Oggi, su questo blog, prende il via una nuova rubrica, tutta dedicata al grande scrittore, oggi un po' dimenticato, Carlo Cassola e ai suoi libri. E' un autore che ho sempre amato molto, letto e riletto decine di volte, fino a consumare le copertine. Me lo aveva fatto conoscere il mio papà quando ero ancora una ragazza, mi aveva dato in mano Il taglio del bosco, di Cassola, e Il giardino dei Finzi Contini di Bassani e mi aveva detto " prova a leggerli, ti piaceranno di sicuro " ed è stato innamoramento.
Oggi li riprendo in mano da adulta e mi piace l'idea di poterne, un po' per volta, parlare con voi.
Oggi vi offro, forse anche per ricordare la festa della donna ( nella quale, comunque, non credo )
in un modo un po' diverso e, forse, più edificante, questo bel saggio di Piero Citati
che tratta della donne nell'opera di Cassola.
Oggi, Carlo Cassola è uno scrittore dimenticato: quasi nessuno rilegge i suoi capolavori, Il taglio del bosco, Un cuore arido, Paura e tristezza, che attrassero tanti lettori cinquanta o quaranta anni fa. Devo confessare di non riuscire a comprenderne la ragione, perché questi libri mi sembrano conservare tutta la loro intensità, felicità, dolore, bellezza.
Dopo tanti anni riprendo in mano i racconti lunghi della tarda giovinezza e della prima maturità di Cassola, la prima impressione è forte e singolarissima. Cassola non aveva mai badato alla realtà del suo tempo: aveva sempre deriso ogni rappresentazione sociologica; eppure questi racconti, con le ragazze che chiacchierano nelle strade dei paesi e prendono il sole sulla spiaggia di Cecina, o i suoi montanari e carbonari, sono la rappresentazione più viva e vera che un narratore abbia dato della vita italiana tra il 1930 e il 1960, specialmente in una regione, la Toscana. Oggi l’impressione di vita è lancinante, straziante. Non si può essere più veri, senza nessuna intenzione di essere veri. Se dovessi raccomandare a uno storico contemporaneo di leggere libri di cui imbeversi profondamente prima di raccontare la storia di quegli anni, dovrei fare due nomi: i racconti e i romanzi di Cassola, e un capolavoro incomparabile di poesia come La camera da letto di Attilio Bertolucci. Ma gli storici, ahimè, leggono le statistiche, e i testi conservati negli archivi; e dimenticano che un’epoca lascia la propria essenza, trasparente e quasi invisibile, nei libri di letteratura.
Come nei romanzi di Jane Austen, scritti ai tempi di Napoleone, non appaiono Napoleone né le guerre, le sconfitte e le vittorie della Gran Bretagna, così non sospettiamo che nel 1930-1960, se fossimo usciti dai libri di Cassola, avremmo incontrato Mussolini, i discorsi fascisti, e la guerra del 1940-1945 e l’insensibile e rapido cambiamento che trasformò la società contadina in società di massa. Questa forma di storia Cassola non la conosce, non vuole conoscerla, e pretende che, per un artista, sia un errore conoscerla. Come Manlio Cancogni ha raccontato in un libro molto spiritoso, Azorìn e Mirò, Cassola rappresenta l’esistenza minima: i piccoli gesti quotidiani, le piccole sensazioni, i piccoli pensieri; tutto quello che ces seigneurs qui nous gouvernent chiamano insignificante.
Per Cassola, la vera storia è questo brano di Rosa Gagliardi: «Quella mattina Rosa si svegliò un'ora più tardi del solito. Scese dal letto e disse la preghiera intanto che si vestiva, per guadagnar tempo. Poi spalancò la finestra e per qualche istante respirò l'aria profumata della mattina. "Rosa è tardi". Come tutte le persone che vivono sole, Rosa aveva l'abitudine di parlare a sé stessa». Ma questa esistenza minima ha una straordinaria sovrabbondanza di vita. Non è vuota, ma pienissima. Talvolta ha una forza terribile, capace di distruggere tutte le idee e le passioni. I suoi eroi non sono ridotti a patelle, o covoni di grano, o farfalle, come accade nei libri di Verga: non appartengono mai all'immenso territorio del subumano; ma conoscono il respiro immensamente vasto che agita il cuore dei veri esseri umani.
La vita secondo Cassola non è mai la stessa: se la guardiamo da vicino, con quell'attenzione meticolosa e spasmodica che esige sempre la lettura dei suoi libri, ci accorgiamo che è fatta di momenti che battono, muovono, scivolano, e non si confondono mai. Malgrado le apparenze, non è monotona: o è monotona solo per chi non riesce a comprenderla. Eppure, obbedisce all'anonimo e grandioso ritmo del ciclo.
La mente raccoglie pensieri indeterminati: ricordi, nostalgie, esseri vicini, esseri lontani, apparenze che appaiono e scompaiono, piccoli avvenimenti che non si sa perché assumono all'improvviso una straordinaria importanza, echi vaghi, aloni che avvolgono ogni cosa; e poi tutti insieme questi barlumi formano un flusso, dove le gocce sono diverse, ma il ritmo possiede la stessa musica. Questo flusso porta il nome di tempo: tempo che noi crediamo di conoscere eppure intravediamo appena, come scrive Rosa Gagliardi: «Rosa riprese a lavorare. Il movimento ritmico del gomito era il ritmo stesso del tempo, che ormai per lei scorreva eguale e tranquillo». Oppure si chiama silenzio: nella profondità il tempo non parla, non si rivela, tace, si occulta anche a chi lo subisce.
La mente raccoglie pensieri indeterminati: ricordi, nostalgie, esseri vicini, esseri lontani, apparenze che appaiono e scompaiono, piccoli avvenimenti che non si sa perché assumono all'improvviso una straordinaria importanza, echi vaghi, aloni che avvolgono ogni cosa; e poi tutti insieme questi barlumi formano un flusso, dove le gocce sono diverse, ma il ritmo possiede la stessa musica. Questo flusso porta il nome di tempo: tempo che noi crediamo di conoscere eppure intravediamo appena, come scrive Rosa Gagliardi: «Rosa riprese a lavorare. Il movimento ritmico del gomito era il ritmo stesso del tempo, che ormai per lei scorreva eguale e tranquillo». Oppure si chiama silenzio: nella profondità il tempo non parla, non si rivela, tace, si occulta anche a chi lo subisce.
Il tempo-silenzio ha un terzo nome: destino. Dovunque, nei racconti e nei romanzi di Cassola, specialmente le donne dicono frasi che ci colpiscono per la loro apparente banalità: «Una donna sola se la cava meglio nella vita». «Ci possiamo contentare». «Avrebbero preso quello che il buon Dio ci manderebbe». «Succede così». A un lettore incomprensivo, possono sembrare mots reçus flaubertiani, raccolti con ironia. Non c'è nessuna ironia. Queste frasi banali non fanno che ripetere, talora fino all'ossessione («Succede così»), che la vita è una tragedia illimitata, che non esiste libertà ma solo necessità e che, come diceva Omero, l'unica arma che gli uomini posseggano è la sopportazione: «Ineluttabilmente noi esseri umani / dobbiamo sopportare i doni degli dèi, perché essi, davvero, / sono molto più forti». Il taglio del bosco è mirabilmente intrecciato e intessuto di destino: in ogni episodio, in ogni personaggio, in ogni collina, in ogni bosco, in ogni capanno; e nello sguardo fisso della moglie moribonda che non riesce a dire al marito quello che vuole; e nelle innumerevoli stelle sconosciute che brillando riempiono il cielo e, a un tratto, non si sa come, lasciano il cielo completamente buio.
Come molti hanno scritto, i personaggi più belli di Cassola sono le donne. Gli uomini pensano (di rado giustamente), agiscono, lavorano, fanno progetti, fanno politica, parlano: ma sembrano volgere quasi sempre le spalle alla vita o, al contrario, la affrontano con troppa violenza. Sono eccessivi, grigi e patetici. Quando vediamo le ragazze sulla spiaggia di Cecina, o nei paesi dell'interno, mentre passeggiano tenendosi per braccio, abbiamo sempre l'impressione che i loro sentimenti fondamentali siano l'attenzione e l'attesa (non la speranza). Hanno la mente libera. Non cessano di contemplare ciò che passa. Non impongono né respingono. Così capita loro di essere più vicine all'origine, all'essenza e al flusso puro dell'esistenza - che, secondo Anna Cavorzio, la protagonista di Un cuore arido, «è un rumore sempre eguale, e che pure non stanca mai». E poi, spesso, si comportano nel modo più immotivato. Nelle Amiche, una ragazza ride sempre, anche se ha appena parlato nel modo più serio. «Perché ride? perché ride mai?», si domanda un personaggio. Così si domandava Andrej Bolkonskij, un secolo prima, quando nella notte ascoltava il trillo radioso di Natascia.
Questa prossimità all'essenza della vita dipende, spesso, dalla rinuncia: le ragazze e le donne di Cassola rifiutano gli uomini e non si sposano, non per obbedire a un'idea di verginità ideale, ma perché immaginano che tutte le faccende e il peso del matrimonio, il marito, il lavoro di casa, i figli, offuschino e ottenebrino il puro soffio dell'esistenza, «quel rumore sempre eguale, e che pure non stanca mai». Spesso, queste donne sono felici: anzi, quasi esse sole sono felici, sebbene difficilmente possiamo scoprire perché lo siano. La loro felicità è indeterminata come il respiro della vita. Basta pochissimo: il silenzio della campagna, un raggio di sole mattutino sul letto, i mandorli in fiore, il verde del piano che si screzia di giallo, l'aria profumata, la boscaglia scura che resiste all'autunno, il fulgore del sole morente, l'arrivo della primavera nel cielo sgombro di nuvole - basta un semplice messaggio della natura perché il cuore si colmi di beatitudine. Mi sembra un fatto bellissimo e quasi incomprensibile che uno scrittore così torturato dalla tragedia come Cassola conosca una felicità così vasta e incontaminata.
E' vero quello che dici. Cassola è stato messo nel dimenticatoio. D'altra parte libri dalle tinte tenui non reggono la valanga di libri che si rovescia su noi tutti ogni giorno. Io non l'ho dimenticato, alcuni suoi testi sono nella mia libreria, ma non l'ho mai amato in modo particolare. Forse mi ha lasciato perplessa quel contrasto fra la sua narrazione appunto di vita, di gesti semplici e la realtà storica invece così violenta che i suoi libri ignorano.
RispondiEliminaCiao Ambra, purtroppo hai ragione, ogni giorno siamo sommersi da valanghe di libri, di alcuni dei quali si farebbe volentieri a meno, e purtroppo alcuni scrittori di valore vengono dimenticati. A me è sempre piaciuto molto proprio per le storie di quotidianità che ha saputo raccontare così bene.
EliminaTi auguro una felice settimana, a presto.
Antonella
Carissima Antonella,
RispondiEliminanon puoi immaginare quanto questo tuo ricordo di Cassola mi ha sorpreso ( è quasi dimenticato, è vero) e mi ha commosso.
Un autore che sento vicino, non solo per ragioni di territorio, anche se conta molto l'ambientazione a Volterra e dintorni di moltissime opere.
Condivido poi assolutamente la riflessione sulle donne dei suoi scritti, da Mara a Cora e tutte le altre, vive e diverse. Anche da giovanissima, quando ho conosciuto, prima di tutte, la ragazza di Bube, mi chidevo quanto doveva conoscere l'animo femminile questo autore che parlava delle donne come solo una donna avrebbe potuto fare. Questa sensazione mi è sempre rimasta dentro e stamattina questo tuo meraviglioso post me l'ha riportata alla mente, con grande emozione.
Abbracci
Marilena
Ciao Marilena, mentre preparavo il post ti ho pensata perchè ero quasi sicura che lo avresti apprezzato. Già, le grandi donne di Cassola, così piccole ed insignificanti, come le loro storie, ad una prima lettura ed invece si rivelano piene di conoscenza dell'animo femminile ad una lettura più attenta. Un autore da rileggere e rivalutare.
EliminaUn abbraccio.
Antonella
Ammiro la dedizione che netti nel portare avanti il tuo blog
RispondiEliminail tempo che gli dedichi e la cura che hai.
Nel vedere questo post mi viene in mente quanto erano belle le copertine di una volta
soprattutto quando riproducevano opere i artisti
questa poi di "tempi memorabili" è straordinaria.
Ciao Massimo, grazie, cerco di seguire il blog come meglio riesco anche se adesso, dopo la malattia di Renato, ho un po' meno tempo.
EliminaHai ragione le copertine dei libri di una volta erano bellissime, loro stesse opere d'arte, ti raccontavano una storia ancora prima di aprire il libro.
A presto e buona settimana.
Antonella
Cara Antonella, vedi fino a che punto arriva quello che ignoro, non conoscevo questo scrittore, credo che dovrei cercare di capire di più di lui, ci proverò se anche mi sarà non facile.
RispondiEliminaCiao e buona giornata cara amica.
Tomaso
Ciao Tomaso, non preoccuparti , pur essendo stato un grande scrittore di lui si è sempre parlato poco e ormai non lo si nomina più da anni...Ora la mia intenzione è quella di riproporvi tutti i suoi romanzi...un po' per volta!
EliminaCiao, e felice giornata.
Antonella
Ciao Antonella,
RispondiEliminafinalmente hai iniziato questa bellissima e interessante rubrica.
Di Cassola ho letto " La ragazza di Bube", bellissimo e speciale. Mi è piaciuto tanto e trovo che lui sia un grande, infatti, nella lista dei libri da comprare e leggere ho messo anche lui.
Un abbraccione e buon week end
Ciao Audrey, sono contenta che hai messo nella tua lista anche i libri di Cassola...queste benedette liste...non avranno mai una fine!
EliminaSì, finalmente ce l'ho fatta a cominciare la nuova rubrica, sai bene che è un progetto a cui tenevo molto e che accarezzavo da tanto tempo.
Un bacione.
Antonella
Di questo autore ho letto "La ragazza di Bube" , ma non credo di averlo apprezzato come si deve, forse non avevo l'età giusta. Magari a distanza di tempo .. chissà ^^
RispondiEliminaA presto .. Dream Teller ^^
Certi libri bisognerebbe leggerli al momento giusto. Li leggiamo, magari non ci piacciono e poi a distanza di anni li riprendiamo in mano per caso e ce ne innamoriamo.
EliminaBuona settimana, a presto.
Antonella
Un nuovo autore per me, lo leggerò se trovo alcune delle sue opere tradotte in spagnolo.
RispondiEliminaCiao Leovi, un " vecchio " autore italiano che ho sempre amato molto, spero che tu riesca a trovare delle traduzioni.
EliminaUn abbraccio.
Antonella
Anch'io lessi"La ragazza di Bube" e mi piacque molto.
RispondiEliminaL'avevo dimenticato.
Ciao Gianna, secondo me è un grande autore e sarebbe un po' da riscoprire. Comunque ho deciso di rileggere i suoi libri e quindi di volta in volta ne parlerò anche qui.
EliminaUn abbraccio.
Antonella
Antonella mi complimento per la tua interessante rassegna ,che può aiutare a far conoscere o riscoprire lo scrittore su cui vale la pena soffermarsi. Io non l'ho mai particolarmente amato anche se devo dire che i suoi libri hanno un certo fascino.
RispondiEliminaBuona giornata della donna
Ciao Cettina, grazie per i tuoi complimenti. Era da un po' che progettavo l'inizio di questa nuova rubrica tutta dedicata a Cassola e finalmente sono riuscita a cominciarla, il tema della donna mi è sembrato il migliore per cominciare a parlare di lui. L'ho sempre considerato un grande scrittore, può piacere o non piacere ma credo sia giusto conoscerlo e ricordarlo.
EliminaUn abbraccio.
Antonella
Bellissimo post, quanti bei romanzi che non ho letto, non conoscevo questo scrittore, ora che tu me ne hai dato la possibilità di vedere alcuni suoi libri, sono sicura che andrò alla loro ricerca!
RispondiEliminaBuona giornata e auguri per la festa della donna, un abbraccio da Beatris
Ciao Beatris, penso proprio che ti piacerebbe leggerlo...è un inno a tante piccole e semplici vite di tutti i giorni.
EliminaUn affettuoso abbraccio.
Antonella
Capisco dal tuo accalorato post che ho sono stato tra quelli che l'hanno lasciato andare nel dimenticatoio. Ricordo a memoria ma potrei sbagliarmi un uomo e il cane ?!
RispondiEliminaFelice w-end e buon 8 marzo.
Paolo
Ciao Paolo, ricordi bene L'uomo e il cane è stato uno dei successi di Cassola. Un autore che, purtroppo è stato dimenticato un po' troppo in fredda ma che, secondo me, varrebbe la pena di rileggere.
EliminaTi auguro una felice settimana.
Antonella
Che vergogna! Di Cassola ho letto solo, da giovane, "La ragazza di Bube" e "Il taglio del bosco" e ti confesso che non me li ricordo proprio questi libri (son passati secoli!)!
RispondiEliminaQuesta tua interessante rassegna dei suoi romanzi, e il saggio di Citati, mi spingeranno a riconsiderare la lettura di questo autore: attendo i tuoi futuri post a riguardo.
Un abbraccio e ... buon pomeriggio!
Brava Lella, se ti ho invogliata a riprendere in mano questi vecchi romanzi ho raggiunto il mio scopo!
EliminaTi aspetto per i prossimi posti su di lui.
Un abbraccio.
Antonella
Ciao Antonella, è interessante e piacevole ripercorrere le pagine di questo grande autore arricchite dalle tue emozioni , un abbraccio !
RispondiEliminaCiao Sciarada, l'ho sempre considerato un grande autore e non ho mai capito perchè sia stato dimenticato così in fretta da tutti.
EliminaUn abbraccio.
Antonella
Grazie per avermi fatto conoscere questo autore, sarò felice di seguire questa nuova "rubrica"... devo dire che sei davvero bravissima a "recensire", ci metti molta passione oltre che la precisione. Complimentoni con un grande abbraccio!
RispondiEliminaGrazie Vivy, sei sempre troppo gentile nei miei confronti. Sono contenta se seguirai questa nuova rubrica, Cassola è un autore che vale la pena conoscere.
EliminaUn grande abbraccio.
Antonella