venerdì 16 ottobre 2015

Il Barolo: il re dei vini, il vino dei re




Come vi avevo accennato il mese scorso oggi inizia la mia nuova rubrica dal titolo

Lieti calici

interamente dedicata ad una delle mia grandi  passioni: il vino e il suo mondo. 
Sarò occasionalmente affiancata in questa nuova avventura dall'Enoteca Mondo Vino di Biella
e contemporaneamente alla mia rubrica prenderà il via sul blog di  Audrey

Cocktail Divini

in cui per ogni vino di cui scriverò vi verrà presentata la ricetta di un nuovo, intrigante cocktail.
In più Audrey sarà presente in questa mia rubrica anche con uno dei suoi meravigliosi wall










Non potevo non cominciare dal più grande vino italiano, il re dei vini, il vino dei re:
Il Barolo








Carta d'identità




Denominazione         Barolo Docg

Vitigni principali       Nebbiolo
( sottovarietà michet, lampia, rosè )

Gradazione alcolica minima    13 gradi


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Caratteristiche   
* Colore           Rubino intenso che, invecchiando, diventa granato con sfumature color mattone

* Odore            Ampio, ricco di sentori che possono comprendere la violetta, la vaniglia, il cioccolato
                          la liquirizia, oltre a sfumature di spezie.

* Sapore           Pieno, ricco di gusto, più o meno vigoroso secondo la zona di provenienza.


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Servizio            
Temperatura    18 - 20 °

*Abbinamenti       Piatti saporiti a base di carne rossa e di selvaggina, stufati, brasati, umidi,stracotti, salmì

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Il Barolo è, ancora oggi il vino simbolo dell'enologia italiana: un vino austero, di lungo
invecchiamento, secco e ricco di profumi.. Nell'Ottocento era un vino dolce, molto differente da quello
 che noi tutti conosciamo. La sua trasformazione è dovuta all'interessamento di statisti e di uomini politici
di primo piano.








Gli storici sostengono che è stato Camillo Benso di Cavour, grazie al conte Oddart, enologo francese,
a studiare e a modificare i processi di vinificazione nonchè a divulgare la coltivazione del vitigno.
Re Carlo Alberto a sua volta, dopo aver degustato il vino prodotto dai Marchesi Faletti, ne divenne produttore. Dei Faletti va detto che assunsero come segretario a vita Silvio Pellico, quando uscì dal
carcere di Spilberg. Anche il Conte di Mirafiori, figlio morganatico di Vittorio Emanuele II, si dedicò
alla coltivazione di questo pregiato vitigno.








Ciò spiega come il Barolo sia in qualche modo connesso al nostro Risorgimento e ne sia
divenuto, in talune circostanze, simbolo, in quanto motivo d'orgoglio di una italianità
che passava anche attraverso la rinascita enologica.








Il vitigno




Il Barolo nasce dal Nebbiolo, uno dei più pregiati ed antichi vitigni italiani, descritto già
dai latini nel primo secolo avanti Cristo. Le citazioni più attendibili risalgono però al '300,
quando questa varietà veniva coltivata nell'Astigiano. L'attuale vitigno Nebbiolo è una pianta
a maturazione tardiva, che richiede pertanto di essere coltivata in terreni ben esposti e caldi perchè 
non soffra i primi freddi autunnali.









La pianta ha tralci color cannella, con pampini medio grandi di forma pentagonale tondeggiate
Il grappolo si presenta allungato, piramidale, spesso con un lato maggiormente sviluppato.
Gli acini hanno forma tondeggiante, buccia sottile di colore violaceo o azzurrognolo scuro, ricoperti da un accentuato strato pruinoso, ossia da una sostanza naturale che ricorda la cera.









Quest'uva sola o insieme ad altre varietà, origina oltre all'omonimo vino Nebbiolo e al Barolo, altri 
grandi vini piemontesi: Barbaresco, Carema, Roero, Fara, Boca, Ghemme, Sizzano,
Bramaterra, Gattinara, in Val d'Aosta, Donnas, e in Lombardia Valtellina Superiore, Inferno,
Grumello, Sassella e Valgella.









Il territorio e le uve




Il Barolo è un vino a denominazione di origine controllata e garantita.
Il disciplinare che ne regolamenta la produzione identifica una zona circoscritta che, per altitudine, esposizione, clima, terreno ecc., viene ritenuta particolarmente adatta alla coltivazione delle uve
nebbiolo.. Ma anche all'interno di questa piccolissima area le differenze, soprattutto oggi, non mancano.









Tali differenza trovano una spiegazione nei terreni diversi, che originano due vini diversi.
Nel comune di Barolo, sono presenti entrambi i terreni, e vi si producono vini di entrambe le
varietà. Tali differenziali sono del resto recenti. Un tempo i vini si ricavavano dalla mescolanza di uve di più vigneti, e numerosi produttori ottenevano un prodotto che rappresentava il punto di congiunzione
dei due attuali.








Oltre a definire la zona di produzione il disciplinare stabilisce con quale uva vada vinificato
il Barolo, cioè, come già detto, con il nebbiolo, e più esattamente con tre sue sottovarietà
che si chiamano michet, lampia e rosè; inoltre è stabilito che la quantità di uva prodotta per ogni
ettaro di vigneto ( resa per ettaro )non debba superare gli 80 quintali.









L'invecchiamento




Prima di poter essere messo in vendita il Barolo deve invecchiare 3 anni e 2 mesi,
dei quali almeno due anni in botti di rovere o di castagno; il Barolo Riserva, invece, deve invecchiare 
5 anni e due mesi.









A Tavola




Il Barolo invecchiato, grazie alla sua ampia struttura, può armonizzare con piatti altrettanto 
ricchi di ampiezza aromatica. Pertanto, non solo vanno prese in considerazione carni rosse e
cacciagione da pelo ( lepre, capriolo, cinghiale ) ma occorre che queste siano sottoposte a lunga 
cottura in poco liquido o in sughi ristretti, in modo che abbia luogo una significativa concentrazione
di sapori.









Il Barolo non è cioè vino da abbinare, per esempio all'arrosto di manzo all'inglese ( roast - beef ), 
in quanto, pur essendo un piatto a base di carne rossa, questa è sottoposta a una cottura superficiale,
non sufficiente a concentrarne i succhi. Accompagnerà invece il cinghiale stufato, così come i salmì, i civet, gli stracotti, i brasati, gli umidi, le carni cucinate lungamente in forno nella casseruola ( arrosti morti ) ecc.









Nell'esecuzione di questi piatti è spesso utilizzato vino rosso corposo, talvolta il Barolo
stesso, che conferisce maggior sapidità alla carne già di per sè saporita. 
Ma è anche possibile abbinare questo vino a preparazioni meno saporite: basta scegliere le varietà di
Barolo adatte. A fianco delle produzioni austere non ne mancano di più delicate come quelle dei comuni di
La Morra, Novello, Verduno, Roddi, Cherasco, che possono essere abbinate a piatti di più contenuta
intensità, come tagliolini al sugo di lepre, la faraona al vino rosso, la rosticciata di maiale.









Potete inoltre accompagnare queste varietà di Barolo in base alla loro intensità a formaggi a 
pasta dura più o meno stagionati, come alcuni grana stravecchi, il bitto, o i pecorini di età decisamente 
superiore all'anno








La ricetta: Brasato al Barolo




Il Barolo trova nel Brasato al Barolo un elevato livello di affinità. Il piatto, se ne analizziamo i
sapori e i profumi, si rivela ricco di sensazioni olfattive, dal gusto intenso e concentrato.
Gran parte della sua complessità è dovuta agli estratti che il vino gli comunica durante la marinatura e 
la cottura. L'ideale sarebbe servire un Barolo della stessa età di quello utilizzato in cottura.
Vi avevo già lasciato tempo fa la mia ricetta per il brasato al Barolo che potete trovare Qui









Il Barolo, un vino " da meditazione "




Oltre che a tavola, abbinato a piatti di carne, il Barolo può essere servito dopo cena in
luogo di un liquore; si dice che è " vino da meditazione ", ossia da degustare concentrandosi su
tutte le sue sfumature di aromi e sapori, senza le interferenze provocate dalla presenza dei cibi.
E questo è anche il modo in cui io lo preferisco...









Le annate




Il Barolo è un vino longevo che, se conservato in ambiente idoneo, supera i dieci anni di invecchiamento.

Eccezionale:   1947 * 1971 * 1982 * 1990 * 1997 * 1999 * 2001 * 2004 *

Ottimo: 1957 * 1967 * 1974 * 1979 * 1980 * 1988 * 1993 * 1995 * 2006 *

Grande:  1958 *  1961 *  1964 *  1970 * 1974 * 1979 * 1980 * 1985 * 1989 * 1996 * 1998 * 2000 *
               2005 *  2007 * 2008 * 2009 * 2010 * 2011


Buono: 1946 *  1950 * 1951 * 1955 * 1968 * 1975 * 1984 * 1986 * 1991 * 2002 * 2003 *

Discreto: 1948 * 1949 *  1952 * 1954 * 1956 * 1962 * 1965 * 1969 * 1973 * 1976 * 1977 * 1981 *
                 1983 * 1987 *  1992 * 1994 *

Insufficiente: 1953 * 1959 * 1960 * 1963 * 1966 * 1972 *



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Le strade del vino










Vi invito  visitare il blog di Audrey dove, nella sua nuova rubrica Cocktail Divini
consiglierà le ricette per due insoliti cocktail a base di Barolo






5 commenti:

  1. Sicuramente uno dei migliori vini al mondo.
    Serena giornata.

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  2. Complimenti Antonella un post davvero molto interessante.
    A presto
    Maurizio

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  3. Cara Antonella, veramente un bellissimo post, presentare così un vino che il nome è una garanzia di una qualità sempre superiore, devo ammettere che tutto non sapevo di questo pregiato vino.
    Ciao e buona giornata cara a mica, nota che la foto che ora ho messo è di ieri.
    Tomaso

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  4. Molto interessante questo viaggio nel mondo dei vini che contempla anche le origini storiche. Buona serata Antonella, un abbraccio !

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  5. Ciao Antonella,
    complimenti!!! come ben sai , secondo me, questa volta ti sei superata con un super post.
    Ho trovato il tutto molto istruttivo e interessante, inoltre il post si beve d'un fiato come un bicchiere di ottimo Barolo ;)
    un bacione e grazie per avermi permesso di partecipare a questa tua rubrica

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")