venerdì 31 ottobre 2014

Luce




"Coloro che ci hanno lasciato non sono assenti,
sono degli invisibili, tengono i loro occhi pieni di luce,
nei nostri pieni di lacrime "

( Sant'Agostino )







mercoledì 29 ottobre 2014

Storia di Mary " Lou " il talento impossibile del grande jazz





Una sera di primavera del 1914, George Scruggs, pianista dilettante di ragtime e spiritual di Atlanta, Georgia, entrando in casa sentì suonare il suo pianoforte.








Sposato e con una figlia ed escludendo che al piano ci fosse la moglie, dichiaratamente lontana anni - luce
dalla musica, pensò che qualche suo amico particolarmente dotato si fosse messo allo strumento in
attesa del suo arrivo. Ma entrato nella stanza dove era il pianoforte , con sua grande sorpresa scoprì che
a suonare altri non era che sua figlia Mary Elfrida Lou di appena quattro anni.








Gli amici che erano con lui restarono senza parole e quando George si rivolse alla moglie per
domandarle da quanto tempo la bimba suonasse, lei rispose stizzita che ormai era più di un anno
e che era stufa di sentire strimpellare tutta la giornata lui ed ora anche Mary Lou.








La bimba aveva imparato ad orecchio ascoltando il padre e gli amici, ma aveva una tale morbidezza nel tocco dei tasti che molti preconizzarono una folgorante carriera.
E così fu. Due anni dopo la famiglia si trasferì a Pittsburgh, Pennsylvania, Mary Lou andò a
scuola di musica raccogliendo entusiastici consensi e si diplomò a pieni voti vincendo il 
concorso di fine d'anno.








Nel 1926, a 16 anni,Mary sposò il sassofonista John Williams e si trasferì a Memphis, Tennessee, dove
il marito la fece debuttare con il suo gruppo, I Synco Jazzer, che aveva alle spalle diverse incisioni discografiche ed un buon successo nei locali. Tre anni dopo marito e moglie erano a Kansas City,
la to Missouri,, dove Mary Lou incantò musicalmente Cootie Williams, Earl Hines, Dennie Moten
ed un giovanissimoCount Basie.








Ormai specializzata in arrangiamenti particolarmente efficaci e trascinanti, Mary divenne
la figura di riferimento delle grandi orchestre del tempo, da Andy Kirk a Tommy Dorsey,
da Benny Goodman a Coleman Hawkins, per finire  con Charlie Parker e
Oran Hot  Lips Page.








Divorziata dal marito nel 1942, ne mantenne comunque il cognome e ritornò a Pittsburgh
dove sposò il trombettista Harold Baker tre anni dopo. I due entrarono allora a far parte della più
famosa orchestra americana, quella di Edward Duke Ellington, e Mary Lou mantenne la possibilità di
una collaterale attività autonoma, pur lavorando con il Duke in numerose partiture di successo.








E' di questi tempi, fino al 1958, la collaborazione con Thelonius Mnck, Tadd Dameron,
 Dizzy Gllespie, Louis Armstrong ed una poco più che bambina Ella Fitzgerald, mentre la New York
Philarmonic eseguiva una sua personalissima composizione, The Zodiac Suite, che ottenne grande successo.








Convertita al cattolicesimo alla fine degli anni 50, compose inni religiosi che la
portarono fuori dal grande giro della musica jazz.








Grazie a Gillespie e riacquistato il necessario equilibrio interiore, dopo una trionfale tourneè in Europa, fondò il Pittsburgh Jazz Festival e tenne concerti stabili presso la Carnegie Hall tra cui quello, celeberrimo,
in onore di Benny Goodman nel 1972. Rimasta vedova di Bakernel 1076, si ritirò dalle scene e marì
a Durham, North Carolina, il 28 maggio 1981.





( Sergio De Benedetti, libero del 22 maggio 2014)
( Fotografie dal web )








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lunedì 27 ottobre 2014

Vacanza in Valle d'Aosta / L'osservatorio Astronomica di Saint - Barthelemy




Continuo il racconto delle mie vacanze in Valle d'Aosta...e raccontando mi rivivo anche un 
po' i bei momenti trascorsi.
Un mattino a colazione abbiamo detto alla Signora Emanuela, proprietaria del B&B che saremmo
andati a fare una passeggiata nella valle di Saint - Barthelemy...immediatamente la signora ci ha proposto una visita con
osservazione diretta del Sole presso l'osservatorio. Come si poteva dire di no a una proposta così? 
E così dopo una telefonata per l'appuntamento siamo partiti....della passeggiata ( bellissima ) vi racconterò in seguito, oggi vi voglio raccontare tutto sull'Osservatorio







L'osservatorio nasce nel 2003 come centro di diffusione della cultura astronomica. Dal 2006 è inserito nel circuito scientifico nazionale e internazionale mediante un accordo di collaborazione con l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF ). In Osservatorio Astronomico si svolgono ogni giorno attività di ricerca scientifica e trasferimento tecnologico. Ospita ricercatori e studenti universitari per lavori per lavori di tesi di laurea e dottorato di ricerca. La ricerca scientifica svolta in collaborazione con altri Istituti, contribuisce ad elevare notevolmente la qualità dell'offerta didattica e divulgativa.











Nella cupola di 6 metri di diametro si trova il telescopio principale, un telescopio riflettore
Bowen - Vaugham da 81 cm.f/7.9, su montatura equatoriale a forcella dedicato alla ricerca scientifica.
Impressionante la lenta salita del pavimento lungo la colonna con noi sopra con gli occhi 
incollati alla cupola che lentamente si apriva.














La terrazza Scientifica, con una superficie di 90mq è la sede di 6 telescopi Richey - Chretien 
da 40cm. f/8: uno su montatura equatoriale a forcella, 5 ad alto livello di automazione su 
montatura equatoriale alla tedesca, dedicati alla ricerca scientifica.





















La terrazza didattica con una superficie di 90 mq è dotata di 7 telescopi riflettori Cassegrain 
da 25 cm. f/10 su montatura equatoriale alla tedesca, con sistema elettronico per il puntamento 
coordinato, sono dedicati alle osservazioni didattiche e divulgative.



















Interessantissima la visita al Laboratorio Eliofisico. Guidati da un astrofisico abbiamo
potuto conoscere da vicino le sofisticate strumentazioni e " osservare " il Sole, inoltre ci è 
stata regalato l'emozione di un collegamento via web con sonde spaziali della NASA e 
dell'Agenzia Spaziale Europea ( ESA)













Questo è il Sole com'era quel giorno, le piccole macchiette che vedete nella fotografia sono le " macchie solari "...devo dire che ascoltare l'astrofisico è stato affascinante anche se, non essendo la mia materia,
non sono in grado di riferire tutto ciò che ci ha " raccontato "...tra asteroidi, tempeste magnetiche e
buchi neri ci ha comunque detto che " non siamo in pericolo "








All'esterno dell'Osservatorio si trova L'Anfiteatro per osservazioni guidate ad occhio nudo
della volta celeste e un'area attrezzata " le Piazzole di Osservazione " per l'osservazione amatoriale( accessibile su prenotazione ).
La posizione dell'Osservatorio è splendida, in una valle assolutamente non turistica, che, come
hanno stabilito precisi studi meteorologici, dispone di 250 nottate serene all'anno.
Un bassissimo inquinamento luminoso ed una bassa turbolenza atmosferica fanno di questa località il 
luogo ideale per l'osservazione astronomica.
Come potete immaginare è stato molto bello ed interessante...peccato non aver potuto effettuare 
la visita notturna con la descrizione delle costellazioni e degli oggetti celesti osservati...purtroppo non l'avevamo previsto e il nostro abbigliamento non era certo adatto a passare una notte su una terrazza a 
2.000 m. di altezza. Sicuramente l'anno prossimo questa sarà nuovamente una delle nostre mete,
questa volta con giacche a vento, guanti e calze di lana






I progetti dell'Osservatorio


Progetto Corona Solare: attivato nel 2006, ha permesso la messa a punto con l'Osservatorio Astrofisico di
                                          Torino di un innovativo strumento destinato a missioni spaziali e testato durante 
                                           le eclissi totali di Sole in Libia ( 2006 ) in Polinesia Francese ( 2010 )






Progetto Asteroidi:            Iniziato nel 2006, consiste nello studio di posizione, periodo e composizione 
                                            degli asteroidi del Sistema Solare. Ha portato nel 2007 alla scoperta del primo 
                                             asteroide della Valle d'Aosta ( 2007 RT6 )








Progetto Pianeti Extrasolari:  il progetto, denominato APACHE e concepito in collaborazione con
                                                 INAF - OATo nel 2008, ha come obiettivo la ricerca di pianeti di piccolo 
                                                 raggio intorno a stelle nane rosse vicine al Sole.









Progetto Nuclei GalatticiAttivi: dal 2007 , in collaborazione con INAF - OATo, studia la luce di Galassie
                                                     lontane miliardi di anni luce nell'ambito del consorzio internazionaleWEBT






( Immagini della sezione " Progetti " dal web )











                                                 
                                      

                                       





                                                                                                                                                                                 










venerdì 24 ottobre 2014

Il Canto autunnale delle Fate






Sveglie dal sonno care sorelle,
portiamo ovunque le attese novelle,
la stagione Caldosole è pronta ad andare,
il turno al vecchio autunno vuol lasciare!
Dipingiamo nell'aria i nuovi colori,
messaggi di freddo che scaldano i cuori:
rosso carminio, marron bruciacchiato,
là sui cespugli, qua sul selciato!
Le foglie già spente salutano il padre
prima di cader a terra addormentate.
Sotto la quercia, tra i rami più secchi,
spuntano i funghi sbirciando sottecchi
e giù nella valle il ruscello gorgoglia,
annuncia al buon vento di malavoglia
il suo canto di gelo lungo le sponde,
melodica culla delle placide fronde.
Tutte insieme, amiche incantate,
prepariamo la foresta per le grandi nevicate,
polvere fatata e un po' di magia,
una ninna nanna cantiamo in armonia
perché nel bosco vegli ognor il nostro sguardo
sul letargo di ogni creatura, come un dolce baluardo
e perché sempre regni la tranquillità,
nel cuore di tutta la comunità!

( Testo e foto: Clelia Canè )




mercoledì 22 ottobre 2014

Fatterellando / Giuseppe Verdi, Il Nabucco






Giuseppe Verdi ( Roncole di Busseto 1813 - Milano 1901 ) è il grande protagonista dell'Opera
italiana dell'Ottocento per almeno due motivi fondamentali: il gran numero di anni in cui " tenne " le scene
del Teatro dell'Opera dal 1842 ( Nabucco ) al 1893 ( Falstaff ); e, fatto più sostanziale, la sua inesauribile
capacità di rinnovarsi, a contatto con tutte le tensioni culturali del suo secolo, riportando alla sua personalissima cifra ogni apertura verso altre esperienze. Come dire che una puntuale conoscenza della 
produzione verdiana è un'impresa complessa e di grande mole, ed è , soprattutto, un'impresa conoscitiva degli aspetti vari e contraddittori di uno dei momenti certamente più avvincenti  della storia della cultura europea.








Fu di umili origini e rimase per molto tempo ai margini della vita musicale, formandosi con umili maestri, a contatto con la musica di chiesa e la banda locale. Milano rimase un miraggio per molti anni: fu anche respinto agli esami  di ammissione al Conservatorio perchè ormai fuori età e perchè non sembrò opportuno fare un'eccezione per doti di pianista tutt'altro che eccezionali. A Milano rimase per prendere lezioni private dal Lavigna, maestro concertatore al cembalo, alla Scala, e così trovò modo di entrare poco alla volta nel Teatro, facendosi apprezzare dall'impresario Merelli.








Fino a questo punto della sua vita ( 1838 ) suo protettore era stato  il commerciante melomane di Busseto,
Barezzi, di cui aveva sposato la figlia Margherita nel 1836. Ora l'appoggio del Merelli gli aprì le porte della Scala dove riuscì a far rappresentare la sua prima opera, Oberto, conte di San Bonifacio ( 1839 ).
L'opera ebbe successo ma nessuno avrebbe sospettato in quel decoroso ricalco di opere donizettiane il
futuro genio.Una successiva Opera Buffa, Un giorno di regno ( 1840 ) ebbe un fiasco così clamoroso da porre nel giovane Verdi il dubbio se abbandonare la via del teatro musicale.








L'insuccesso dell'opera buffa venne a coincidere con una vasta tragedia familiare, la morte dei due figlioletti
e della moglie. Solo l'incoraggiamento del Merelli lo indusse a ritentare la sorte con un 'opera alla Scala: Nabucodonosor, poi universalmente conosciuto come Nabucco.









Verdi stesso ebbe a raccontare che accettato di malavoglia il libretto del Solera giunto a casa fu attratto
dai versi parafrasanti un celebre passo biblico.
Sembra perciò che il celebre coro " Va pensiero sull'ali dorate " sia stato il primo pezzo musicato del Nabucco.









Il successo, grande  e definitivo si profilò fin dalle prove.
I cantanti erano entusiasti dello spartito. Da quella sera del 9 marzo 1842 alla Scala di Milano
il nome di Verdi divenne famoso e la sua musica si inserì nella poetica patriottica del tempo.








Nel caso del Nabucco , Verdi si trova ad affrontare un genere, quello dell'opera corale, già praticato da Rossini nel Mosè e, per alcuni aspetti da Bellini nella Norma; ma qui si assiste al pieno riscatto di ogni soggezione psicologica ( e, quindi, stilistica : il miracola da cui nasce il nuovo idolo del teatro d'opera consiste fondamentalmente in un atto di volontà con cui Verdi impose al pubblico della Scala il proprio personale 
gusto, formatosi sull'organo e i cori di chiesa, con le bande di paese; un gusto per effetti decisi, per ritmi fortemente scanditi, per melodie schiette e facilmente intonabili.









Se si aggiunge che nel Nabucco, la vicenda amorosa è in secondo piano e tutta l'attenzione
è rivolta al tormento di Nabucodonosor e alla vicenda collettiva del popolo ebraico, un nuovo senso morale, in sintonia con quello stile un poco sommario e rude, imponeva quel giovane all'attenzione
e all'entusiasmo del pubblico.








Per una felice coincidenza, poi, la dimostrazione di questa sua natura schietta e un poco rocciosa
veniva a coincidere con la sensibilità diffusa nel pubblico per la lotta contro l'oppressione o addirittura per 
il moto rivoluzionario.








La platea era affollata ormai dalla piccola borghesia mazziniana che, sull'immissione in arte di spiriti liberali, si trovava una volta tanto d'accordo con l'alta borghesia o la nobiltà liberale dei palchi.
Da qui la questione: l'opera di Verdi fu Risorgimentale?
Molti non hanno dubbi nel rispondere di sì, trasferendo alla qualità artistica delle opere di Verdi l'accoglienza che esse ebbero divenendo - come divennero - occasione di entusiasmi patriottici,
proprio come il loro autore diveniva con il proprio nome ( Vittorio Emanuele Re D'Italia )
involontario assertore della monarchia costituzionale e unitaria.









Ma in verità un diretto impegno politico di Verdi nelle vicende politiche si rivelerà solo in una fase più moderata del Risorgimento, negli anni 1859 - 60.









Occorre andare cauti, insomma, in questa identificazione Verdi - Risorgimento quarantottesco,
perchè si rischia di mettere in luce l'uso che i patrioti fecero della sua musica e non molto di più.








Qualcun altro risponde al quesito negativamente: Verdi avrebbe semplicemente approfittato del 
clima risorgimentale per rinnovare il suo linguaggio. Ma l'intenzione riduttiva di questa tesi ( che 
esclude ci possa essere un tipo di musicista con rapporto più diretto con la realtà politica, più - per intenderci - di un Rossini ) è per lo meno strana: come può rispondere un musicista a sollecitazioni storiche se non 
in termini di linguaggio musicale ?







La questione è, insomma, mal posta, se non ci si avvede che il gesto imperioso del 2 rude " Verdi
non avrebbe potuto avere udienza nei decenni precedenti; e Verdi, forse, non avrebbe potuto affermare vigorosamente la sua personalità se non in quel modo.









E quindi non c'è che da constatare che un teatro di così forti tinte e di totale semplificazione del linguaggio
musicale venne ad incontrarsi positivamente con un momento storico di rinnovata partecipazione
popolare ai fatti della storia.









Un coro come " Va pensiero ", lontano dalle complessità colte di Rossini, stava lì a dimostrare una nuova apertura verso il canto che il popolo avrebbe potuto effettivamente intonare
accompagnato anche dal più umile dei complessi bandistici








Morì a Milano il27 gennaio 1901 all'Albergo Milan
Chiese funerali modesti ma non fu possibile vietare a tutto un popolo che lo aveva acclamato
e venerato di rendergli gli ultimi onori. Dopo un primo, modesto funerale ne seguì un secondo
del quale conserviamo iconografie impressionanti.
Quel popolo forse comprendeva che con Verdi era finita una grande età del teatro musicale,
forse irripetibile.








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La curiosità di Antonella


Verdi vide sparire negli ultimi anni della sua vita tutte le persone care, prima fra tutte la seconda moglie
Giuseppina Strepponi e i suoi numerosi amici. Compì allora un'opera anche come uomo:
la casa per musicisti. Costruita su progetto di Camillo Boito fu pensata dal donatore non come un
ricovero , ma come un luogo di serenità per i colleghi che non potevano trovare sostentamento per la vecchiaia. Questa cura di Verdi affinchè nulla fosse confuso o imitato da opere benefiche similari, le 
quali troppe volte ricoverano, ma umiliano, fu il più degno coronamento della sua vita, un'opera sociale ed un atto gentile pari ai suoi maggiori capolavori.



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Adesso vi invito a passare da Audrey a


Per leggere la bella trama del Nabucco







( Immagini dal web)
( Fonti:  Enciclopedia della Musica, ed.Ricordi
Enciclopedia UTET
La Grande Musica, Mondadori )










Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")