sabato 14 aprile 2012

Gran cucina italiana a bordo del Titanic


Voglio ricordare sul mio blog  l'anniversario della tragedia del Titanic con questo piccolo articolo apparso su Libero del 12 aprile.


Luigi Gatti



" Il più famoso ristorante di prima classe del Titanic  era gestito dall'italiano Gaspare Antonio Pietro Gatti, detto Luigi. Trentasettenne, originario della provincia di Pavia, a Londra da oltre vent'anni dove aveva fatto fortuna con una ristorazione "italian style" di grande effetto.
Rigorosamente "à la carte", il locale aveva finiture tipiche della Belle Epoque e quanto a lusso poteva rivaleggiare con gli esercizi più famosi d'America e d'Europa.






Luigi, ingaggiato dalla White Star Line come ristoratore indipendente, assunse 26 camerieri italiani, tutti più o meno residenti a Londra, scelti con cura e meticolosità.
Ognuno di loro, infatti, doveva conoscere, oltre all'italiano e l'inglese, almeno un'altra lingua, doveva avere esperienza accumulata in ristoranti analoghi medio-alti, e non doveva portare i baffi, motivo di presunto rischio-contagio nell'avvicinare i cibi.




Il cameriere più straordinario era Ugo Banfi, 24 anni, proveniente dalla bergamasca Caravaggio, con un talento incredibile nel controllo della sala e una facilità di apprendimento delle lingue straniere (ben otto compreso l'arabo e il russo) da farne inevitabilmente il direttore stesso di sala, con Gatti che sarà costretto a modificarne i documenti per non creare gelosie tra i camerieri più anziani.




Proprio Ugo fu protagonista di un piccolo siparietto con uno dei commisari di bordo presentandosi a lui,
per apparire più anziano, con un grosso paio di baffi che fecero scattare l'immediato allontanamento
e che solo grazie a Luigi venne risolto al meglio, baffi tagliati compresi.




I camerieri italiani provenivano principalmente dalla Lombardia e dal Piemonte, ma non mancavano liguri, toscani, valdaostani  e romani.






Il miliardario americano Johan Jacob Astor III , proprietario del Waldorf-Astoria di New York
, scampato al naufragio, raccontò in seguito che nei cinque giorni di navigazione il ristorante "italiano" ( in realtà c'erano anche  francesi, inglesi e svizzeri) funzionò in modo strabiliante, preparando a pranzo e a cena pietanze accurate, di fantasiosa presentazione e gustosissime anche per il palato più esigente.







In quella drammatica notte, tra il 14 e il 15 aprile 1912 perirono tutti, alloggiati in cabine a più letti nel ponte E. Anche Gatti, pur essendo stato sistemato in seconda classe nel ponte D, perì nel naufragio e il suo corpo venne ripescato nelle acque gelide dell'oceano. Indosso aveva l'orologio d'oro, i gemelli  con incise le iniziali LG  e il suo celebre anello ornato da un diamante.


Il comandante del Titanic



Piccola storia di uomini che,  comunque, tennero alto il nome dell'Italia."
( Sergio De Benedetti)



(fotografie tratte da internet)

6 commenti:

  1. hai prepaato un bel percorso. Buon fine settimana!

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  2. Grazie, buon fine settimana anche a te!

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  3. Lo so, non ci crederai ma in questi giorni sono stata a visitare il museo del Titanic ad Orlando in Florida, ti racconterò.....

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    1. Finalmente! avevo una voglia tremenda di leggerti, di sentire i tuoi racconti e non arrivavi mai. Ho già letto il tuo post e ti ho già risposto là, qui ti dico solo grazie di essere passata e un grosso abbraccio. A presto Antonella

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  4. È incredibile quanto il Titanic affascini ancora oggi a 100 anni dalla disgrazia! E mi stupisce sentire sempre di nuovo di storie e biografie altrettanto affascinanti di persone che ne sono venute in contatto. Si direbbe che era destinato a fare storia in un modo o nell'altro e evidentemente c'era un'energia particolare intorno a questo transatlantico...

    Buona domenica!
    Cinzia

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    1. Ciao Cinzia, sì hai ragione evidentemente in un modo o nell'altro era destinato a rimanere nell'immaginario collettivo nel bene o nel mele ( e pur troppo è stato nel male) Carla, sul suo blog, racconta l?episodio affascinante della visita al museo del Titanic , all'entrata a tutti i visitatori viene data la carta d'imbarco con il nome di uno dei viaggiatori e il numero della cabina e solo a fine visita vieni a conoscere il destino del tuo "passeggero" Se vuoi leggere l'originale Carla è l'amica che ha lasciato il commento sopra il tuo). Ciao Cinzia, buona domenica anche a te! Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")