giovedì 22 dicembre 2016

Un film sotto l'albero: Cafè Society, meno male che c'è Woody




Cafè Society è l'ultima invenzione che Woody Allen colloca nel magnifico, simbolico, palazzo decò, e qui siamo negli anni  trenta, il solito contenitore di gran classe









Lo conosco, lo conosciamo , quel palazzo e lo visitiamo una volta all'anno.
Vedi il suo film e stai meglio. So bene che il concetto non va esteso proprio a tutti, chi ama Colorado non ama Woody, ma il piccolo ebreo di New York in cinquant'anni di attività ha davvero fatto molto per noi.









In quest'ultimo film c'è bellezza, eleganza, ricchezza, stile alto in tutto.
Bobby giovane ebreo di New York va a Los Angeles perchè lo zio è un pezzo grosso del cinema. Il ragazzo è rapito da Hollywood. Lo zio lo guida " ecco la casa di Robert Taylor, quella di Joan Crawford...la vedo stasera " e così via. E le storie si innescano. Amori compresi.









Come sempre il racconto di Allen è attraversato dalla piùì bella musica americana, una costante che tutto nobilita: le note di Porter, Geershwin, Rogers. Guarderei i film di Woody anche solo per il piacere di ascoltare le colonne sonore.









Ma Woody non può stare lontano dalla sua città, e così fa tornare il ragazzo a New York. Le due Coste a confronto. Allan, oltrepassato gli ottanta, possiede ancora tutta la sua energia, compresa quella delle battute. E' graffiante, perfino cattivo, certo col sorriso, con la propria religione.









Il padre e la madre di Bobby sono sempre in conflitto dialettico. L'uomo: " Io prego, pèrego, prego, ma non c'è mai una risposta ". La moglie " La risposta è nella non risposta ". Lui " Forse, ma sono troppo ignorante per capirlo".









Bobby invita una ragazza a cena : " Niente cucina ebraica, tutto è sempre scotto per via dei germi da eliminare" Sì, è sempre lui. In mezzo secolo Allen si è sempre proposto come un amico affidabile, come un garante di evasione.








E ha dettato quel surplus di buonumore, che ha dato una mano a tutti noi. Non c'è dubbio che abbia portato qualche punto alla felicità collettiva. Certo la sua filmografia presenta qualità diverse, alcuni titoli sono capolavori, altri non lo sono, ma proposte senza qualità, mai. La sua azione e la sua curiosità sono talmente vaste che non è possibile contenerle nelle sintesi.









Certo i capisaldi ci sono, le città per esempio. A cominciare da New York. In Manhattan si pronuncia in una appassionata dichiarazione dichiarazione d'amore verso la sua città. Nel testo fuori campo, incipit del film, connotando il protagonista, cioè se stesso, dopo alcuni tentativi con didascalie complicate e astratte, trova la giusta formula: " Era di New York e lo sarebbe sempre stato ", New York " è " dunque Woody Allen, che poi nel tempo ha viaggiato, \, esplorato altre città. E ciascuna la faceva sua.









Ha assunto Parigi perchè là c'è tutto, il passato e il presente, l'arte e la cultura in un sortilegio esclusivo; Londra  per il sarcasmo e per il thriller; Barcellona per l'amore ultralibero e i colori che tutto omologano; Venezia per la sintesi del tutto e per quel magico set naturale. Roma l'ha visitata esplorata ma non è riuscito ad assumerla. La rappresenta in codici classici. Ma le vicende e i caratteri potrebbero essere collocate negli scenari di altre città di Allen. Non ha colto la romanità.










Poi c'è il modo di vivere del newyorkese, le sue allergie, i tic, le angosce. Sappiamo. Ma le indicazioni che arrivano da lui non sono mai banali, non è detto che debbano essere acquisite - sempre di talento matto trattasi - ma certo meritano attenzione.









Come quando sempre in Manhattan fa la lista di ciò per cui vale la pena vivere " Bè, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perchè vale la pena vivere? Ok. Per me...io direi... il buon vecchio Groucho Marx tanto per dirne una, e Joe Di Maggio e ...il secondo movimento della sinfonia Jupiter...Louis Armstrong, l'incisione " Potatohead Blues "...i film svedesi naturalmente, L'educazione sentimentale di Flaubert...Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili ...mele e pere dipinte da Cezanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracy ".









C'è molta roba americana ma anche  molta roba universale. E poi Allen come deterrente, che è un aspetto decisamente importante. Alludo ai due schemi grande piccolo, portatori, molto spesso, di pensiero debole anzi debolissimo, di degrado, di noia. E poi di angosce che è legittimo rappresentare ma che ci venga lasciato qua e là qualche spazio franco. Ed è lì che si inserisce l'autore ebreo.









Rispetto alla sua immensa opera, ci ho ripensato guardando questo film, ho fatto una scelta, una sola. E' il finale di " Tutti dicono I Love You " , Del 1996.Woody è sulla sponda della Senna, Con Goldie Hawn. Sono stati sposati e ricordano quel periodo. Lei comincia a cantare I'm Trough With Love  ( quella di Marilin  in A Qualcuno Piace Caldo ) poi è il momento del ballo, surreale, con lei che vola in alto, volteggia e scende tra le braccia che non sono quelle di Nureyev ma dell'ex marito.









Infine, col fiume che riverbera le luci di Parigi, concludono: Goldie: " Bella la vita..." Woody: " E' sbalorditiva...sbalorditiva. ".
Che bel promemoria e ...meno male che Woody c'è.





10 commenti:

  1. Cara Antonella, sono passato per augurarti un buon Natale e un felice anno nuovo.
    Ciao e buna giornata con un forte abbraccio e un sorriso.
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Tomaso, tantissimi auguri anche a te e ai tuoi cari. Buona feste, un abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  2. Grazie Antonella per questo regalo, amo Woody Allen, ho visto e colleziono tutti i suoi film.
    Se ti va domani passa da me, ti ho nominata per una simpatica iniziativa.
    Buone Feste e un abbraccio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Ofelia, io lo adoro, non mi stanca mai...quest'estate, quando ero immobilizzata a causa della schiena, mi sono rivista tutti i suoi film, è davvero un granissimo!
      Passo subito da te.
      Un abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  3. Non mi è particolarmente simpatico, ma tu hai fatto un'ottima recensione del film.

    Buon Natale, Antonella.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Gianna, come avrai capito a me piace molto...ti ringrazio di aver apprezzato la recensione nonostante lui non ti piaccia.
      Un abbraccio e tanti auguri.
      Antonella

      Elimina
  4. Ti lascio qui, i miei Auguri di Buon Natale cara Antonella. Un affettuoso abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Ale, tantissimi auguri a te e ai tuoi cari, un grande abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  5. Alcuni dei suoi film sono veramente belli.
    Serene feste a te e ai tuoi cari.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì certi sono davvero belli, altri deludono un po' ma resta comunque grandissimo!
      Antonella

      Elimina

Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")