La mostra che la Città di Biella ospita presso il Museo del Territorio Biellese presenta una raccolta di quaranta dipinti, provenienti da Palazzo Chigi di Ariccia, dalla Fondazione Marignoli di Spoleto e dalla Fondazione Amata, dal ‘500 al ‘700, del momento più drammatico e doloroso della vicenda terrena di Gesù e accompagna pressoché per intero l’estate della Passione di Sordevolo che da duecento anni si svolge in valle Elvo.
Il curatore della mostra è Francesco Petrucci, docente di storia dell’arte, architetto specializzato in restauro e conservazione e conservatore del Palazzo Chigi di Ariccia, dalla cui collezione proviene la maggior parte delle opere che saranno esposte nella mostra biellese. Le opere sono una descrizione in forma artistica di alcuni dei momenti principali della Passione di Cristo, dalla sua prefigurazione biblica al culmine della crocifissione e del successivo compianto, fino alla gloria celeste della risurrezione che redime l’umanità. Per l’occasione è stato inoltre costruito, da Alessandra Montanera e Simone Riccardi, un itinerario di visita attraverso una decina di opere presenti sul nostro territorio che toccano lo stesso tema.
La mostra ideata da E20Progetti e Glocal Project Consulting, ha il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, ed è il completamento storico-artistico del grande evento di Sordevolo in una visione sinergica di eventi e promozione territoriale.
La rappresentazione degli episodi della Passione di Cristo nel suo svolgimento cronologico, secondo la descrizione comparata dei Vangeli, ha fornito sicuramente il tema principale dell’arte occidentale per molti secoli. Tale illustrazione figurativa ha conosciuto un particolare impulso attraverso la devozione a San Francesco d’Assisi e lo sviluppo della tradizione francescana, che ha codificato il rito della Via Crucis, a partire dal XIV secolo ed in particolar modo tra Cinquecento e Settecento. Un ulteriore sviluppo è avvenuto con la predicazione del francescano San Leonardo da Porto Maurizio (1676-‐1751) e la diffusione di immagini legate alle stazioni della via Crucis.
I maggiori artisti italiani tra Rinascimento e Barocco hanno dedicato straordinarie opere creative incentrate su alcuni momenti della “Passione”, da Michelangelo, a Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Rubens, Bernini e tanti altri, fino a Tiepolo. La mostra si pone come complementare alla “Passione di Cristo di Sordevolo”, affiancando l’imponente rappresentazione sacra biellese con un’esposizione di dipinti incentrati sul medesimo tema, che saranno in esposizione per buona parte dell’evento drammaturgico, da luglio a settembre.
Viene proposta una selezione di quaranta dipinti, tra ‘500 e ‘700, in gran parte provenienti dal Palazzo Chigi in Ariccia (Roma), costituente una delle più importanti dimore storiche romane, sede del Museo del Barocco. Altre opere provengono dalla prestigiosa The Marignoli di Montecorona Foundation e da una importante collezione privata inglese. Le opere, tutte di notevole qualità, sono ordinate seguendo alcuni dei momenti principali della “Passione di Cristo”: dalla sua prefigurazione biblica, al culmine drammatico della crocifissione e del successivo compianto, fino alla gloria celeste del Salvator Mundi, motivo di redenzione dell’umanità.
Tra le opere esposte figurano dipinti di cultura michelangiolesca, come la migliore versione della celebre Orazione nell’Orto di Marcello Venusti e una straordinaria Deposizione di Jacopino del Conte, un’inedita Crocifissione firmata da Leandro Bassano, un giovanile Cristo flagellato confortato da un angelo del genovese Bernardo Strozzi, cui si affiancano capolavori di alcuni fra i principali artisti del Barocco romano: dal Cavalier d’Arpino, a Pietro da Cortona, Giovan Gaulli Battista detto “il Baciccio”, Ludovico Gimigniani, Francesco Trevisani, Sebastiano Conca, Francesco Mancini, Corrado Giaquinto, Placido Costanzi, fino ad Anton Raphael Mengs, padre del Neoclassicismo. Il misticismo visionario del ‘600 è espresso dalla Crocifissione sul Mare di Sangue, opera ispirata ad una celebre invenzione del Bernini, nota attraverso tre esemplari principali tra cui quello di Palazzo Chigi, che il grande artista volle esporre nella sua camera da letto come motivo di preghiera e meditazione. Tra gli artisti piemontesi figurano Giovan Battista Benaschi, con il Transito di san Giuseppe, opera di forte impatto emozionale e reminiscenza caravaggesca, e Claudio Francesco Beaumont, con una struggente Addolorata confortata da un angelo.
( Testo di Francesco Petrucci dal sito del Museo del territorio Biellese )
( Immagini dal web )
Che bella e preziosa mostra... Sono stata a Palazzo Chigi ad Ariccia, e mi sono stupita di quanta bellezza storica e artistica contenga, molto notevole.
RispondiEliminaCiao Michela, io a Palazzo Chigi ad Ariccia non ci sono mai stata ma anch'io, come te, sono rimasta stupita dalla grandiosità dei dipinti prestati per la mostra di Biella.
EliminaUn caro saluto.
Antonella
Sono quadri stupendi che ci riportano a forme e stili di un'epoca che, secondo me, esprimeva se stessa attraverso gli artisti con modalità più ricche ed accattivanti rispetto a quello che avviene oggi.
RispondiEliminaCiao Ambra, anche a mio parere gli artisti dell'epoca avevano una forza espressiva che non riesco a ritrovare nell'arte contemporanea.
EliminaTi auguro una serena giornata.
Antonella
Ciao Antonella,
RispondiEliminascusa se passo solo ora ma come sai sono giorni frenetici per me, per fortuna sono riuscita a ritagliarmi un po' di tempo per godermi questo post davvero interessante, mi avevi accennato qualcosa ma devo dire che guardando le opere vi era davvero tanta bellezza.
Un abbraccione
Sì, come ti ho detta è stata una mostra dall'impatto notevole. Non ti preoccupare, so che in questo periodo hai pochissimo tempo, anzi, grazie di essere passata.
EliminaUn abbraccio e un bacione.
Antonella
Molto interessante! Mi piacerebbe vedere questa mostra. Un saluto
RispondiEliminaSì, ne varrebbe davvero la pena.
EliminaUn caro saluto.
Antonella