Come vi avevo accennato il mese scorso oggi inizia la mia nuova rubrica dal titolo
Lieti calici
interamente dedicata ad una delle mia grandi passioni: il vino e il suo mondo.
Sarò occasionalmente affiancata in questa nuova avventura dall'Enoteca Mondo Vino di Biella
e contemporaneamente alla mia rubrica prenderà il via sul blog di Audrey
Cocktail Divini
in cui per ogni vino di cui scriverò vi verrà presentata la ricetta di un nuovo, intrigante cocktail.
In più Audrey sarà presente in questa mia rubrica anche con uno dei suoi meravigliosi wall
Cocktail Divini
in cui per ogni vino di cui scriverò vi verrà presentata la ricetta di un nuovo, intrigante cocktail.
In più Audrey sarà presente in questa mia rubrica anche con uno dei suoi meravigliosi wall
Non potevo non cominciare dal più grande vino italiano, il re dei vini, il vino dei re:
Vitigni principali Nebbiolo
( sottovarietà michet, lampia, rosè )
Gradazione alcolica minima 13 gradi
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Caratteristiche
* Colore Rubino intenso che, invecchiando, diventa granato con sfumature color mattone
* Odore Ampio, ricco di sentori che possono comprendere la violetta, la vaniglia, il cioccolato
la liquirizia, oltre a sfumature di spezie.
* Sapore Pieno, ricco di gusto, più o meno vigoroso secondo la zona di provenienza.
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Servizio
* Temperatura 18 - 20 °
*Abbinamenti Piatti saporiti a base di carne rossa e di selvaggina, stufati, brasati, umidi,stracotti, salmì
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Il Barolo è, ancora oggi il vino simbolo dell'enologia italiana: un vino austero, di lungo
invecchiamento, secco e ricco di profumi.. Nell'Ottocento era un vino dolce, molto differente da quello
che noi tutti conosciamo. La sua trasformazione è dovuta all'interessamento di statisti e di uomini politici
Gli storici sostengono che è stato Camillo Benso di Cavour, grazie al conte Oddart, enologo francese,
a studiare e a modificare i processi di vinificazione nonchè a divulgare la coltivazione del vitigno.
Re Carlo Alberto a sua volta, dopo aver degustato il vino prodotto dai Marchesi Faletti, ne divenne produttore. Dei Faletti va detto che assunsero come segretario a vita Silvio Pellico, quando uscì dal
carcere di Spilberg. Anche il Conte di Mirafiori, figlio morganatico di Vittorio Emanuele II, si dedicò
alla coltivazione di questo pregiato vitigno.
Ciò spiega come il Barolo sia in qualche modo connesso al nostro Risorgimento e ne sia
divenuto, in talune circostanze, simbolo, in quanto motivo d'orgoglio di una italianità
che passava anche attraverso la rinascita enologica.
Il vitigno
Il Barolo nasce dal Nebbiolo, uno dei più pregiati ed antichi vitigni italiani, descritto già
dai latini nel primo secolo avanti Cristo. Le citazioni più attendibili risalgono però al '300,
quando questa varietà veniva coltivata nell'Astigiano. L'attuale vitigno Nebbiolo è una pianta
a maturazione tardiva, che richiede pertanto di essere coltivata in terreni ben esposti e caldi perchè
La pianta ha tralci color cannella, con pampini medio grandi di forma pentagonale tondeggiate
Il grappolo si presenta allungato, piramidale, spesso con un lato maggiormente sviluppato.
Gli acini hanno forma tondeggiante, buccia sottile di colore violaceo o azzurrognolo scuro, ricoperti da un accentuato strato pruinoso, ossia da una sostanza naturale che ricorda la cera.
Quest'uva sola o insieme ad altre varietà, origina oltre all'omonimo vino Nebbiolo e al Barolo, altri
grandi vini piemontesi: Barbaresco, Carema, Roero, Fara, Boca, Ghemme, Sizzano,
Bramaterra, Gattinara, in Val d'Aosta, Donnas, e in Lombardia Valtellina Superiore, Inferno,
Il territorio e le uve
Il Barolo è un vino a denominazione di origine controllata e garantita.
Il disciplinare che ne regolamenta la produzione identifica una zona circoscritta che, per altitudine, esposizione, clima, terreno ecc., viene ritenuta particolarmente adatta alla coltivazione delle uve
nebbiolo.. Ma anche all'interno di questa piccolissima area le differenze, soprattutto oggi, non mancano.
Tali differenza trovano una spiegazione nei terreni diversi, che originano due vini diversi.
Nel comune di Barolo, sono presenti entrambi i terreni, e vi si producono vini di entrambe le
varietà. Tali differenziali sono del resto recenti. Un tempo i vini si ricavavano dalla mescolanza di uve di più vigneti, e numerosi produttori ottenevano un prodotto che rappresentava il punto di congiunzione
Oltre a definire la zona di produzione il disciplinare stabilisce con quale uva vada vinificato
il Barolo, cioè, come già detto, con il nebbiolo, e più esattamente con tre sue sottovarietà
che si chiamano michet, lampia e rosè; inoltre è stabilito che la quantità di uva prodotta per ogni
L'invecchiamento
Prima di poter essere messo in vendita il Barolo deve invecchiare 3 anni e 2 mesi,
dei quali almeno due anni in botti di rovere o di castagno; il Barolo Riserva, invece, deve invecchiare
A Tavola
Il Barolo invecchiato, grazie alla sua ampia struttura, può armonizzare con piatti altrettanto
ricchi di ampiezza aromatica. Pertanto, non solo vanno prese in considerazione carni rosse e
cacciagione da pelo ( lepre, capriolo, cinghiale ) ma occorre che queste siano sottoposte a lunga
cottura in poco liquido o in sughi ristretti, in modo che abbia luogo una significativa concentrazione
Il Barolo non è cioè vino da abbinare, per esempio all'arrosto di manzo all'inglese ( roast - beef ),
in quanto, pur essendo un piatto a base di carne rossa, questa è sottoposta a una cottura superficiale,
non sufficiente a concentrarne i succhi. Accompagnerà invece il cinghiale stufato, così come i salmì, i civet, gli stracotti, i brasati, gli umidi, le carni cucinate lungamente in forno nella casseruola ( arrosti morti ) ecc.
Nell'esecuzione di questi piatti è spesso utilizzato vino rosso corposo, talvolta il Barolo
stesso, che conferisce maggior sapidità alla carne già di per sè saporita.
Ma è anche possibile abbinare questo vino a preparazioni meno saporite: basta scegliere le varietà di
Barolo adatte. A fianco delle produzioni austere non ne mancano di più delicate come quelle dei comuni di
La Morra, Novello, Verduno, Roddi, Cherasco, che possono essere abbinate a piatti di più contenuta
Potete inoltre accompagnare queste varietà di Barolo in base alla loro intensità a formaggi a
pasta dura più o meno stagionati, come alcuni grana stravecchi, il bitto, o i pecorini di età decisamente
superiore all'anno
La ricetta: Brasato al Barolo
Il Barolo trova nel Brasato al Barolo un elevato livello di affinità. Il piatto, se ne analizziamo i
sapori e i profumi, si rivela ricco di sensazioni olfattive, dal gusto intenso e concentrato.
Gran parte della sua complessità è dovuta agli estratti che il vino gli comunica durante la marinatura e
la cottura. L'ideale sarebbe servire un Barolo della stessa età di quello utilizzato in cottura.
Il Barolo, un vino " da meditazione "
Oltre che a tavola, abbinato a piatti di carne, il Barolo può essere servito dopo cena in
luogo di un liquore; si dice che è " vino da meditazione ", ossia da degustare concentrandosi su
tutte le sue sfumature di aromi e sapori, senza le interferenze provocate dalla presenza dei cibi.
Il Barolo è un vino longevo che, se conservato in ambiente idoneo, supera i dieci anni di invecchiamento.
Eccezionale: 1947 * 1971 * 1982 * 1990 * 1997 * 1999 * 2001 * 2004 *
Ottimo: 1957 * 1967 * 1974 * 1979 * 1980 * 1988 * 1993 * 1995 * 2006 *
Grande: 1958 * 1961 * 1964 * 1970 * 1974 * 1979 * 1980 * 1985 * 1989 * 1996 * 1998 * 2000 *
2005 * 2007 * 2008 * 2009 * 2010 * 2011
Buono: 1946 * 1950 * 1951 * 1955 * 1968 * 1975 * 1984 * 1986 * 1991 * 2002 * 2003 *
Discreto: 1948 * 1949 * 1952 * 1954 * 1956 * 1962 * 1965 * 1969 * 1973 * 1976 * 1977 * 1981 *
1983 * 1987 * 1992 * 1994 *
Insufficiente: 1953 * 1959 * 1960 * 1963 * 1966 * 1972 *
Le strade del vino
Vi invito visitare il blog di Audrey dove, nella sua nuova rubrica Cocktail Divini
consiglierà le ricette per due insoliti cocktail a base di Barolo
Sicuramente uno dei migliori vini al mondo.
RispondiEliminaSerena giornata.
Complimenti Antonella un post davvero molto interessante.
RispondiEliminaA presto
Maurizio
Cara Antonella, veramente un bellissimo post, presentare così un vino che il nome è una garanzia di una qualità sempre superiore, devo ammettere che tutto non sapevo di questo pregiato vino.
RispondiEliminaCiao e buona giornata cara a mica, nota che la foto che ora ho messo è di ieri.
Tomaso
Molto interessante questo viaggio nel mondo dei vini che contempla anche le origini storiche. Buona serata Antonella, un abbraccio !
RispondiEliminaCiao Antonella,
RispondiEliminacomplimenti!!! come ben sai , secondo me, questa volta ti sei superata con un super post.
Ho trovato il tutto molto istruttivo e interessante, inoltre il post si beve d'un fiato come un bicchiere di ottimo Barolo ;)
un bacione e grazie per avermi permesso di partecipare a questa tua rubrica