mercoledì 25 marzo 2015

Il Cardellino, Donna Tartt. Solo il diavolo ne può svelare il segreto




Ho letto le prime righe di questo libro e non ci potevo credere.
E' un libro che può buttarvi nello sconforto: ma per le ragioni opposte a quanto
capita con la maggior parte dei romanzi oggi -eddai non solo oggi - in commercio.
Chiusa infatti la sua ultima pagina avviliti vi chiederete e adesso?, cosa leggerò adesso?

Voglio parlarvi del piacere che questo meraviglioso libro prima vi donerà e di cosa realmente 
mi ha spinta ogni sera, per settimane - è un romanzo che va centellinato - a perdermi nell'ipnotico languore delle sue quasi 900 pagine; e ancora adesso a distanza di tempo, a percepirne in lontananza l'eco struggente.








C'è una grande storia, certo, una di quelle imponenti che si scrivevano una volta - come ha detto Raffaele La Capria assegnandogli ilpremio Malaparte - con un giovane prtagonista, Theo Decker, che è il classico orfano dickensiano ma con, in più, il sovrappeso d'una grande, fatale colpa. Perde infatti la madre, dilaniata in un attentato durante una sosta in un museo newyorckese, proprio la mattina in cui lei deve accompagnarlo a scuola per un problema disciplinare. E' sempre lì che il povero ragazzo, per tutta la vita oppresso dal rimorso ( fossi stato un buon scolaro tutto questo non sarebbe accaduto ), spinto da un vecchio gentleman morente, porta in salvo dalle fiamme una piccola tela che è un grande capolavoro; appunto Il cardellino.

Ed è ancora qui che incontra Pippa, nipote del vecchio e amore infelice della sua vita che seguiremo, da quel momento in poi,  lungo la disperata adolescenza fino alla giovinezza da borghese scapestrato facendo conoscenza d'una sfilza di personaggi memorabili; che vanno dal tenero e predestinato amico Andy alla sorella di lui, l'elegante, cinica Kitsey, e ai ricchi coniugi Barbour che adotteranno per un periodo l'orfano ( lei " talmente glaciale, bionda e incolore da sembrare dissanguata "; lui " gli occhi di un curioso grigio cangiante e i capelli di un bianco purissimo" ritratti con la vividezza che solo i grandi scrittori sanno rendere.








E ancora Hobie, l'antiquario dandy, il padre di Theo, attore mancato e sfortunato giocatore verso cui, inoltrandoci nel racconto che si tingerà nel finale dei colori foschi di una crime story, sviluppiamo, insieme al figlio, un senso di infinita compassione; e soprattutto l'amico Boris, la canaglia dal cuore d'oro che sembra uscire dritto dalle pagine di Oliver Twist e che legge ripetutamente L'Idiota inlingua originale. Certo tutto questo insieme alla meravigliosa fluidità della prosa e alla leggerezza di tocco basterebbe senz'altro a fare del Cardellino un romanzo indimenticabile.

Ma c'è, mi pare qualcos'altro ancora e di più segreto. E questo qualcos'altro, questo crisma particolare, sta nel quadro da cui il libro prende il titolo e che illumina, con la sua misteriosa presenza tutto il romanzo. Si tratta di un piccolo prezioso quadro di Carel Fabritius, definito da Donna Tartt con sottile ironia - lo humor ecco un altro degli ingredienti essenziali del libro -, " il più grande pittore fiammingo di cui nessuno ha mai sentito parlare ".








Il quadro rappresenta un cardellino legato a un trespolo con una cordicella, e le pagine dedicate alla sofferenza dell'animaletto, un'intera esistenza in catene, al senso di dignità che dalla sua postura comunque promana sono talmente intense da commuovere anche l'animo più insensibile - in un tempo che ci ha abituati a vedere in ogni istante ben altri scempi. Ma dunque guardiamolo questo quadro. Il prodigio delle pennellate ci restituisce, come se l'avessimo davanti, il minuscolo pennuto;
ma soprattutto appassiona la luce nella quale risplende -" una creatura fatta di luce, che solo nella luce poteva vivere ", scrive la Tartt. Siamo chiaramente di fronte ad un capolavoro. Eppure proprio nel quadro c'è qualche cosa che per così dire non quadra.

A un certo punto del romanzo il protagonista dice " qualunque fossero le ragioni che mi avevano spinto tanti anni prima a nascondere il quadro, a tenerlo con me, ancora prima, a portarlo via dal museo ormai non le ricordavo più " E già: ma allora perchè Theo, come chiunque avrebbe fatto, non lo restituisce al museo? L'aveva preso, dopotutto, solo per esaudire l'ultimo desiderio di un vecchio morente; e poi all'epoca non era che un bambino: circostanze che lo preserverebbero da qualsiasi atto giudiziario. Inoltre, se quando col padre si sposta a Las Vegas - e questa è, conle sue immagini elettriche, i tramonti psichedelici nel deserto che pare inghiottire le propaggini stesse della città, una delle zone più incantatorie del romanzo -, il piccolo Theo può ogni tanto perdersi a contemplarlo, quel prodigioso dipinto, tornato a New York, addirittura si priva della sua bellezza nascondendolo in un deposito.








E dunque e una volta per tutte, perchè non lo restituisce, tanto più che è lui stesso ad ammettere:
" Avevo sempre saputo che tenere il dipinto era un errore. "? Che rappresenta in definitiva per Theo Decker questo " oggetto segreto"? Una reliquia del passato di cui non vuole disfarsi, l'unica cosa che gli ricordi sua madre, gli ultimi istanti passati insieme? O, forse, è l'immagine in cui si specchia la sua triste esistenza? Sissì, il Cardellino è tutto questo, ma c'è sempre qualche cosa che ci sfugge, un fondo che non riusciamo ancora a comprendere.

Ed è stato mentre pensavo e ripensavo al significato ultimo del quadro nel romanzo che mi è tornata alla mente " La storia meravigliosa di Peter Schlemihl " di Adalbert von Chamisso. Schlemihl è, anche lui , un giovane che vive a margine del consesso umano; non come il piccolo Theo, per la sua prodigiosa intelligenza da nerd, ma perchè massivamente maldestro e inadatto al mondo. Tutto dovrebbe cambiare il giorno in cui Peter vende la sua ombra al diavolo per riceverne fortuna, amori e ricchezze e invece, da quel momento in poi, iniziano i suoi guai più seri; adesso a causa della mancanza dell'ombra proprio come per Theo accade per il possesso del quadro. E sarebbe inutile elencare le infinite dispute sul significato ultimo dell'ombra - in Italia ne scrisse Benedetto Croce -,
del perchè sia poi così indispensabile possederne una dal momento che la sua mancanza riduce gli uomino a dei paria. Nessuno infatti è mai arrivato ad una conclusione logica.








Ma non è proprio in questo, in questa oscura risacca che si illumina a tratti della luce ambigua del simbolo  il fascino dello Schlemihl e dunque del Cardellino? A me pare proprio di sì; ed è per quella nebulosa, romantica ambiguità che, a distanza di duecento anni da quando La storia meravigliosa di Chamisso è stata scritta, che ci incantiamo ancora nel leggerla e lo stesso, amo pensare, accadrà per la meravigliosa storia di Donna Tartt.





( immagini dal web )

19 commenti:

  1. Quando descrivi i libri... fai sempre venire voglia di leggerli!!! Trasmetti moltissimo di ciò che hai provato sfogliando le pagine, sicuramente è un dono ♥
    Ti abbraccio forte forte!

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    1. Grazie Vivy...allora ho raggiunto il mio scopo, quando scrivo di un libro vorrei riuscire a trasmettere a chi mi legge il desiderio di leggerlo.
      Un abbraccio.
      Antonella

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    2. Lo scopo con me lo raggiungi sì! Non riuscirò a leggerli tutti, ma mi invogli a farlo e a tenere presente i titoli ♥

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  2. Cara Antonella, spesso in un libro, trovi delle cose che ti coinvolgono e ti fanno paura, in altre invece ti fanno venire un sorriso, questo è l'effetto della lettura.
    Trovo molto bello pero questo libro, è una storia che veramente affascina e vorreste vedere cosa poi succederà.
    Ciao e buona giornata cara amica.
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso, sì, è una storia molto affascinante e piena di risvolti inaspettati e in più è scritto molto bene, cosa che oggi è alquanto rara...Naturalmente non posso svelare qui quello che succederà poi.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  3. Ciao Antonella,
    ah, finalmente vedo questo post, me ne avevi parlato tanto e leggendo il post ora capisco perchè, il libro merita.
    Non l'ho letto spero di rimediare anche se la mia lista diventa sempre più lunga e colma di titoli.
    Un abbraccio

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    1. La lista dei libri da leggere...croce e delizia delle nostre vite di lettrici. Questo libro te lo super consiglio, è talmente bello che vorresti non finirlo mai.
      Un bacione.
      Antonella

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  4. Quando un libro ti prende non sono certo le 924 pagine che ti spaventano l'importante che valga la pena leggerlo e che alla ultima pagina tu vorresti che non fosse finito...
    Mi è piaciuto molto e mi ha fatto rivivere la bellissima e frenetica New York e la notturna Las Vegas.
    Il legame creatosi fra questo ragazzo e il cardellino di Carel Fabritius non può non fare breccia nel cuore di un appassionato d'arte!
    Il libro ha saputo immedesimarsi pienamente nei sentimenti di un adolescente in crescita (amicizia, amore, malinconia, odio), descrivendoli con una sicurezza e una bravura che lascia basiti.
    Poi come ci hai guidati tu nella sua degustazione ... grazie.
    Felice serata
    Paolo

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    1. Grazie a te, Paolo, per aver apprezzato il mio punto di vista. Tu lo hai letto e quindi sai che si tratta di un grande libro, cosa oggi molto rara. E' scritto benissimo, entra nella psicologia dei personaggi in modo impagabile e racconta una storia che vorresti non finisse mai...e in più l'arte, chi come noi la ama non può non apprezzare le descrizioni del Cardellino che questo romanzo ci regala.
      Ti auguro un sereno fine settimana.
      Antonella

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  5. Complimenti per l'ottima recensione.
    Saluti a presto.

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    1. Grazie, non posso che suggerirti di leggere questo splendido libro.
      Felice giornata.
      Antonella

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  6. Le tue coinvolgenti recensioni fanno si che vada subito alla ricerca del libro da visionare e poi leggere!
    Sempre brava carissima Antonella!
    Un forte abbraccio e buona serata da Beatris

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    1. Grazie Beatris, se leggerai il libro mi farebbe piacere conoscere il tuo parere.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  7. A volte basta poco per essere felici. Sicuramente un libro da leggere d'un fiato.
    Grazie Antonella per la gradita visita un abbraccio
    Maurizio

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    1. Ciao Maurizio, sì, un libro che si leggerebbe d'un fiato ma che alla fine decidi di gustare poche pagine alla volta per poterne godere pienamente e a lungo.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  8. Sì, questo libro sembra molto interessante, povera Cardellino imprigionato !!
    abrazos!!

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    1. Hai ragione Leovi, quel povero Cardellino ispira una tenerezza e una pietà infinite.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  9. Cara Antonella con le tue efficaci recensioni ci spingi alla lettura. Complimenti
    Un forte abbraccio

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    1. Grazie Cettina, io amo molto leggere e se riesco a coinvolgere nelle mie letture anche gli amici ne sono felice.
      Un grande abbraccio.
      Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")