sabato 12 maggio 2018

Storia del giro, accadde qui: la prima ascesa a Montevergine e la grande fuga di Desmet






Questa tappa del Giro mi è molto cara perchè Montevergine è uno dei miei più bei ricordi d'infanzia.
Ci andavamo ogni anno, da bambini prima e da ragazzini poi, durante il consueto viaggio verso il Sud. Il mio papà aveva studiato lì e ogni anno, durante il nostro soggiorno in Basilicata, amava trascorrere una giornata in questo luogo di pace.
Ci sono tornata parecchie volte da adulta, quando il viaggio verso il Sud lo intraprendevo con mio marito... Con il passare del tempo le cose sono cambiate, i primi anni all'interno del monastero vivevano ancora, ormai anzianissimi, i monaci che erano stati gli insegnanti di papà, ho il ricordo di loro che ci ospitavano in quella che allora mi parve una biblioteca immensa. Già allora amavo tanto i libri e quell'immagine è rimasta impressa nella mia memoria. Da adulta ho incontrato spesso Montevergine nel corso delle mie ricerche su Federico II, il cui trono in marmo si trova ancora custodito lì.
Non perdo mai nessuna tappa del Giro ma questa è particolarmente importante per me. 








" Il Giro del 1962 porta grandi novità. E ' un percorso con tanta fantasia, e il vulcanico patron vincenzo Torriani ha preparato un " sottotitolo" per ogni tappa: così a Sestri Levante si corre fino alla " Baia delle Fate ", a Rieti nella " Valle Santa ", a Chieti nella " vallata della Rinascita ", mentre sul Passo Rolle transita la mitica " Cavalcata dei Monti Pallidi ".








E' anche l'anno dell'esordio della salita a Montevergine, sul monte Partenio: ci si arriva da Fiuggi, alla settima tappa, per celebrare il ricostruito santuario intitolato alla Vergine e all'eremita Guglielmo da Vercelli, che decise di stabilirsi qui dopo un'aggressione subita a Taranto, sulla via di un pellegrinaggio in Terra Santa.








Quella sventura fu interpretata dal mistico come un segno divino: Guglielmo si convinse a rimanere in Italia e fermarsi ai piedi del monte Partenio. Era il 1118 e pare che il Santo abbia impiegato parecchio tempo per convincersi della bontà della sua decisione.








Invece nel 1962 il viaggio dei ciclisti fu veloce.
Il belga Rik Van Looy controllava la corsa con la sua " guardia rossa " di gregari. Di tanto in tanto concedeva un via libera a qualcuno, per gratificarlo della devozione.








A Montevergine toccò a Armand Desmet, di cui si diceva un gran bene. In seguito avrebbe tradito le attese, ma quel giorno volò in salita. Prese la rampa finale con il  francese Anglade e l'italiano Sartore. Guadagnarono 6 minuti sugli scalatori di fama, poi Desmet ebbe lo spunto per un arrivo solitario, dando una manciata di secondi ad Anglade.








Conquistò anche la maglia rosa, che tenne poi fino alle Dolomiti. Un inatteso trionfo. I cronisti ne vollero sapere di più ma uno di loro mancava all'appello.
Giovanni Mosca, inviato del Corriere, non vide l'arrivo: su invito dell'Abate aveva ceduto a cinque bicchierini di liquore di Montevergine. "







( Albano Marcarini
  Speciale Bell'Italia Sulle strade del Giro  )






( Immagini dal web )






6 commenti:

  1. Molto bello Antonella, grazie per questo post.
    Il luogo è cambiato molto nel corso del tempo o forse sono i miei ricordi ed i miei occhi del cuore che guardavano in modo diverso.
    Ti abbraccio, buon fine settimana e buona festa della mamma. Ciao.

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    1. Ciao Pia, chissà se siamo cambiate noi e il nostro modo di vedere o se davvero è cambiato il luogo?
      Un abbraccio, a presto.
      Antonella

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  2. Conosco il monastero, l'ho visitato più di una volta, tra l'altro è anche sede di una mostra permanente di presepi. A livello sportivo, la salita è abbastanza dura, niente a che vedere con i grandi tapponi delle Alpi, può sempre riservare sorprese.
    Serena giornata.

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    1. Hai ragione, è sede di una mostra permanente di Presepi...non melo ricordavo!
      A tappa conclusa possiamo dire che, per lo meno a mio parere, è stata una bella tappa.
      Ti auguro una buona settimana.
      Antonella

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  3. Purtroppo non sono mai stata in Irpinia e non conosco il santuario di Montevergine. mi piacerebbe visitarlo. e' bello che ti interessi del Giro d'Italia, io , per lavoro, non lo posso seguire. Ricordo un anno che ero a casa in malattia e , al pomeriggio, seguivo il giro. mi piaceva soprattutto per i paesaggi. buon week end.

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    1. Dovresti pensare di farlo un viaggio in Irpinia, è una terra molto bella e ricca di storia, forse poco conosciuta ma ne vale sicuramente la pena.
      Il Giro è una passione praticamente da sempre, racconto la storia della nascita di questa passione nel post sulla tappa di Campo Imperatore.
      Ciao, buona settimana.
      Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")