sabato 30 giugno 2012

Cartoline dall' Italia

Io amo l'Italia, amo questa Italia che sta arrancando, questa Italia mezza disperata e mezza esaltata per un gol, amo l' Italia delle splendide città d'arte e l'Italia dei piccoli tesori nascosti e poco conosciuti, amo l'Italia delle eccellenze alimentari e artigianali,  amo l'Italia di Leopardi e di Puccini, amo l'Italia con le bandiere alle finestre e con le gite domenicali, amo l'Italia delle feste di partito e dei pomeriggi in parrocchia, dei Santi in processione   e delle feste di paese . Amo l'Italia  e amo gli italiani così come sono, magari pizza e mandolino, un po' mammoni e un po' malandrini ma gente forte, gente che ce la fa oggi come ieri...
Amo questa Italia e sono orgogliosa di farne parte.

E da questa Italia che amo  vi dono tre fotografie...






Il lago di Ceresole Reale ai piedi del Gran Paradiso versante piemontese,
perchè amo le nostre splendide montagne e se penso alla pace penso a un'immagine come questa.






Craveggia nella Val Vigezzo, delizioso paesino conosciuto per i suoi camini, perchè amo tantissimo la Val Vigezzo e perchè la natura in Italia ci stupisce anche con le cose più banali come questi due zucchini.







Siracusa perchè è uno dei miei posti del cuore, perchè se non fossi Piemontese, e orgogliosa di esserlo, vorrei essere Siciliana e se fossi Siciliana vorrei essere di Siracusa


 E queste sono le mie tre cartoline, potete trovare tante altre cartoline dell'Italia e partecipare con le vostre sul blog di Monica di "Viaggi e baci"   viaggiebaci.wordpress.com

E adesso mi scuso ma aggiungo questa fotografia "fuori concorso " perchè quando ho letto di questa nuova iniziativa di Monica ho subito pensato a questa fotografia, poi ho visto che Vaty  ha partecipato con lo stesso soggetto, la sua fotografia è stata scattata nella campagna toscana, la mia in quella piemontese, ma comunque non mi sembrava giusto "prendersi" le idee tra amiche di blog, però per me questa immagine è più che un immagine è un'idea che ho dell'Italia ...




venerdì 29 giugno 2012

Giacomo Leopardi




Alla Luna


O graziosa Luna , io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era la mia vita: ed è, nè cangia stile,
O mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'estate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!
( G.Leopardi )

giovedì 28 giugno 2012

Plutarco/ Ritratti di uomini celebri



Oggi trattiamo de "Le vite parallele "  di Plutarco e in particolare il volume che ci propone il Corriere della Sera, con prefazione di Carlo Franco , tratta di Alessandro il Grande  e Cesare.

Plutarco dichiara , all'inizio della Vita di Alessandro, di non voler scrivere storia ma vite
Al centro della narrazione, infatti non ci sono mai le storie o gli eventi, ma i personaggi con il loro carattere, i loro vizi e le loro virtù.
E nessuno poteva rappresentare quella commistione di grandezza e bassezza, di bene e di male di cui è fatto l'Uomo meglio dei due più celebri condottieri dell'antichità e forse della Storia.
Alessandro Magno e Caio Giulio Cesare.


"L e "Vite" non ambivano alla completezza monumentale, propria della storiografia, ma alla comprensione etica dei personaggi, propria della biografia. "
( dalla prefazione di C.Franco )

mercoledì 27 giugno 2012

Amore




" Ma io credo
che ci sia nell'amore
un attimo perfetto, unico,
che l'anima , più tardi,
cerca invano di superare. "
( Gide )




martedì 26 giugno 2012

Dovere



" Ora, riandando al suo passato,vide in quale profondo solco
si era sempre lasciato vivere.
Quando uno aveva vissuto facendo il proprio dovere
c'era un guaio:
che non riusciva più a vivere diversamente.
 ( E.Wharton )

lunedì 25 giugno 2012

Eccellenze piemontesi/ il gelato di Grom




E' vicenda nota quella che racconta di un piemontese, avvocato ma anche musicista, che sosteneva di aver" la sensualità delle vite disperate". E avendo a che fare con una donna che non sapeva se entrare nella sua vita ( portava con sè una "valigia di perplessità" ), si giocò una carta decisiva, "un gelato al limon...E' vero limon. Ti piace."






Federico Grom e Guido Martinetti non erano che due bambini alle prese coi primi coni e ogni tanto coi tradizionali "pinguini" torinesi, quando,alla fine degli anni settanta, Paolo Conte scrisse la succitata canzone sulle potenzialità del nobile agrume in forma gelata.
Eppure avevano già dentro quella voglia di "vero limon"  propagata dall'illustre astigiano, tant'è che oggi per il loro gelato usano quello della costiera sorrentina.
E il loro cioccolato fondente è venezuelano, la vaniglia è del Madagascar, il caffè è delle Terre Alte di Huehuetenango...Per farla breve, per ogni singolo gusto i due fondatori di Grom cercano la qualità migliore con meticolosità maniacale.







Acqua di montagna, latte fresco, niente polverine, niente additivi, niente frutta fuori stagione, gusti che cambiano ogni mese secondo il calendario stabilito dalla natura: se ad ottobre doveste entrare in una delle loro gelaterie, sparse da New York a Tokyo, scordatevi il lampone






E' uno dei segreti del successo di Grom: nessun compromesso, il cliente avrà il meglio - il che significa che a dicembre non gusterà fragole zombi di dubbia provenienza, ma un prodotto mantecato all'interno della gelateria, che ne ha ricevuto la miscela in forma liquida il giorno stesso  ( o al massimo il giorno prima: viene inviata tre volte alla settimana direttamente dalla fabbrica del gelato dei  due Willy Wonca piemontesi ).






La spettacolare ascesa in soli 7 anni dei gelati Grom non ha travolto soltanto il paese di Bengodi di coni e granite.
Ha spiazzato il New York Times ( " Un dinamismo estraneo alla tradizionale lentezza italiana " ), stupito Le Monde ( "ma cosa usano per avere un tale successo, colori fluorescenti? profumi inediti? No, caso mai, gusti dimenticati" ) e interessato come modello imprenditoriale, Il Sole 24 Ore:  " Federico Grom viene dalla finanza ma sottolinea di seguire la massima contraria a quella di Gordon Gekko del film Wall Street : non occorre essere avidi, dice, e inseguire il profitto a tutti i costi a scapito di altre considerazioni. Così i due soci hanno respinto  varie proposte, dal private equity come da grandi imprenditori



L'aspetto del biologico e dell'eco compatibilità figura in cima alle loro strategie all'epoca di queste interviste stavano concludendo con una società la possibilità di eliminare totalmente la plastica.
Tutti i cucchiaini sono biodegradabili, mentre la parte non completamente ecocompatibile delle coppette è eliminata con un'intesa con una società d'imballaggio".













Con tale biglietto da visita il timore di avere a che fare con due alieni è forte.
A pochi chilometri dalla paolocontesca Asti, a Castigliole, nel frutteto che i due giovani hanno battezzato Mura Mura ( da un'espressione in malgascio che evoca una dolce lentezza) incontriamo otto ettari di utopia realizzata, terreni franco argillosi  in cui, senza serre e materiali che non siano biodegradabile crescono varietà preziose di frutta selezionate con cura da Martinetti.




Le pesche e i fichi, le albicocche  e le pere non crescono irregimentate come nei frutteti a produzione intensiva, ma hanno l'aria un po' selvaggia, sembrano animali in una riserva protetta più che in uno zoo.
Il loro percorso è iniziato nel 2003 . Martinetti viene da una famiglia che si occupa di vini ed il suo cognome era già appaltato ecco perchè la ditta ha puntato su quello del socio.






Dice in un intervista: "Federico ha studiato economia, abbiamo fatto il servizio civile insieme. Una sera gli raccontai di un articolo letto sul giornale...diceva che in Italia non si trovava più il gelato come si faceva una volta, senza additivi , con gli ingredienti di qualità. Non ricordo bene cosa gli ho detto fatto sta che una settimana dopo mi ha telefonato dicendomi le fatidiche parole " ho preparato un businnes plan".







Nessun progetto galattico, giusto l'apertura di una gelateria a Torino, 25 metri quadrati. Va benino. Si possono reinvestire i soldi in un altro negozio. E  poco tempo dopo in un altro. E un altro.Ed ecco che oggi esistono più di 50 gelaterie Grom sparse nel mondo..........il tipo di cosa che fa pensare a un miracolo, Ma la vera risposta è che la qualità paga sempre.
La gente paga un po' di più e fa la coda nei negozi Grom per avere in cambio tante cose: gelato con meno aria, che lascia la bocca più pulita e meno dolce, si digerisce più facilmente.






Bontà e genuinità dipendono da tante cose che bisogna mettere in conto, come le annate perchè, come l'uva, tutta la frutta vi è soggetta: il mandarino del 2010 è stato inferiore a quello del 2009 perchè è piovuto troppo. Succede.






"E- dice Martinetti- se togli la qualità naturale dei prodotti che usiamo, grandi segreti non ne abbiamo.
Latte, panna, uova, zucchero e farina di carruba. Non ci vuole del genio, bisogna stare lì e mettere più tuorlo o meno tuorlo, più scorza o meno scorza...Annusare, assaggiare, riprovare. Tante, tante, tante volte. Finchè il voto non è altissimo. Altrimenti niente, non si fa.
Di noi dicono che siamo un caso di marketing, io posso solo rispondere che la nostra serietà è totale."
Tra i gusti ne esiste uno che porta il loro nome " Crema Grom".
Sempre Martinelli nel  corso di un'intervista racconta:






" Su quella si è impuntato Federico, voleva un gusto con i biscotti. Allora abbiamo unito crema all'uovo di galline libere, nutrite con biologico, cioccolato fondente di Colombia e paste di meliga, cioè farina di mais macinata a pietra, per essere più granulosa: la prendiamo da un panettiere che sta in provincia di Cuneo.
Ti spiego perchè non usiamo farina di frumento: il biscoto va meglio col gelato, rimane più croccante perchè se hai un mais che è più duro, assorbe meglio l'umidità, e ci sono 5 vecchie cultivar che si chiamano Astico, Marano, Pignolet..."






insomma che dire davanti a tanto amore per il gelato fatto come una volta?
Fate un salto in gelateria, che sia una gelateria Grom però, non ve ne pentirete




(Informazioni tratte da Turing speciale Piemonte.
Foto dal web)

domenica 24 giugno 2012

Pseudo Longino/ L'arte dell'eloquenza




Incontriamo, oggi, lo  Pseudo Longino con il trattato " Del sublime " 
la prefazione del volume è di Nuccio Ordine.



Il trattato " Del sublime ", anonima monografia del I secolo a.C., è,  accanto alla "Poetica " di Aristotele una delle opere più famose e affascinanti che l'antichità abbia lasciato sull'estetica letteraria.
" Il sublime -scrive Longino-  è l'eco di un alto sentire, capace di travolgere il lettore fino a precipitarlo in una  sorta di vertigine."
Ma l'arte di suscitare il sublime è una dote innata o si può apprendere?
Da questa domanda parte un'originale ricerca critica che, esemplificata da una fitta rete di citazioni dai modelli più alti della letteratura antica ( dalla Genesi a Omero, da Saffo a Demostene ), interpreta lo studio della grandezza nella letteratura come educazione alla grandezza tout court: una lezione che sarà, più tardi, alla base dell'estetica preromantica.



" Questo testo viene considerato come uno dei capolavori della critica letteraria, ancora oggi punto di riferimento fondamentale per il dibattito sul sublime."
( dalla prefazione di N.Ordine )

sabato 23 giugno 2012

Immortalità



" Sono il vuoto,
sono tutto ciò che esiste, 
sono in ogni foglia del bosco, 
in ogni goccia di rugiada,
in ogni particella di cenere 
che l'acqua trascina via...
Sono nulla e tutto il resto
in questa vita ed in altre vite,
immortale."
( I.Allende )

venerdì 22 giugno 2012

Apuleio/ Una passione senza tempo




Continuando il nostro piccolo viaggio attraverso i classici latini e greci oggi incontriamo Apuleio con La favola di Amore e Psiche. Il volume presentato dal Corriere della Sera esce con la prefazione di Daniele Piccini



Un uomo fugge via e una donna, aggrappata alla sua gamba come se fosse " una miserabile appendice ",  cerca di trattenerlo.
Culmina in questa scena drammatica il mito di Amore e Psiche, l'antica storia siriana raccontata da Apuleio nelle sue " Metamorfosi ".
Gli ingredienti della favola ci sono tutti: un re, una regina, una figlia bellissima, Psiche,  la gelosia di Venere, l'invaghimento di suo figlio Amore, un'incantesimo, la disobbedienza, la fuga e poi le peripezie necessarie all'agognato ricongiungimento.



" Insieme all'incanto narrativo, la "Favola di Amore e Psiche "  comunica un sentore di mistero, difficile da risolvere in modo univoco. "

"Tutt'uno con il proliferare della materia narrativa della novella è il suo significato nascosto ed inafferrabile ad attrarci verso di essa e insieme quasi a sospingerci verso la sua sostanza originaria.
Il suo segreto è anche la sua molteplice capacità di rinascere."
( dalla prefazione di D.Piccini )

Ho riletto la scorsa settimana questa meravigliosa favola e mi ha incantata, come tanti anni fa quando l'avevo letta per la prima volta, leggetela, o rileggetela, è uno spunto di riflessione bellissimo, e vi regala un momento felice.

giovedì 21 giugno 2012

Orrore, lasciato morire nel catrame!



Un cane cade in un fusto di catrame, la gente chiama i soccorsi e grida allo scandalo ( fa persino delle foto ) ma nessuno lo tira fuori e la bestia muore.
E' successo sabato scorso a Reggio Calabria, nella frazione Sambatello.
Un randagio, di taglia media, probabilmente nella notte di venerdì è caduto in un bidone pieno di catrame saltando da un muretto.
I guaiti hanno attratto l'attenzione di diverse persone che hanno chiamato, invano, le autorità, le forze dell'ordine e la ASL.
Solo dopo diverso tempo un veterinario dell' Asp si è finalmente recato sul posto, ma dopo aver verificato l'assenza del microchip e di un padrone, se ne è andato lasciando la bestiola nella melma.
 Ora la Federazione Italiana  Associazioni Diritti Animali e Ambiente, rappresentata dall'ex ministro Brambilla, ha chiesto l'intervento della magistratura per  individuare i responsabili.
E il governo locale, ora, ha promesso le ispezioni.


Riporto la notizia senza commenti...mi chiedo solo come ci si possa definire un paese civile!


Proprio questa mattina ho telefonato a Villa Panza (Varese ), avrei voluto trascorrere la giornata di domenica prossima nel parco in compagnia di mio marito e dei nostri cani, naturalmente con guinzaglio, museruola e armati di paletta e sacchetto, alla mia domanda se si poteva entrare nel parco con i nostri pelosi mi è stato risposto assolutamente no. 
Scusatemi, lo so che adesso mi renderò antipatica ai più, ma i parchi di queste ville  sono pieni di bambini maleducati con non fanno altro che urlare, correrti tra i piedi, levarti il fiato e annullare la pace che potresti trovare, il più delle volte sono accompagnati da genitori altrettanto maleducati  che se ne guardano bene dall'insegnare ai loro figli il modo in cui ci si comporta e anzi ritengono che a loro , solo perchè hanno i figli, tutto sia permesso.
E poi chi da fastidio è un povero cane?

Ma non solo provate a decidere di passare un domenica in montagna con il vostro cane e scegliete come meta il Gran Paradiso, colle del Nivolet, e da lì pianificatevi una bella passeggiata (sempre con il vostro amico al guinzaglio...) ebbene sappiate che non è possibile: il cane disturba la natura: le moto, la gente che butta a terra cartacce, gli oli solari che sanno di cocco, i bambini che sbraitano no, fanno un gran bene alla natura!


Se la civiltà di una nazione si misura anche dal suo modo di trattare gli animali, sebbene considerando due avvenimenti profondamente differenti, oggi usciamo grandemente sconfitti.

mercoledì 20 giugno 2012

Notte




Vorrei riavvolgere il nastro un po' e tornare ad alcuni giorni fa quando si parlava di insonnia.
Ecco questa è una delle mie notti d'insonnia, quelle in cui nonostante il Miniax in corpo la mente non vuole arrendersi alla "follia dei sogni " ma cerca la follia della notte...






Notte, notti, gente della notte accalcata nelle stazioni o negli aeroporti, stipata in discoteca, in fuga verso paradisi artificiali o in vicoli di vecchie città, gente della notte, gente che scappa,  gente che si cerca, gente che si trova.
Mamme chine su figli che non sai cos'hanno, ansia, figli al capezzale di genitori malati in ospedale, angoscia, uomini e donne che fanno l'amore, uomini e donne che si odiano...sangue, violenza, amore.
Notte..."dolce e chiara è la notte e senza vento..." , " ...le lunghe sere d'estate, il mare i giochi, le fate...la paura e la voglia di essere nudi..." " notti magiche inseguendo un gol sotto il cielo di un estate italiana..."
Notte dei pensieri... la mia notte...in cerca di guai con me stessa, notte di introspezione,notte in cui non voglio, perchè è evidente che sono IO che non voglio, sprecare tempo a dormire...







Notte di dolcezza lui che dorme nel nostro letto, io che voglio vivere che non voglio abdicare al " non è "   del sonno.
Notte di rimpianto...notti di studio lunghe e scure, odore di caffè, fogli che si riempiono di parole  come questa notte.
Notti d'amore...baci, carezze, parole...prima notte d'amore...notti di lacrime, persone che ci lasciano per sempre, che non sono più...,un vuoto tremendo nel cuore, non voglio dormire, anche la perdita di chi amo la voglio sentire fino in fondo.






Notti di profondità intellettuale, chiusi in una stanza tra centro e periferia di Milano a parlare di filosofia fino all'alba, che chissà perchè è sempre livida, una bottiglia di Barolo finita e la consapevolezza che chi studia filosofia certe notti non può dormire ma deve pensare, deve parlare...deve scavare, deve farsi male.
Notti in riva al mare...potrebbe anche non venire più domani...va bene così...notti di burrasca, il vento che soffia intorno alla casa, tempeste di neve nella mente e nel cuore...notti dolci, calme, profonde.
Notti di angoscia morale di ricerca di me sotto strati dettati da " ciò che bisogna apparire ", notti di rabbia, notti di gioia.
Preziosa solitudine della notte in cui senti solo il rumore dei pensieri che come cavalli selvaggi corrono nella mente e si sopraffanno uno con l'altro, notti di ricordi, notti di propositi.
Notte della creazione....
Notte dei rumori, cantano i grilli questa notte, altre notti il rumore del silenzio che qui spesso si tinge del bianco della neve.






Notti, notti intere a chiedersi e a rispondersi, notti ad "illuminarsi d'immenso" perchè niente ti disturba  e sola con te stessa finalmente qualche risposta te la dai ...o semplicemente ti poni  nuove domande che, però, sei certa,  saranno illuminanti e ti faranno divertire per altre infinite notti.
Notti in cui vorresti cercare qualcuno che sia come te, ma poi lo sai che non c'è nessuno come te, perchè tu sei tu e quell'altro che ti assomiglia così tanto è altro da te.






Notti in cui vorresti qualcuno completamente diverso da te, ma sai già che quell'altro  che è così diverso e lontano da te infine è proprio come sei tu e ti assomiglia troppo.
Notti in cui ti vuoi bene così come sei, con una ridda di pensieri in testa,con il nido comodo di casa tua, seduta al tavolo della cucina con una tazza di tisana tra le mani e il rassicurante rumore bianco del frigorifero che si accende e si spegne.
Notti in cui faresti una follia e ti vorresti diversa magari senza troppi SE e troppi MA , notti di festa in cui ti sei divertita, amici...parole...champagne...
Notti di guerra, sangue e bombe, urli, paura, morte e tu impietrita davanti alla televisione...






Notti di pace, nella calma rassicurante della sua casa sul mare, una donna alla finestra si accende l'ultima sigaretta  e guarda il cielo e le stelle prima di andare a dormire.
Certe notti sono così...certe notti in cui ti godi quella solitudine  che di giorno non c'è mai, quel mistero che di giorno non ti circonda, certe notti in cui non dormi e non vorresti che venisse mai mattino perchè tu stai conoscendo, stai imparando la notte, stai imparando te.
Notti in cui si vede chiaro molto più che sotto la luce del sole che ci confonde e illumina, sì,  ma in modo differente tutte le cose, di notte tutto è sullo stesso piano.
Notti di pensieri confusi...che di giorno non riesci a formulare...di notte li lasci venire avanti così in ordine sparso, come si presentano un po' sgomitanti e rotolanti uno sull'altro....
Notti in cui parli di Dio con Dio e forse Dio ti ascolta anche un po' di più, notti in cui parli dell'Amore con Amore e forse Amore ti capisce un po' di più, notti in cui parli del Pensiero con il Pensiero e forse il Pensiero ti confonde un po' di più...notti di tortura, ma notti in cui sei viva.






Notti di stravizio fatte di barattoli di cioccolata Novi , perchè tanto è notte...e di notte  mica ingrassi,
notti in cui piangeresti fino a prosciugarti perchè non ne puoi più di tutto e non sai nemmeno tu il perchè.
Notti di preghiera, perchè senza un Dio che le dia un senso che vita è? A che cosa servirebbe?  Ma, davvero, dove staremmo andando, noi, i nostri giorni, le nostre notti, i nostri pensieri?
Notti in cui guardi le stelle e ti senti sicura che due di quelle stelle sono chi hai perso...e non sei sola.
Notti in cui la solitudine la fa da padrona in modo cattivo, notti in cui balli sotto la pioggia a piedi nudi per quanto sei felice.






Notti di rimpianto, notti di promesse, notti in cui il mondo lo vedi capovolto e allora trovi una risposta...che ti crea altre 1000 nuove domande. Ma senza queste domande, senza queste risposte che vita sarebbe?
Notti di rabbia con il cuore offuscato da angoscia, incomprensione. Notti con il sole nel cuore perchè comunque, alla fine nella vita qualche cosa di buono l'hai dato e qualche cosa di buono l'hai avuto.
Notti di meditazione..., a questo mi servono queste notti insonni, a pensare a tutte le notti possibili così diverse e così uguali alle mie...
Notti...



martedì 19 giugno 2012

Piccole cose



" Amo tutte le cose
non solo quelle supreme
ma anche quelle infinitamente 
piccole.
( Neruda )

lunedì 18 giugno 2012

La battaglia degli Aborigeni contro la scalata di Ayers Rock



Di Sergio De Benedetti, Libero del 17 maggio 2012

Recentemente gli Aborigeni d'Australia, e più precisamente i proprietari tradizionali "Anangu" del National Park Uluru- KataTjuta  ( Patrimonio  dell'Umanità sotto l'egida dell'Unesco ), hanno inoltrato una pressante richiesta all'autorità di Darwin, competente per territorio, affinchè vengano presi adeguati provvedimenti per impedire che i turisti salgano in gran numero sul monte Uluru ( o Ayers Rock ), considerato l'alto valore religioso e spirituale che gli stessi Anangu attribuiscono all'ascesa del monte, vero banco di prova per gli indigeni adolescenti nel passaggio all'età adulta.








Nel novembre 2006 ho avuto la possibilità di effettuare un viaggio di tre settimane in Australia. E' stato un viaggio entusiasmante. Tra le molteplici meraviglie di questo straordinario Paese, la montagna sacra di Uluru  è stata la località che ricordo con maggior suggestione non solo per l'improvvisa folgorante apparizione ma anche per i colori iniziali del mattino, l'intensità durante il giorno e la magnificenza del tramonto.




Si va' infatti, dal buio più totale prima del sorgere del sole al lilla che poi si fa arancione e dopo un po' rosso brillante, stabilizzandosi in seguito sul granata carico per poi, al tramonto, ripetere a ritroso le stesse colorature fino a tornare al buio, rischiarato però , qualche attimo dopo, dalle stelle




Uno spettacolo indescrivibile, fantastico, che resterà impresso per sempre.
Ricordo l'arrivo da Alice Springs la sera prima, l'incredibile risveglio in piena notte per farsi trovare lì prima del primo raggio di sole.




Roccia monolitica di arenaria del periodo geologico denominato cambriano, dal nome conferitogli dal geologo inglese Adam Sedgwick , alto 436 metri e con una circonferenza di circa 9 km., il monte Uluru venne scoperto nel 1872 dall'esploratore inglese Sir Ernest Giles, ma tutta l'area era sacra agli Aborigeni da migliaia di anni prima.




Nel novembre 1983, a seguito di un referendum, la zona è tornata di proprietà degli abitanti originari. Nel corso del tempo i rengers del Parco ( ragazzi e ragazze di stirpe Anangu  che hanno frequentato la scuola e si sono perfezionati come guardie forestali ) hanno cercato inutilmente di far desistere i turisti dal salire sul monte per non mortificare la popolazione che vede l'Uluru solo come un luogo sacro cui si accede esclusivamente per  celebrare i riti tribali.

















Tutto inutile: il fascino, il magnetismo di questa montagna e la consapevolezza di molti che vedranno Ayers Rock una sola volta nella vita, spingono tanti ad ignorare l'appello. Ora , però, la richiesta alle autorità: basta, imponete il percorso a piedi intorno alla montagna per i più avventurosi, ovvero con pulmini attrezzati per chi ha difficoltà motorie o semplicemente preferisce non camminere, al limite organizzate voli con elicotteri-navetta per vedere l'Uluru dall'alto, anche più ecologicamente con alianti, ma eliminate le ascese a piedi, oltretutto pericolose per i turisti che spesso affrontano la traversata senza equipaggiamento e senza la benchè minima preparazione atletica".


























( fotografie dal web )

Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")