L'avevo comprato quando ancora il Premio Strega sembrava molto lontano, quando sembrava che, senza ombra di dubbio, fosse destinato a Teresa Ciabatti, l'avevo comprato perchè mi piaceva il titolo, perchè la montagna per me è una passione e perchè avevo pensato che, in realtà, mi sarebbe piaciuto, durante le mie vacanze in montagna, leggere un libro che parlasse di montagne.
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Monte Rosa dall'Oasi Zegna |
Già, perchè non è un libro da leggere in spiaggia o in barca è un libro da leggere lì, sul posto, anch'io come lui amo le lunghe camminate in montagna, come lui vorrei avere una baita sopra i 2.000 metri, come lui penso che "qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa.
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Gran Paradiso - verso il colle del Nivolet |
Comunque: quella di Cognetti è una storia di formazione palesemente autobiografica e che non avrebbe potuto essere inventata neppure con il salgarismo più eclettico: solo chi ha vissuto e toccato certe esperienze montanate può raccontarle e restituirle perchè si risveglino nel lettore e, beninteso, solo chi le ha precedentemente addormentate può ridestarle: non c'è descrittivismo che possa spiegare genericamente la montagna a chi non l'abbia vissuta un minimo, possibilmente in una fase adolescenziale della vita.
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Monte Rosa- salendo al Belvedere da Macugnaga |
In realtà la montagna non è propriamente l'ambientazione di questo romanzo, anzi meglio non è la location della narrazione: perchè la montagna non accetta di fare da fondale alle miserie dell'umano, ai suoi romanzi, film o fotografie; la montagna è desinata a rubare la scena - sempre - pur nella sua granitica o dolomitica immobilità, è un simbolo terrestre e cosmico che fa emergere tutte le nostre carenze: perchè è verticale,, perchè ci fa mancare la terra sotto i piedi, perchè ci costringe al confronto con dei bisogni ricondotti all'osso ( fatica, freddo, fame, sete) e perchè ci costringe a poter contare solo su noi stessi, a mettere a nudo i nostri limiti e le nostre potenzialità.
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Veduta dal Colle dell'Agnello
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La montagna non mente mai, al costo di farti scoprire veramente chi sono i tuoi compagni di cordata.Se non è questo non è montagna: è villeggiatura, cartolina, scampagnata, parco dei divertimenti, palestra a cielo aperto, o, appunto, fondale per romanzi, film o fotografie.
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Monte Bianco - Risalendo la Val Veny |
Cognetti dice proprio cosi: la montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all'altro, silenzio, tempo e misura.
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Monte Bianco- Risalendo la Val Ferret |
E poi c'è la storia, ma tutto sommato è meno importante dello spirito che l'accompagna. Molte volte, leggendo e fermandomi in fondo alla pagina, mentre guardavo le montagne della Valle d'Aosta intorno a me, ho pensato che in fondo poteva anche finire lì, magari anche senza avventurarsi nella finale e terribile parentesi nepalese, senza il misticismo, senza la retorica delle bandierine degli sherpa e senza la necessità di quel genere di epilogo dirompente spesso richiesto dagli editor.
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Gran Paradiso - Ghiacciaio della Tribolazione |
Comunque è la stira di due ragazzi, poi uomini, che sono cisì diversi da assomigliarsi e specchiarsi in quella " montagna " che riflette sempre l'immagine che ciascuno merita, non altre. Cognetti racconta le sue esperienze di bambino tra i monti, le sue e quelle di migliaia di noi. I ragazzi sono uno di città e l'altro autoctono, si incontrano in montagna e scoprono il valore di un'amicizia che si consolida ad ogni nuova stagione e che scorre via assieme alla vita; intanto si parla di amicizia, di padri ( secondo me la figura del padre è stupenda ) e di figli senza alcuna ansia attualizzante, anzi si procede ricercando il significato denso e profondo che solo i vecchi romanzi ottocenteschi sapevano restituire senza timore del " banalmente classico " e di temi ritenuti scontati come l'approcciarsi al padre, alla madre, al selvatico, all'avventura, al divenire adulti.
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Gran San Bernardo |
I personaggi di questo romanzo in cui non succede quasi n ulla, sono tutto, e sono molto archeticipi.. C'è il padre del protagonista, un chimico introverso, affascinante a suo modo, ogni sera corico di rabbia come è quasi doveroso essere da cittadini sani che vivono in città; i genitori del protagonista Pietro ( detto Berio, sasso ) si sono innamorati e sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo, e la montagna è la loro passione fondativa.
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Cervino |
Il padre è spavaldo nel salire sul sentiero, sempre in gara con qualcosa o qualcuno, competitivo anche solo con se stesso, intriso di retorica della montagna, e ansioso di firmare i libri di vetta, un uomo da sassi e rocce, dai 3.000 metri in su.
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Salendo al rifugio del Mont Faler |
E poi c'è la madre, molto più tipicamente accomodata sui prati, nei pascoli, coi piedi immersi nel torrente, a passeggiare nei baschi, più meditabonda e scevra dalla sofferenza in cui agognare la cima, scevra da quel " rincoglionimento " un po' deluso che ti prende una volta lassù, e scevra pure, dall'angoscia di dover scendere e tornare subito a casa, scevra insomma da quell'assenza di presente che l'esperienza della scalata può rivelarsi. Una donna, insomma , lontana dalla " conquista dell'inutile " ( doppia citazione Herzog e Messner ) e più adatta al massimo ai 2.000 metri, col vizio di voler intervenire nella vita degli altri.
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Ghiacciaio della Tribolazione |
Ma entrambi, lei e lui, i genitori, dopo essersi conosciuti sulle Dolomiti, li ritroviamo costretti a vivere a Milano e a farsi catturare dal languore meneghino che nelle giornate serene fa intravvedere la Grigna e il Resegone e persino il Monte Rosa innevati.
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Salendo all'Alpe Chamolè, panorama sulle Alpi |
Solo durante le brevi vacanze la coppia si risvegliava, più allegra e loquace. Poi, ecco, andarono a ficcarsi nel paesino di Grana ( nome inventato ) dove i due ragazzini coprotagonisti s'incontrano e lasciano nascere un'amicizia all'insegna di Mark Twain, che Cognetti cita direttamente.
E qui succedono un sacco di cose e nessuna.
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Il Monviso |
C'è l'alpeggio e la tentazione di viverci e addirittura di camparci, oppure il vivere in un paesino di 14 anime senza negozi, ci sono gli ambienti, gli odori che Cognetti è molto bravo a catturare senza essere stucchevole, c'è " la gente che va a vivere in alto perchè in basso non la lasciano in pace ", inseguita da padroni, eserciti, preti e capi reparto.
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Monviso, salendo al lago Fiorenza |
Ci sono le estati di esplorazioni e scoperte, le case abbandonate, il mulino, i sentieri più aspri, il saper camminare in montagna come " la cosa più simile a un'educazione che abbia ricevuto da lui ", il padre.
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Il Monte Rosa da Riva Valdobbia |
C'è l'estate. E c'è l'inverno, in cui la montagna non è fatta per gli uomini.
Raccontare oltre significa raccontare un romanzo che non si legge ma che si respira, come la montagna...
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Le " nostre " meravigliose 3 punte: Monte Barone, Punta delle Camosce, Gemevola |