venerdì 31 marzo 2017

Nella soffitta della nonna: Cornaille o vatse de bouque...non una semplice mucca.







La " cornaille " , non ne avevo mai sentito parlare l'ho scoperta quest'estate bevendo un aperitivo in un locale del centro di Aosta del quale purtroppo non riesco a ricordare il nome. Seduta al tavolino mi sono messa a leggiucchiare quello che c'era scritto sulle tovagliette e così ho scoperto la storia di questi antichi giocattoli, una storia che per la sua semplicità mi ha affascinata. Il proprietario del locale, quando gli ho detto che mi sarebbe piaciuto scrivere di questo oggetto sul mio blog, mi ha gentilmente regalato una tovaglietta ed eccomi qui, oggi, con questa storia che arriva, non dalla soffitta della nonna ma da un aperitivo e da un lontanissimo passato.










Cos'è una cornaille? Una piccola mucca stilizzata ricavata da un rametto di legno biforcuto. Nelle regioni di montagna è stato il gioco preferito di generazioni di bambini. Durante le lunghe e noiose giornate al pascolo, i pastori trascorrevano il tempo, scolpendo oggetti come santi, animaletti, cornailles.









Se i bimbi di città si divertivano con i soldatini di plastica a inventarsi le loro guerre, i pastorelli la guerra la giocavano con le loro mucche - giocattolo dalle lunghe corna: le cornailles.
Ogni cornailles era unica. alcune avevano il collare. altre la coda o il manto pezzato ma tutte avevano il loro nome inciso.









Dopo averle costruite si sfidava l'amico a fare la battaglia delle rèine facendo scontrare le due avversarie e dichiarando vincitrice la mucca che riusciva a rovesciare l'altra.









I bimbi valdostani ancora prima si divertivano con le pigne delle conifere che, secondo il colore e il volume, rappresentavano tutta la parentela dei bovini: i più amati della stalla.
Più tardi, la figura semplificata di un corpo appena sbozzato con le corna ben affilate, diventa il giocattolo per antonomasia delle Alpi.









Brocherel, collezionista e studioso della cultura valdostana a questo proposito scrive: " Le proporzioni sono alquanto arbitrarie, le corna soverchiano in grossezza e in lunghezza il moncone rattrappito che dovrebbe essere il corpo dell'animale, privo di testa e di arti, ma questi particolari non contano, l'essenziale è che ci siano le corna ben sviluppate. Non per nulla questi giocattoli rudimentali vengono chiamati nel dialetto valdostano : cornaille. Pochi colpi di coltello bastano a improvvisare il giocattolo, poi il bambino cerca di perfezionarlo, appuntisce le corna, raschia o taglia la corteccia per fingere il mantello chiaro o pezzato della mucca, la quale, nella sua intenzione, deve rappresentare una vacca a lui famigliare."









Così i bambini trascorrevano  le serate nel tepore umido delle stalle ripetendo con il gioco il lavoro dei padri. Nella società agro pastorale pochi pezzi di legno, semplicemente intagliati erano più che sufficienti per garantire il divertimento per ore e ore.








Oggi gli " arcaici balocchi ", come li definiva sempre Brocherel per l'evidente analogia con le forme primordiali rintracciate nelle numerose incisioni rupestri, sono diventati rari e raffinati oggetti da collezione.






( Fotografie dal web )

9 commenti:

  1. Cara Antonella questo si che è un post! Molto interessante!!!
    Ciao e buon pomeriggio cara amica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Grazie Tomaso, sono davvero contenta che tu l'abbia letto con interesse, è bello ricordare queste vecchie cose.
      Buona serata e buon fine settimana.
      Antonella

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  2. Interessante, non avevo mai sentito parlare di questi giocattoli a forma di mucca. Credo che sia un gioco del passato, quando i bambini giocavano con poco ed erano contenti. Un saluto

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    1. Ciao Mirtillo, anch'io non ne avevo mai sentito parlare e dire che è anni che parte delle mia vacanze le passo in Valle d'Aosta, poi, quest'anno. per caso. quelle tovagliette in un bar e questa scoperta. Davvero affascinante il mondo dei giocattoli di una volta!
      Un abbraccio e l'augurio di un fine settimana sereno.
      Antonella

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  3. Post bello e interessante. Quando non c’erano computer, tablet, giochi elettronici, i bambini erano creativi si divertivano anche creando i loro giocattoli, magari semplici e rudimentali. Con un’asse di legno e rotelle di recupero creavano di tutto,  socializzavano e forse si divertivano più di adesso.
    Felice fine settimana, un abbraccio
    enrico

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    1. Tutto vero quello che scrivi...con l'arrivo dei giochi tecnologici abbiamo perso molto in creatività e fantasia e probabilmente anche in divertimento. Sono contenta che ti sia piaciuto.
      Felice fine settimana anche a te.
      ASntonella

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  4. Un mondo che ci sorprende sempre per la fantasia la cratività ed il piacere dei ricordi.Basta sfiorare davvero 2la polver del tempo2e trvimo meravigie impensate.Hai curiosità,interesse per quello che vedi,che ti circonda e puoi così regalarci emozioni vere.Grazie ,Antonella.

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    1. Grazie a te per quello che scrivi. E' vero, sono incuriosita dalla vita in tutte le sue manifestazione, mi piace sapere la storia di ogni cosa che vedo e poi mi piace condividere quello che imparo, anche se in realtà sono cose da poco, come questo giocattolo. Hai ragioni quando dici che basta spostare un po' di pèolvere per scoprire meraviglie.
      Ti auguro un sereno fine settimana.
      Antonella

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    2. Grazie per la risposta e ..mi scuso per i tanti errori e rifusi collezionati in così poco spazio..

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")