sabato 30 dicembre 2017

Ciao Platone, ciao piccolino...




Ciao Platone, ciao piccolo angioletto con la coda, sei volato sul ponte dell'Arcobaleno. Credo che sul Ponte ci siano le montagne, i prati, i boschi, la neve, il mare, tutte le cose che ti piacevano tanto....anche i calamari fritti..! Credo che il Ponte sia proprio su quella stellina che vedo dalla finestra della mia camera e che tu da lassù ci possa guardare scodinzolando e sorridendo mentre aspetti di ricominciare la tua avventura con noi.
Ciao piccolo mio, ti abbiamo voluto e ti vogliamo tanto, tanto bene.
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venerdì 15 dicembre 2017

Dentro Caravaggio






C'è un velo di sottile e forse compiaciuta ironia nel presentare questa grande mostra su Caravaggio con l'intento di " fare nuova luce " sul fenomenale pittore e attaccabrighe.
Ma la mostra a Palazzo Reale, nella " sua " Milano apre realmente inediti scenari fra arte e scienza sul genio che proprio della luce ha fatto la sua personale rivoluzione..








Talmente visionario che molti suoi contemporanei non l'hanno capito ( vedi il Bellori e il Baglione ) e per tre secoli è finito nell'oblio, riscoperto solo dall'intuizione di Roberto Longhi che, proprio a Milano, con la storica mostra monografica del1951 ha squarciato il velo caduto su questo " cervello stravagantissimo 2, come lo definì il Cardinal Del Monte suo protettore.








Con Dentro Caravaggio più di 20 capolavori di Michelangelo Merisi sono riuniti per la prima volta e per la prima volta riletti attraverso nuove ricerche documentarie e tecnologiche, in un allestimento che fa delle luci a Led la chiave per goderne appieno.








Una mostra che fa il punto sulle conoscenze attuali sul pittore lombardo, a partire dalla rivisitazione della cronologia delle opere giovanili. Il ricercatore Riccardo Gandolfi ha infatti riscoperto nell'Archivio di Stato della Capitale l'inedito Vite dei pittori di Gaspare Celio (1614 ) che sposta l'arrivo di CVaravaggio a Roma dal 1592 al 1596, quindi ridatando e comprimendo il suo operato ( fatto non secondario per un pittore che ha lavorato in tutto meno di quindici anni ) e costringendo a un interrogativo " cos'ha fatto in quei quattro anni di buco?"








Niente di molto diverso dal resto della sua vita, dicono le fonti: quasi certamente era in fuga da Milano dopo aver fatto un anno di carcere sembra per l'uccisione di un amico. Poi l'arrico a Roma, l'introduzione a Palazzo Madama nella cerchia di Del Monte e quella commissione per la Cappella Contarelli che ha cambiato la storia sua e dell'arte Tout court: un anno di tempo per completare il ciclo di San Matteo, due enormi pale da finire in un anno.








Una follia per uno che lavorava due settimane e passava i due mesi successivi a sperperare la paga fra giochi, bettole e lupanari.








Fu in quel 1600 che Caravaggio passò dalla preparazione " chiara " dei suoi dipinti a quella " scura ": quel " nero Caravaggio " oggi celeberrimo nacque anche come espediente per risparmiare tempo. per poi diventare il tratto distintivo del suo stile, della sua maestria nelle ricerche ottiche e soecchio del suo progressivo disfacimento psicologico.








La curatrice Rossella Vodret, con un percorso guidato da video, didascalie, citazioni e testi originali dell'epoca a corredo dei dipinti, ci porta anche alla scoperta di un lato inedito di Caravaggio, quello messo in luce dalla diagnostica artistica, tecnica strumentale assimilabile alla diagnostica forense. Fluorescenza, riflettografia, radiografia, raggi x, stratigrafia: sono queste le principali metodologie che hanno svelato i segreti dell'esecuzione dei capolavori e permesso di guardarci attraverso.













Si scopre così che nel drammatico Giuditta che taglia la testa ad Oloferne ( 1602 ) Caravaggio ricorre a profonde incisioni sulla tela con uno strumento appuntito per segnarsi i riferimenti in cui posizionare le figure, anche per effettuare modifiche: qui infatti ha spostato verso destra la testa di Oloferne, distanziando i lembi della ferita sul collo per evidenziarne la profondità, la crudezza, il gesto netto di Giuditta.












Nel delicatissimo Riposo durante la fuga in Egitto ( 1597 ) che lo spiantato Michelangelo dipinge su una tovaglia di fiandra si è scoperto che l'angelo fulcro della composizione era in realtà piccolo e relegato nell'angolo a destra.













Ancora più clamorosa la rivelazione che La buona ventura ( 1597 ) è stata dipinta sopra una Vergine e il bambino che dorme e ruotando la tela di 90 gradi verso sinistra, la radiografia mostra il volto della Madonna e la sua aureola realizzatacon il compasso sotto la spallasinistra del ragazzo.














Prospettive nuove che ancora oggi ci inchiodano davanti a Caravaggio, "un valent'huomo che sappi dipinger bene et imitar bene le cose naturali. "









Detto questo restano le mie, le nostre impressioni, tante e tumultuose.
Certo è che trovarsi davanti a una così imponente rassegna di dipinti del grande maestro lascia senza fiato,
a un certo punto ti senti talmente preso da ciò che ti circonda che sembra che il resto del mondo sparisca o, forse, che non sia mai esistito.








Io amo moltissimo Caravaggio e tra i suoi quadri , come penso sia naturale, ho una predilezione per uno, è 
La flagellazione di Cristo. E' la terza volta che ho la fortuna di ammirare dal vivo questo dipinto ed è la terza volta che ne resto profondamente turbata, un quadro che mi entra dentro, che va al di là del bello o del valore artistico.
In questa opera Caravaggio mantiene un'impaginazione tradizionale, ma vi aggiunge i suoi singolari ed inconfondibili elementi che, a mio parere, ne fanno un capolavoro assoluto:, il dramma, i contrasti di luce e ombra e il forte dinamismo accentuato nella torsione dei corpi. La tensione è anche emotiva: dolore per il Cristo, concentrazione e sadico impegno per i flagellatori.

Una mostra imperdibile, uno splendido regalo di Natale che Milano fa a tutti gli appassionati d'arte.




























( Immagini dal web)
( Fonte Tommaso Lorenzini )

mercoledì 13 dicembre 2017

Calendario dell'Avvento di Sciarada, 13 dicembre





NATALE, UN GIORNO

di Hirokazu Ogura


Perché
dappertutto ci sono cosi tanti recinti?
In fondo tutto il mondo e un grande recinto.

Perché
la gente parla lingue diverse?
In fondo tutti diciamo le stesse cose.

Perché
il colore della pelle non e indifferente?
In fondo siamo tutti diversi. 

Perché
gli adulti fanno la guerra?
Dio certamente non lo vuole.

Perché
avvelenano la terra?
Abbiamo solo quella.

A Natale - un giorno - gli uomini andranno d’accordo in tutto il mondo.
Allora ci sarà un enorme albero di Natale con milioni di candele.
Ognuno ne terrà una in mano, e nessuno riuscirà a vedere l’enorme albero fino alla punta.

Allora tutti si diranno "Buon Natale!" a Natale, un giorno.


Domani la finestrella del Calendario dell'Avvento verrà aperta da  Mirtillo

mercoledì 6 dicembre 2017

Un film sotto l'albero:Gli eroi del Natale, presepe in grazia di Dio






Vincerà il rifiuto anche dei più recalcitranti a lasciarsi sedurre dalle mielose offerte natalizie. E' uscito il 30 novembre nelle sale italiane Gli eroi del Natale, ed è come respirare una strana aria nuova: ammarbati e storditi dalle conseguenze mondiali del caso Weinstein, ci sembra quasi impossibile che a Hollywood abbiano prodotto una piccola preziosa confezione di così grande poesia.








Il regista è il giovane Timothy Reckart, i disegnatori, che hanno il tratto morbido e simpatico, tendente al curvilineo, sono gli stessi di Hotel Transilvania, piccolo grande capolavoro dell'animazione.








E se in quel caso era la vampiretta innamorata di un umano ad avere irresistibili occhi azzurri, qui è la dolce Maria di Nazareth ad esibire lo stesso sguardo, evidenziato da lunghi boccoli..








Ma la storia della nascita del figlio di Dio è riscritta in un ottica assolutamente inedita, cioè il punto di vista degli animali, ad uso, consumo e godimento di spettatori grandi e piccini.
Animali che non solo diventano parlanti in perfetto stile Esopo, ma interagiscono con gli umani e sono decisivi affinchè non venga impedita la nascita di Gesù.








La storia inizia lungo gli interminabili deserti assassini dell'antica Persia, ci sono i tre Re Magi, che seguono la luce della stella per arrivare alla famosa stalla ( sapevano già tutto da millenni ) .










Ma a intradurci nell'argomento sono i tre cammelli che li trasportano: anzi, variante in nome delle pari opportunità, una è una cammella ( o cammellessa? Bisognerebbe chiedere alla Boldrini), si chiama Debora ed è l'unica a fare l'ipotesi giusta, la regale compagnia sta andando  in visita omaggio per una nascita eccezionale e non ad una festa di compleanno come ipotizzano i colleghi gobbuti.








E mentre il trio passa da Erode ( la corte del perfido sovrano sterminatore di bambini è raccontata attraverso le zanne di due ferocissimi cani da combattimento ).








Intanto in una linda casetta di Nazareth, troviamo la coppia di neosposi Maria e Giuseppe, lui sotto choc per aver appena saputo di essere il padre adottivo del figlio di Dio. Roba non da poco!









Intanto da una stalla vicina è fugito dalle persecuzioni di un cattivissimo padrone ( somigliante a Mangiafuoco ) l'asinello Bo, in compagnia della petulante colomba Dave, e finisce proprio nel giardino di Maria e Giuseppe.








Grande fortuna perchè sarà lui a fiutare le intenzioni di Erode deciso ad impedire la nascita del bambino ( La profezia diceva che il pargolo divino avrebbe messo fine al suo regno) e ad aiutare la giovane coppia a salvarsi sulla via di Betlemme, dove deve recarsi per ottemperare al censimento richiesto dall'imperatore Augusto.








Occasione per smentire ogni stupido luogo comune sugli animali: l'asino Bo è più intelligente degli umani, la colomba non è solo un ottuso volatile pacifista, ma una tipa determinata, e la pecora Ruth, che aiuta Bo nella difficile fuga, è la più coraggiosa di tutti.
Alla faccia del famigerato " Sei una pecora ! "





( Immagini dal web )

Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")