sabato 31 marzo 2012

Aristofane/ La satira contro i sapienti



Oggi , volume 10,  Aristofane, autore che, secondo me, e molto difficile da leggere e, probabilmente,  è anche difficile da mettere in scena. Qui lo incontriamo in "Le  nuvole" e la prefazione è di Franco Cordelli.

" Il vecchio contadino Strepsiade passa notti agitate tormentato dai debiti contratti dal figlio, scialacquatore con la passione per i cavalli. Per trasformarsi in un  invincibile parolaio r non pagare i creditori, decide di rivolgersi a un maestro che gli insegni ad avere ragione anche se è in torto.
E questo maestro altri non è che  l'intellettuale più famosa e discusso del momento: Socrate, che l'irresistibile e impietosa parodia che Aristofane trasforma in un cialtrone losco e seducente.
Dopo una scoppiettante successione di trovate, la commedia si chiude con un finale amaro che lascia tutti beffati e punisce  imbroglioni e imbrogliati, disonesti ed aspiranti truffatori."

" Dietro il palese attacco ai nuovi filosofi, di per sè scontato, si deve leggere la presa in giro dell'ateniese medio, l'uomo del popolo che ciecamente si offre quale vittima sacrificale, ma anche come incendiario (come criminale) , agli arbitri della nuova cultura."
( dalla prefazione di F.Cordelli)

venerdì 30 marzo 2012

Mattinata fiorentina...e pensieri leggeri

E' Primavera...svegliatevi bambine,
alle Cascine Messer Aprile fa il rubacuor.
E a tarda sera,  madonne fiorentine,
quante forcine si troveranno sui prati in fior.




Fiorin di noce,
c'è poca luce ma tanta pace, 
fiorin di noce, c'è poca luce,
fiorin di brace, 
madonna Bice non nega baci,
baciar le piace, che male c'è?




E' Primavera...svegliatevi bambine,
alle Cascine Messer Aprile fa il rubacuor
E' Primavera...che festa di colori!
madonne e fiori tentaste il genio 
di un gran pittor,
e allora, a sera, fiorivano gli amori,
gli stessi amori che adesso intrecciano
i nostri cuor.




Fiorin dipinto
si amava tanto nel quattrocento,
fiorin dipinto, si amava tanto;
Fiorin d'argento,
madonna Amante, le labbra tinte
perfin dal vento si fa baciar!
E' Primavera...che festa di colori!
madonne e fiori trionfo eterno di gioventù.





Avevo voglia di essere un po' leggera e cosa c'è di meglio che canticchiare questa canzone, quella che di solito si canta facendo le pulizie di Pasqua? E non vi sembra di immaginarvelo questo Messer Aprile, vestito di tutto punto con cappello a larghe falde e cappa in seta gialla, che passeggia per Firenze donando fiori a queste madonne che io mi immagino elegantemente vestite e molto corteggiate? Io la trovo un'immagine simpatica...un po' scanzonata e malandrina che fa sorridere e fa venire voglia di spalancare le finestre, di respirare aria fresca a pieni polmoni, di riempirsi gli occhi di colori e di lasciarsi avvolgere dai dolcissimi profumi dei fiori primaverili...è primavera, svegliatevi bambine...!  


( Benvenuta a Federica Scotti che si è unita ai miei lettori fissi e che non ho altro modo di contattare)

giovedì 29 marzo 2012

Plutarco/ La virtù del buon governante



Oggi. in edicola, la nona uscita de " I classici del pensiero libero/ greci e latini" il volume è "Consigli politici" di Plutarco con la prefazione di Luciano Canfora.

" Oltre che delle celeberrime "Vite parallele", Plutarco è autore di oltre ottanta scritti che, accanto a temi filosofico-etici, toccano ogni aspetto del sapere antico, raccolti sotto il titolo complessivo di " Moralia".
Da questo corpus è stata selezionata un'antologia di scritti politici. Plutarco non dà consigli su come conquistare il governo, ma su come gestirlo nell'interesse esclusivo della collettività.
E in quest'ottica ciò che appare prioritario è la formazione culturale e morale dell'uomo di Stato, che deve essere politicamente esperto, tecnicamente preparato ad assolvere i propri compiti e soprattutto di altissima integrità: " perchè non è possibile che chi è ignorante insegni, che chi non è equilibrato possa dare equilibrio nè governare chi non ha in sè governo."


" L'impegno politico-cittadino di Plutarco rappresenta bene la coscienza di sè, e dei propri limiti sul piano politico, dei gruppi dirigenti delle città del mondo greco dominato ormai stabilmente da Roma ed aspiranti ad un condominio ( per lo meno intellettuale ) del grande "orbe " romano."
( dalla prefazione di L.Canfora)

mercoledì 28 marzo 2012

Amore



" Starete insieme quando le bianche
ali della morte disperderanno i vostri
giorni.
Sì, starete insieme anche nella memoria
silenziosa di Dio.
Ma che ci siano spazi nel vostro stare
insieme
e che i venti del cielo danzino
tra voi."
( Gibran )



martedì 27 marzo 2012

Quando l'Italia mandava la flotta contro gli USA

Marchese Antonio di Rudinì


" Adesso sembra che ci facciamo dare schiaffi da tutti, ma 121 anni fa stavamo per invadere gli Stati Uniti. Che, è vero erano già un colosso economico, ma non ancora militare. I cittadini americani, erano sì maniaci delle armi fino a inserire il diritto di portarle nella stessa Costituzione; ma diffidenti delle divise, e assolutamente contrari all'idea di pagare tasse a esercito e marina. Ma il 15 marzo 1891 a New Orleans una folla di seimila persone inferocite diede l'assalto al carcere  e linciò 11 detenuti di origine siciliana. Membri del clan Matranga: una cosca mafiosa da tempo in lotta con la famiglia dei Provenzano, che dopo essere stati accusati di aver ucciso il capo della polizia David Hennessy, venduto alla cosca rivale, avevano comprato dalla giuria una scandalosa assoluzione. Il New York Time diede ragione a chi aveva scatenato la caccia all'italiano, ma il 3 aprile il marchese Di Rudinì, presidente del Consiglio e per giunta siciliano come le vittime, richiamò il nostro ministro a Washington, dichiarando contemporaneamente " persona non grata" il rappresentante statunitense a Roma, Poeker.
Gli stessi giornali americani che avevano plaudito al linciaggio titolarono a lettere di scatola: " l'Italia dichiara guerra agli Stati Uniti".





Corazzata Enrico Dandolo
Dopo l'umiliazione di Lissa, infatti, il nostro Paese aveva avviato un programma di riarmo navale imponente. Tra il 1880 e il 1882 erano entrate in squadra le corazzate Caio Duilio ed Enrico Dandolo, le due nevi più moderne e potenti del mondo, praticamente inaffondabili da altre navi da guerra dell'epoca. Punta di diamante di una flotta di 72 navi, di cui 16 da battaglia. La U.S.Navy, con le sue 4 patetiche unità, non aveva la minima possibilità di impedire alla Regia Marina di ridurre New York a un cumulo di macerie.
Letteralmente terrorizzato il presidente Harrison chiese allora scusa, e non potendo mettere sotto processo tutte le migliaia di cittadini che avevano preso parte al linciaggio pagò 125.000 lire di indennizzo ai familiari delle vittime.


Corazzata Caio Duilio


Ma la paura fu tanta che il Congresso si decise finalmente ad approvare gli stanziamenti per costituire una marina degna di questo nome: che sette anni dopo sconfiggerà la Spagna  darà inizio alla super potenza americana.
( Maurizio Stefanini/  tratto da Libero)

Nastro giallo



Un appello per riportare a casa al più presto i nostri due marò trattenuti in India.


lunedì 26 marzo 2012

Emily Dickinson



L'incertezza è più ostile della morte.
La morte, anche se vasta,
E' soltanto la morte e non può crescere.
All'incertezza invece non v'è limite,
Perisce per risorgere
E morire di nuovo,
E' l'unione del Nulla
Con l'Immortalità.
( E.Dickinson)

domenica 25 marzo 2012

Lotteria della vergogna: vinci la licenza di uccidere un capriolo




Leggo su Libero e, restando senza parole, riporto questo fatto di grandissima inciviltà.




" Vinci la lotteria? In  Trentino hai licenza di uccidere un capriolo. E' polemica sulla riffa organizzata dall'associazione cacciatori, che hanno messo in polio il diritto di abbattere animali selvatici. Accade nella riserva di Ronzo Chienis. Dire che la lotteria è sempre piaciuta a tutti è banale. Che finora abbiamo etichettato il vincitore come "il più fortunato", è obsoleto.
Ma mettere sullo stesso piano fotocamere, viaggi, voucher di vini e buoni soggiorno con la morte di un animale crea indignazione.




" Caprioli & Co non si possono mettere in palio come una torta o un vaso di marmellata fatti in casa", dice Roberto Bombarda, consigliere provinciale che ha segnalato il fatto al Servizio foreste e fauna della provincia di Trento, insieme alle associazioni Empa del Trentino a Flama d'Anaunia, chiedendo accertamenti per verificare se ci sia stato un illecito e la sospensione dell'iniziativa organizzata dall'Associazione cacciatori della riserva.




Intanto c'è chi , tra una settimana, ha già messo in palio il diritto di abbattere un camoscio o un cinghiale.
E' quanto le Cacciatrici Trentine hanno in programma per movimentare l' Expo Caccia e Pesca a Riva del Garda".
Ma qui è già insorta la Lega antivivisezione e l'assessore all'ambiente di Riva del Garda, Renza Bollettin, che chiede agli organizzatori di sostituire i premi, " anche per rispetto della sensibilità della stragrande maggioranza della popolazione, in particolare dei bambini". E degli animali."
( Roberta Maresci Libero del 24/03/2012)



E poi ci definiamo un Paese civile!








sabato 24 marzo 2012

Platone/ La forza dell'amore



Oggi incontriamo per la seconda volta Platone questa volta con il "Simposio",  mi piace tantissimo una delle opere filosofiche che amo più leggere e rileggere. La collana del Corriere la presenta con la prefazione di Eva Cantarella.


"Il clima di questo celebre dialogo è quello festoso di una cena tra intellettuali, amici e discepoli di Socrate.
L'argomento di cui si parla è l'amore, che i discorsi dei commensali delineano nelle sue forme più svariate: amore celeste e amore volgare, amore come come composizione armonica degli opposti,come ardore di educazione, come principio ispiratore delle arti e delle scienze.
Ma l'approdo più alto è nelle parole di Socrate. Amore è una sorta di demone, nato dalle nozze di Ingenio e Povertà. E' bisogno e inquietudine, desiderio e tensione inesausta, attrazione per le belle forme sensibili.
E' impulso elementare e cosmico che culmina nella filosofia, amore di sapienza e verità!"



"Il simposio era un'esperienza che nella vita delle società aristocratiche rappresentava e riproduceva il modello dell'etica sociale dei greci: nessun ascetico distacco dai piaceri, ma neppure una frustrante. Anche nel bere, L'ideale greco era la misura."
(dalla prefazione di E.Cantarella)

venerdì 23 marzo 2012

Cielo


" Friabili, fluenti, rocciose, infuocate ed eteree,
distese del cielo,
briciole di cielo, folate e cataste di cielo. "
( W. Szymborska  )

giovedì 22 marzo 2012

Eschilo/ La sfida agli dei

Ed eccoci arrivati alla settima uscita de "I classici del pensiero libero/ greci e latini" ed incontriamo Eschilo con "Prometeo incatenato" con prefazione di Edoardo Boncinelli.

" Quello di Prometeo si direbbe il mito per eccellenza: il più fecondo, il più segreto, forse il più rappresentativo della cultura occidentale.
In questa tragedia, una delle più suggestive e originali del teatro greco, il titano Prometeo compare in scena incatenato tra le rocce del Caucaso, orribilmente torturato dall'aquila di Zeus. Punito per aver rubato il fuoco agli dei e averlo donato agli uomini, Prometeo tuttavia conosce la segreta profezia sul futuro del regno di Zeus: in cambio del terribile segreto il dio gli promette la libertà."

" Prometeo è un titano, una divinità primigenia figlia del cielo e della terra. Eppure noi lo viviamo come uno di noi -nel suo strenuo coraggio e nella sua sostanziale impotenza- e nel tempo è divenuto il simbolo più vivo della lotta dell'uomo per emanciparsi dai decreti della natura"
( dalla prefazione di E.Boncinelli )

mercoledì 21 marzo 2012

Grazie Diana!


Grazie Diana per il premio " Blog Rilassante" 
ne sono orgogliosa e sono felice di donare, 
con questi piccoli scritti, un momento di serenità
a chi mi segue

martedì 20 marzo 2012

Sogni


"Cantavano come non sanno cantare
che i sogni nel cuore,
che cantano forte
e non fanno rumore."
( G.Pascoli)

Buona Primavera a tutti i miei lettori!

lunedì 19 marzo 2012

Momenti



" Ci sono momenti nella vita che hanno un posto nella memoria
solo per il ricordo del sentimento che li ha riempiti fino a traboccare
e per pochi particolari sparsi;
ci si ricorda,  tutt'al più,  con chi lo si è condiviso, 
ma non si vede la sua immagine; 
non si ha memoria nè delle parole nè dei gesti scambiati
e nemmeno se vi furono  veramente degli scambi."
( da "Il passo lento dell'amore" H.Bianciotti)

domenica 18 marzo 2012

I nostri cari amici a quattro zampe...è bello ritornare a casa!


Oggi abbiamo ricevuto dai nostri amici di Sassello, persone davvero stupende, conosciuti durante una vacanza nelle "montagne del mare" (eravamo ospiti nel loro B&B) queste bellissime e simpaticissime fotografie...non potevo non condividerle con i miei lettori per sorridere un po' insieme... Guardate





























venerdì 16 marzo 2012

La favola del cavallo cieco



Quando ho iniziato questo blog mi sono riproposta di raccontare anche le piccole storie, spesso drammatiche, dei nostri amici animali e questa è una storia talmente commuovente che mi sembra bello raccontarla per prima.

Da Libero del 15/03/2012

" Non vede ma percepisce ogni cosa. I suoi occhi interiori gli hanno permesso di scoprire il mondo in modo eccezionale.
Lui non ha bisogno di vedere cosa c'è intorno a sè. Lo sa e basta. Ha imparato a conoscere Federico, suo amico e allenatore, sa capire quando è triste e quando è felice, quando è il momento di giocare e quando di trottare.
Laghat (questo è il nome del cavallo), Federico lo riconoscerebbe tra mille persone, e conosce bene quel legame unico che soltanto i grandi amici sanno costruire. Lo sente quando sta per arrivare, prima ancora che si avvicini. Questo è il mondo anomale. Gli animali possiedono delle antenne sensibilissime che vanno oltre la vista. Laghat è un cavallo di nove anni, cieco dalla nascita a causa di una micosi.. E forse per necessita ha sviluppato all'ennesima potenza tutti gli altri sensi



Ho sempre pensato agli animali come a esseri misteriosi che sanno più di quello che esprimono con le loro mille manifestazioni che mi stupiscono ogni giorno. Spesso si dice: gli manca solo la parola. A Laghat invece manca la vista, almeno clinicamente. Ma questo non gli impedisce di essere uno straordinario purosangue che corre, gareggia, stacca gli avversari e vince. Proprio così.  Vive e si allena a San Rossore,a  Pisa, nato con la competizione dentro. Ha già portato a casa diciannove vittorie in cinque anni e una lunga serie di piazzamenti in giro per l'Italia.
Laghat ha un dono, una " luce dentro" come dice il suo amico, proprietario e fantino, Federico. " Riesce ad orientarsi perfettamente in pista, non ha alcun problema a stare in gruppo con gli altri cavalli." Neanche Federico, che passa le giornate con lui, riesce a capire come sia possibile: "Avrà un sesto senso che gli consente di evitare contatti e scontri con gli altri cavalli; di certo posso dire di non avere mai avuto problemi a guidarlo, mi segue, anzi risponde perfettamente ai comandi.".

Laghat è un cavallo fortunato invece che in un box vive in un capanno attrezzato a San Rossore, dove si allena insieme alla compagna, una bella cavalla grigia. " E quando torna arrabbiato dopo una gara andata male spesso se la prende con lei". La cavalla. Certo non con Federico l'amico che lo sostiene da sempre. Tra cavallo e fantino c'è l'umiltà consapevole che tutto dipenda da una collaborazione, da un'alleanza, al di là di ogni presunzione. Una fedeltà reciproca. Federico dimostra di aver riposto grande fiducia in questo cavallo su cui nessuno avrebbe scommesso. Con amore e dedizione lo ha educato con la consapevolezza  che non si impone la propria volontà al cavallo e che fermezza non vuol dire brutalità. Lui quel cavallo lo ama davvero, non può essere solamente un mezzo per soddisfare un divertimento o per vincere una coppa, è un amico vero.

Una storia bellissima che commuove il mondo, soprattutto gli appassionati dell'ippica, che vedono in questa storia un esempio e una grande lezione su come sia possibile, per gli animali, ma anche per gli esseri umani, superare i propri limiti in nome della voglia di vincere. Laghat ha vinto."
(D,Mastromattei)
( Le fotografie non raffigurano Laghat)

giovedì 15 marzo 2012

Cicerone/ Le radici dell'umanesimo



Oggi è uscito il quinto volume de "I classici del pensiero libero/ greci e latini" e l'incontro è con "L'Amicizia" di Cicerone, la prefazione è di Giorgio Montefoschi.


A Roma, in una società agitata da una lotta continua e spesso subdola che non faceva alcun conto dei sentimenti, l' "amicitia" era anche un'arma politica, non solo un sentimento basato sulla simpatia reciproca.
Nato insieme alle altre grandi opere filosofiche durante il periodo di forzato ritiro dalla vita politica, il " De Amicitia"  è il tentativo di Cicerone di superare questo concetto utilitaristico per riscoprire un'amicizia fine a se stessa, fondata sulla "virtus" e quindi ancorata a valori etici e personali.

" E' un trattato morale appasionato e sanguigno, nel quale si fondono insieme la grande tradizione etico-teologica greca e la concezione romana del diritto, e così va letto: senza privilegiare nè il carattere filosofico, nè quello che più direttamente si richiama agli avvenimenti contemporanei e tumultuosi del tempo in cui Cicerone lo scrisse.
(dalla prefazione di G.Montefoschi)

mercoledì 14 marzo 2012

Preghiera



Una preghiera per i bambini morti, in Svizzera, nel terribile
incidente di questa notte.

martedì 13 marzo 2012

Cassata "Il tempo ritrovato"


Dato che sono piena di contraddizioni lo sono anche in cucina e così vado matta per i dolci del sud, mi piace tanto la cassata ma non sopporto nè il pan di Spagna nè la glassa e quindi sono stata obbligata ad inventarmi una cassata a mia misura. Dopo svariati tentativi, e dopo aver costretto mio marito a mangiare questo dolce per svariate settimane di fila,  penso di essere arrivata a un buon compromesso. Vi scrivo la ricetta:

Ingredienti:
Biscotti molto leggeri (tipo pavesini) meglio se quelli di pasticceria
latte
ricotta romana freschissima gr.800
zucchero fine gr.250
vanillina 1 bustina
canditi misti gr.80 ( anche qui sono preferibili quelli della pasticceria)
cioccolato fondente  gr.80
pistacchi gr.30
cannella
acqua di fiori d'arancia
marmellata di arance

Passare la ricotta al setaccio .
Sciogliere sul fuoco lo zucchero e la vanillina con un mezzo bicchiere d'acqua.
mescolare bene lo sciroppo ottenuto alla ricotta,
aggiungere un cucchiaino di cannella e una spruzzata di acqua di fiori d'arancia,
mettere in una ciotola 200 gr. di questo composto e tenere in frigorifero.
Unire al restante composto di ricotta i canditi, la cioccolata tagliata a pezzettini ( sconsiglio di usare le pepite già pronte perchè secondo me sono meno buone) e 15 gr di pistacchi tritati.
Preparare uno stampo a cupola foderandolo con carta oleata. Passare molto, molto velocemente i biscotti nel latte e foderare lo stampo. Riempirlo con il composto preparato e "chiuderlo" con altri biscotti.
Mettere in frigorifero e lasciarlo almeno una notte.
Il giorno dopo rovesciate la cupola su un piatto da portata e togliete la carta oleata. Sciogliete in un pentolino , a fuoco molto basso, la marmellata di arance e spennellate la cupola di ricotta ricoperta dai biscotti.
A questo punto tritate i restanti 15 gr. di pistacchi, ricoprite il sottile strato di marmellata,  con l'impasto di ricotta che avevate tenuto da parte e spolverate con i pistacchi. Decorare a piacere con ciliege candite, spicchi d'arancia ecc. Rimettere per qualche ora in frigorifero. E' più buona se mangiata il giorno dopo.
Vi garantisco che è deliziosa e soprattutto facile e veloce da preparare, provatela!

lunedì 12 marzo 2012

Eternità



" Così, perchè, amore,
dovremmo sperare di vivere un secolo intero?
La farfalla che vive un solo giorno
è già vissuta per l'eternità. "
( T.Eliot )

domenica 11 marzo 2012

Santuario della Madonna della Fontana

Fine settimana un po' di corsa, con tantissime cose da fare, e in più sono anche caduta in modo rovinoso dalle scale di casa... ma si sa se una gira con tacco altissimo e gonne lunghe prima o poi  succede!
Comunque il tempo per la passeggiata della domenica mattina con i cani è saltato fuori, siamo andati al Santuario della Madonna dalla Fontana, una bella passeggiata ( breve) tra i boschi porta al piazzale del santuario.

 Le origini del santuario risalgono a
tempi remoti; secondo la tradizione il culto della Madonna della Fontana sarebbe riconducibile all'anno 1534, quando una pastorella muta,in seguito alla visione della Vergine, avrebbe ottenuto il dono della parola.
Intorno a una prima edicola, innalzata a ricordo dell'evento, fu costruita una cappelletta per proteggere l'affresco rappresentante la Madonna del Latte.

Eretto nella seconda metà del cinquecento, poi ampliato nel 1607, nei primi anni del settecento, dopo il completamento della cupola, fu arricchito con stucchi eseguiti da Carlo Zaninetti, capostipite di una famiglia di abili stuccatori di Breia, e da opere pittoriche del Grassi , artista di Romagnano e del pittore milanese Francesco Leva.







Le tre navate, il presbiterio e il coro vennero affrescati nel 1745 dal pittore varallese Antonio Orgiazzi.











Un luogo veramente pieno di pace e di tranquillità, mi vergogno un po' a dire che, pur essendo a due passi da casa, non ci ero mai stata se non una volta tantissimi anni fa per un matrimonio. Questo luogo è stato teatro alcuni anni fa di "apparizioni" e quindi per un certo periodo aveva attirato parecchia gente, poi la chiesa aveva preso posizione contro il sedicente veggente mettendo fine alle riunioni per assistere alle "apparizioni" e riportando il luogo al suo naturale isolamento e silenzio che invita alla meditazione e, se si è credenti, alla preghiera.





Insomma, una bella mattinata!



Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")