mercoledì 11 marzo 2015

Lettera a un bambino mai nato




Nel 1975 Oriana Fallaci pubblica Lettera ad un bambino mai nato,
libro di grandissima attualità ancora oggi, condensa in poche pagine il fondamento stesso dell’essere donna, di avere il potere di dare o negare la vita. Già nella dedica la Fallaci anticipa le dolorosissime tematiche che sta per affrontare:

A chi non teme il dubbio
a chi si chiede i perché
senza stancarsi e a costo
di soffrire di morire
A chi si pone il dilemma
di dare la vita o negarla
questo libro è dedicato
da una donna
per tutte le donne

Alla scoperta di essere incinta una donna non è mai abbastanza preparata:

  «Stanotte ho saputo che c’eri: una goccia di vita scappata dal nulla. Me ne stavo con gli occhi spalancati nel buio e d’un tratto, in quel buio, s’è acceso un lampo di certezza: sì, c’eri. Esistevi. È stato come sentirsi colpire in petto da una fucilata. Mi si è fermato il cuore».

Così inizia il monologo della madre alla vita in nuce che porta in grembo. Non sa nulla di quel bambino, sa soltanto che è sangue del proprio sangue, e che dipenderà in tutto e per tutto dalle sue scelte.
Ma il fatto che da noi si origini un’altra vita non è cosa da poco; il senso di responsabilità si fa da subito enorme, diventa un fardello troppo pesante, e dà il via a una catena di riflessioni che, partendo dall’origine dell’esistenza, prendono traiettorie impensabili, e possono addirittura spingere a vergognarsi del proprio egoismo.
Prima di tutto, se il bambino potesse scegliere preferirebbe nascere crescere soffrire morire, o invece non rinuncerebbe mai al limbo felice da cui è stato generato? Nascere è davvero «meglio di non nascere»? E se il mondo, così irto di ostacoli, non gli piacesse? Non si sarebbe trattato allora di un’imposizione, una spietata violazione? 
Dall’altra parte, anche l’individualità della donna sarebbe seriamente minata dalla nascita di un bambino; dovrebbe rinunciare a quella libertà che ha inseguito per tutta la vita, e con essa all’attività professionale, alla possibilità di decidere senza impedimenti. L’unico modo per proseguire sulla propria strada, archiviare il problema, consiste nell’annullarlo? E non si tratta forse, anche in questo caso, di un’atroce prevaricazione?








" Mi son sempre posta l’atroce domanda: e se nascere non ti piacesse? E se un giorno tu me lo rimproverassi gridando “Chi ti ha chiesto di mettermi al mondo, perché mi ci hai messo, perché?”. La vita è una tale fatica, bambino. È una guerra che si ripete ogni giorno, e i suoi momenti di gioia sono parentesi brevi che si pagano un prezzo crudele. Come faccio a sapere che non sarebbe giusto buttarti via, come faccio a intuire che non vuoi essere restituito al silenzio? Non puoi mica parlarmi. La tua goccia di vita è soltanto un nodo di cellule appena iniziate. Forse non è nemmeno vita ma possibilità di vita. Eppure darei tanto perché tu potessi aiutarmi con un cenno, un indizio. La mia mamma sostiene che glielo detti, che per questo mi mise al mondo.
La mia mamma, vedi, non mi voleva. Ero incominciata per sbaglio, in un attimo di altrui distrazione. E perché non nascessi ogni sera scioglieva nell’acqua una medicina. Poi la beveva, piangendo. La bevve fino alla sera in cui mi mossi, dentro il suo ventre, e le tirai un calcio per dirle di non buttarmi via. Lei stava portando il bicchiere alle labbra. Subito lo allontanò e ne rovesciò il contenuto per terra. Qualche mese dopo mi rotolavo vittoriosa nel sole, e se ciò sia stato bene o male non so. Quando sono felice penso che sia stato bene, quando sono infelice penso che sia stato male. Però, anche quando sono infelice, penso che mi dispiacerebbe non essere nata perché nulla è peggiore del nulla. Io, te lo ripeto, non temo il dolore. Esso nasce con noi, cresce con noi, ad esso ci si abitua come al fatto d’avere due braccia e due gambe. Io, in fondo, non temo neanche di morire: perché se uno muore vuol dire che è nato, che è uscito dal niente. Io temo il niente, il non esserci, il dover dire di non esserci stato, sia pure per caso, sia pure per sbaglio, sia pure per l’altrui distrazione. Molte donne si chiedono: mettere al mondo un figlio, perché? Perché abbia fame, perché abbia freddo, perché venga tradito ed offeso, perché muoia ammazzato alla guerra o da una malattia? E negano la speranza che la sua fame sia saziata, che il suo freddo sia scaldato, che la fedeltà e il rispetto gli siano amici, che viva a lungo per tentar di cancellare le malattie e la guerra. Forse hanno ragione loro. Ma il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente. E se allargo questo alla vita, al dilemma nascere o non nascere, finisco con l’esclamare che nascere è meglio di non nascere. Tuttavia è lecito imporre tale ragionamento anche a te? Non è come metterti al mondo per me stessa e basta? Non mi interessa metterti al mondo per me stessa e basta. Tanto più che non ho affatto bisogno di te. "





27 commenti:

  1. Ottima lettura sempre viva e attuale
    Un abbraccio
    Maurizio

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    1. Vero Maurizio, uno di quei libri che non hanno età.
      Ti auguro una buona serata, un abbraccio.
      Antonella

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  2. Cara Antonella, non ne avevo mai sentito parla di questa opera, credo che il libro sia veramente bello e il racconto credo che parte veramente dal profondo del cuore.
    Ciao e buona giornata cara amica.
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso, effettivamente è un libro scritto con il cuore, comunque la si pensi in proposito è una lettura che non lascia indifferenti.
      Buona serata e a presto.
      Antonella

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  3. Bellissimo leggere questa lettera!Un abbraccio!Rosetta

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    1. E' sempre una lettura emozionante.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  4. Ciao Carissima Antonella era tanto tempo che non passavo a trovarti !
    Non avevo ancora visto la nuova veste grafica, Gran bel lavoro :-)
    Sono passata per un salutino e per invitarti prossimamente al Rifugio degli Elfi http://ilrifugiodeglielfi.blogspot.it/ per il Link Party degli Elfi che ci sarà da domenica 15 Marzo per un mese fino al 15 Aprile - dove potrai fare un pò di pubblicità al tuo blog e conoscere altre blogger. Sei caldamente invitata, sia tu che le tue follower. Più siamo per il Link Party meglio è. Basta seguire alcune piccole regole da nulla che troverai sul post del Rifugio domenica.
    Un bacionne e buona continuazione di settimana

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    1. Ciao, mi fa piacere rivederti qui. Grazie, sono contenta che la nuova grafica ti piaccia, non è opera mia ma della mia amica Audrey autrice di L'Ateliè du fantastique, anche secondo me ha fatto un ottimo lavoro. Grazie per l'invito al tuo party, ci sarò.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  5. Parole forti, domande a cui non si potrà mai avere risposta.
    Si dice che è meglio vivere anche solo per poco che non vivere affatto... chissà.

    Moz-

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    1. Resterà sempre una grande domanda a cui non potremo mai dare una risposta univoca e definitiva.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  6. Non l'ho mai letto. Vedo ora che è uscito l'anno in cui mio figlio era appena nato e forse non mi toccava o non avevo sicuramente tempo per leggere. vedrò di farlo ora. Un abbraccio.
    Paola

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    1. Ciao Paola,come forse ti ho già detto non è uno dei libri della Fallaci che preferisco, anzi, non mi piace, nonostante questo penso sia un libro che va letto, mantiene intatta la sua attualità e il suo forte impatto emotivo anche a distanza di anni.
      Un abbraccio.
      Antonella



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  7. Bellissimo libro; lo lessi a 15 anni e me lo ricordo tuttora! Ora che faccio l'educatrice constato purtoppo che ci sono mamme che fanno figli sono perché così si illudono di sentirsi complete come "donne perfette", rispondendo ad un bisogno narcisistico, a uno stereotipo che vuole la donna madre per forza. Credo che questo sia un pessimo presupposto per avviare un cammino così arduo come quello del genitore. Un figlio non può nascere per soddisfare un bisogno egoistico. Anche perché poi vedo che queste mamme affrontano con molta difficoltà la fatica che il loro ruolo, calato nella realtà e lontano da quello sognato, impone loro. Ti abbraccio

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    1. Purtroppo spesso noto anch'io mamme che fanno figli sono per sentirsi interamente realizzate e, soprattutto, perfette. Mettere al mondo un figlio è una grandissima responsabilità e l'egocentrismo è senza dubbio un punto di partenza sbagliato.
      Un abbraccio.
      Antonella.

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  8. Sì, questo libro davvero interessante !!
    Abrazos!

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    1. Sì, un libro interessante che andrebbe letto.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  9. Un libro che lessi tanti anni fa, ma che rileggerei volentieri ancora.
    Grazie Anto,
    buona giornata e un bacio.
    Dani

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    1. Ciao Daniela, credo che quasi tutti abbiamo, all'epoca, letto questo libro che resta comunque un libro attualissimo.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  10. Sai che non l'ho mai letto? Della Fallaci ho letto, tanti anni fa, "Un uomo", "Intervista con la storia" e più recentemente "Un cappello pieno di ciliegie".

    Grazie Antonella del tuo interessamento ai miei guai: purtroppo mia sorella è gravemente ammalata...

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    1. Ciao Lella, nonostante sia un libro fondamentale nell'opera della Fallaci devo confessare che a me non è mai piaciuto molto. Un Uomo l'ho appena riletta per preparare un futuro post e quando è uscito ho letto Un cappello pieno di ciliege, mi sono piaciuti molto tutti e due.

      Mi dispiace tanto per quello che ti sta capitando, cerca di essere serena.
      Un grande abbraccio.
      Antonella

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  11. Ottima lettura!
    Grande post, come sempre, grande Antonella!
    Un abbraccio da Beatris

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    1. Grazie Beatris, come sempre sei gentilissima.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  12. Passavo da queste parti, piacere di conoscerti!
    Libro che non ho mai letto e che mi piacerebbe avere. Mi hai fatto venire voglia di comprarlo.
    Bellissimi i tuoi posts. Molto originale e ben curato come blog.
    Ti seguo volentieri :)
    Baci
    elvira

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    1. Ciao Elvira, benvenuta in questo spazio, sono contenta di conoscerti.
      Lettera a un bambino mai nato è un piccolo libro che però ha fatto la storia, se ne hai occasione leggilo.
      Passerò da te con grande piacere.
      A presto.
      Antonella

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  13. Ciao Antonella,
    eccomi qua...l'ho letto intensamente questo post soprattutto perchè in tanti mi avevano parlato di lei partendo proprio da questo libro che , in libreria, ho preso tante volte in mano e tante volte ho poi abbandonato sullo scaffale. Devo dire che da quello che ho letto non è pois come in tanti l'avevano descritto e nemmeno come l'avevo immaginato. Quindi grazie perchè adesso lo vedo in modo diverso.
    un abbraccio

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    1. So che per te questo libro era uno scoglio insuperabile che oltre tutto ti mostrava tutta l'opera della Fallaci sotto una luce un po' diversa da quello che è realmente. Come vedi non è un libro così spaventoso, come sai a me non piace ma va comunque considerato un grande libro scritto in modo perfetto, un libro che ti fa riflettere ma non ti fa morire d'angoscia.
      Un bacione.
      Antonella

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  14. Quanto mi ritrovo in queste parole... io sono stata la figlia che ha detto alla madre proprio quelle cose e... sono stata anche la donna che si è posta le stesse riflessioni verso questo figlio mai nato. Incredibile ma sembra che alcune cose le ho scritte io... ma che poi non è così tanto incredibile, credo siano pensieri che dovrebbero passare un po' nella mente di tutti... fino a che non si conosce Dio e a quel punto, almeno per me, le cose sono cambiate. Ora so che ogni vita ha un grande scopo, nonostante in effetti la vita in certe circostante è una guerra. Però se è Lui a combattere... beh, allora la vittoria è in tasca. Dopotutto Lui ci conosce da prima che veniamo al mondo e il miracolo è che ora amo la vita, e so che se mai avrò un figlio, sarà perchè è Sua volontà, perciò non ho più paura :)
    Un bacionissimo ♥

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")