio negli Stati Uniti, sollecitato dal suo editore
newyorchese, Reynald & Hitchcock, per il quale aveva già dato alle stampe Pilota di guerra e
Era partito per l'America nel dicembre 1940, in fuga dalla Francia occupata dai nazisti e con lo scopo
di esercitare pressione sul governo americano affinchè entrasse in guerra contro Hitler.
Ma era un irregolare, Sain Exupery, e il suo soggiorno americano non fu quello dell'esemplare rifugiato
e propagandista: viveva con la moglie in doppio attico su Central Park e avrebbe intrecciato una relazione
Il Piccolo Principe uscì a New York in francese e in inglese nel 1943, qualche mese prima che
il suo autore lasciasse gli Usa per tornare a volare con la resistenza francese il Algeria, e un anno prima dell'ultimo volo in una missione di ricognizione sul suo caccia modificato P - 38 Lightning.
Era un libro molto diverso dai due precedenti che parlavano di missioni di guerra, della Francia, sbaragliata e umiliata. Era al contrario un'autobiografia mascherata, e originava da un episodio che risaliva alla
prima giovinezza dell'autore.
Aveva diciassette anni Saint - Exupery, quando il fratello minore, Francoise, " dai capelli d'oro " proprio come il Piccolo Principe, morì di febbre reumatica mentre Antoine lo assisteva al capezzale, lasciandolo, unico maschio della famiglia, con la madre e le tre sorelle.
Il progetto di questo libro dall'apparenza di " racconto di fate " accompagnò Sain - Exupery per molti anni e, forse, proprio per il contenuto dolorosamente privato, l'autore non avrebbe mai rotto gli indugi, senza le insistenti richieste del suo editore.
Alla morte del fratello minore si unisce il ricordo di uno degli innumerevoli incidenti di volo di cui
Saint - Exupery portava le tracce sul corpo ( negli ultimi anni non riusciva nemmeno più a voltarsi per controllare il sopraggiungere di apparecchi nemici ). Quando nel dicembre 1935 era piombato, insieme al suo meccanico e navigatore Andrè Prevot, nel deserto del Sahara, nella zona prossima al delta del Nilo.
Erano stati salvati dalla disidratazione da un beduino e nel frattempo avevano avuto modo di avere molte, suggestive allucinazioni.
E così, con l'aereo di Antoine in avaria, la caduta nel deserto e tante fantasmagoriche visioni nacque anche il
Piccolo Principe. Anche Piccolo è finito sul luogo dell'incidente, ma proviene da molto più lontano, da un asteroide che ha il poco poetico ( ma non così poco dopotutto: Saint - Exupery, che era una specie di autodidatta in stile rinascimentale,amava la matematica )nome di B612.
Quando il disperso Antoine e Piccolo si incontrano Piccola avanza subito una prima, capricciosa richiesta:
che Antoine gli disegni una pecora. Antoine lo fa, ma Piccolo non è per niente soddisfatto, sembra malaticcia, che stia morendo. Con questo riferimento il lettore comincia a fare conoscenza con uno dei motivi conduttori di questo " Racconto di fate " che, come tutte le fiabe eterne ed universali racconta il confronto con la perdita e la morte.
Piccolo infatti ha conosciuto il sentimento più alto e doloroso che possa conoscere un fanciullo della sua età: la tristezza: "è quando si è molto tristi che si amano i tramonti ", dice, lui che i tramonti li ama moltissimo, tanto da averne visti ben 43 di fila! Ma Piccolo è triste non perchè Antoine non riesca a disegnare una pecora che non sembri malata ma perchè sa di aver commesso, a suo modo, un peccato, di essersi macchiato di una colpa.
Sul suo asteroide ha abbandonato il suo fiore prediletto e un po' petulante, la sua rosa. La rosa gli richiedeva ogni giorno " la colazione " cioè di essere annaffiata e dopo un po' Piccolo si è scocciato di preparargliela.
Voleva, mosso dalla curiosità, girare l'Universo, anche se la sua rosa gli aveva detto che era l'unica rosa.
E quando il suo geografo gli dice che " La Terra ha una buona reputazione " ( mentendo per la gola ) Piccolo ci vola unendosi al volo degli uccelli migratori. L'impazienza lo porterà
a scoprire che la sua rosa gli avrebbe mentito giacche sulla Terra, vedi la buona reputazione, ci sono miliardi di rose
E però non gli aveva mentito: perchè quelle rose non sono la sua rosa. Perchè, come gli insegna la volpe,
quando chiede a Piccolo di essere addomesticata,, quella rosa è stata addomesticata anch'essa, cioè,
con essa Piccolo " ha creato un legame ".
Non conta il profumo, il colore, nemmeno la freschezza o la cagionevolezza di una rosa, conta il legame che con essa si è stabilito, e che rende Piccolo e il fiore unici l'uno per l'altro.
Era un libro molto diverso dai due precedenti che parlavano di missioni di guerra, della Francia, sbaragliata e umiliata. Era al contrario un'autobiografia mascherata, e originava da un episodio che risaliva alla
prima giovinezza dell'autore.
Aveva diciassette anni Saint - Exupery, quando il fratello minore, Francoise, " dai capelli d'oro " proprio come il Piccolo Principe, morì di febbre reumatica mentre Antoine lo assisteva al capezzale, lasciandolo, unico maschio della famiglia, con la madre e le tre sorelle.
Il progetto di questo libro dall'apparenza di " racconto di fate " accompagnò Sain - Exupery per molti anni e, forse, proprio per il contenuto dolorosamente privato, l'autore non avrebbe mai rotto gli indugi, senza le insistenti richieste del suo editore.
Alla morte del fratello minore si unisce il ricordo di uno degli innumerevoli incidenti di volo di cui
Saint - Exupery portava le tracce sul corpo ( negli ultimi anni non riusciva nemmeno più a voltarsi per controllare il sopraggiungere di apparecchi nemici ). Quando nel dicembre 1935 era piombato, insieme al suo meccanico e navigatore Andrè Prevot, nel deserto del Sahara, nella zona prossima al delta del Nilo.
Erano stati salvati dalla disidratazione da un beduino e nel frattempo avevano avuto modo di avere molte, suggestive allucinazioni.
E così, con l'aereo di Antoine in avaria, la caduta nel deserto e tante fantasmagoriche visioni nacque anche il
Piccolo Principe. Anche Piccolo è finito sul luogo dell'incidente, ma proviene da molto più lontano, da un asteroide che ha il poco poetico ( ma non così poco dopotutto: Saint - Exupery, che era una specie di autodidatta in stile rinascimentale,amava la matematica )nome di B612.
Quando il disperso Antoine e Piccolo si incontrano Piccola avanza subito una prima, capricciosa richiesta:
che Antoine gli disegni una pecora. Antoine lo fa, ma Piccolo non è per niente soddisfatto, sembra malaticcia, che stia morendo. Con questo riferimento il lettore comincia a fare conoscenza con uno dei motivi conduttori di questo " Racconto di fate " che, come tutte le fiabe eterne ed universali racconta il confronto con la perdita e la morte.
Piccolo infatti ha conosciuto il sentimento più alto e doloroso che possa conoscere un fanciullo della sua età: la tristezza: "è quando si è molto tristi che si amano i tramonti ", dice, lui che i tramonti li ama moltissimo, tanto da averne visti ben 43 di fila! Ma Piccolo è triste non perchè Antoine non riesca a disegnare una pecora che non sembri malata ma perchè sa di aver commesso, a suo modo, un peccato, di essersi macchiato di una colpa.
Sul suo asteroide ha abbandonato il suo fiore prediletto e un po' petulante, la sua rosa. La rosa gli richiedeva ogni giorno " la colazione " cioè di essere annaffiata e dopo un po' Piccolo si è scocciato di preparargliela.
Voleva, mosso dalla curiosità, girare l'Universo, anche se la sua rosa gli aveva detto che era l'unica rosa.
E quando il suo geografo gli dice che " La Terra ha una buona reputazione " ( mentendo per la gola ) Piccolo ci vola unendosi al volo degli uccelli migratori. L'impazienza lo porterà
a scoprire che la sua rosa gli avrebbe mentito giacche sulla Terra, vedi la buona reputazione, ci sono miliardi di rose
E però non gli aveva mentito: perchè quelle rose non sono la sua rosa. Perchè, come gli insegna la volpe,
quando chiede a Piccolo di essere addomesticata,, quella rosa è stata addomesticata anch'essa, cioè,
con essa Piccolo " ha creato un legame ".
Non conta il profumo, il colore, nemmeno la freschezza o la cagionevolezza di una rosa, conta il legame che con essa si è stabilito, e che rende Piccolo e il fiore unici l'uno per l'altro.
( Immagini dal web )
Chi non ha sentito la dolcezza di questo racconto? Così fantastico, così candido, così carico di particolari che, pur trasponendo la realtà in fantasia, appaiono concreti, credibili e le immagini poi ne sono la conferma.
RispondiEliminaLe belle favole cara ntonella ci fanno rimanere sempre bambini!!!
RispondiEliminaBello veramente questo post cara amica.
Tomaso
Non conoscevo così dettagliatamente i retroscena.
RispondiEliminaUna favola senza tempo, ormai un cult.
Moz-
ciao Antonella,
RispondiEliminaper molto tempo ho conosciuto solo il "Volo di Notte", eppure queasta lettura, che ho condiviso con i miei figli negli anni della scuola superiore, è tanto vicina, anzi profondamente radicata nell'aspetto formativo dell'animo umano che è sempre stato al centro dei miei interessi.
Un grande abbraccio:)))
Marilena
Cara Antonella complimenti per questa bella recensione. Un affettuoso abbraccio
RispondiEliminaCiao Antonella,
RispondiEliminatu lo sai questo è il mio libro del cuore, lo amo oltre modo e adoro il suo scrittore che , anche se ovviamente non ho mai conosciuto, mi sembra sempre di sentirlo come uno di famiglia o di casa, Non so perchè ma quando leggo la sua vita, le sue esperienze ecc, mi da l'impressione di averlo conosciuto davvero anche se non è cosi.
un post meraviglioso, grazie mille!!!
Un mega abbraccione mia dolce amica
una recensione degna di questo bellissimo libro.....grazie per averci proiettati in questo "fantastico deserto" ancora per un'attimo.glo
RispondiEliminaUn libro bellissimo e commovente che ci insegna a vedere ed amare con gli occhi del cuore!
RispondiEliminaUn abbraccio da Beatris
una lettura fantastica, commovente ed emozionante.
RispondiEliminaL'essenziale è invisibile agli occhi!
RispondiEliminaQuale grande verità!
Buona settimana!
Bellissimo questo post! Non sapevo che Saint Exupery fosse stato esiliato in America, e nemmeno che avesse una relazione con la moglie di Linbergh! Ogni tanto mi ripropongo di rileggere questo piccolo bellissimo libro... me ne hai fatto tornare voglia!
RispondiEliminaIl Piccolo Principe è uno dei miei libri preferiti!
RispondiEliminaGrazie Antonella, un bellissimo post!
Un caro abbraccio.♥
Dani
Davvero un libro che ha fatto la storia, il mio abbraccio
RispondiEliminaMaurizio
E' un bellissimo libro pieno di frasi significative .. ^^
RispondiEliminaA presto ... Dream Teller ^^
Bel post Antonella. Adoro "Il Piccolo Principe" è un libro bellissimo e davvero pieno di significati importanti
RispondiEliminaUno dei libri più famosi nella storia dei libri probabilmente, chi non lo conosce ?
Merita sicuramente di essere letto più volte.
Un sauto grande buona serata e migliore continuazione di settimana