lunedì 7 gennaio 2013

Derek, il camoscio morto per i botti di Capodanno


( Foto dal web )


Derek, baby camoscio ucciso dai botti

Leggo sul quotidiano Libero e riporto integralmente:

" Torino. Era stato salvato da un cacciatore per un ascesso al cervello, 
e ormai quasi pronto per ritornare nei boschi.
Ma il camoscio Derek, così si chiamato dal nome del 
neurologo della serie TV Grey's Anatomy, è stato ucciso dai botti
di Capodanno.
Meglio dalla paura provocata dallo scoppio dei petardi.
Il camoscio non ce l'ha fatta,
è morto nella sua gabbia nella clinica per animali selvatici
del Campus di Veterinaria di Grugliasco, nel torinese.
Lo spavento gli è stato fatale.
" La sua morte dovuta allo stress e al trauma dei botti
( che avrebbe scambiato col rumore delle carabine )
non è stata immediata " ha detto il professor Quaranta,
" da quanto ho potuto rilevare, dev'essersi dimenato
fino a morire per sfinimento" "


Credo che non sia necessario alcun commento.
Non vale a niente avvertire in tutti i modi che per tanti 
animali, anche domestici, tutto questo sparare botti
a Capodanno
può essere fatale, imperterrito l'uomo continua sulla sua strada
anche quando piccole creature indifese muoiono.
Anche quando capita che a morire siano delle persone,
anche quando capita che quelle persone siano
dei bambini....
quello che conta è divertirsi,
quello che resta è la nostra stupidità

domenica 6 gennaio 2013

La cavalcata dei Magi, Benozzo Gozzoli



La cavalcata dei magi
Benozzo Gozzoli
Palazzo Medici Riccardi
a Firenze


Il fastoso e solenne viaggio dei Magi rappresentato dal Gozzoli nella cappella di Palazzo Medici, parte da Gerusalemme - bianca città fortificata in alto sulla parete orientale, a destra entrando - e si dispiega lungo le tre pareti in senso orario in direzione di Betlemme, cioè verso la scarsella.
I magi sono rappresentati secondo l’iconografia tradizionale dei tre re, ognuno con un dono da offrire al Bambino (oro, incenso e mirra): Gasparre è il re più giovane, Baldassarre è quello dalla pelle scura e in età matura, Melchiorre in rosso è il più anziano in testa al corteo.




La processione del Giovane Re
Gasparre




La processione del Re moro
Baldassarre




La cavalcata del vecchio Re
Melchiorre


BUONA EPIFANIA A TUTTI!
(fotografie dal web )









sabato 5 gennaio 2013

Storie di Natale. Torna a casa Abby di Giordano Tedoldi




Favola di Natale dall'Alaska
di Giordano Tedoldi

" Preparate i fazzoletti e mettetevi sotto l'albero di Natale
illuminato dalle lucine intermittenti o tra i pastori del Presepe, perchè dall'Alaska
arriva la fiaba delle feste con tutti gli ingredienti  per commuovere il cuore più duro:
la neve ( tantissima neve ), i bambini, il loro migliore amico e il lieto fine.
Innanzi tutto la protagonista della storia Abby, cagnolina meticcia dal pelo bianco e marrone, 
cieca ma con un fiuto straordinario.






Poi i suoi padroncini, i ragazzini della famiflia Grapengeter di Faiebanks,
la seconda città dell'Alaska, Ava di 6 anni, Greg di 10, e Shane di 9.
Abby è entrata a far parte del clan dei Grapengeter  dopo essere stata prelevata da un rifugio
per cuccioli, e certo deve alle sue origini vagabonde uno spericolato gusto per l'avventura.
Così, quando il 13 dicembre a Fairbank si è abbattuta una formidabile tempesta di neve
con temperature scese fino ai 40 gradi sotto zero, roba da mettere in crisi un orso,
Abby anzichè starsene rimpannucciata se ne è andata a zonzo, come fosse il momento migliore
per godere della libertà e della spaventosa, sublime natura dell'Alaskana.






Per la madre dei bambini, in quelle condizioni climatiche, il destino di Abby
era segnato.
Come avrebbe potuto resistere al gelo?
Cieca, come avrebbe potuto riconoscere la via di casa?
Oh ma che sciocchezza!
I cani hanno un fiuto che fa miracoli, a che servono le pupille
a chi usa l'olfatto come una prodigiosa e infallibile bussola ?
Ma i giorni passavano e di Abby non c'era traccia, la tempesta di neve si era sedata
ma la calma spettrale del paesaggio imbiancato non faceva che aumentare
la tristezza per la sua assenza, e la nostalgia che da qualche lattiginoso punto all'orizzonte
apparisse la sua intrepida sagoma.







Di giorni di angosciosa quiete, per Ava, Greg, e Shane ne passarono ben sei.
Finchè il 19 , guidando la sua slitta su una pista invernale, il veterinario Mark May
si imbatte in una cagnolina solitaria, una briciola rispetto ai possenti cani che lo conducono.
May non può fermarsi a prendere la vagabonda, la squadra dei suoi cani
non l'accoglierebbe bene e lui deve procedere senza sosta
per la sua strada
" Spero che trovi la casa di qualcuno " pensa.






Abby, perchè è lei la cagnolina spuntata dal nulla sulla pista percorsa da May,
si affianca alla sua slitta e lo accompagna per più di un chilometro,
poi di nuovo sparisce nel bianco fitto tra cielo e neve.
Il giorno dopo, effettivamente, Abby riesce a trovare la casa di qualcuno,
come si era augurato il veterinario May, anzi,
si presenta proprio alla porta di casa sua.
Altro che spaventata dalla muta di cani da slitta!
Stava lì, alla porta d'ingresso di May, insieme a tutti gli altri cani,
bella seduta dopo aver percorso sedici chilometri sulla pista invernale a temperature glaciali,
e per tutto il percorso adoperando il suo prodigioso naso per localizzare
la casa del veterinario.






May esce di casa e porta subito Abby dentro, al caldo.
La cosa miracolosa è che la cagnolina non presenta alcun segno di congelamento, nemmeno nei 
punti più esposti e vulnerabili: niente gelo sulle orecchie nè sulle dita delle zampe.
era stanca ma in perfetta salute come rientrata da una scampagnata primaverile.
Da veterinario,  May non aveva mai visto un caso del genere.
una tale capacità di resistenza.
Usando i social media, May si mette in contatto con la famiglia Grapepengeter,
che aveva denunciato la scomparsa di Abby, sprovvista di microchip o targhette identificative.
Ecco così arrivare per Ava, Greg e Shane il più bel regalo di Natale
che potessero desiderare:
la loro adorata Abby di nuovo tra le loro braccia, in tempo per festeggiare insieme.






La mamma in lacrime, la voce rotta dall'emozione, dichiara che
" E' un miracolo, non ci sono altre parole per descriverlo. Non avremmo mai sperato
di ritrovarla viva e in salute".
Sì, è un miracolo, un segno dell'alleanza tra l'animale e la natura,
che fanno da sè quando gli uomini sono distratti e pavidi."






Ora Abby sta bene e dorme sul suo guanciale
sognando di avere visto renne, mute di cani
e Babbo Natale
in uno sconfinato scenario di neve e ghiaccio.
Un po' in ritardo, ma buon Natale Abby,
anche da noi, così lontani
ma così vicini.

E anche questa, cari amici, è una storia vera e non solo una fiaba!




( Le immagini non contrassegnate " Il tempo ritrovato" sono tratte dal web )






venerdì 4 gennaio 2013

Il mito dei magi





IL MITO DEI MAGI, TRA LEGGENDA E STORIA
di Andrea Romanazzi



La storia dei re Maghi è un racconto che nasce molto lontano , in terre esotiche e ricche di antiche tradizioni, narra di  stelle annunciatrici di una miracolosa nascita e di tre mitici sovrani che si misero in cammino per venerare il nuovo salvatore.

 I tre misteriosi personaggi non sono molto frequenti nelle Sacre Scritture, infatti solo il Vangelo di Matteo (2,1-12) li cita inizialmente. In realtà da questa fonte non possiamo conoscere molto sui Magi, nè i loro nomi, nè il loro numero nè il luogo di provenienza che è indicato genericamente “da Oriente”.




Di loro non si ha menzione negli altri  Vangeli  come quelli di Luca e Marco, forse quasi una forma di censura legata al fatto che il Cristo non poteva esser “venerato” da dei “Magòi”., la parola Mago era del resto, sinonimo di stregone  , mago era anche quel Simone , appunto Simon Mago, il cui volto, per alcuni , sarebbe quello che oggi si attribuisce al Cristo , e da cui prese il nome il traffico di reliquie sacre: “simonia”. Torniamo ai Mag i, in tutto questo silenzio  fonti importanti diventano  i Vangeli apocrifi e tra questi “il libro della Caverna dei Tesori”, di origine siriaca o ancora l’ “Historia Trigum Regum” di Giovanni da Hildesheim che raccoglie , mettendole in una unica vicenda, più  fonti apocrife sui Magi





La vicenda dei tre re è legata alla “stella”:

“..dove è nato il re dei Giudei? Percè’ abbiam visto la sua stella in Oriente e siam venuti ad adorarlo..”

Da sempre nell’antichità l’ apparizione di una stella  cometa, o altro fenomeno celeste, era considerata  un “segno” divino , come possiamo osservare dal versetto di Matteo nel quale si mette in relazione il Cristo e  “La Sua Stella”.

Del resto gli astri , penetrando con la loro luce nell’oscurità diventano  espressione dell’eterna lotta tra bene e male , tra luce ed ombra:

“Io sono la stella radiosa del mattino”

Tutte le più grandi divinità dell’antichità sono legate agli astri, lo stesso faraone egiziano era chiamato appunto la stella d’Egitto. Torniamo alla stella dell’Annunciazione, vi sono diverse ipotesi su cosa essa potrebbe essere realmente. Per alcuni si tratterebbe di una Nova o Supernova, fenomeno di straordinaria luminosità ma che non si poteva ripetere lungo il cammino dei Magi. Una seconda ipotesi è quella di una cometa , alcuni l’hanno identificata con quella di Halley già segnalata in numerosi studi cinesi. Oggi , però , sappiamo che essa si ripropone ogni 76 anni e quindi sarebbe passata attorno al 12 a.C. data piuttosto lontana da quella indicata da Dionigi il Piccolo per la natività.




Molto più  probabile è’ che più che una stella si fosse trattato di una congiunzione e in particolare la congiunzione tra Giove e Saturno avvenuta nella costellazione dei Pesci. Secondo calcoli fatti da Keplero nel 7 a.C. questa congiunzione si sarebbe verificata ben 3 volte , il 28 maggio, il 1 ottobre e il 5 dicembre. Tutto questo non solo è’ importante dal punto di vista della datazione dell’evento , già che si avvicina molto alla presunta data della natività , cioè il 6 a.C., ma fa sorgere altre considerazioni. Infatti nell’antichità i primi cristiani  si riconoscevano con un segno in codice, quando due di essi si incontravano uno di loro tracciava metà del segno e l’altro lo completava. Il simbolo in questione era proprio il PESCE!




Del resto la parola Nazareni, oltre che abitanti di Nazareth significava “piccoli pesci”, e i seguaci di Gesù erano appunto i Nazareni. Un’altra coincidenza , poi, si inserisce in questo discorso , infatti all’ingresso di Gerusalemme il Cristo fu accolto nel grido di “oannes” che poi diventerà, per un errore di trasposizione, Osanna. Chi erano gli Oannes? Essi erano gli dei delle popolazioni medio-orientali che ,curiosamente erano rappresentati metà uomini e metà pesci!




Torniamo ai Magoi , per conoscere il loro rango e dunque l’appellativo di Re dobbiamo tornare al “libro della Caverna dei Tesori” ove essi vengon definiti “re figli di re”. Anche il numero dei magi non è ben specificato , e anche in questo caso dobbiamo rifarci a testi apocrifi come il “Vangelo dell’Infanzia Armeno”:

“..questi magi eran tre fratelli..”




Da Matteo non conosciamo il numero dei magi , ma solo riferimenti al numero dei doni. Il numero 3 ha una forte valenza simbolica , per alcuni indicherebbe le tre razze umane , la semitica , la cannitica e la jafetica , rispettivamente discendenti dai tre figli di Noè , Sem , Cam e Iafef. Probabilmente , però  il 3 ha un altro significato, infatti nell’antico Egitto il tre , Khem , già legato ai moti lunari rappresenterebbe “la manifestazione nel concreto dell’Uno trascendente” , il dio che da trascendente diventa , appunto , immanente e questo ben si lega alle vicende del Cristo , il Dio che si è fatto uomo. Un altro aspetto importante dei magi è il loro nome. Oggi sappiamo che si chiamavano Gaspare , Melchiorre e Baldassarre , ma non tutte le fonti sono concordi. Nel complesso monastico di Kellia , in Egitto , sono stati rinvenuti i nomi di Gaspar , Melechior e Bathesalsa. Melechior sarebbe il più anziano e il suo nome stesso deriverebbe da Melech , che significa RE.

Baldassarre deriverebbe da Balthazar , mitico re babilonese , quasi a suggerire la regione di provenienza di quest’ultimo, infine abbiamo Gasparre , per i greci Galgalath, signore di Saba.




Un accenno a questi mitici re lo troviamo anche in Marco Polo:

“..in Persia è la città che è chiamata Saba dalla quale partirono tre re che andaron ad adorare Dio quando nacque..”

La città citata da Marco Polo, però , non sarebbe proprio Saba , ma Sawah, antica città persiana, mentre altri individuarono in Ubar la città di partenza dei tre re.

Secondo numerose leggende i tre magi giunsero a Betlemme 13 giorni dopo la nascita del Cristo. Il 13 è un numero sacro alla divinità lunare , poi fortemente demonizzato proprio per dimenticare la sacralità dello stesso:13 erano così gli apostoli , diventati poi 12 a causa del tradimento di Giuda e 13 erano i cavalieri di Re Artù prima del tradimento di Mordred. In questa visione legata al culto lunare  della Dea e poi successivamente al culto terrestre ben si inserisce la GROTTA di Gesù,  luogo fortemente legato a culti ctonii.




La grotta è il simbolo del ventre materno , santuario della grande madre e luogo di comunione tra uomo e dio. Del resto tutte le divinità nascono nella “grotta” , Minosse , Dioniso , Mitra. Spesso , poi, nella iconografia cristiana si parla della mangiatoia e questo un po’ confonde le idee identificando appunto la grotta con una stalla. In realtà molto spesso le grotte erano adibite a luoghi di ricovero per animali e quindi da qui la presenza della famosa mangiatoia del Cristo.

Per quanto riguarda il luogo ove essa si trovasse , Luca e Matteo la individuano a Betlemme , mentre Marco e Giovanni la collocano a Nazareth. In realtà  Bethlaem , la città ove appunto si sarebbe avuta la nascita del Cristo non sarebbe in Giudea , ma sarebbe collocata nel paese di Bethelem Haglilit , villaggio a pochi chilometri da Nazaret, e questo eliminerebbe le problematiche relative appunto alle discrepanze tra i vari apostoli. Un particolare da non sottovalutare , poi, è quello sottolineato da San Girolamo che ricorda che a Bethelem si adorava da sempre Adone-Tammuz , divinità arborea legata sia alla grotta che , come tutte le divinità agresti  , al ciclo di morte e resurrezione e che quindi richiama fortemente le vicende del Cristo.




Qual’ era dunque il ruolo dei re magi e chi essi erano realmente?

Il mito del Cristo non può essere scisso dai numerosi culti solari ed arborei che fin dalla protostoria venivano officiati dagli uomini. Tralasciando così eventuali similitudini tra le divinità arboree e il Salvatore importante è sottolineare  il forte legame tra il Cristo e il sole. Lo stesso 25 dicembre , data poi istituita dalla chiesa come giorno di nascita del Messia per allontanare pericolose e devianti festività  pagane ben radicate nella comunità, coincideva con il dies natalis solis , solo che alla luce portata dall’astro si sostituisce la luce divina del Cristo.

“un dio nato da una VERGINE nel solstizio d’inverno e resuscitato all’equinozio di primavera” non può non essere una divinità solare. E’ dunque il dio risorto , il “sole” che indica il nuovo anno e il nuovo avvento , l’ Osiri egizio.




Potremmo così azzardare una ipotesi:

Originari dell’altopiano iranico i magi erano sciamani legati al culto degli astri e successivamente sacerdoti di Mazda. Seguendo la lettura del cielo , avevano riconosciuto in Cristo uno dei loro “Saosayansh” , il salvatore universale , diventando così  loro stessi “coniuctio” tra la nuova religione nascente e i culti misterici orientali come il mazdaismo e il buddismo , dunque adoratori di quel nuovo culto “solare e maschile” che affonda le sue radici in rituali ben più antichi e che pian piano sarebbero stati cancellati dalla “nuova” religione. Ancora oggi il culto del magi non è dimenticato , l’arca ove erano contenute le loro reliquie , portate da Sant’ Eustorgio a Milano è luogo di pellegrinaggio.

Il sepolcro è vuoto dal 1162 , quando Federico Barbarossa , dopo aver sconfitto Milano , portò a Colonia le sacre reliquie , ma c'è ancora chi dice che le “sacre ossa” sian nascoste da qualche parte nel capoluogo lombardo , magari proprio nella antica chiesetta romanica di Sant’ Eustorgio .




giovedì 3 gennaio 2013

Storie di Natale. Lettera al Paradiso



di Oscar Grazioli
( Il Giornale )


All'ufficio postale di Brook Hollow (Texas) quella busta con la carta rosa e l'indirizzo «Al Paradiso» era un po' che girava da un portalettere all'altro.


«Ma che roba è questa!». «Boh, qualche buontempone che ha tempo da perdere» si rispondevano gli impiegati gettandola uno sul tavolo dell'altro. Essendo vicini alle feste di Natale nell'ufficio cominciavano ad arrivare rinforzi, in generale giovani studenti. Fu uno di questi, molto zelante, che inoltrò la lettera al capoufficio pregandolo di dirgli cosa ne doveva fare.






A casa Srivener intanto si sentiva ancora palpabile la mancanza di Abbey, l'adorata cagnetta di 14 anni, morta da pochi giorni. Soprattutto la piccola Meredith aveva accusato il colpo e lo stesso vicinato, quando le finestre della villetta erano aperte, poteva sentire qualche sommesso singhiozzo provenire dalla sua flebile voce. Aveva solo cinque anni, Meredith e, per lei, Abbey era una sorellina inseparabile di cui i genitori avevano faticato a spiegare la perdita così rapida e crudele. D'altronde è noto che fino ai cinque anni di età i bambini non fanno distinzione tra cani e persone: il cane di casa è a tutti gli effetti un fratello. Così una sera, Meredith chiamò la mamma e con tutta la serietà di cui è capace un bambino quando desidera essere serio, le disse: «Dobbiamo scrivere una lettera, Ma', mi vuoi aiutare?»; «Certo tesoro, a chi vorresti scrivere?»; «In Paradiso, Ma'. Voglio essere sicura che Abbey ci sia arrivata e che la trattino bene, come la trattavamo noi».






La mamma non fece una piega, non si mise a ridere e andò sicura nel cassetto della piccola scrivania a prendere la carta da lettere e le buste usate per comunicare qualcosa d'importante agli amici, di solito gli inviti ai compleanni. L'indirizzo era semplicemente «To Heaven» (Al Paradiso) e il mittente era scritto in piccolo dietro la busta, come voleva Meredith. Prima di cena, finito di scrivere, mamma e bambina si misero in cammino per fare quelle poche centinaia di metri che le separavano dal centro, dove impostarono la lettera al locale ufficio delle poste.







Il capoufficio usò il tagliacarte d'argento, regalo della moglie di un vecchio natale dimenticato per aprire la busta e, chissà perché, ma sentì che doveva farlo delicatamente, come se uno strappo rabbioso fosse stato un insulto a qualcuno. La grafia era perfetta, le righe dritte, scritte da qualcuno che doveva usare la commozione oltre alla penna. Quando ebbe finito di leggere si appoggiò alla sedia con la schiena, stringendo gli occhi e immaginando una bambina che dettava quelle parole alla mamma che le scriveva senza cambiarne una virgola.






Dopo una settimana a casa Meredith arrivò un pacchetto e la mamma rimase esterrefatta nel leggere da dove veniva e a chi era indirizzato. Il mittente era «Dio e uno dei suoi angeli speciali» e il pacco era per «Mer». Dentro c'era un libro, intitolato Quando un Amico muore e una lettera.






«Cara Meredith, Abbey è arrivata sana e salva qui in Paradiso. Hai fatto bene a mandarmi la sua foto, così l'ho riconosciuta subito. Sai, ora non è più malata e la sua anima è qui, accanto a me, proprio come era vicino a te pochi giorni fa. Abbey ti adora. Grazie mille per la lettera e sappi che hai una mamma meravigliosa. Vi benedico entrambi ogni giorno e..., a proposito, è facile trovarmi. Io sono dovunque c'è amore. Ti voglio bene. Un angelo speciale di Dio.>
Dal 2006, quando accadde il fatto, Meredith riceve ogni anno una lettera dal Paradiso.
E questa è una storia vera.




( Le immagini non contrassegnate " Il tempo ritrovato " sono tratte dal web )

mercoledì 2 gennaio 2013

Gennaio




" Perciò ogni stagione sarà dolce per te,
Sia che l'estate rivesta tutta la terra
Di verde, o che il pettirosso  si  posi e canti
Tra i fiocchi di neve sul ramo spoglio
Del melo molle di muschio, mentre il vicino tetto di paglia
Pel disgelo fumiga al sole, sia che sgrondino gocciole,
Udite soltanto nella tregua della bufera,
O che il segreto ministerio del gelo
La sospenda in silenti ghiaccioli,
Quieti scintillando alla quieta luna."
( S.T. Coleridge, Gelo a mezzanotte )
( Immagine da  " Il diario di campagna di una Signora inglese
del primo novecento " di Edith Holden)

martedì 1 gennaio 2013

Angelo musicante, Melozzo da Forlì / Dedicato ad Audrey



"Osservate le stelle, la luna, il sole,
come si muovono in silenzio,
dobbiamo ascoltare il silenzio
se vogliamo sentire l'anima 
commuoversi."
( Madre Teresa di Calcutta )


Dedico questo post alla mia amica Audrey, oggi è il suo
compleanno e questo è il mio piccolo regalo
per lei

Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")