Maggio 1996. Verso la metà di un Giro bizzarro, partiro dalla Grecia in onore della patria olimpica ed approdato in Italia senza avere un padrone preciso, ecco emergere sull'ascesa di Prato Nevoso...l'Armata Rossa!
Sono due ciclisti che vengono dal freddo, dalla lontana Russia. Uno si chiama Ugrumov, l'altro Pavel Tonkov. In un certo senso sono uguali: chiusi, taciturni e diffidenti, ma tenaci e praticamente indifferenti alla fatica.
La storia dirà che Tonkov vincerà la corsa rosa, " sparando " il primo colpo a Prato Nevoso e il secondo sul Mortirolo, qualche giorno dopo, stroncando lo spagnolo Olano.
Se ne doveva intendere di armi Pavel Sergeevic Toncov perchè veniva da Izevsk, una cittadina, in Russia, dove si costruivano i micidiali " kalashnikov ", i fucili mitragliatori in dotazione all'esercito sovietico. Però il giovane invece di mettersi alla morsa a limare canne di fucile, venne in Italia a vincere, a 18 anni, il Campionato del Mondo di ciclismo juniores.
Il famoso costruttore di biciclette Ernesto Colnago lo vide e scosse la testa perplesso: il ragazzino aveva pedalato su un telaio del tutto fuori misura, eppure aveva vinto. Convinto del suo talento lo volle con sè, proponendo un baratto al suo manager: " Tu mi cedi Pavlov, io ti compenso in biciclette"
Sedici splendide " Super Colnago C 40" , per la precisione: tanto valeva il giovane russo, appassionato lettore delle poesie di Puskin.
Così Tonkov, uno dei primi emigranti del pedale, si trasferì dalle gelide steppe alla florida terra bergamasca. Mise a rischio la sua promettente carriera quando in allenamento finì sotto un'auto.
La vittoria a Prato Nevoso fu la rinascita e il giusto compenso per un volitivo campione. Vincerà ancora, il timido Tonkov, e giungerà due volte secondo al Giro, nel '97 e nel 98, quando duellò con Pantani a Montecampione. Gareggiò fino al 2005.
La storia dirà che Tonkov vincerà la corsa rosa, " sparando " il primo colpo a Prato Nevoso e il secondo sul Mortirolo, qualche giorno dopo, stroncando lo spagnolo Olano.
Se ne doveva intendere di armi Pavel Sergeevic Toncov perchè veniva da Izevsk, una cittadina, in Russia, dove si costruivano i micidiali " kalashnikov ", i fucili mitragliatori in dotazione all'esercito sovietico. Però il giovane invece di mettersi alla morsa a limare canne di fucile, venne in Italia a vincere, a 18 anni, il Campionato del Mondo di ciclismo juniores.
Il famoso costruttore di biciclette Ernesto Colnago lo vide e scosse la testa perplesso: il ragazzino aveva pedalato su un telaio del tutto fuori misura, eppure aveva vinto. Convinto del suo talento lo volle con sè, proponendo un baratto al suo manager: " Tu mi cedi Pavlov, io ti compenso in biciclette"
Sedici splendide " Super Colnago C 40" , per la precisione: tanto valeva il giovane russo, appassionato lettore delle poesie di Puskin.
Così Tonkov, uno dei primi emigranti del pedale, si trasferì dalle gelide steppe alla florida terra bergamasca. Mise a rischio la sua promettente carriera quando in allenamento finì sotto un'auto.
La vittoria a Prato Nevoso fu la rinascita e il giusto compenso per un volitivo campione. Vincerà ancora, il timido Tonkov, e giungerà due volte secondo al Giro, nel '97 e nel 98, quando duellò con Pantani a Montecampione. Gareggiò fino al 2005.
( Albano Marcarini
Speciale Bell'Italia Sulle strade del Giro )
( Immagni dal web )
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