Al Giro 1972 Eddy Merckx si presenta da campione del mondo in carica. La corsa italiana la conosce, l'ha già vinta due volte, nel 1968 e nel 1970.
Gli italiani si dedicano alle volate, sulle salite crollano tutti: Bitossi, Motta, Zilioli verranno addirittura estromessi dalla gara per eccessi di spinte.
Per il belga il terzo Giro sembra a " portata di pedale ", ma dal grosso del gruppo, quando la strada si impenna, ecco uscire uno stecco d'uomo, un fisico da volatile con una grinta felina. Viene dalle Asturie, di nome fa Josè Manuele, di cognome Fuente ma tutti lo chiamano El tarangu, il " senza pensieri.
Un istintivo, scalatore di razza, capace di imprese straordinarie ma del tutto sprovvisto di acume tattico, il contrario del ragioniere. Sulla Maiella " ruba " d'impeto più di due minuti e mezzo al 2 Cannibale ". Merckx reagisce e nei giorni seguenti gli sfila la maglia del primato.
Il 4 giugno arriva la tappa di Bardonecchia - Jafferau.
Offuscato dal desiderio di rivincita lo spagnolo parte da lontano in una tappa di montagna di 256 chilometri. Spalleggiato dal connazionale Galdos fa da lepre lungo la Valle del Chisone, sul Sestriere e in alta Val di Susa.
Una fatica immane, sempre all'attacco, spesso controvento,, senza una vera strategia..
Il traguardo di tappa è la cima dello Jafferau, una rampa diabolica di 7 chilometri, pendenza del 10% con picchi del 15. A volte, però, le imprese disperate di un corridore servono solo per esaltare quelle del rivale.
A 3 chilometri dall'arrivo Merckx è attardato di un minuto, a due di 40", a uno raggiunge lo sfiancato spagnolo e lo " salta " senza degnarlo di uno sguardo.
Il belga vince tappa e Giro.
( Albano Marcarini
Speciale Bell'Italia Sulle strade del Giro )
( Immagni dal web )
Interessanti questi tuoi post sul giro.
RispondiEliminaSerena notte.