mercoledì 14 maggio 2014

Il Giro d'Italia nella storia / Prima parte




" Il Giro è una meravigliosa corsa umana,
il suo traguardo la felicità "
( Alfonso Gatto )




Il Giro d'Italia non è solo una manifestazione sportiva, il Giro
è ormai diventato patrimonio comune della nostra identità nazionale, perchè
nessun'altra manifestazione sportiva è stata in grado di radicarsi così a fondo
nel nostro tessuto sociale. Certo il ciclismo ha vissuto tempi migliori,
quelli degli eroi puri e senza macchia che offuscavano gli dei del pallone, ma, 
nonostante tutti gli scricchiolii e gli scandali il Giro rimane l'appuntamento immancabile
di inizio estate.



Milano 1909- Tappa Torino- Milano






La sua forza nasce dalla sua storia, dalle imprese dei primi pionieri,
alle sfide tra Coppi e Bartali, fino ad arrivare alle " romantiche " ascese di 
Marco Pantani.






Non importa essere appassionati di bicicletta per ammirarlo, perchè il 
Giro ( unico vero evento sportivo in Italia ) passa direttamente dalle nostre case,
ci bussa e ci invita a salutarlo, ci spinge ad uscire fuori per vedere passare in un attimo
colori, ruote, telai e tubolari. E' un circo itinerante che viene a farci visita come 
un vecchio amico e che nei suoi oltre 100 anni di storia ha contribuito all'unità nazionale.






Agli inizi del '900 quando ancora eravamo una timida e neonata nazione,
ha contribuito a farci sentire una nazione  unica. Dopo la seconda guerra mondiale ha attraversato 
le nostre macerie  rivitalizzando il nostro orgoglio dopo anni di conflitto.






Il Giro si è imposto fin dai suoi primi passi, perchè è sempre stato sinonimo di vita:
in bicicletta viene premiato lo sforzo, la fatica, la costanza. In sella alle due ruote 
non hanno valore le provenienze geografiche e sociali,
contano gambe, cuore e polmoni.






Il ciclismo è uno sport inclusivo, che ti passa davanti e ti mostra la fatica,
il sacrificio vero, non richiede biglietti,
porta direttamente lo spettacolo in giro per le strade.






Ecco perchè l'Italia ha tanto amato gli eroi in bicicletta,
perchè erano gli eroi di tutti, quelli in cui potersi riconoscere per
impegno, abnegazione, sacrificio.






Dai Giri della prima metà del '900 è nata la leggenda e da allora, nonostante il doping e
i problemi è rimasta tale.
Indelebilmente impressi nella memoria  i nomi dei grandi ciclisti che si sono dati
battaglia lungo le strade d'Italia. Quelli del periodo anteriore alla prima Guerra Mondiale:
Giovanni Gerbi, Giovanni Rossignoli, e, soprattutto, Luigi Ganna e Carlo Galetti:
questi ultimi due sono stati i principali protagonisti nei primi anni di vita della corsa rosa.






Quelli a cavallo delle due guerre; Costante Girardengo, Giovanni Brunero, Alfredo Binda,
e Gaetano Belloni. Tra questi sicuramente un posto particolare lo occupa Alfredo Binda:
per lui dal 1925 al 1930, si può parlare di vero e proprio dominio. Al Giro d'Italia del 1925 fa il suo esordio e vince la corsa rifilando diversi minuti di ritardo a corridori già esperti e navigati del calibro di Girardengo,
Brunero e Belloni. Nei tre anni successivi continua ad essere il protagonista assoluto della corsa,
non arriva alla vittoria finale solo nel 1926, ma tale è la sua superiorità rispetto agli altri corridori
che, nel 1930, gli organizzatori decidono di non farlo partecipare per ridare spettacolarità e vivacità
alla corsa, riconoscendogli comunque il premio finale, per quell'anno pari a 22.500 lire.






Quelli del dopo guerra: Gino Bartali, Fausto Coppi, Fiorenzo Magni, Alfredo Martini.
Fino ad arrivare alla storia contemporanea con: Gastone Nencine, Felice Gimondi,
Franco Chioccioli, Gianni Bugno, Marco Pantani.






" A vedere quei superstiti impietriti da un impasto di gelo e fatica sembrava
che a un certo punto potesse sbucare, dalla famosa foto, Alfredo Binda che morde
e strappa il suo tubolare coperto di fango. Il terribile Gavia ci trasmetteva immagini 
che, nella memoria popolare, erano di cinquant'anni fa, appartenevano al così detto
ciclismo eroico. Ogni arrivo a prescindere dai distacchi, era la conclusione drammatica e liberatoria di un'autentica impresa. "
(Candido Cannavò, Il Gavia al Giro, 1988 )







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Quest'anno il Giro passerà anche dal mio paese,
per chi fosse nei dintorni sarebbe bello incontrarci alla Notte Rosa.


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21 commenti:

  1. Ciao
    sai l'anno scorso ero in vacanza in Alto Adige e ho partecipato a una festa organizzata dalla carovana del giro d'Italia......è stato bellissimo.

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    1. Ciao Roberta, a me il Giro piace tantissimo, nonostante tutto mi dà sempre l'idea di una cosa pulita. Quest'anno passerà anche di qui...ho proposto di portare tutti i pelosi con un bel fiocco rosa.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  2. Buongiorno Antonella,
    il Giro è una cosa" nostra" nel senso più alto, ci riunisce nella nostra sbrindellata identità nazionale, parla alla nostra parte migliore, al di là della passione sportiva.
    Io molto sportiva non sono, ma quando guardo la tappa in televisione, quelle riprese dei nostri paesaggi impagabili, con il nastro mobile dei campioni, tutti, che sfila sull'asfalto, sento un profondo senso di appartenenza
    Speriamo che tutto lo sport si riscatti dal fango che attualmente lo opprime.
    Bella la vostra iniziativa locale di condivisione dell'evento.
    Ti abbraccio :))
    Marilena

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    1. Ciao Marilena, proprio sportiva non sono nemmeno io...ma il Giro, è dalle elementari che non perdo una tappa, ed ironia della sorte mi perderò proprio il loro passaggio qui da noi perchè impegnata al seggio elettorale!
      Credo che il Giro riesca a tirare fuori la parte bella di noi, ed è vero quello che dice, vederli passare crea un senso di appartenenza. Spero tanto anch'io che tutto lo sport riesca a riscattarsi...il fango è triste ovunque ma nello sport sembra che sporchi ancora di più.
      Un abbraccio, a presto.
      Antonella

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  3. Il giro è anche un modo per scoprire borghi e città italiane.
    Saluti a presto.

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    1. Ciao, ricordo un Giro di parecchi anni fa ( 18- 20 ? ) la Rai per una volta aveva fatto una cosa veramente bella durante la cronaca della corsa venivano fornite tante informazioni su tutti i luoghi toccati, a metà corsa c'era un piccolo servizio sui monumenti, le tradizioni, la gastronomia ecc., era un Giro non solo ciclistico ma qualche cosa in più...poi non lo hanno più fatto!
      Ti auguro una buona giornata.
      Antonella

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  4. Evvai, un post bellissimo perché la Storia d'Italia è fatta anche e soprattutto di queste cose! :)
    Aspetto la seconda parte.

    Moz-

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    1. La Storia dell'Italia e degli Italiani e' questo...quelli sono stati grandi italiani e , considerata la situazione dell'epoca, il Giro era una grande metafora della vita.

      Ti aspetto, ci sono altre 3 parti.
      Buona giornata.
      Antonella

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  5. Io amo il ciclismo, piccola, era il Tour, il Giro e la Vuelta tappa per tappa!
    Abrazos!

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    1. Ciao Leovi, anch'io amo molto il ciclismo, dalle elementari ad oggi non mi sono mai persa una tappa. La storia del Giro è una gran bella storia!
      Un abbraccio.
      Antonella

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  6. Ciao Antonella,
    gran bel post. Non credevo lo impostassi cosi, mi piace molto.
    Il giro d'Italia è una cosa che cerco di vedere perchè mi piace molto. In verità prima lo vedevo di più ma
    come ti ho detto, da quando è morto Pantani, il ciclismo per me è diverso.
    Durante gli anni ho anche visto alcuni film legati al ciclismo e alla storia d'Italia, tutti belli e interessanti.
    Grazie perchè ci ha fatto ripercorrere una bella tappa a bordo del tuo blog.
    bacioni

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    1. Ciao Audrey, per me l'appuntamento con il Giro è imperdibile anche se anch'io devo dire che dopo la triste storia di Pantani ho perso molto l'entusiasmo.
      Sono contenta che ti piaccia l'impostazione che ho dato al post, vedrai che anche il prossimo ti piacerà...
      Un bacione , ci sentiamo dopo.
      Antonella

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  7. Davvero impressionanti primi ciclisti della storia!

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    1. Vero Leovi, anch'io sono rimasta impressionata davanti a certe immagini!.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  8. Una delle tante cose per cui L'Italia dovrebbe essere la nazione più bella del mondo!:)
    -Giobs94-

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    1. Già, anche questo aveva contribuito a rendere grande l'Italia...e per qualche giorno , ogni anno, fa battere un po' più forte il cuore!
      A presto.
      Antonella

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  9. Ahaha, io ho il collega patito di bici che mi fa una testa così!
    Ora mi studio bene il tuo post e domani faccio un figurone! ;-)

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    1. Ciao, sono contenta di esserti utile e fare il " figurone " con il tuo collega...nel prossimo post dedicato al Giro, lunedì, ci saranno altre chicche. Ti auguro una buona giornata.
      Antonella

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  10. La storia di un Paese è fatta anche di eventi minori, in grado tuttavia di ridare conforto a una popolazione stremata e decimata dalla guerra. Entrano poi nell'immaginario collettivo, dando il senso di appartenenza ad una nazione.

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    1. E' vero, sono questi episodi minori che riescono a far sentire, almeno per un momento, una nazione veramente unita.
      Buon pomeriggio, a presto.
      Antonella

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  11. E 'rinfrescante per leggere il contenuto informativo ben scritto come questo. Ho letto molti altri articoli su questo argomento solo per essere deluso nel contenuto. Dovreste essere orgogliosi che si sta influenzando le opinioni degli altri.

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")