lunedì 29 settembre 2014

Vacanza in Valle d'Aosta / Il passo del Gran San Bernardo






La prima escursione durante la nostra vacanza in Valle d'Aosta è stato il Colle del
Gran San Bernardo, desideravo già andarci lo scorso anno poi la stagione era troppo avanzata
ed il colle chiuso e quindi abbiamo rimandato a quest'anno.






In realtà io ci tenevo tanto ad arrivare fin quassù per vedere i cuccioli di San Bernardo
ma purtroppo i cuccioli non c'erano, c'era solo qualche cane adulto che, così, rinchiuso nelle
gabbie mi ha fatto anche pena






Vi lascio con qualche bella immagine di questa meravigliose montagne
e di questa prima giornata di vacanza.































































sabato 27 settembre 2014

Oriana Fallaci / Intervista con la Storia




Gli anni Sessanta e Settanta vedono Oriana in prima linea sui fronti più caldi del mondo: il Vietnam, piazza delle Tre Culture a Città del Messico, Detroit sconvolta dalla rivolta dei neri, la terribile guerra indo-pachistana, la resistenza greca al regime dei Colonnelli, il Medioriente e il Sudamerica.
La Fallaci giornalista è ovunque, e come un tarlo fa di tutto per vivere «dentro la Storia. Vivere la Storia nell’attimo stesso in cui essa si svolge. Testimoniare le nefandezze della guerra e le porcherie della pace». 
Per capirne i meccanismi più segreti incontra e intervista senza sconti tutti i politici più in vista – e di conseguenza più intoccabili – del mondo, i personaggi «che avendo vinto la lotteria del potere decidono il nostro destino».







Dal capo della CIA William Colby a Yassir Arafat, dall’intervista contestatissima in cui il consigliere della sicurezza statunitense Henry Kissinger avrebbe affermato – e poi negato – di sentirsi come «un cowboy solitario» alla guida dell’America e del mondo, a quella all’Iman Khomeini, in cui Oriana si tolse polemicamente il chador definendolo «stupido cencio da medioevo»: passando per l’incontro con il generale Giap, Pietro Nenni, Golda Meir, il suo compagno Alekos Panagulis, Ali Bhutto, Hussein di Giordania, Nguyen Van Thieu, Indira Gandhi e tanti altri, la tenacia e la passione della Fallaci danno vita a documenti eccezionali che condannano spietatamente il potere, spronando alla disubbidienza e a un’incondizionata lotta per la libertà.






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Per conoscerlo un po'



" Questo libro non vuol essere qualcosa in più di ciò che è: vale a dire una testimonianza diretta su ventisei personaggi politici della storia contemporanea. Non vuole promettere nulla in più di ciò che promette: vale a dire un documento a cavallo tra il giornalismo e la storia. Però non vuole presentarsi nemmeno come una semplice raccolta di interviste per gli studiosi del potere e dell’antipotere. Io non mi sento, né riuscirò mai a sentirmi, un freddo registratore di quel che ascolto e che vedo. Su ogni esperienza professionale lascio brandelli d’anima, a quel che ascolto e che vedo partecipo come se la cosa mi riguardasse personalmente o dovessi prender posizione, (infatti la prendo, sempre, in base a una precisa scelta morale), e dai ventisei personaggi non mi recai col distacco dell’anatomista o del cronista imperturbabile. Mi recai oppressa da mille rabbie, mille interrogativi che prima di investire loro investivano me stessa, e con la speranza di comprendere in che modo, stando al potere o avversandolo, essi determinano il nostro destino. Per esempio: la storia è fatta da tutti o da pochi? Dipende da leggi universali o da alcuni individui e basta?
È un vecchio dilemma, lo so, che nessuno ha risolto e nessuno risolverà mai. È anche una vecchia trappola in cui cadere è pericolosissimo perché ogni risposta porta in sé la sua contraddizione. Non a caso molti rispondono col compromesso e sostengono che la storia è fatta da tutti e da pochi, che i pochi emergono fino al comando perché nascono al momento giusto e sanno interpretarlo. Forse. Ma chi non si illude sulla tragedia assurda della vita è portato piuttosto a seguire Pascal quando dice che, se il naso di Cleopatra fosse stato più corto, l’intera faccia della terra sarebbe cambiata; è portato piuttosto a temere ciò che temeva Bertrand Russell quando scriveva: «Lascia perdere, quel che accade nel mondo non dipende da te. Dipende dal signor Krusciov, dal signor Mao Tse-tung, dal signor Foster Dulles. Se loro dicono “morite” noi morremo, se loro dicono “vivete” noi vivremo». Non riesco a dargli torto. Non riesco a escludere insomma che la nostra esistenza sia decisa da pochi, dai bei sogni o dai capricci di pochi, dall’iniziativa o dall’arbitrio di pochi. Quei pochi che attraverso le idee, le scoperte, le rivoluzioni, le guerre, addirittura un semplice gesto, l’uccisione di un tiranno, cambiano il corso delle cose e il destino della maggioranza.
Certo è un’ipotesi atroce. È un pensiero che offende perché, in tal caso, noi che diventiamo? Greggi impotenti nelle mani di un pastore ora nobile ora infame? Materiale di contorno, foglie trascinate dal vento? E per negarlo abbracci magari la tesi dei marxisti secondo cui tutto si risolve con la lotta di classe: la-storia-la-fanno-i-popoli-attraverso-la-lotta-di-classe. Però presto ti accorgi che la realtà quotidiana smentisce anche loro, presto obbietti che senza Marx non esisterebbe il marxismo (nessuno può dimostrare che, se Marx non fosse nato o non avesse scritto Il capitale, John Smith o Mario Rossi l’avrebbero scritto). E sconsolato concludi che a dare una svolta anziché un’altra son pochi, a farci prendere una strada anziché un’altra son pochi, a partorire le idee, le scoperte, le rivoluzioni, le guerre, a uccidere i tiranni son pochi. Ancor più sconsolato ti chiedi come siano quei pochi: più intelligenti di noi, più forti di noi, più illuminati di noi, più intraprendenti di noi? Oppure individui come noi, né meglio né peggio di noi, creature qualsiasi che non meritano la nostra collera, la nostra ammirazione, la nostra invidia? "









mercoledì 24 settembre 2014

Le tre teste di Modì




Basti pensare a Han Van Meegeren, il più grande falsario della storia,
in grado di riprodurre alla perfezione  i capolavori di Vermeer e di riuscire a venderli
a collezionisti rapaci quali Himmler e Goering. Quando nel dopoguerra fu processato 
per collaborazionismo per aver venduto tele inestimabili ai gerarchi nazisti, Van Meegeren
si discolpò dipingendo davanti ai giudici uni stupendo " Gesù tra i Dottori " nello stile inconfondibile del maestro olandese.






Nulla di strano dunque che a patacche più recenti, i clamorosi falsi Modigliani, le tre
sculture di volti di donna rinvenute nell'estate 1984 nel Fosso Reale di Livorno,
sia stata dedicata una mostra in Fortezza Vecchia che si è chiusa il 14 settembre e che ha 
riscosso un notevole successo.







Le tre teste false di Modì ne fecero cadere una vera, metaforicamente parlando:
quella di Vera Durbè, all'epoca conservatrice dei musei civici livornesi e
direttrice del museo di Villa Maria, dove nel maggio del 1984 si innaugurò la sensazionale
mostra che avrebbe dovuto celebrare il centenario della nascita di Amedeo Modigliani






Mi piace riassumere qui la storia di questa burla e contare, oltre alle teste cadute,
anche le facce perse, soprattutto di venerati critici d'arte che si affrettarono ad autenticare
le grottesche sculture realizzate dai burloni. Prima di tutto, chi erano questi ultimi?






Come i tre moschettieri erano quattro, tutti studenti universitari:
Pietro Luridiana,Francesco Ferrucci, Michele Gherarducci, Michele Genovesi,
che però si smarcò presto dalla vicenda.  Per inciso, alla mostra inaugurata dal neo sindaco Nogarin
c'erano quasi tutti i falsari, oggi affermati professionisti. (Ferrucci, ad esempio, è oncologo, vicedirettore
del settore melanomi della Ieo, con Umberto Veronesi ).






L'idea venne loro quando nel luglio del centenario lessero sul diffusissimo
settimanale Gente l'annuncio della curatrice della mostra, Vera Durbè,  che si 
sarebbe provveduto a dragare i fossi livornesi all'inseguimento delle leggendarie quattro
sculture che Modì, insoddisfatto quanto Michelangelo davanti al Mosè, avrebbe buttato in acqua.






Una fola che la dottoressa Durbè aveva tirato fuori dal cilindro per risollevare 
le sorti della mostra, carente di opere: solo 4 sculture su 26 riconosciute di Modigliani.
L'idea di setacciare i fossi avrebbe creato il giusto clamore per riaccendere l'attenzione del pubblico,
otre a fornire un giallo estivo a sfondo artistico.






Naturalmente il Diavolo, nella persona dei quattro burloni, e di un quinto rincalzo,
l'artista fallito ( ma non senza talento ) Angelo Froglia, ci mese la coda.
Le ricerche godono addirittura della copertura televisiva, e dell'uso di una draga progettata appositamente.
E un bel giorno, il 24 luglio per la precisione,  Eureka!, sotto gli occhi dei livornesi e
delle telecamere viene a galla la così detta Modì 1, cioè la prima testa di donna.






E l'entusiasmo cresce ancora quando la draga recupera altre due teste,
Modì 2 e Modì 3. Tre sculture di Amedeo Modigliani recuperate dai fossi livornesi:
la leggenda dunque era vera, un evento di portata storica per l'arte mondiale.






Dalle stelle alle stalle: i primi a dichiararsi sono Luridiana, Ferrucci  e Ghelarducci,
che si presentano a Panorama con le foto di Modì 2  prima di gettarla nel fosso,
uno scoop in cambio di 10.000.000 di lire. Vera Durbè, pateticamente, ribatte ostinata che
la loro affermazione non vale nulla: e quelli rifanno Modì 2 in diretta TV, con il trapano
Black e Decker ( che sfrutterà la vicenda con uno slogan " E' facile essere bravi con Black e Decker ".






Poi il grande critico Federico Zeri, che a differenza degli svergognati Giulio Carlo Argan
e Cesare Brandi, aveva fin da principio screditato le teste, invita, sempre in TV,
l'artefice di Modì1 e Modì 3 a palesarsi. A settembre il quinto falsario esce allo scoperto:
è Angelo Froglia, pittore povero in canna, un Modigliani in sedicesimo, donnaiolo, con il
vizietto dell'eroina, che spiega il suo gesto come un attacco alla società dei consumi e dei media
che ha inquinato la purezza dei valori artistici.






Nel mezzo della farsa, un evento luttuoso: la morte, tre giorni dopo il primo " ritrovamento "
di Jeanne Modigliani, la figlia di Amedeo che era stata emarginata da Vera Durbè
perchè in disaccordo sull'attribuzione di alcune opere al padre.






Ma la storia non è finita: a febbraio è cominciato a Roma il processo a carico
di Christian Parisot, presidente dell'archivio Modigliani, accusato di aver autenticato
e venduto opere false.
Dopo trent'anni continuano ad emergere patacche dai fossi





( immagini dal web )
( Fonte Libero )



















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lunedì 22 settembre 2014

Colazioni al Quart de Lune





Sono una che non torna....per quanto un posto mi sia piaciuto, per quanto io sia stata bene
preferisco non tornare e provare posti nuovi...
Ma il B&B Quart de Lune di Quart ( AO ) di cui vi ho parlato a lungo QUI 
mi ha rubato il cuore e così per le nostre vacanze di Settembre abbiamo deciso di tornarci.






Sempre splendida la casa curata fino nei minimi particolari, quest'anno arricchita 
dall'importante Albero Genealogico dipinto sulla parete dell'ingresso e sempre
calorosa l'accoglienza della Signora Emanuela e del suo " cucciolone " Parsifal.






Come lo scorso anno siamo stati benissimo e anche i nostri quattro zampe
sono stati accolti nel migliore dei modi e sono ritornati a casa con tanti vizietti in più.
Quest'anno Emanuela ha concentrato la sua attenzione sulle colazioni sfoggiando belle
tovaglie ricamate a punto croce e arricchite con pizzo veneziano oppure dallo 
sfilato siciliano, delicate porcellane finemente decorate e scintillanti porta dolci.















Ogni mattina sulla tavola la golosa marmellata di mirtilli e pesche
da gustare con il burro di montagna spalmato sul pane nero reso irresistibile
dall'uva i fichi e le noci abbondantemente sparsi al suo interno.






Le eleganti cupole nel cui interno erano disposti piccoli, deliziosi biscotti










Non mancava mai il miele profumatissimo e l'alzatina di frutta fresca










Ma il vero tocco di classe quest'anno era dato dalla piccola pasticceria " alla francese "
preparata ogni giorno dalla Signora Emanuela...ogni giorno un dolce diverso ,
sempre freschissimo e goloso...






E così via via abbiamo assaggiato le favolose ricottine con i petali di rosa...






Le stupende tortine di nocciole...






Ci siamo fatti conquistare dalle piccole crostate di amarene...






...e coccolare dagli squisiti dolcetti ripieni di crema Gianduia ( quella vera...)






...e ancora, ci siamo fatti intenerire dalle crostate di mele...come quelle di una volta...







Poi, così addolciti, partivamo per le nostre escursioni in montagna,
ogni sera la Signora Emanuela mi aspettava con la sua eccellente selezione di thè e
per una piacevole chiacchierata. Come già lo scorso anno per noi è stato un soggiorno
splendido, in una casa da sogno con una signora sempre disponibile a fornire informazioni
e consigli affinchè le nostre giornate fossero vissute al meglio






Questo post è dedicato ad Emanuela
con il nostro grazie per averci fatto vivere, ancora una volta, una favola.






Per altre informazioni su questo B&B leggi anche Quart de Lune
















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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")