martedì 26 aprile 2016

L'isola di San Giulio, la " Via del Silenzio "






E' un periodo in cui ho un grande bisogno di silenzio e invece, come sempre quando si desidera qualche cosa, mi trovo sempre in mezzo al caos, vorrei vivere con calma e invece sono sempre di corsa e con una marea di cose da fare....al punto che, ve ne sarete accorti, sto trascurando anche questo piccolo spazio. Forse proprio perchè cerco il silenzio oggi mi è tornato in mente in nostro fine settimana di febbraio che vi ho raccontato nel post  Andar per laghi...  e la  " Via del Silenzio "
che abbiamo percorso sull'Isola di San Giulio.









L'isola di San Giulio ( lago d'Orta ) si presenta al visitatore come un compatto insieme di severe costruzioni dai tetti in lastre di pietra grigio - argentea dalla quale, nel panorama azzurrino del lago che ha sullo sfondo le montagne, spiccano l'elegante campanile romanico e la massa imponente del palazzo sovrastante il piccolo borgo.









Nel 390 sull'isola approdò San Giulio, che trasformò quello che era un lembo di terra infestato dai serpenti nel centro di evangelizzazione di tutta la zona del Cusio. Per la connotazione spirituale che ancora oggi la caratterizza vi aleggia un'atmosfera raccolta e silenziosa, adatta alla preghiera e alla meditazione.









La Basilica di San Giulio è uno dei più importanti monumenti romanici in Piemonte. Magnifico il massiccio campanile a bifore e trifore, risalente al XI secolo. All'interno l'opera più significativa è il pulpito medioevale in marmo nero, composto da lastre scolpite con i simboli degli evangelisti e animali feroci.








La passeggiata attraverso la " Via del silenzio" ci accompagna attraverso tutta l'isola in un percorso  ricco di scorci suggestivi e inviti alla pace e alla meditazione.


Ascolta il silenzio....












Ascolta l'acqua, il vento i tuoi passi...













Nel silenzio accetti e comprendi...















Nel silenzio accogli tutto...














 Sii semplice, sii te stesso...













Il silenzio è il linguaggio dell'amore...













Accettati, cresci, matura...












Il silenzio è la pace dell'io...













Abbandona l'io e il mio...













Il silenzio è musica e armonia...












Il momento è ora, qui, adesso...














Il silenzio è verità e preghiera...













Apri il tuo essere...













Nel silenzio incontri il Maestro...













I muri sono nella mia mente...














Nel silenzio respiri Dio...














Ogni viaggio comincia da vicino...















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sabato 23 aprile 2016

Prince, la rivoluzione a colpi di pop dell'artista " senza nome"





Adesso l'icona è perfetta. Mancava solo quell'ultimo elemento, the early grave,  una morte arrivata troppo presto, ma che è la via d'uscita migliore  per chi non deve mai invecchiare tra gli acciacchi. Sulle icone la biologia non può agire come fa con i comuni mortali. Prince se ne è andato a 57 anni, dopo qualche piccolo segnale di malessere nei giorni scorsi. Se ne è andato per un influenza, come se
fossimo ancora nel 1918, ai tempi dell'epidemia spagnola.









I dietrologi discuteranno molto di questa influenza, a caccia di virus reconditi, vizi inconfessabili.
E' lo scotto che devono pagare le icone: essere divorati dai paparazzi e dai fan invadenti quando sono vivi, essere al centro di misteri che magari nemmeno esistono dopo la morte.
Prince poi amava diffondere notizie contrastanti su di sè quando parlava con i giornalisti. La sua bufala migliore era la presunta origine italiana.









Prince non era un nome d'arte. Si tratta di un nome molto diffuso tra gli Afro-americani. Però nel caso di Prince Rogers Nelson era stata una predestinazione. Piccolo, 159 cm., mistificati da tacchi altissimi che, si spettegolava, lo costrinsero a farsi operare ad un'anca. Un bottiglino di genio che sulla scena appariva carismatico ed imponente come un calciatore di foot-ball americano. Prima di esplodere in tutto il mondo nel 1984, con il disco e il film Purple Rain, aveva già inciso diversi album, tra cui lo straordinario 1999, suonando tutti gli strumenti, scrivendo, arrangiando, producendo.









Talmente convinto di sè non ha mai avuto paura di cadere nel ridicolo. Quanti con il suo fisico minuto avrebbero sfidato le ironie del mondo mostrandosi nudo e in posa sensuale come fece lui sulla copertina dell'album Lovesexy? E molte donne lo hanno trovato sexy ed hanno  avuto flirt con lui da Apollonia a Madonna a Kim Basinger.









Pochi, dopo aver tanto faticato per imporre al mondo il proprio nome, sceglierebbero di cancellarlo, di presentarsi con un simbolo o una sigla, TAFKAP, iniziali della frase inglese che significa " L'Artista Precedentemente Noto Come Prince ". Lui lo fece. Poi intitolò un disco con un glifo vagamente alchemico che non poteva essere pronunciato in nessun modo.









Un passo timido se confrontato al Black Album, tutto nero, senza un vero titolo, una Tracklist. Non erano vuoti capricci da star, ma il modo in cui Prince conduceva la sua lotta contro la sua ex casa discografica che continuava a sfruttare i suoi inediti. Disse: " Prince è il nome che mi ha dato mia madre quando sono nato. La Warner Bros lo ha preso e ne ha fatto un marchio commerciale. Sono diventati padroni del mio nome e mi hanno usato come una semplice pedina che doveva solo portare più soldi nelle loro casse".









Piccolo ma tremendo. Prince è stato l'artista che forse più di tanti altri ha difeso con i denti il proprio lavoro dallo scempio che ne viene fatto ogni giorno su Internet, arrivando a litigare con i suoi stessi fan club. E quelli, invece di andare a vendere i dischi in un negozio dell'usato e scegliersi un altro idolo, hanno risposto a colpi di avvocati perchè non potevano rinunciare a Prince, alla sua musica,ai suoi show, ai suoi mantelli, ai suoi trucchi, tacchi, tarocchi.









Un'icona è così, quando ti entra sotto la pelle non puoi più farne senza.
Nemmeno quando un'influenza te la porta via....





( Fopnte: Tommaso Labranca)
( Fotografie dal web )
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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")