martedì 31 luglio 2012

Felicità



"La felicità è incompatibile
con la vita,
ma non con 
l'istante "
(H.Bianciotti, Il passo lento dell'amore )

lunedì 30 luglio 2012

MeMe 11x11x11



Alice autrice del blog "Il salotto dei sogni "   ilsalottodeisogni.blogspot.it  mi ha invitata a partecipare a questo Meme  e accolgo volentieri, anzi con grande piacere il suo invito e le dedico questi fiori per ringraziarla di avermi coinvolta in questo gioco.

1) Per prima cosa vi devo raccontare 11 cose di me...


1) Adoro la mia casa, la vivo come se fosse una parte del mio corpo (tipo un braccio )

2) Sono innamorata dei miei libri, ormai sono quasi a 7.000 libri e non intendo fermarmi

3) Amo tantissimo gli animali, in particolare i cani e in particolare i miei Cassandra e Platone

4 ) Amo tanto la montagna, mi piace viaggiare, il mare mi piace navigarlo ma non lo sopporto se visto dalla spiaggia.

5) Non credo assolutamente che gli Americani siano sbarcati sulla Luna

6) Mi piace Caravaggio

7) Vorrei vivere a Siracusa

8) Ho pochissimi amici, ma sono amici da una vita e non sono altro da me ma semplicemente una parte di me.

9) Ho un profondo senso religioso e un profondo rispetto per qualsiesi tipo di religione e spiritualità.

10 ) Mi piace tantissimo la storia medioevale e in particolare Federico II che considero un grandissimo imperatore e un grandissimo uomo.

11) Mi piace l'inverno, il mese di Dicembre e la magia  e la spiritualità del Natale.


2) Devo rispondere a 11 domande che mi ha rivolto la persona che mi ha taggato nel Meme


1) Qual è il tuo libro preferito?
Delitto e castigo

2) Ti piace viaggiare?
Sì, tantissimo

3) Che personaggio storico ti piacerebbe essere e perchè?
Vorrei essere l'Imperatore Federico II  perchè lo considero un grandissimo uomo ha parlato di Europa Unita, di una sola moneta, di un a sola lingua già nel Medio Evo, ha sognato e in parte realizzato una società multi etnica e con grande libertà di religione, è stato poeta, ha scritto un grande trattato sulla falconeria tutt'ora insuperato, ha costruito castelli meravigliosi e misteriosi. Ha riconquistato Gerusalemme,durante la sua crociata, esclusivamente con la forza della diplomazia, ha costruito un impero enorme..il mio mito!

4) Sei innamorata/o in questo momento?


5) Quale aggettivo useresti per descriverti?
Eclettica

6) Se potessi cambiare qualcosa di te, cosa sarebbe e perchè?
Vorrei essere un po' meno diretta nel dire le cose, spesso questo mi crea problemi con gli altri

7) Qual è la tua più grande paura?
perdere le persone che amo

8) Hai qualche animale che vive con te?
Sì due cani : Cassandra e Platone

9) Quale momento della giornata preferisci?
Il mattino prestissimo e la notte

10) Cuore o Cervello. Quale dei due prevale in te?
Cuore

11) Vorresti più tempo per... Racconta.
 Ho molto tempo a disposizione, lo impiego tutto ma non credo che ne vorrei di più


3) Devo rivolgere 11 domande alle persone che inviterò a partecipare a questo MeMe:

1) In letteratura quale periodo preferisci?
2) Qual'è il tuo quadro preferito?
3) Vacanze al mare o in montagna ?
4) Che cosa ti rende veramente felice?
5) Quale libro stai leggendo?
6) Tra le città d'arte qual'è la tua preferita?
7) Mentiresti per aiutare un amico?
8) Preferisci una cena con gli amici in casa o al ristorante?
9) Se non fossi quella che sei chi vorresti essere?
10) Tacco alto o tacco basso?
11) Per te la Luna è...


In ultimo passare il meme ad altri blog, ecco quelli a cui lo passo io:

1) Aussi long temps que tu m'aime

2) Borderline

3) le mille e una idee di Vale

4)  C'era una volta un glicine

5) Cucina mon amour





domenica 29 luglio 2012

I cortoromanzi dell'estate, Baraonda di Vincenzo Di Pietro



Baraonda
di Vincenzo di Pietro

Mariano è un ex galeotto geloso della figlia Romina, Franco è un viveur in debito con gli strozzini, Mimmo un agguerrito pensionato, Pasquale un operaio quasi licenziato e Fabrizio ha la tendenza ad abusare di droghe.
Cinque vite diversamente sconclusionate che si incrociano, si separano e si rincorrono in un a notte allucinata e allucinante. Un romanzo collettivo che con ironia e malinconia riflette sulle nostre piccole  e grandi disgrazie.


Vincenzo Di Pietro è nato nel 1974 ad Avezzano e vive a Pescara.
Autore di vari racconti e finalista di premi importanti quali il Teramo e il Subway, ha pubblicato per Leone Editore il romanzo "Senza te ".

sabato 28 luglio 2012

Il texano " Cactus Jack " spelato da Roosevelt


John Garner 


Nel 1932 il Democratico Franklin Delano Roosevelt, proveniente dallo Stato di New York, vinse le elezioni presidenziali americane con il 57,5%  dei voti, battendo nettamente Herbert Clark Hoover originario dell'Iowa.



Herbert Clark Hoover


Nel prepararsi allo scontro con Roosevelt,  Hoover aveva riconfermato alla vice presidenza il rappresentante del Kansas e suo grande amico  Charles Curtis, mentre Roosevelt, suo malgrado, aveva scelto quale vice il texano John Garner.



Franklin Delano Roosevelt


Dovete sapere infatti che la vera battaglia di Franklin  per diventare presidente non era avvenuta con Hoover ( reduce dalla famosa crisi del 1929 ), ma proprio con Garner nell'ambito delle primarie democratiche, in cui il futuro vice presidente si era presentato sicuro di stravincere.
Roosevelt nel 1921  ( a 39 anni ) era stato colpito dalla poliomielite, sindrome che ne causò la paralisi degli arti inferiori. 



F.D.Roosevelt


Ebbene, Garner, pur senza dichiararlo espressamente per non apparire cinico, durante la campagna che avrebbe portato i democratici a scegliere il loro candidato, andò giù pesante con varie allusioni circa la menomazione  di Roosevelt con riferimenti comunque poco edificanti.
Alla fine a stravincere fu proprio Franklin, ma la figura scultorea di John e la provenienza da uno Stato del Sud giocarono il compromesso politico per raggiungere la vittoria finale su Hoover, come infatti abbiamo visto.



H.C.Hoover


Nato il 22 novembre 1868, John Nance Garner IV studiò alla Vanderbilt University di Nashville, capitale del Tennessee, laureandosi in legge nel 1890.
La politica era la sua passione e infatti nel 1893 si presentò alle primarie democratiche della sua Contea vincendo con largo margine sull'altro candidato, la deliziosa Mariette  Rheiner , che John sposò due anni dopo e dalla quale ebbe il figlio John Tully Garner V 



Mariette  Rheiner


Fino al 1902 egli rappresentò il suo territorio e diede prova di caparbietà nel raggiungimento degli obiettivi
voluti dalla sua gente, meritandosi l'appellativo di " Cactus Jack "  per la fierezza, il fisico massiccio , il carattere difficile e spigoloso oltre l'iperconvinzione di se stesso, atteggiamento peraltro tipico di molti nativi del Texas.






Dal 1923 al 1928 fu rappresentante del suo Stato presso il Congresso, mentre dal 1929 all'elezione quale vice presidente divenne portavoce dei rappresentanti del Parlamento.
Pur nella profonda diversità di stile e carattere Garner fu un leale esecutore  della politica di Roosevelt ( New Deal compreso ), dimostrandosi il classico personaggio che antepone alle proprie idee l'interesse supremo del Paese Jhon accompagnò Franklin anche nella trionfale campagna del 1936 che riconfermò entrambi con quasi un plebiscito sui repubblicani pressochè sconosciuti Landon e Knox.



Garner e Roosevelt


All'inizio del 1939, a 70 anni suonati,sentendosi in piena forma fisica e mentale. Cactus Jack iniziò la  "sua " campagna elettorale per diventare Presidente e , come tutti i precedenti Presidenti da George Washington in poi, Roosevelt non si sarebbe ripresentato.
Va detto che all'epoca non c'era al riguardo una legge scritta ( come invece esiste ora dal 1951 ) e quindi la terza candidatura di Franklin era assolutamente legittima e, per dirla tutta, caldeggiata da moltissimi americani e da gran parte del mondo occidentali ( Germania e Italia escluse ) per la guerra ormai incombente.



Garner


Garner la prese male e ne fece addirittura un fatto personale, scagliandosi contro Roosevelt  alle primarie democratiche in modo fin troppo energico.  E riperse clamorosamente, come riperse il candidato repubblicano Wendell L.Wllkie alle elezioni presidenziali.



Jhonson, Truman, Garner e  Briscoe



Stavolta però dopo le scintille tra loro non  era possibile riproporre Garner alla vice presidenza, Franklin scelse Henry Agard Wallace, peraltro con effetti disastrosi.



Henry Agard  Wallace


Garner, profondamente deluso, si ritirò dalla scena politica e tornò in Texas, a Uvalde, dove comunque rimase consigliere di molti Presidenti successivi che lo consultarono per la sua collaudata esperienza, a iniziare proprio da Harry Spencer Truman, nato nel Missouri, 33°  Presidente degli USA dal 12 aprile1945 dopo la morte di Roosevelt  all'inizio del quarto mandato.



Herry Spencer Truman


Garner si spense quasi centenario il 7 novembre1967.


Garner museum ad Uvalde




Uvalde


Curiosità che fa riflettere, la mattina del 22 novembre 1963, giorno del 95° compleanno di Cactus Jack, Jhon Ftzgerald Kennedy, giunto in visita ufficiale nel Texas, telefonò da Fort Worth per fare gli auguri al vecchio ex vice presidente. Nel ringraziarlo Garner gli raccomandò di non prendersela troppo per la freddezza degli abitanti di Dallas, notoriamente ostili ai democratici.
Come sappiamo, poche ore dopo Kennedy veniva assassinato.



J.F.Kennedy




( Sergio De Benedetti, Libero )
( foto dal web)









venerdì 27 luglio 2012

Sogni



"... e se tutti noi 
fossimo sogni che qualcuno sogna,
pensieri che qualcuno pensa? "
(F.Pessoa )

giovedì 26 luglio 2012

I cortoromanzi dell'estate, Il vitalizio, Luigi Pirandello




Il Vitalizio
di Luigi Pirandello                   

" Campate troppo, caro mio. Brutto vizio!
E dovreste levarvelo. "
Povero Marabito, vecchio contadino onesto e leale, tutto per colpa di un vitalizio di due lire al giorno e di una inaspettata longevità.
Quei soldi alle soglie dei cent'anni, Marabito non li vuole più, magari la Morte verrebbe finalmente a fargli visita. Ma niente, neppure " padrone di morire".
Gioiello dell'ironia pirandelliana,  " Il vitalizio"  ci regala una storia dalle tinte grottesche, una parodia raffinata delle velleità di meschini scommettitori, che una roulette capricciosa alla fine punisce. Perchè " la morte sa essere buffona, se le gira " e si fa beffa di che vorrebbe beffarla.
Nel 2007 questo racconto ha offerto lo spunto ad Andrea Camilleri per una riduzione teatrale, rappresentata in vari palcoscenici italiani.










Luigi Pirandello ( Girgenti, oggi Agrigrnto 1867- Roma 1936 ), scrittore e drammaturgo, esordì sulla scena letteraria con alcune raccolte di versi e poi con romanzi di stampo verista.
Ottenne la consacrazione con " Il fu Mattia Pascal " ( 1904 ), in cui la tecnica verista viene completamente scardinata attraverso un uso straniato del tempo narrativo e la demolizione dell'unità della persona umana.
Il tema della disgregazione dell'io è evidente anche in molte delle sue opere teatrali ( su tutte " Sei personaggi in cerca d'autore", 1920 ).
Scrisse anche numerose novelle, molte delle quali adattate dallo stesso Pirandello per il palcoscenico.
Nel 1934 gli fu conferito il premio Nobel per la Letteratura.

Vi consiglio la lettura di questo post che Audrey del blog Borderline ha dedicato a Pirandello

mercoledì 25 luglio 2012

Restauri e collezioni




Non sono una "collezionista" però ogni tanto il caso mi porta a raccogliere, trovare, comperare, ricevere in regalo oggetti che poi tutti insieme diventano delle piccole collezioni...nonostante me...è successo con i bastoni da passeggio, con le acquasantiere, con le theiere, con le attrezzature dei laboratori di chimica dell'800 ...tutte cose a cui io non penso e poi di colpo iniziano ad arrivare nella mia vita fino a formare piccole interessanti collezioni.





e mi fanno nascere passioni insospettate...prendete per esempio le attrezzature dei laboratori di chimica, ormai mi conoscete, niente di più lontano da me...eppure a furia di incontrare sulla mia strada alambicchi, provette, imbutini adesso queste attrezzature per me sono diventate una vera passione






In questo periodo da tutte le parti hanno iniziato ad affluire verso casa mia antichi utensili da cucina, lo so che sembra strano ma è così...arrivano, sembra quasi che io sia un pifferaio magico e questi oggetti mi seguano.






E così ha iniziato ad arrivare in casa un antico accendi fuoco, dopo un po' l'ha seguito un vecchio attrezzino per fare i "langaroli" e così via , ad uno ad uno arrivano. Ormai mi hanno conquistata e mi è presa questa ennesima passione: piccoli attrezzi da cucina. 






Ripeto, non sono io, sono loro che cominciano!







Bene, oltre ad "accoglierli " in casa bisogna anche trovargli adeguata sistemazione, ed ero lì che ci pensavo e ripensavo quando mi capita tra le mani la vecchia bacheca di una vecchissima scuola.
E devo confessare che questa vecchia bacheca mi intrigava molto, e allora messa insieme l'abilità di mio marito per il restauro ( lui è veramente un bravo restauratore) e la mia passione per tessuti e  passamanerie è iniziata l'operazione di restauro
La bacheca si presentava veramente mal concia










"Il restauratore" si è messo all'opera assumendo quell'aria pensierosa che assume sempre quando si dedica a questi lavori...ovviamente è quasi proibito parlargli!






La vecchia bacheca è stata sverniciata, ripulita, ripassata con l'impregnante e poi finalmente rifinita a cera.
Adoro l'effetto della cera sul legno vecchio , la pastosità che questo insieme crea,  il profumo che sprigiona, "il restauratore" mi ha insegnato, nel corso degli anni, ad amare tutto questo e adesso per me profumo di casa è anche il profumo della cera d'api  sui mobili.
Quella del restauro è un'arte di tempi lunghi, di pazienza, di attesa che che i prodotti usati sortiscano il loro effetto, è l'arte del recupero dei vecchi chiodi e delle vecchie cerniere e serrature, è un'arte che regala grandi soddisfazioni niente incanta come vedere l'antico splendore che ritorna su oggetti che il tempo aveva inesorabilmente rovinato e danneggiato






terminato il vero e proprio lavoro di falegnameria siamo passati a foderare l'interno della bacheca con velluto per arredamento e abbiamo delimitato i contorni con passamaneria  dopo di che l'abbiamo sezionata con piccoli bordini in legno











Finalmente questi piccoli attrezzi da cucina che sono fortunosamente arrivati nella mia vita hanno trovato la loro casa e la  vecchia bacheca tornata a nuova vita fa bella mostra di sè nella mia cucina in attesa di nuovi abitanti











martedì 24 luglio 2012

Amore




" Una sola cosa,  infatti, 
per l'uomo vale 
la vita  stessa:
che un amore sia riuscito"
( Pausania )

lunedì 23 luglio 2012

Valle d'Aosta, il Castello di Fenis




Il castello di Fenis domina una porzione di territorio sottoposta fin dal XII secolo alla giurisdizione dei signori di Challant, visconti di Aosta.
L a scelta di un sito privo di  prerogative difensive naturali, si giustifica probabilmente con i vantaggi offerti dalla preesistenza nella zona di nuclei abitati fin dall'epoca romana.
Il castello è la sintesi di diverse campagne costruttive succedutesi dal tardo XII  al XV secolo. Risale al 1242 la prima menzione esplicita del maniero, infeudato a Gotofredo di Challant e ai suoi fratelli; all'epoca il castello doveva comprendere la torre quadrata r la torre colombaia sul lato sud, un corpo abitativo e una cortina muraria.






Nel XIV secolo sotto la signoria di Aimone di Challant, hanno luogo le trasformazioni più significative, in seguito alle quali il castello assumerà la fisionomia attuale.
Intorno al 1340viene costruito il corpo centrale che ingloba le strutture preesistenti, dotato a ovest di un torre maestra quadrata ( donjon)
Il periodo di maggior splendore del castello coincide con la massima fortuna economica e politica degli Challant. Il figlio di Aimone, Bonifacio I, che ricopriva importanti cariche militari e diplomatiche alla corte sabauda, promuove tra il 1393 e il primo quarto del XV secolo una nuova campagna di lavori, adattando l'austera dimora fortificata alle esigenze della vita cortese.





Risalgono  a questo intervento la realizzazione del cortile con lo scalone semicircolare e il loggiato ligneo, la sistemazione dei principali locali di rappresentanza, il rifacimento dei camini e degli infissi secondo un  gusto più aggiornato  e la superba decorazione ad affresco del cortile e della cappella.
Nel secondo quarto del secolo il figlio Bonifacio II farà tramezzare sul lato orientale il ballatoio ricavando dei nuovi locali e commissionerà a Giacomino da Ivrea i dipinti della parete che chiude ad est il cortile. Dopo di allora il castello non subirà altre trasformazioni di rilievo se non quelle dovute al progressivo declino, legato alle travagliate vicende cui va incontro la famiglia Challant  a partire dalla seconda metà del'400.






Come attesta lo storico Jean Baptist de Tllier, all'inizio del XVIII secolo il castello era in abbandono.
Nel 1716 il conte Georges Francois, ultimo erede di Fenis, è costretto ad alienare il feudo per far fronte ai debiti contratti dal padre. Dal conte Baldassarre Saluzzo di Castellar Paesana, membro del senato piemontese, il castello passa in seguito ad altri proprietari: ma l'ancien regime era ormai al tramonto, e da fiero simbolo del potere feudale il maniero è trasformato in casa colonica.






Nella seconda metà dell'ottocento il cortile era invaso dalle erbacce, la cappella era utilizzata come fienile, e altri locali, spogliati degli arredi originali, erano adibiti a depositi dei raccolti o a ricovero per gli animali: questo era lo stato in cui si trovava il castello quando l'architetto Alfredo d'Andrade, capofila del movimento culturale piemontese di orientamento neomedioevalista, comincia ad interessarsi al monumento, rilevandone tutti i particolari architettonici e decorativi. Nel 1895 d'Andrade acquista il castello e, dopo averne restaurato le parti più degradate lo dona allo Stato.






Il castello è dotato di un vistoso apparato militare destinato a sottolineare le capacità difensive, e quindi la potenza ed il prestigio degli Challant. Esso è circondato da due robuste cortine di mura concentriche munite di torrette di guardia collegate tra loro da un percorso interno Una porta sormontata da un barbacane e dotata di una saracinesca immette nella cinta interna, mentre per accedere al cortile occorre superare una doppia porta all'interno di una torre. Il percorso per addentrarsi fino al nucleo centrale del castello ricorda un labirinto ed è organizzato in modo strategico per compartimenti isolati, costantemente sotto il controllo delle torri e di misteriose teste scolpite nella pietra.






Le torri sono munite di feritoie, strette aperture verticali per il tiro con gli archi e le balestre e di un coronamento di beccateli: in caso di assalto i difensori facevano cadere sui nemici attraverso le aperture tra i beccatelli (caditoie) pietre e proiettili di vario tipo.






Il corpo centrale del castello ha forma di pentagono irregolare, munito di torri circolari agli angoli e quadrate al centro dei lati più lunghi.







E' difficile oggi stabilire con esattezza la destinazione originaria dei locali, cancellata da secoli di abbandono; le uniche indicazioni si ricavano da un inventario del 1551.
Nel semiinterrato si trovano le cantine, i vani al piano terreno, più bui e disadorni, erano destinati ad un uso di servizio: il grande salone d'ingresso era occupato dal corpo di guardia, altri locali servivano da deposito di attrezzi, da dispensa e da legnaia, mentre la cucina è riconoscibile dal gigantesco camino.






Al primo piano era situata l'abitazione del signore, con il principale ambiente di rappresentanza, il salone con la cappella affrescata.
Al secondo piano si trovavano gli alloggi per gli ospiti, per il personale di servizio e il granaio. L'approvvigionamento idrico era garantito dalla cisterna, situata in un vano al piano terreno aperto verso cortile.





Sulla parete di fondo dello scalone  del cortile è raffigurato San Giorgio che libera la principessa; lungo le pareti del ballatoio al primo piano una teoria di Saggi recanti un cartiglio con un motto in francese antico.










Il ciclo prosegue nella cappella con la Crocifissione che faceva da sfondo all'altare  e la Madonna di Misericordia che accoglie sotto il manto diversi membri della famiglia Challant,; al di sopra di questa raffigurazione e sulle pareti laterali sono rappresentati gli Apostoli e i vari Santi a figura intera.






La realizzazione di un ciclo così imponente, che nelle intenzioni del committente, allineava Fenis alle residenze dei maggiori rappresentanti della politica europea, dovette impegnare diverso maestri; la scelta di Bonifacio di Challant caddè su un atelier legato ai modi del gotico internazionale, il lin guaggio figurativo più consono a esprimere lo spirito e il costume della raffinata vita di corte.









Il modello d'ispirazione è quello del principale pittore della corte sabauda all'epoca di Amedeo VIII , il torinese Giacomo Jaquerio: il ricorso a schemi jaqueriani è evidente sia negli impianti compositivi generali, sia nelle attitudini e nelle fisionomie delle figure





Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")