mercoledì 10 dicembre 2014

Storie di Natale, La piccola fiammiferaia di H.C.Andersen



La piccola fiammiferaia di H.C. Andersen


C'era un freddo terribile, nevicava e cominciava a diventare buio; e era la sera dell'ultimo dell'anno. 
Nel buio e nel freddo una povera bambina, scalza e a capo scoperto, camminava per la strada; 
aveva le ciabatte quando era uscita da casa, ma a che cosa le sarebbero servite? 
erano troppo grandi per lei, tanto grandi che negli ultimi tempi le aveva usate la mamma.
 E ora la piccola le aveva perdute subito, quando due carri che passavano a forte velocità 
l'avevano costretta a attraversare la strada di corsa. 
Una ciabatta non riuscì più a ritrovarla, e l'altra se la prese un ragazzo, dicendo che l'avrebbe usata come culla quando avesse avuto dei figli.









 Ora la bambina camminava scalza, e i suoi piedini nudi erano viola per il freddo;
 in un vecchio grembiule aveva una gran quantità di fiammiferi e ne teneva un mazzetto in mano. 
Per tutto il giorno non era riuscita a vendere nulla e nessuno le aveva dato neppure una monetina; 
era lì affamata e infreddolita, e tanto avvilita, poverina!
 I fiocchi di neve si posavano tra i suoi lunghi capelli dorati, che si arricciavano graziosamente sul collo, 
ma lei a questo non pensava davvero. Le luci brillavano dietro ogni finestra e per la strada si spandeva un delizioso profumino di oca arrosto: era la sera dell'ultimo dell'anno, e proprio a questo lei pensava. 








A un angolo della strada formato da due case, una più sporgente dell'altra, sedette e si rannicchiò, 
tirando a sé le gambette, ma aveva ancora più freddo e non osava tornare a casa. 
Temeva che suo padre l'avrebbe picchiata, perché non aveva venduto nessun fiammifero 
e non aveva neppure un soldo. E poi faceva così freddo anche a casa!
 Avevano solo il tetto sopra di loro e il vento penetrava tra le fessure, anche se avevano cercato
 di chiuderle con paglia e stracci. Le manine si erano quasi congelate per il freddo. 
Ah! forse un fiammifero sarebbe servito a qualcosa. Doveva solo sfilarne uno dal mazzetto e sfregarlo 
contro il muro per scaldarsi un pò le dita. Ne prese uno, e “ritsch”, contro il muro.







 Come scintillava! come ardeva! era una fiamma calda e chiara e sembrava una piccola candela quando lo circondava con le manine. Che strana luce! La bambina credette di trovarsi seduta davanti a una stufa con i pomelli d'ottone, e il fuoco bruciava e scaldava così bene! No, che succede? stava già allungando i piedini per scaldare un pò anche quelli, quando la fiamma scomparve. E con la fiamma anche la stufa. E si ritrovò seduta per terra, con un pezzetto di fiammifero bruciato tra le mani.









Subito ne sfregò un altro, che illuminò il muro rendendolo trasparente come un velo.
 Così poté vedere nella stanza una bella tavola imbandita, con una tovaglia bianca e vasellame di porcellana 
e un'oca arrosto fumante, ripiena di prugne e di mele! 
All'improvviso l'oca saltò giù dal vassoio e si trascinò sul pavimento, già con la forchetta e il coltello
 infilzati nel dorso, proprio verso la bambina: ma in quell'istante il fiammifero si spense 
e davanti alla bambina rimase solo il muro freddo.








 Allora ne accese un altro. E si trovò ai piedi del più bello degli alberi di Natale
. Era ancora più grande e più decorato di quello che aveva visto l'anno prima attraverso la vetrina 
del ricco droghiere; migliaia di candele ardevano sui rami verdi e figure variopinte pendevano dall'albero, proprio come quelle che decoravano le vetrine dei negozi.
Sembrava guardassero verso di lei. La bambina sollevò le manine per salutarle, ma il fiammifero si spense. 








Le innumerevoli candele dell'albero di Natale salirono sempre più in alto, fino a diventare le chiare stelle del cielo; poi una di loro cadde, formando nel buio della notte una lunga striscia di fuoco. "Ora muore qualcuno!" disse la bambina, perché la sua vecchia nonna, l'unica che era stata buona con lei, ma che ora era morta, le aveva detto: "Quando cade una stella, allora un' anima va al Signore".








Accese un altro fiammifero che illuminò tutt'intorno, e in quel chiarore la bambina vide la nonna,
 lucente e dolce! "Nonna!" gridò "oh, prendimi con te! So che tu scomparirai quando il fiammifero si spegne, scomparirai come è scomparsa la stufa, l'oca arrosto, l'albero di Natale!" 
E accese tutti gli altri fiammiferi che aveva nel mazzetto, perché voleva mantenere la visione della nonna; 
e i fiammiferi arsero con un tale splendore che era più chiaro che di giorno. 
La nonna non era mai stata così bella, così grande.
 Trasse a sé la bambina e la tenne in braccio, insieme si innalzarono sempre più nel chiarore e nella gioia. 
Ora non c'era più né freddo, né fame, né paura: si trovavano presso Dio.








 La bambina venne trovata il mattino dopo in quell'angolo della strada, 
con le guance rosse e il sorriso sulle labbra. Era morta, morta di freddo l'ultima sera del vecchio anno. L'anno nuovo avanzava sul suo piccolo corpicino, circondato dai fiammiferi mezzo bruciacchiati.
 "Ha voluto scaldarsi" commentò qualcuno, ma nessuno poteva sapere le belle cose che lei aveva visto,
né in quale chiarore era entrata con la sua vecchia nonna, nella gioia dell'Anno Nuovo!




( Immagini dal web )

32 commenti:

  1. Ciao Antonella!!! Sai che conservo ancora un vecchio libro di H.C. Andersen, che mi ha accompagnato nell'infanzia? L'ho "sgraffignato" dalla casa dei miei quando me ne sono andata... Mi piace l'odore che ha, e anche i ricordi che sono legati a lui... una specie di magia della mia memoria ♥
    Bellissime le illustrazioni e la favola :)
    Spero di cuore che voi stiate bene e... se ti senti, ti aspetto per i festeggiamenti del mio blog! Ci tengo molto che ci sia anche tu, ma solo se ti va ♥
    a presto e un grande abbraccione!

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    1. Ciao Vicy, come avrai già visto ho partecipato con piacere ai festeggiamenti del tuo blog, ti ringrazio per l'invito.
      Noi stiamo abbastanza bene, con tanta preoccupazione ma tutto sommato sereni.
      La piccola fiammiferaia....forse la fiaba più triste eppure quella che riporta di più indietro agli anni dell'infanzia, hai ragione crea una magia della memoria.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  2. Ho un rapporto di odio e amore con questa storia, perché è fottutamente triste! Senza speranza! E' vero che la morte è resa in modo dolce, ma cavoli...
    Bellissime le immagini che hai usato!
    Un abbraccione! :D

    Moz-

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    1. Ciao Moz, in realtà credo per tutti il rapporto con questa favola sia ambivalente...è una storia molto bella che apre alla luce e alla speranza ma credo che sia anche quanto di più triste e sconsolante il mondo delle fiabe abbia mai prodotto.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  3. Ho letto con vera emozione il racconto, sono arrivata nel finale con le lacrime agli occhi e un groppo alla gola!
    Cara Antonella con i tuoi bellissimi post sai sempre sorprendere!
    Un abbraccio e buona giornata da Beatris

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    1. Ciao Beatris, questa favola ha davvero il potere di commuovere sempre..per quante volte la si legga riesce sempre a far venire quel nodo alla gola e gli occhi lucidi...
      Un abbraccio.
      Antonella

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  4. Cara Antonella, questa favola ha commosso intere generazioni, e continuerà a farlo.
    Ciao e buon pomeriggio cara amica.
    Tomaso

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    1. Proprio vero Tomaso, ha commosso generazioni e mi auguro che continui a commuovere così anche le nuove generazioni.
      Buona domenica d'Avvento.
      Antonella

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  5. Ciaqo Antonella
    Tutto bene??
    Che bel racconto... mi sono messa comoda sul divano per leggere tutto come se vedesse un film...... bellissmo.
    Abbiamo bisogno di bei racconti, di un po' di favola nelle nostre giornate... brava.
    Un abbraccio.
    Thais

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    1. Grazie Thais, mi fa piacere che te lo sei goduta comoda sul tuo divano...è una favola che riesce sempre a commuoverci, hai ragione abbiamo bisogno di racconti come questi...
      Qui tutto abbastanza bene, mio marito sta riprendendosi e non ci resta che aspettare.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  6. la piccola fiammiferaia!!!
    che ricordi! una recita di natale quando andavo alle elementari :)
    bellissime le immagini che accompagnano la storia!

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    1. Ciao Chiara, che bello...sono contenta di averti suscitato il ricordo della tua recita....le recite delle elementari erano rappresentazioni davvero importanti nella nostra vita di bambini.
      Buona domenica.
      Antonella

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  7. Che bella favola, anche se un po' triste... come sanno esserlo solo le favole di Andersen!
    Belle le immagini che accompagnano il racconto!
    Un salutone e grazie per essere passata a salutarmi!
    Monique

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    1. Ciao Monique, sono passata volentieri...è che in questo periodo ho tanti problemi per la salute di mio marito e ho meno tempo per il blog, è questo il motivo per cui passo meno.
      Sì, una favola triste ma non per questo meno bella...ti lascia sempre con un groppo in gola!
      Un abbraccio.
      Antonella

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  8. ciao
    una favola che conosco fin da piccola. Una favola triste che mi commuove sempre . Belle le immagini. Ciao.

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    1. Ciao Roberta, hai ragione è una favola che commuove sempre...ma sempre molto bella.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  9. Questo è uno dei racconti che ho più amato da bambina.
    È stato molto gradevole rileggerlo, ancora di più qui da te, perché corredato da splendide immagini.
    Grazie, ti abbraccio cara Antonella.

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    1. Ciao Pia, mi piace molto ricercare delle immagini adatte ai racconti...non sempre riesco a realizzare quello che vorrei però cerco di fare del mio meglio.
      Anch'io ho sempre amato tanto questa favola, mi ricorda la mia nonna che me la raccontava spesso.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  10. Sì, mi piace il tuo post di oggi, storie squisiti di Andersen, noi abbiamo tutti cresciuti con queste storie!
    Un abrazo!

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    1. Ciao Leovi, ecco, in Italia come in Spagna la nostra generazione è cresciuta con queste belle favole.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  11. Bella sempre . Brava Antonella
    Complimenti per il post.
    Maurizio

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    1. Ciao Maurizio, è vero anche riletta dopo tanti anni resta sempre una bella favola, con il suo bagaglio di disperazione, tristezza, speranza e luce...Grazie.
      Antonella

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  12. Cara Antonella, ho rileto con piacere ed emozione la favola di Andersen.
    Le immagini la illustrano egregiamente.

    Un abbraccio.

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    1. Ciao Gianna, sono contenta che ti abbia fatto piacere rileggerla, a me piace molto.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  13. Ciao Antonella,
    devo dirti la verità, con questa storia ho un rapporto un po' conflittuale. Nel senso che prima un po' mi piaceva ma poi, associandola ad una persona nello specifico, ho iniziato a non amarla molto. Comunque il tuo post è stupendo e la scelta delle immagini e super, ma dove le trovi? spettacolari!!!
    Un bacione e buona serata cara amica

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    1. Ciao Audrey, questa storia dell'associazione me la dovrai, quando ne avrai voglia, raccontare.
      Le immagini le trovo carine anch'io.
      Un bacione .
      Antonella

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  14. I pianti che mi facevo quando leggevo quel libro!Bellissima questa fiaba!Baci,rosetta

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    1. E chi non ha pianto ascoltando o leggendo questa fiaba? Eppure tutti la rileggiamo con grande piacere.
      Un bacio.
      Antonella

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  15. Adoro le fiabe di Andersen! L'ho portato al concorso magistrale, quindi mi sono letta tutte le sue fiabe in edizione integrale: sono straordinarie!

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    1. Ciao Lella, anche a me piacciono pur non avendone una conoscenza approfondita come la tua. Deve essere stato interessante preparare un concorso su questo argomento.
      Buona domenica, a presto.
      Antonella

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  16. ....ma quanti post hai fatto? Mi sono persa per strada cara Antonella, scusami.
    Bella questa fiaba, mi fai tornare indietro nel tempo. Buona serata.

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    1. Ciao Ale...sono tanti? Non lo so, lo scorso anno nel periodo natalizio ne avevo fatti molti di più ma quest'anno come sai non avevo molto tempo.
      Un grande abbraccio.
      Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")